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Autore: Simona_73    28/03/2008    0 recensioni
Giorgia stava sorseggiando il caffè, quando percepì una delle sue visioni arrivare: no, ti prego non adesso!
Tutto è coperto da una luce verde, come se ci fosse uno strato di gelatina sul mondo. Avanza, fluttuando come un fantasma sopra i disegni tracciati sul cemento con i gessetti.
Il corpo della ragazza è adagiato mollemente sul pavimento di cemento. Un rivolo di sangue secco corre lungo la guancia, lasciando una traccia nera. Il suo collo è riverso all'indietro.
D'un tratto c'è un rumore, piedi che scivolano sul cemento umido. Giorgia si gira e si trova a guardare un volto deturpato da una lunga cicatrice. Il viso  è immobile come una maschera di morte mentre tende una mano verso di lei.
Lui sorride e lei comincia a gridare.
Genere: Azione, Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorgia aprì il suo taccuino e iniziò a mettere in ordine cronologico gli avvenimenti degli ultimi mesi. Si annotò tutto dagli elementi importanti a quelli irrilevanti; aveva infatti imparato che spesso nei dettagli si nascondevano le soluzioni dei casi. Nel suo lavoro, quello che oggi non aveva senso domani diventava comprensibile. Si sentiva vicina alla meta, ma invece di essere euforica una strana ansietà le paralizzava il respiro nel petto.
Appoggiò i gomiti sul tavolo e sprofondò il viso tra le mani.
Max posò una bottiglia di acqua minerale e un bicchiere di plastica sul tavolino.
“Stai bene?”
“Bene, sì. Grazie!”
“Trovato qualcosa?” disse Max, prendendo il taccuino.
“Non so, stavo pensando che all’età  delle vittime. Quando si è belli e si pratica dello sport agonistico con buoni risultati è facile essere contattati da agenzie pubblicitarie. Spesso le grandi aziende preferiscono far pubblicizzare i loro prodotti da volti noti al pubblico. “
“Ho fatto una buona scelta. Lo sapevo che avevi intuito.Brava!”
“Intuito?”
“Sì, hai avuto un’ottima idea. Risentiamo i parenti delle vittime. Con un pizzico di fortuna potremmo scoprire che tutte avevano avuto contatti pubblicitari.”
Erano a circa metà delle chiamate quando il tenente Rossi entrò in ufficio,  trafelato.
“Carrisi, abbiamo un fottuto problema! Una pazza si è rinchiusa in un asilo e minaccia di ammazzare tutti. Sostiene di essere il vostro Killer!”
 

Dieci minuti dopo Giorgia seguiva il lungo corridoio fino ad una stanza chiamata "Nursery". Vi era  uno striscione di orsacchiotti sorridenti fatti di carta da pacchi; ogni orsetto aveva il nome di un bambino scritto con il pennarello indelebile.
Una donna alta e magra si avvicino tendendo la mano.

