Lo strinse più forte, forzando le sue labbra con la lingua. Magnus non si fece pregare, schiudendole per approfondire il bacio. Affondare nella sua bocca fu troppo per il già scarso autocontrollo del vampiro. I canini si allungarono senza che se ne rendesse conto, ferendo il labbro inferiore di Magnus e riversando nella sua bocca il dolcissimo sapore del sangue dello stregone.
Il vampiro si scostò bruscamente, gli occhi cerulei sgranati in una maschera di orrore.
- Per Raziel… Magnus, non volevo!
Magnus scosse la testa, senza smettere di sorridere, e gattonò fino a lui, sfiorandogli con le labbra il lobo dell’orecchio mentre la mano destra, premuta sulla nuca di Alec, lo guidava con fermezza verso il suo collo nudo.
- Io… non credo di essere in grado di fermarmi al momento giusto con te, Magnus. Non voglio rischiare di farti del male.
- Ti fermerò io, Alexander. Non è la prima volta che nutro un vampiro, so come proteggere me stesso. E col tempo imparerai a controllarti anche da solo.
Quando il sangue tiepido ed inebriante di Magnus iniziò a scorrere nella sua bocca, Alec pensò confusamente che il piacere l’avrebbe ucciso. Era tutto ciò che avesse mai provato prima, mescolato insieme. Desiderio e amore, sete e appagamento. Quando lo stregone lo staccò delicatamente da sé non oppose neppure resistenza, troppo ebbro di quelle sensazioni per reagire. Si limitò ad abbandonarsi all’indietro sul bracciolo, ad occhi chiusi.
Ma bastò che una mano smaltata di viola gli sfiorasse il petto in una languida carezza per risvegliarlo. Si sollevò e lo circondò con le braccia, afferrando con le dita i passanti della cintura e tirandoselo addosso. Magnus sorrise, e con uno schiocco di dita ogni ostacolo residuo tra di loro svanì in uno sbuffo di fumo. Erano pelle contro pelle, di nuovo dopo tanto, troppo tempo.
E ciò che accadde dopo non fu nulla di nuovo o inaspettato. Al contrario, aveva il gusto dolce ed invitante come miele caldo del tornare a casa.