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Autore: KiSSeop    28/09/2013    4 recensioni
TaoRis; 
«"Vieni a trovarmi", hm? Mi sa proprio che lo farò»
[...]
“Prima non sapevo dove andare, non avevo un posto da poter chiamare ‘casa’.
Ma da quando è arrivato Tao tutto è cambiato; voglio vederlo, voglio andare da lui”
Liberamente ispirata ad un'altra opera;
Enjoy it~
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Tao, Tao
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Seul, dieci e trenta del mattino circa.
-Come sarebbe a dire che non vuoi più riprendere il tuo posto?- esclamò SuHo, stranamente senza il suo solito sorriso stampato sul volto. –C’è qualcosa che non va?-
-No, semplicemente ho bisogno di cambiare aria- gli rispose tranquillamente Kris, portandosi le mani in tasca.
L’altro corrucciò un po’ la fronte, contrariato. -È per colpa di Tao-sshi?-
-Ma no, che c’entra Tao adesso!- sbofonchiò l’ex dipendente al solo sentire quel nome, strofinandosi nervosamente il collo con una mano.
Il ragazzo dietro al bancone non poté fare a meno di ridere –Certo che sei proprio divertente, Wu Fan! Non appena si parla di Tao cambi subito espressione!- osservò con un sorriso premuroso.
-Al diavolo!- esclamò coi suoi soliti modi garbati –Ci sentiamo SuHo, stammi bene-
-Buona fortuna, Kris!- lo salutò l’altro.


Sentendo il rumore delle chiavi all’interno della serratura, Tao non aspettò nemmeno di vedere in faccia la persona intenta a varcare la soglia di casa.
-Allora, l’hai trovato un lavoro?-
Kris si portò una mano alla fronte, scompigliandosi leggermente il ciuffo. –Macché, ancora nulla- sospirò, rassegnato. -Apparecchia, muoio di fame-
-Niente da fare, questa volta apparecchi tu! Non sono certo il tuo schiavetto!- lo provocò l’altro, continuando a sfogliare la rivista di moda che aveva tra le mani.
Una vena cominciò a pulsare sulla fronte di Kris.
-Tao… Ti conviene non farmi arrabbiare… soprattutto oggi, soprattutto ora!- ringhiò afferrando il coinquilino per un braccio, issandolo dalla sedia.
-Aspetta---! Cosa vuoi far-
 Non fu nemmeno in grado di finire la frase che Kris si avvinghiò a lui e lo coinvolse in una zuffa, atterrandolo con la propria forza.
-Yah!!! Alzati subito, brutto bastardo!- urlò Tao a pieni polmoni, schiacciato dal peso non indifferente di Kris che lo forzava al pavimento.
-Perché mai dovrei alzarmi, qui è così confortevole!- lo prese in giro il più alto, mettendosi seduto comodamente sul corpo esile di Tao.
-Yah!! Come puoi fare questo alla persona che ti piace?!- strepitò l’altro.
Kris storse il naso, aggrottando lievemente la fronte.
-Quand’è che avrei detto che mi piaci, esattamente?-
-Ma come, non ricordi? Ieri, mentre eravamo seduti sulla panchina, hai detto di amarmi alla follia e che non mi avresti lasciato a nessun altro!- piagnucolò il più piccolo, ancora schiacciato da quella massa possente che era Wu Fan.
“Tu guarda questo gran figlio di putt—“ – Che diavolo t’inventi? Guarda che non ho mai detto niente del genere, è inutile che ti fai illusioni- affermò l’altro, levandosi in piedi. –E poi non mi piaci in quel modo-
“Che infame!” pensò Tao facendo la linguaccia in direzione di Kris. “Se non ti piacevo ‘in quel modo’ non mi avresti baciato quella notte, stupido!” arrossì pensando ancora a quell’istante.
-Tu, piuttosto- continuò Kris. –Anche quando una persona dice che gli piaci continui a comportarti da idiota. È davvero così semplice per te?- gli chiese senza guardarlo in faccia, avviandosi verso i fornelli.
Tao si zittì per un momento.
–È solo che è strano vederti così, Wu Fan. Sei così carino a preoccuparti!- gli sorrise.

“E così eviti il problema con nonchalance, eh?”  pensò amaramente Kris.



Qualche ora dopo il pranzo Tao uscì per un po’, dirigendosi in quello che all’apparenza aveva tutta l’aria di essere un parco, trovandosi faccia a faccia con una lastra di pietra.

