Ti porto un braccio dietro la testa. “Sei bella come una stella”, ti dico. “E non ti ho mai vista più bella.”
Un rumore, secco,
un tonfo, un urlo.
Ma sorridi, ti prego, sorridi.
“Sorridi.” Ti dico, ma non obbedisci.
Perché ti ribelli, al volere di Dio?
Dio ci voleva insieme, per sempre
e grazie a me lo saremo, sì.
E ora sorridi, ti prego, sorridi.
Nel petto e poi dritto,
fin sotto lo stomaco.
Cremisi, denso, vedo solo questo.
E tu, mi vedi? Mi vedi sorridere?
Sorridi, ti prego, sorridi.
“Sei bella come una stella”, ti dico. “E non ti ho mai vista più bella.”
L’indice e il pollice all’angolo destro,
gli opposti al sinistro, poi verso l’alto.
“Ecco.” Ti dico. “Sorridi, così.”
La bocca si incurva, il mio cuore
si spezza. Di nuovo nel petto, giù
fin sotto il tronco, estraggo la lama.
La guardo. Sangue.
“Sei bella come una stella”, ti dico. “E, cazzo, non ti ho mai vista più bella.”
I tuoi occhi mi fissano, persi
come naufraghi in mare
rassegnati al loro destino,
dalla tua bocca in un gemito
parole d’amore e i tuoi arti,
immobili, fremono di gioia.
“Amore, sorridi.” Ti dico.
“Fallo, ti prego.” Continuo.
“Perché non sorridi?” Ti imploro. “E’ giunta l’ora.” Concludo.
Porto il braccio alla tempia,
spingo il tamburo verso il basso,
ruota, lo fermo, premo il grilletto.
La mia anima lascia il mio corpo
si intreccia alla tua, e su
fin da Dio. Staremo insieme
per sempre, amore.
Mi accascio su di te,
felice, come mai.
Insieme. Per sempre.
“Sei bella come una stella”, ti dico. “Sorridi, che non ti ho mai vista più bella.”