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Autore: The Princess of Stars    28/09/2013    1 recensioni
*SEQUEL DE "IL PRINCIPE E L'ASSASSINA"*
Ormai ritrovata la madre perduta, scoperto di essere l'erede al trono di Scizia, felicemente sposata e madre di due figli, Annabeth sperava di proseguire la sua vita in modo tranquillo. Ma diventare la Gran Maestra del Clan non ha tutti i suoi lati positivi, soprattutto se per diventarlo si ha ucciso Crono, il vecchio Gran Maestro malvagio e carismatico, e si è la futura regina dell'Attica e di Scizia.
Un 'vecchio' nemico è tornato e Annabeth e Percy dovranno affrontarlo, non solo per salvare il regno, ma anche la loro famiglia.
Annabeth stessa ha detto che tutti hanno un lato oscuro e quello dell'assassina era il suo, ma ha anche detto che Percy era la sua forza. Percy riuscirà ancora a farle da ancora e trattenere il suo nascosto istinto d'assassina? Fin dove può spingersi l'amore di una madre per i propri figli?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Annabeth’s POV:

Mi trovavo nella foresta con Percy, sapevo dove avrei trovato Pallante, in uno dei nascondigli del Clan qui nell’Attica, ma la domanda era: quale nascondiglio? La pioggia aveva cancellato le impronte e non avevamo più una traccia. In questa zona ci sono due nascondigli vicino ad Atene, uno a Nord e uno ad Ovest. Solo una volta che ci fermammo per la mancanza di impronte capii che Pallante aveva previsto la mia mossa e stava cercando di farci perdere tempo. Guardando la mia ombra e la posizione del sole mattutino, capii che ci trovavamo perfettamente a Nord-Ovest. Pallante lo aveva fatto apposta. O aveva allungato la strada o aveva fatto allungare il percorso ai suoi e mandato qualcuno al nascondiglio con Leon e Sabeen, oppure lui è con loro.
Ero scesa da cavallo andando a cercare tracce nella zona, ma non ebbi tanta fortuna. Percy era rimasto con i cavalli e si guardava intorno nella speranza di trovare tracce anche lui.
“Trovato niente?” disse Percy.
“No, la pioggia ha cancellato tutte le impronte di zoccoli” dissi, rialzandomi dalla mia posizione accovacciata.
“E adesso che facciamo? Tu mi hai detto che i nascondigli sono due, noi siamo due, potremmo separarci, ma rischiamo troppo”
“Pallante potrebbe anche aver diviso Leon e Sabeen”
“Spero di no… non faremmo in tempo a prenderli tutti e due e- Annabeth guarda!” indicò Percy. Alzai lo sguardo e vidi dove puntava, un punto dove i rami degli alberelli si infittivano un po’. Su un ramo era incagliato un piccolo pezzo di stoffa blu. Mi avvicinai subito ad esaminarlo. Lo presi tra le mani e al tatto riconobbi il materiale.
“E’ un pezzo del fiocco di Sabeen” dissi a Percy. Lui si avvicinò al ramo con il cavallo. Io rialzai il braccio all’altezza del ramo dove era incagliato il pezzo di stoffa e vidi che combaciava con l’altezza di una persona su un cavallo. “Sabeen è passata di qui” dissi
“E la trasportavano su un cavallo” disse Percy. Non salii ancora su Starlight, ma proseguii verso la direzione dove era passato il cavallo con Sabeen. Ad un certo punto vidi qualcosa, orme. Erano appena visibili.
“Percy, qui c’è solo fanghiglia, di orme ce ne sono ancora alcune!” Lui mi parve subito illuminarsi. Io proseguii e poi vidi un oggetto familiare a terra. Mi accovacciai e presi l’oggetto: lil fodero con ancora dentro lo spadino di Leon. Capii subito cos’era successo.
“Bravo, Leon” dissi tra me e me.
“Annabeth?” chiamò Percy.