“Agenti Carrisi e Rocca, sono contenta che siate arrivati così in fretta." Dice, con voce vivace quanto gli abiti che indossa
"Qual è esattamente la situazione attuale?" chiede Max, dando un’occhiata intorno con sguardo penetrante e calcolatore.
“Alle otto ed un quarto di stamani, Marta Santarelli si è presentata con un fucile, ha sparato a tre bidelli, ne ha uccisi due, e poi si è barricata nella terza nursery con venti bambini di non più di 4 anni. Ha dichiarato di essere il vostro killer. Alle dieci e mezza nella nursery sono stati sparati tre colpi e da allora si rifiuta di parlare con chiunque. Sappiamo che ha un’agenzia per modelle affermata, la sua socia è nell’altra stanza. L’abbiamo contattata perché la Santarelli chiedeva di lei.”
"Fino a dove vi siete spinti con la negoziazione?" chiede Giorgia.
“Non molto lontano. Dice che parlerà solo con la sua socia."
“C’è una donna lì dentro con un numero imprecisato di munizioni e venti bambini. Se perdiamo anche solo uno di quei ragazzini finiremo nella merda fino al collo,” disse Max preoccupato, poi rivolgendosi a Giorgia: “Vai a parlare con la socia. Convincila a collaborare, diventa la  sua confidente, promettile ciò che vuoi. Dobbiamo far uscire quei bambini da lì sani e salvi."
“Ok.”
Giorgia ebbe un sussulto quando aprì la porta e si trovò di fronte la sua amica Sara.
“Cosa diavolo ci fai tu qui?” chiese ancora sconcertata.
“Marta è la mia socia, non te la ricordi? E’ stata la mia manager quando ero una modella; quando ho avuto l’incidente ha seguito le mie scelte. Credo di doverti dire una cosa importante. “
“Allora?”
“Io e Marta siamo amanti, dopo l’incidente avevo notato che spesso aveva  atteggiamenti strani. Forse  avrei dovuto parlartene prima. Ho paura che abbia ucciso anche Dan. Avevamo avuto una storia e lei ci aveva scoperti. Se avessi avuto il coraggio di parlarti forse avrei salvato qualche vita.” Sara scoppiò a piangere.
“Calmati, ci sono venti piccole vite che hanno bisogno di te. Devi parlarle, convincerla ad uscire e lasciare liberi i bambini.”
“Dio, che succederebbe se dovessi perdere il controllo?”
“Tranquilla, noi saremo lì con te.”
Quando Giorgia lo raggiunse, Max stava guardando la piantina dell’edificio.
“Abbiamo un condotto d’aerazione che giunge fino alla classe. Potremmo mandare un tiratore scelto, il problema che il condotto è troppo stretto per un uomo”
“Ci potrei passare io! Sono molto più minuta di ognuno di voi,” disse Giorgia prendendo il fucile.
“Riesci a maneggiarlo? Sembra un po' troppo grande per te," le chiese Max.
“So sparare con un fucile, tranquillo.”
“Sei autorizzata a colpire alla testa quella pazza, se è necessario.”
Max l’accompagnò sul tetto dove un triangolo nero e piccolo affondava all’interno dell’edificio.
Giorgia si levò il giubbotto antiproiettile.
“Rimettitelo subito! Vuoi essere colpita?”
“Max, non riuscirei ad entrare con il giubbotto,” disse Giorgia, togliendosi le scarpe e infilandosi nel condotto.
Il cunicolo di metallo era caldo sotto i suoi piedi. C’era una luce al fondo del tunnel. Giorgia riusciva a sentire la voce della donna che parlava con Sara al di là della porta. Si mosse lentamente, con il fucile stretto sotto il suo braccio. “Max, sono in posizione,” sibilò nell’auricolare.
Con il naso contro la grata, Giorgia riusciva a vedere la testa e le spalle della donna che sbucavano da una fila di scaffali pieni di peluche. Fece scivolare il fucile e allineò il mirino alla testa del Killer, il suo dito sudato sul grilletto in attesa di un ordine.
Max fece spostare Sara dalla porta appena in tempo. Schegge di legno e sangue iniziarono a piovere dalla porta distrutta. Trucioli di legno sanguinolenti cadono a terra. La testa della donna sembra una zucca di Halloween . Max vide Giorgia scendere dal condotto d’aerazione con il fucile penzolante sulle spalle.
In un angolo tre corpicini senza vita erano stati accatastati come fantocci di stracci. Sotto i tavoli si nascondevano 17 bambini frignanti.
“È finita,” disse Max sorridendo.
“Sì, è finita.”


EPILOGO

Giorgia si svegliò, l’orologio sul comodino segnava le sei.
Guardò con tenerezza il corpo addormentato vicino a lei prima di alzarsi per andare in bagno.
Mentre l’acqua scorreva nella vasca guardò il proprio corpo riflesso nello specchio, un sorriso le increspò le labbra. Mentre facevano l’amore il grosso lembo di pelle umana che aveva regalato a Sara si era appiccicato al suo ventre piatto. Lo tolse e lo ripiegò con cura, prima di infilare le sue membra stanche nell’acqua bollente.


Fine



  
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