-Sono già passati cinque anni, vero hyung?- sospirò, chinandosi sulle ginocchia per scrutare meglio la fredda lapide. Abbassò lo sguardo notando un ricco fascio di fiori adagiato lì vicino, ancora fresco e profumato.
-Sarà già venuto qualcun altro a trovarti? Non che la cosa mi sorprenda, dopotutto un sacco di gente ti voleva bene- sorrise tristemente mordendosi le labbra, accarezzando il marmo duro.
“Da quando sei morto non ti ho sognato nemmeno una volta, hyung. Possibile che mi odi così tanto?” pensò mentre sentiva la gola chiudersi e gli occhi pizzicare. “Mai una volta che mi fossi comparso in sogno, dicendomi cosa fare; Sei davvero pessimo”.
Con una mano si pulì il volto dalle lacrime che si accorse troppo tardi di stare versando. Accarezzò per un’ultima volta la tomba, prima di lasciare il cimitero.
Soffermò per qualche secondo le dita sul nome inciso nel marmo; “Byun Baekhyun”


Nel frattempo, in un quartiere non lontano da lì, Kris era seduto su di una panchina, affranto; non aveva voglia di starsene con le mani in mano, aveva bisogno di un lavoro. Poco prima aveva provato a chiamare LuHan, sperando potesse consigliargli qualcosa, ma questo si era solo limitato a passargli un indirizzo.
“Vacci oggi tra le quattro e le cinque” gli aveva detto l’amico. “Vedrai che ti prenderanno di sicuro!”.
Non gli aveva detto altro.
Guardò più volte il foglio con l’indirizzo che stringeva tra le mani. Non era lontano, avrebbe facilmente potuto raggiungere la destinazione in meno di dieci minuti.
Decise di tentare, sperando fosse la volta buona.

Come previsto, in meno di dieci minuti si trovò dinnanzi ad un palazzo moderno, probabilmente da poco costruito. Entrò dalla porta d’ingresso trovandosi all’interno di quella che aveva tutta l’aria di essere un’immensa sala d’attesa, dove un uomo sedeva in lontananza dietro una scrivania.
Man mano che Kris si avvicinava, l’uomo lo scrutava con più attenzione.
-Ah, è qui per l’audizione, immagino- constatò.
“Audizione…?” pensò Kris tra sé e sé, prima di essere invitato ad oltrepassare l’interno di una delle numerose porte situate nell’atrio.

Una volta varcata la soglia, non molto gli fu visibile; venne accecato da una forte luce che verificò poi provenire da un riflettore, puntatogli dritto in faccia. Solo una volta messa a fuoco la situazione notò dinnanzi a sé cinque persone poggiate su delle sedie, intente a scrutarlo da cima a fondo.
-Oh, ecco che ne arriva un altro!- esclamò una voce provenire da una di quelle persone; a parlare era stato un giovane uomo all’apparenza minuto, dall’aspetto molto comune.
–Ti dispiacerebbe dirci chi sei?-
-Kris Wu YiFan- rispose prontamente il ragazzo, socchiudendo gli occhi a causa del bagliore troppo forte.
-Oh! Non sapevo avessimo candidati cinesi!- esclamò sorpreso l’altro con un sorriso genuino. –Ma adesso che noto non sei neanche sull’elenco. Potresti dirci come sei finito qui?-

Kris si girò intorno: oltre al gruppo di persone dinnanzi a lui, alla sua destra si trovavano altre persone, tutti ragazzi dall’aspetto ben curato che lo fissavano con aria di sufficienza.
Allora realizzò.
-Non ditemi che questa è una di quelle audizioni per cercare modelli tutti uguali, tutti con la stessa faccia, lo stesso corpo, che credono di essere i migliori al mondo con le loro pose del cavolo?!- “LuHan, questa me la pagherai cara!”

In un primo momento all’interno della sala ci fu un attimo di silenzio generale, rotto improvvisamente dalla sonora risata del giovane uomo di prima.
-Ahahahah! Questo ragazzo è una forza!- esclamò il piccoletto. –Kris Wu YiFan hai detto, giusto? Beh Wu, sappi che mi piaci! Piacere, il mio nome è Kim Jongdae- si presentò infine.
Gradualmente tra i modelli e i giudici si sollevò un mormorio generale.
-Jongdae- sussurrò uno dei giudici all’orecchio del collega –Sicuro di averci visto giusto? Questo tipo mi sembra solo un arrogante!-
Jongdae scosse la testa. –Fidati hyung, ci ho visto giusto. Nel momento in cui è entrato in sala ha attirato su di sé l’attenzione generale, inoltre attorno a lui c’è un’aria di tensione non indifferente, cosa che non tutti hanno la capacità di creare- sorrise, per poi girarsi nuovamente verso il palco.