“Sono passati di qui” dissi incominciando a ricostruire la scena “erano due o tre cavalli che si sono separati dal gruppo. Camminavano distanziati di poco. Sono passati qui e il ramo ha agganciato il nastro del vestito di Sabeen. Leon doveva stare sul cavallo dietro e ha pensato bene di lasciarci una traccia” dissi mostrando lo spadino a Percy. Lui lo guardò in fretta, preoccupato.
“E’ riuscito a sciogliersi la cintura con lo spadino” disse Percy capendo.   
 “Abbiamo tutte le informazioni che ci servono” dissi rimontando a cavallo. “Primo, Pallante ha tentato di fregarci; secondo, Leon ci ha lasciato una traccia per farsi trovare ma adesso i bambini sono disarmati; terzo, sappiamo dove dobbiamo andare”
“All’accampamento a ovest” disse Percy.
“Non l’accampamento, la fortezza. Pallante non è stupido. Ha scelto il nascondiglio meglio difeso. Percy, lui  sta aspettando me, non sa che ci sei anche tu. Dobbiamo usare questa cosa a nostro vantaggio”
“Dove sta la fortezza?” chiese Percy
“A due giorni da qui” dissi “La strada più corta ci farà risparmiare mezza giornata di viaggio, ma passa per…” mi bloccai, ricordandomi l’ultima volta che sono stata in quel luogo.
“Per…?”
“Per la gola che porta a Livada. La fortezza  sta ben nascosta a pochi chilometri fuori dai Cheronea”
“La Gola di Livada non è solo zona di banditi, lo sai vero?” disse Percy.
“Lo so… Luke e Crono mi hanno addestrata lì per due mesi quando avevo 10 anni” dissi non guardandolo. Percy si allungò dalla sella e mi mise una mano sul ginocchio. Gli feci un mezzo sorriso e lui ritrasse la mano.
“Possiamo aggirarla, ma così ci vorranno due giorni pieni” dissi.
“Passiamo per la gola. E’ rischioso, ma è la strada più corta e se ne avremo bisogno possiamo fermarci un paio d’ore a Livada” disse Percy.
“Allora andiamo a prenderli” dissi decisa. Sentivo un fuoco dentro di me al solo pensiero di Pallante che aveva tra le mani i miei bambini e che poteva fargli del male senza che io potessi fare nulla o peggio... rivelargli il mio passato.
“Annabeth” disse Percy con tono calmo. Io mi voltai e lo guardai “Cerca di restare lucida” aggrottai un po’ le sopracciglia
“Che vuoi dire?”
“Pallante ha rapito i nostri figli e tu sei preoccupata e arrabbiata quanto me, forse di più. Ed è questo ‘forse’ che mi preoccupa. Tu sai che probabilmente dovremmo combattere: non farti prendere troppo la mano” disse Percy capii che intendeva e aveva ragione. Al momento avevo una cosa sola in mente: riprendere i miei bambini a qualunque costo e farla pagare a quel mostro di Pallante.
Con un colpo di talloni i nostri cavalli partirono al galoppo. Io facevo strada e Percy mi stava dietro. Galoppammo parecchio almeno una giornata con due pause di un’ora per far riprendere fiato ai cavalli, ma poi fummo costretti a fermarci per accamparci per la notte. Trovammo un posticino riparato nella foresta. Legammo i cavalli ad un ramo e cominciammo a sistemarci per la notte. Percy andò a cercare un po’ d’acqua per i cavalli e mentre io preparavo il fuoco. La notte era fredda e umida, con la pioggia della sera prima fu difficile trovare legna buona per accendere il fuoco. Una volta sistemati per la notte, Percy ed io mangiammo qualcosa . Ci eravamo fatti una scorta prima di partire, ma entrami mangiammo poco, non solo per non finire ma perché non avevamo fame. Mangiavamo solo perché ne avevamo bisogno ma eravamo così nervosi e preoccupati che se ne era andato anche il nostro appetito. Restammo in silenzio, accoccolati davanti al fuoco, lui seduto a terra appoggiato su un tronco e io seduta in mezzo alle sue gambe appoggiando la schiena al suo petto, mentre Percy mi cinse la vita con un braccio appoggiando il mento sulla mia spalla.
