Cold night
Draco, gli occhi
chiusi e il sonno
perso, viene scosso da un brivido; è indeciso se dare la
colpa al freddo o al
litigio dei suoi genitori nella camera da letto accanto.
Può immaginare benissimo Lucius Malfoy in piedi, rigido, con
le mani
intrecciate dietro la schiena, e Narcissa Malfoy, seduta sul bordo del
letto
con lo sguardo fiero di sempre.
Tenta di ignorare le loro urla e serra di più le palpebre,
cercando a tentoni
il lenzuolo di seta finito in fondo al letto, la pelle d'oca sulle
braccia e
sulle gambe scoperte, chiedendosi come ad Agosto possa fare
così freddo.
Sente l'aria della notte entrare dalla finestre aperta, eppure non
vuole
chiuderla; basterebbe uno schiocco di dita e un elfo domestico
qualunque lo
farebbe al posto suo, ma non vuole neanche quello.
Si tappa le orecchie con le mani e affonda il volto nel cuscino, sa che
stanno
parlando di lui dalle frase spezzate che gli arrivano. E come potrebbe
essere
altrimenti?
Draco reprime un singhiozzo.
Vorrebbe solo andare da loro e battere i pugni sul pavimento come il
bambino
capriccioso che non ha mai potuto essere; gli sarebbe piaciuto, poi,
gridare
che no, non vuole diventare un Mangiamorte, avere quello stupido
Marchio e
servire un folle psicopatico.
Vuole solo essere un ragazzo normale di sedici anni, perché
è così difficile?
Si sdraia di schiena e sente le lacrime bagnargli le guance, ma le
asciuga in
fretta. Perché un Malfoy non deve piangere, non deve
mostrarsi debole.
Draco respira a fondo, a bassa voce per non fare troppo rumore, e
riesce a
calmarsi un po'. La discussione tra Narcissa a Lucius sembra essersi
calmata e
dopotutto Draco non dovrà diventare un Mangiamorte per
forza, no? Non dovrà
uccidere persone sconosciute contro la sua volontà, giusto?
Sorride appena con un accenno di speranza e si addormenta, nello stesso
istante
in cui Lucius informa la moglie che Draco sarà sottoposto al
Marchio Nero
domani stesso, che lui lo voglia oppure no.