-Ti terremo aggiornato, Kris Wu YiFan!-
 
Qualche ora più tardi, Kris rincasò. Lentamente percorse le scale che conducevano al suo appartamento, ma prima che potette inserire le chiavi nella fessura della porta, la sua attenzione fu catturata da un foglio appeso in prossimità della maniglia.
“Vieni sul tetto!”. Kris riconobbe immediatamente la pessima calligrafia cinese e quegli stupidi disegnini infantili.
Sorrise pensando a quale potesse essere il motivo di quell’invito improvviso.
Una volta salita l’ultima rampa di scale aprì lentamente la porta del tetto, cercando di non fare rumore; davanti a lui vi era Tao, di spalle, probabilmente ancora ignaro della sua presenza. Era seduto sul muretto di un metro e mezzo che recintava il tetto, con le gambe sospese nel vuoto.

-Hai intenzione di buttarti?-

Tao si girò immediatamente, trattenendo il fiato. –Oh, sei tu Wu Fan. Che spavento!-
Kris si mise a sedere vicino a lui, portando anch’egli le gambe a penzoloni nel nulla.
-Buttandoti da qui non credo faresti una bella fine-, osservò sporgendosi leggermente in modo da vedere la distanza che li separava dall’asfalto. –Trovati un altro posto, ok? Uno dove io non ti possa vedere-
Tao sorrise, alzandosi in piedi su quel piccolo tratto di cornicione che lo separava dalla vita e la morte.
-Chi ha detto che mi voglio buttare?- scrollò le spalle, barcollando leggermente.
-Sarà meglio che tu non lo faccia, infatti- lo avvertì Wu Fan alzandosi anche lui in piedi, avvicinandosi all’altro e stringendolo per lo scollo della larga canottiera. –Altrimenti te la scavo io personalmente, la tomba- concluse guardandolo dritto negli occhi, con uno sguardo che se solo avesse potuto l’avrebbe ucciso.
Tao avvertì la troppa tensione messa nelle parole di Kris e, spaventato, fece un leggero passo indietro, trovando il vuoto; immediatamente si aggrappò al compagno con entrambe le braccia, cingendogli la vita.
-UAAH!! Wu Fan!! Non mi lasciare!! Muoio!- urlò come una femminuccia, raggiungendo note così alte che nemmeno la cantante lirica più esperta sarebbe riuscita a toccare. –Aiuto!!! Mamminaaa!- continuò a piagnucolare, spingendo Kris all’indietro e finendo entrambi per cadere sul pavimento del tetto, uno sopra l’altro.
-Datti una calmata, coso- gli accarezzò dolcemente la testa Kris, fissando divertito il più piccolo mentre stava a cavalcioni su di sé. –Adesso va tutto bene- lo tranquillizzò con un sorriso premuroso. –Non hai proprio voglia di morire, non è così?-
Tao imprecò qualcosa metà tra il coreano e il cinese affondando la testa nel petto del più grande, con le lacrime che rigavano completamente il suo volto arrossato e che non davano segno di voler cessare.
-Questo è il vero te- osservò Kris senza smettere di sorridere, tenendo la testa del più piccolo stretta a sé e asciugando dolcemente le sue lacrime coi pollici. –L’aria da depresso non ti dona affatto-

-Comunque, perché mi hai invitato qua sopra? Non c’è neanche niente di bello da vedere- gli domandò il più grande una volta che si furono staccati l’uno dall’altro, tornando composti.
Tao indicò una piccola piattaforma davanti a loro su cui vi era poggiata della birra e un paio di pizze.
 –Semplicemente mi andava di fare qualcosa di speciale-, abbassò gli occhi prendendo un lungo sorso dalla lattina.
Kris scrutò il suo volto affondo, rimanendo perplesso a causa dal suo sguardo triste.
 –La tua non sembra affatto la faccia di chi ha voglia di festeggiare-
Il più piccolo sospirò; -Ogni anno che passa non so mai cosa aspettarmi dal futuro. L’anno scorso non avrei neanche lontanamente immaginato che sarei arrivato ai vent’anni e senza ancora sapere cosa fare, dividendo l’appartamento con un tizio del genere- sorrise di sbieco, lanciando un’occhiata all’altro. –Per il mio compleanno mi ritrovo sempre a desiderare la stessa cosa ogni anno; vorrei tanto svegliarmi un giorno e trovarmi un navigatore che mi dica cosa fare, cosa non fare, dove svoltare e che mi indichi le scorciatoie- emise un altro sospiro, liberando tutta l’aria che aveva dentro di sé, girandosi verso le luci della città. –E invece mi ritrovo ad avere sempre la sensazione di star girando a vuoto-