“Secondo te come stanno?” chiesi a un tratto.
“Spero bene, Sapientona…” disse Percy con un sospiro “Spero bene”
“Anch’io…” dissi e ricadde nuovamente il silenzio. “Se Pallante gli ha fatto qualcosa, giuro che lo-”
“Annabeth, calmati” disse Percy stringendomi a lui “Non lasciarti prendere dal desiderio di ucciderlo. Pensa a Leon e Sabeen. Cosa penseranno se vedranno la loro mamma uccidere un uomo a sangue freddo?” Percy aveva ragione.
“Questo non significa che non possa rompergli il naso con un pugno”
“Io penserò ai denti” Lo guardai con un sorriso. Anche in questa situazione era in grado di farmi sorridere. Ma il sorriso durò poco non appena il pensiero dei miei bambini in pericolo mi tornò in mente. Percy mi diede un bacio sulla testa e riappoggiò il mento sulla mia spalla. “Dovremmo provare a dormire” disse
“E chi fa la guardia?” dissi con gli occhi già socchiusi.
“Starlight e Blackjack, i cavalli fiutano il pericolo prima dell’uomo, ti sveglieranno loro se siamo nei guai” disse Percy
“Perché ‘ti’?”
“Perché a me neanche la grancassa sveglia, figurati due cavalli”
“Giusto, non ci avevo pensato” Percy riddacchiò. Io chiusi gli occhi per dormire.
“Domani ci muoviamo all’alba”
“Come la signora desidera” e poi ci addormentammo al calore del fuoco. Quella notte non sognai niente. Ero talmente preoccupata che la mia mente non aveva spazio per i sogni.
L’alba arrivò presto. Ai primi raggi del sole aprii gli occhi. Mi guardai intorno e vidi che il fuoco si era ormai spento, Starlight e Blackjack se ne stavano tranquilli legati al loro ramo. Percy aveva ancora il mento appoggiato sulla mia spalla e mi teneva il braccio attorno alla vita. Sarei voluta restare così, ma dovevamo andare, Leon e Sabeen erano nei guai e noi dovevamo salvarli. Subito cominciai a svegliare Percy con un’arma migliore della grancassa: le coccole. Ebbene sì, funzionano. Gli misi una mano sulla guancia accarezzandola e chiamandolo.
“Percy” chiamai lui si mosse appena. Dalla guancia gli portai la mano tra i capelli ebano facendogli i grattini dietro la nuca, era la mia arma segreta, funzionava sempre. “Percy” chiamai nuovamente e lui si svegliò. Strizzò un po’ gli occhi e mi guardò e capì subito perché lo avevo chiamato.
“E’ ora di andare” disse e non era una domanda. Io annuì, lui mi diede un bacio sulla tempia e mi lasciò per farmi alzare. Mi tirai su da terra e lui si alzò subito dopo.
“Ow… il mio sedere” brontolò Percy.
“Se ti può consolare, quando stavo nel Clan spesso ho dormito seduta per terra” dissi “ma ormai ho perso l’abitudine” brontolai anch’io. Il mio fondoschiena non era più abituato a dormire per terra o su brande dure. Diciamo che la vita di palazzo ha i suoi vantaggi e uno di questi era il letto morbido.
“Andiamo, prima ci muoviamo prima salviamo i bambini” dissi Percy non rispose, ma mi seguì, sciogliemmo il cavalli e montati a cavallo subito ripartimmo. Galoppammo a lungo, io non vedevo altro che davanti a me. Continuavo a pensare a Leon e Sabeen. Come stavano? Erano feriti? Erano insieme? Erano separati? Pallante gli ha fatto qualcosa? Tutti questi pensieri mi offuscavano la mente. Non appena avrei messo le mani su Pallante lo avrei-
“ANNABETH FERMA!” gridò Percy, risvegliandomi dal trance. Subito notai il ramo basso a cui stavo per schiantarmi e fermai Starlight di colpo. Feci appena in tempo a fermarmi. Percy mi raggiunse subito.
