‘ amore sono passati dieci anni dalla tua morte, ancora ricordo perfettamente questo orribile giorno, non lo scorderò mai.’
Dice la donna seduta di fianco alla tomba di suo marito.
‘tante persone pensano che sia stupido che venga qua a parlarti, ma ogni volta che sono qua e leggo le lettere del tuo nome sulla lapide mi sento più vicina a te. Perché io infondo so che mi stai ascoltando, ogni notte faccio un incubo e mi sveglio urlando il tuo nome, se non ci fossero i nostri due figli probabilmente sarei caduta in depressione. È stata tutta colpa mia, quel viaggio, era una mia idea e tu, quando quell’aereo stava precipitando mi hai salvata.’
La donna incomincia  piangere.
‘ penso sempre a come ci eravamo conosciuti, a i tuoi sorrisi e ai tuoi ti amo sussurrati.’
La donna si alza, piangendo sempre di più, lei sa che non può cambiare le cose, ma dopo dieci anni ancora ci spera.
‘ti amo, ti amerò sempre. Nessuno farà mai neanche una piccola parte di quello che tu hai fatto per me.’
Se ne va asciugandosi le lacrime.
‘ ragazzi sono tornata ‘
Con i suoi figli prova ad essere solare, preferisce non parlare di Liam con loro. Quando morì loro avevano sette e otto anni e da quell’età cercano un modo per far stare bene la madre.
Quella sera, Jess ha deciso di raccontare ai figli qualcosa sul padre.
‘ quando guardo nei vostri occhi rivedo qualcosa di Liam, state facendo uno sforzo tremendo per cercare di farmi stare bene, la nostra relazione era cominciata proprio così.’
Chiude per un secondo gli occhi e fa un sospiro.
 ‘Vostro padre era nella squadra di atletica della scuola, a me piaceva stare in disparte, facevo di tutto per non essere notata.’
Si ferma di nuovo, ma questa volta più a lungo come se volesse respingere le lacrime.
 ‘Un giorno sono andata a vedere una sua gara, i nostri occhi si sono incontrati e dopo la gara mi è venuto a cercare.’
Le scende qualche lacrima, ma non si ferma. Continua il racconto. ‘
Abbiamo incominciato a parlare ed è diventato il mio primo vero amico, mi capiva. E trovare una persona che lo faccia veramente è difficile. Non uscivo mai con i suoi amici, mi chiamavano ‘sfigata’…’
Scendono sempre più lacrime, il figlio maggiore si alza e l’abbraccia. Per qualche minuto rimangono abbracciati, poi si asciuga le lacrime e continua a parlare.
 ‘La cosa che mi ha decisamente fatto innamorare di vostro padre è stata che quando ha saputo che mi prendevano in giro, ha lasciato la squadra. Preferiva essere chiamato sfigato che essere amico di quelli che me lo dicevano. Da quel giorno abbiamo creato una nostra squadra.’
I suoi figli l’abbracciano senza dire nulla, vedono quanto sforzo ha fatto la madre nel raccontargli questo e a loro va bene. Ognuno si dirige verso la propria camera per andare a dormire. I ragazzi si aspettano come quasi tutte le notti di dover consolare la madre. Ma dopo essersi addormentata, la donna, non si è più svegliata.