Capitolo 1
Primrose
era la semplice commessa di un semplice makert di
proprietà di una coppia di semplici anziani. La sua vita era
semplice e
essenziale.
Non amava gli eccessi come sballarsi tutti i sabato sera e condividere
il
proprio letto con chiunque. Amava semplicemente avere serate
tranquille
con persone cui voleva bene o rimanere a casa la sera a leggere un bel
libro
mentre intanto fuori il cielo piange.
Non poteva dire di amare la sua vita,l’apprezzava ecco, lei
la pensava così ‘’
Infondo come si può amare una vita caratterizzata dalla
solita routine
giornaliera che si ripete come se non avesse una
fine?.’’La mattina o il
pomeriggio a seconda dei turni, lavorava eseguendo sempre le se stesse
mansioni, la sera dei giorni dispari usciva mentre in quelli pari
rimaneva a
casa in totale solitudine.
Questa cosa dei giorni pari e dispari non era una fissa,
semplicemente
seguiva la sua,ormai radicata, routine giornaliera, non le andava di
cambiare
le cose perché così le stavano bene. Troppo
impegno, troppo disordine,
semplicemente troppo per lei.
Non sentiva il bisogno di avere di più dalla vita, e
proteggeva con gli artigli
e coi denti la propria tranquilla e ordinata routine.
In quella insolita calda giornata d’ottobre non sapeva
che, il ragazzo
che le aveva chiesto cordiale come poter raggiungere la corsia delle
caramelle
avrebbe stravolto proprio quell’armoniosa monotonia che lei
tanto amava.
Lo stesso ragazzo che aveva nuovamente incontrato per strada,
l’aveva
portata a cena fuori in un giorno pari, che l’aveva portata
al mare, l’aveva
fatta ridere, che l’aveva fatta soffrire, le aveva rubato il
cuore, l’aveva
dolcemente fatta sua permettendo alle loro anime di unirsi, che
l’aveva fatta
vivere come mai prima.
Quel ragazzo dalla pelle morbida e delicata, le mani grandi e forti, il
sorriso
limpido che ti regalava il sole,quei ricci disordinati e dannatamente
morbidi,le fossette sorridenti e gli occhi trasparenti color speranza,
quel
ragazzo che le aveva permesso di amare la vita. Il ragazzo che in una
fredda mattina d’aprile si era dissolto nel nulla,
così come si erano
dissolte quelle tre scomode parole che entrambi avevano sussurrato
sulle labbra
dell’altro.
Da quel giorno Primrose si era ritrovata di nuovo sola
all’attaché di quella
fastidiosa monotonia da cui si era separata lentamente, indolore grazie
alla
presenza di Lui, che cercava giorno dopo giorno di avvolgerla
di nuovo
nel suo ipnotizzante torpore.
Lei aveva deciso di combattere per se stessa, per le emozioni che aveva
condiviso con lui, per lui perché era certa che sarebbe
tornato a lei che era
diventata la sua routine. Erano due parti differenti della stessa anima
e nulla
li avrebbe tenuti lontani a lungo. Questo lei lo sapeva. Solo una cosa
ormai
era monotona e di routine nella sua nuova vita, nella vita
dopo di lui,
senza di lui, era la solita ed unica domanda che si poneva dalla
mattina alla
sera.
Lei sapeva che sarebbe tornato,e lui?.