“Tutto a posto?” chiese preoccupato. Deglutii riprendendomi un momento.
“Sì” risposi.
“So che sei preoccupata per Leon e Sabeen, ma se non ti concentri su quello che stai facendo, non ci arriviamo da Leon e Sabeen” disse lui con un po' di sarcasmo alla fine.
“Lo so, scusa. Sono preoccupata. Non riesco a pensare ad altro. Tu non sai quanto possa essere crudele Pallante… e se gli ha fatto del male?” dissi.
“Annabeth, devi restare lucida. Devi rimanere calma e concentrarti su quello che facciamo adesso. Immagino che tu voglia fargliela pagare a Pallante, ma devi controllarti. Non lasciare che lui ti faccia tornare a quello che ti ha resa Crono. Leon e Sabeen hanno bisogno della loro mamma… non permettere a Pallante di trasformarla in assassina” Io guardai riflettendo sulle sue parole. Percy aveva ragione… il che stava accadendo molto spesso.
“Da quando sei diventato tu quello saggio?” dissi.
“Da quando ho sposato una Sapientona che mi ha influenzato” disse scambiandoci un sorriso. Mi guardai nuovamente intorno.
“La foresta si infittisce, non possiamo galoppare” dissi.
“Possiamo aggirare questo punto” suggerì Percy.
“No, così perdiamo tempo e se galoppiamo stancheremo solo i cavalli” dissi.
“Allora passiamo di qui”
“E appena usciti dirigiamoci verso la Gola” conclusi. Percy ed io ci scambiammo uno sguardo e ci addentrammo nella foresta. La foresta era cupa e fitta i rami e le foglie erano talmente intricati che bloccavano quasi interamente i raggi del sole mattutino. Si sentiva solo il rumore degli zoccoli dei cavalli che camminava avanti con le orecchie tese in avanti. Anche Percy sapeva che adesso no ci dovevamo parlare. I cavalli hanno un udito fino e in caso di pericolo ci sarebbe bastato vedere dove spostavano le orecchie. Per buona parte del cammino, tutto tacque. Non si mosse una foglia. Percy ed io ci scambiavamo occhiate occasionalmente, come per dirci che andava tutto bene. Continuammo a camminare quando all’improvviso Starlight e Blackjack si fermarono di botto. Starlight era irrequieto e aveva voltato l’orecchio a destra. Sguainai la spada pronta e sentii Percy sguainare Vortice. Più stavamo fermi, più  i cavalli si agitavano guardando a destra e a sinistra. Poi il ruggito che oramai sapevo riconoscere: manticora. Ma quando ne sentii un altro, capii che eravamo nei guai… erano due. Percy ed io ci guardammo, ormai mancava poco all’uscita. Una manticora era già molto difficile da uccidere in due, due manticore era altamente rischioso e io una manticora da sola l’ho uccisa quando ero sicario di Crono, ma non potevamo rischiare così. Percy ed io ci guardammo e partimmo al galoppo pronti a tagliare i rami che ci avrebbero intralciato con le spade, appena in tempo che le manticore ci furono presto alle calcagna.
 

Leon’s POV:

“Lasciami! Mettimi giù!” strillai scalciando e tirando pugni mentre il brutto ceffo mi portava di peso da qualche parte.