Lentamente si volse verso il più grande, cercando il suo sguardo.
 –Anche se sono più piccolo di te lascia che ti dia un consiglio, Wu Fan- si avvicinò accarezzandogli una guancia, sorridendo amaramente. –Torna a casa. Anche se non so bene perché tu sia qui, almeno hai un posto dove tornare-
Kris afferrò il polso del più giovane, allontanandolo leggermente da sé. –Io amo la mia famiglia, ma non era quello il mio posto- disse pacatamente, scuotendo il capo. –E questo è solo uno dei mille motivi per cui mi trovo qui. Inoltre io non ho perso la mia strada; sono qui per mia scelta- affermò con una certa arroganza, tipica da parte sua.
Tao non poté fare a meno di trattenere una risata. –Mi domando da dove provenga tutta questa sicurezza!-
-È perché io non ho bisogno di coordinate né altro, tutto ciò di cui ho bisogno è qui-. Kris sfiorò dolcemente il volto del compagno con le dita.
-Tao, baciami-

L’altro strabuzzò gli occhi, incredulo.
 –C-c-cosa stai dicendo, Wu Fan?- si allarmò non appena incrociò lo sguardo del più grande, questa volta più determinato che mai. –Guarda, c’è un ufo!- cercò immediatamente di distogliere la sua attenzione da quella voglia improvvisa e insolita, inutilmente.

-Questa volta non te la caverai tanto facilmente!- esclamò afferrando il più piccolo per la nuca e spingendolo verso il proprio volto; le loro labbra s’incontrarono in quello che parve il minuto più lungo della loro vita, scoprendosi affondo. Dopo aver assaporato il dolce retrogusto iniziale delle labbra del più basso, Kris volle di più. Lentamente aprì la bocca alla ricerca della lingua dell’altro, che una volta trovata non lasciò andare nonostante fosse esitante nel ricambiare tutta quella passione. Con le mani cingeva a sé i fianchi di Tao saldamente, avvicinandolo sempre di più al proprio bacino. I loro corpi aderirono perfettamente come anche le loro labbra e, per un istante, a Kris parve di sentire anche le loro menti coinvolte in una sintonia incredibile. Era sicuro che Tao volesse quel bacio tanto quanto lo desiderasse anche lui, solo che mai sarebbe stato capace di ammetterlo, troppo orgoglioso. Ma infondo gli bastava, adorava il lato testardo del più piccolo, molto simile al suo.
Le loro labbra si separarono solo quando l’ossigeno era ormai arrivato al punto di cessare; il petto di Tao si muoveva in su e in giù, mentre il suo corpo era scosso da diversi tremiti. Kris si leccò il labbro superiore, facendo schioccare successivamente la lingua sotto al palato.

-Ma perché continui a fare così…?- gli domandò il più piccolo portandosi una mano sulla bocca, respirando ancora a fatica. –E pensare che avevo deciso di lasciar perdere quella volta del bacio mentre dormivo!-
-Hm, in realtà quella non era la prima volta che ti baciavo- roteò gli occhi Kris, facendo spallucce. –E nemmeno la seconda, probabilmente neanche la terza-
Gli occhi di Tao si dilatarono così come la sua bocca si spalancò.
-…!!!! Brutto maniaco, cosa mi hai fatto?!- arrossì fino alla punta delle orecchie, battendo leggermente i pugni contro il torace del più grande.
Kris afferrò con dolcezza i polsi dell'altro affinché smettesse di colpirlo. -La differenza è stata che questa volta l’ho fatto apertamente- sussurrò appena e, prendendo il volto dell’altro tra le mani lo avvicinò di nuovo a sé, facendo sfiorare i loro nasi.

 –Quello che voglio dire è che adesso non c’è più bisogno che tu vada a vuoto.
Vedi in me le tue coordinate, Tao.

 D’ora in avanti focalizzati solo su di me-










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Non ho niente da dire, lascio a voi i commenti xD
dunque recensiterecensiterecensiteeee! È terribile quando ho pochi pareri, inizio a pensare di aver sbagliato qualcosa, di non aver descritto bene qualche scena e che forse non è coinvolgente abbastanz---- BASTA! Alla prossima <3
  
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