7. Cosa provo
per te?
-Ash- lo
chiamò Brock, affacciato alla finestra. –Guardali…
-Chi?-
domandò, prima di notare Vera e Drew, seduti sotto un albero in giardino,
abbracciati.
-Non
sono carini? Io trovo le storie d'amore così commuoventi…tu
no?
-Ah…sì,
sì…
-Cosa ti
succede, Ash? È l'ultimo giorno di scuola, stai insieme alla ragazza che ti
piace e hai degli ottimi voti. Come puoi essere infelice?
-Se
avessi baciato la tua migliore amica, nemmeno tu faresti i salti di
gioia.
-Ormai è
roba vecchia…
-È
successo ieri sera.
-Ma non
è stato al ballo?- domandò il bruno, che cominciava a non capirci più
niente.
-Sì, poi
ieri sera l'ho accompagnata al dormitorio…
-E l'hai
baciata?!- proseguì l'amico, tirando poi un sospiro. –Ash, Ash, Ash…non è che
stai facendo come Drew?
-Cioè?
-Bhe,
stai chiudendo il tuo cuore a chi ami davvero…
Stava
davvero comportandosi come il suo compagno? No, voleva bene a Misty solo
come…come un'amica.
Forse.
Non era
più così convinto. Anche Drew era sempre stato certo di ciò che provava…ma si
era sempre sbagliato. Che a lui stesse succedendo lo stesso? Che in realtà fosse
sempre stato innamorato di Misty? E per Claren, allora? Le era corso dietro per
due anni…per cosa?
-Semplice
attrazione- lo prevenne Brock. –Qualcosa che viene da qui- proseguì, toccandogli
la fronte. –Mentre i sentimenti, quelli veri, stanno altrove, nel tuo
cuore.
-Sai, è
strano che un dongiovanni come te riesca anche a fare discorsi
seri.
-Non mi
offenderò semplicemente perché sei in uno stato emotivo di confusione- concluse
il ragazzo, uscendo dalla camera.
Già, era
molto confuso. Cosa provava per Misty?
-Ehi,
hai già preparato le valige.
Misty
sobbalzò nel sentire la voce di Claren alle sue spalle. Dopo quello che era
accaduto con Ash, si giudicava una traditrice anche solo a guardarla in faccia.
Ci aveva pensato tutta la notte, domandandosi come avessero fatto ad arrivare a
quel punto, al non sapere più cosa provava per il suo amico più
caro.
-Torni a
Cerulean…
-Già, la
palestra mi aspetta: qualcuno deve pur gestirla mentre le mie sorelle si
dividono fra bagni di sole e acquisti- rispose, mettendo in borsa le ultime
cose. –Se non altro per quei poveri allenatori che arrivano sperando di
conquistare una medaglia.
-Dimenticavo
il tuo futuro di capo-palestra… E…Ash?
Le
sfuggirono di mano le sfere pokè a quel nome. Perché le poneva quella domanda?
Aveva saputo della sera prima? Aveva capito la sua
confusione?
-Misty…sono
tre anni che ci conosciamo…pensavi davvero che non me ne sarei
accorta?
-Accorta
di cosa, scusa?- ribatté nervosamente, raccogliendo le
pokèball.
-Che ti
piace.
-Chi?
Ash? Ma non dire stupidaggini…lui…lui è un amico…ed è il tuo
territorio.
-Misty,
è carino, d'accordo, ma non è l'unico ragazzo sul pianeta. Non rovinerà la
nostra amicizia…
-Io non
so di cosa stai parlando.
-Ascolta:
anche Vera si è rassegnata all'inevitabile e ora sta con Drew ed è felice.
Perché non fai come lei e provi a dar retta al tuo cuore, invece di tapparti le
orecchie con problemi stupidi e inesistenti?
-E
tu?
-Mi
struggerò, consumandomi nel dolore e nella tristezza- recitò teatralmente. –La
felicità di un'amica è più importante di una storiella di qualche mese. Per una
porta che si chiude si spalanca un portone, ricordalo. A proposito…penso che
andrò a salutare Gary: ha bisogno che qualcuno lo consoli dopo quello che è
accaduto al ballo.
-Sei un
tesoro, Claren.
-Lo so,
me lo ripetono tutti- terminò lei, uscendo. –Quando avrai fatto chiarezza, va da
lui e non lasciartelo scappare, va bene?
-Sì.
Ciao.
-Ciao,
Misty. Buona fortuna.
L'arena
della palestra. Lì, dov'era cominciato tutto, dove aveva affrontato Misty per la
prima volta.
Da
allora ne erano accadute di cose, ne aveva disputati di incontri. Ma quello
aveva qualcosa di speciale, come se il destino vi avesse apposto il suo
marchio.
E forse
era davvero così. forse erano destinati ad essere più che
amici.
Forse…
La
certezza non esisteva nella vita vera. Non per quanto riguardava i sentimenti,
almeno.
-Ash…
Il
moretto si voltò, sorridendo alla ragazza che si avvicinava. Lieve, leggiadra
come una sirena. E lui era rimasto incantato.
-Misty…
-Stai
guardandola un'ultima volta prima di partire per Pallet?
-Sì.
Come te?
-Esatto.
Per un po' di mesi non vedrò altro che la piscina di Cerulean, così voglio
ricordarmi com'è fatta la terraferma.
-Siamo
già alle vacanze estive…- proseguì lui, dandosi del cretino. Poteva essere più
banale e scontato? Probabilmente no. –Senti, per quanto riguarda ieri
sera…
-Dimmi.
-Io…ecco…ci
ho pensato molto…perché…ti ho mentito. Non è vero che non ho sentito
niente.
-Ash…parli
sul serio?
-Sì.
Io…ti amo, Misty.
La rossa
gli sorrise radiosa, gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte: la
amava…provava le sue stesse emozioni.
-Temevo
non me l'avresti mai detto- confessò. –Ti amo anch'io, Ash- aggiunse, baciandolo
dolcemente.
Macchina
ben strana è il destino, che unisce, divide, riannoda… Sul suo telo della
storia, egli ricama i suoi splendidi disegni con fili multicolori, che altro non
sono che le vite umane.
E
forse, un giorno, vi narrerò di un altro dei suoi
ricami.
FINE