“E sta fermo, moccioso!” ringhiò lui. Non mi piace questo posto. E’ una specie di fortezza di legno come quelle dei soldati di Mamma e Papà che stanno fuori dalla città e controllano le strade dove passano quei signori con gli asinelli che portano un sacco di cose buone al palazzo. Qui però è buio e pieno di tizi ancora più brutti di questo. Eravamo arrivati da poco e durante la notte mi hanno messo una cinghia in bocca e mi hanno legato a un albero. Mi hanno svegliato con una secchiata d’acqua fredda e poi mi hanno ricaricato sul cavallo e mi hanno portato qui. Ma quello che mi preoccupava era che arrivati davanti una gola il tizio che portava Sabi era andato in un'altra direzione. Qualcosa riguardo a un diversivo.
“Ho detto mettimi giù! Te lo ordina il Principe Leonard!”
“E chi se ne frega?!”
“Mettimi giù brutto-” non feci in tempo a finire la frase che mi buttò in una cella buia e fredda. Stavamo sottoterra, lo sapevo. Avevamo disceso una scala per arrivare qui e mentre sopra era quasi tutto in legno, qui era tutto di pietra. L’aria era fredda e umida, le mattonelle del pavimento erano fredde, bagnaticce e soprattutto dure. “Ahio!” esclamai massaggiandomi il gomito che aveva sbattuto sul pavimento.
“Così ti impari a stare zitto, marmocchio” disse quello prima di chiudendo la cella. Stavo per rispondergli male quando sentii altro strillare. Un altro bruto arrivò e appena l’altro gli aprì la porta lanciò dentro chi portava sulla spalla.
“Sabeen!” esclamai.
“Leon!” esclamò appena abbracciai la mia sorellina. La strinsi forte a me mentre quei due se ne andarono.
“Ti hanno fatto male?” chiesi preoccupato.
“No. Ho paura, Leo! Chi sono questi? Perché ci hanno portato qui?” disse Sabeen con le lacrime agli occhi. Era questo uno di quei momenti dove la mente da mia coetanea di Sabi lasciava spazio alla effettiva bambina di 5 anni che era. Mi stringeva forte e tremava dalla paura.
“Aw… che scenetta tenera! Potrei vomitare…” disse la voce del bruto che la mamma aveva chiamato Pallante.
“Che cosa vuoi da noi?” dissi a quell’omone mentre Sabeen cercava di stringersi ancora di più a me.
“Da voi niente, ragazzino. Voi siete solo un’esca” disse avvicinandosi ed esaminandoci. Poi entrò nella cella e si avvicinò a noi. Io subito mi alzai in piedi nascondendo Sabi dietro di me. Mentre lei mi strinse le maniche della camicia nei pugni. Pallante fece un sorriso pauroso. Ma tentai di non farmi spaventare.
“Non la toccare!” dissi avendo paura che volesse avvicinarsi a mia sorella. Ma lui invece si chinò e mi prese il volto con una mano ruvida e callosa avvicinando il volto al mio per esaminarmi.
“Toglimi le zampacce di dosso, brutto verme puzzone!” Ma lui non mi tolse la mano di dosso allora tentai di tirargli un pugno e ribellarmi ma lui mi immobilizzò bloccandomi a terra. Incontrai lo sguardo terrorizzato di Sabi e continuai a dimenarmi.
"Lasciami! Lasciami sottospecie di cavernicolo decelebrato!"
“Sì, sei proprio figlio di tua madre.  Stessi occhi, stesso vocabolario, stessa audacia e soprattutto stessa tendenza a insultare l’avversario. Peccato che Annabeth sappia fare di meglio” disse dandomi dei buffetti sulla guancia e poi guardò Sabeen e fece un altro ghigno lasciandomi la faccia. “E la tua sorellina è l’esatta copia del Principe Perseus” commentò lasciandomi andaare e allontanandosi. Sabeen tornò subito al mio fianco stringendomi un braccio aiutandomi ad alzarmi mentre Pallante usciva. Pensai che se ne stesse per andare e mi sedetti nuovamente a terra coccolando la mia sorellina spaventata cercando di confortarla.
“Chi lo avrebbe mai detto? Un principe che si sposa un’assassina e ha pure due figli con lei” disse Pallante
“Un’assassina?! La mamma non è un’assassina è una principessa!” ribattei.
“Pensavo che non ci fossero segreti nella vostra famiglia. Allora non dirò nulla, meglio che le cose restino così come sono. Ammettiamolo… nessuno vorrebbe sapere che la sua mamma amorevole e attenta in realtà sia un’assassina che ha fatto parte del Clan quando era un’organizzazione fuorilegge che la mandava a uccidere persone a sangue freddo, prima di diventarne la Gran Maestra… OPS!” fece fingendo di non averlo fatto apposta. La mamma?! Un’assassina? No! Non è vero! Non è possibile!
“No! Non è vero!” dissi shockato.
“Oh che stupido ho parlato troppo, non si doveva sapere! Ma d’altronde prima o poi lo avresti scoperto…” disse con quel sorriso malefico.
“La mamma non è un’assassina!”
“La mamma non è cattiva! Tu lo sei!” aggiunse Sabeen stringndomi il braccio.
“E invece no! La vostra cara mamma, dovete sapere, prima di diventare Gran Maestra del Clan e che il Clan entrasse nell’esercito di Scizia era un’assassina. Lavorava per Crono, sicuramente avrete sentito storie su di lui, era lui il Gran Maestro e io ero il suo degno erede. Poi è arrivata Annabeth, che un mio vecchio compagno aveva rapito quando era una marmocchia ancora più piccola di voi, e sapete che è successo? In 10 anni di addestramento, Crono ha preferito lei a me. Finita la sua prova, ha preferito una mocciosa di 14 anni che non aveva ancora riportato successi in missione, a me! Ma la storia non è finita. Mesi prima che nascesti tu, Leonard, lei ha tradito il Clan perché? Perché si era innamorata!  Puah! Amore… è un sentimento per i deboli… comunque, il Clan entrò in guerra con i 12 regni e sapete che successe alla terza battaglia. Annabeth uccise Crono e divenne Gran Maestra, come dice la legge del Clan”
“NON E’ VERO! SEI UN BUGIARDO!” urlai.
“E invece sì, chiedetelo alla vostra cara mamma e al vostro paparino se mento” disse Pallante. Ero shockato… la mia mamma un’assassina. “E’ stato piacevole chiacchierare con voi ma ora devo andare. Devo preparare il benvenuto per i vostri amati genitori” disse. Le rotelle nel mio cervello iniziarono a girare analizzando ogni parola di Pallante, ma poi misi i pezzi insieme e mi accorsi che Pallante si era tradito da solo. La mamma sarà anche stata cattiva in passato, ma adesso è buona e ci vuole bene, non è cattiva non lo è mai stata e non lo sarà mai! E’ stato Crono a farle fare quelle brutte cose. Ma poi un altro pensiero mi venne in mente. Pallante voleva diventare il Gran Maestro del Clan e per farlo avrebbe dovuto fare alla mamma quello che lei ha dovuto fare a Crono…
“Mia madre ti prenderà a calci nel culo” dissi guardandolo negli occhi. Lui rise con quello sguardo malvagio che mi spaventava.
“Lo vedremo” disse e se ne andò.
“Leon…” disse Sabeen abbracciandomi e guardandomi con i suoi occhioni verdi “La mamma ci salverà e papà la aiuterà” disse.
“Sì, Sabi… verranno a prenderci e daranno a Pallante una lezione” dissi sicuro. Avevo paura come Sabeen ma entrambi sapevamo che mamma e papà non si sarebbero fermati davanti a niente per venirci a salvare. Spero solo che il mio spadino e il fiocco strappato di Sabeen siano bastati come tracce.
 
HOLA CHICOS Y CHICAS! Scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma sono stata un po' impegnata con scuola. Allooooora.... come vi è sembrato questo capitolo? Le critiche costruttive sono ben accette e il prossimo capitolo arriverà quando la storia avrà 15 COMMENTI!
Un bacio e al prossimo capitolo! ;)

 
  
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