Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Laylath    29/09/2013    1 recensioni
Il suo posto era altrove, la sua fedeltà era per un’altra persona, un altro gruppo.
E ne aveva passate tante prima di giungere a loro…
La storia del nostro amato Maresciallo Falman.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang, Vato Falman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 21.
1909. An odd couple

 


Nei tre giorni che passò a lavorare con Breda, Falman si accorse di avere a che fare con un compagno d’eccezione la cui mente era davvero brillante. Nonostante fosse poco pratico di East City, il maresciallo dimostrò uno spirito di adattamento che poche persone possedevano e nell’arco di poche ore era in grado di muoversi con la stessa disinvoltura di uno nato e vissuto nella città.
Falman notò che il rosso possedeva un particolare orecchio per il modo di parlare. Nonostante provenisse da un paese di campagna e dunque avesse un accento ed una pronuncia più marcate, riusciva ad annullarle completamente per scivolare nella cadenza cittadina senza alcuna difficoltà.
Quando gli fece notare questa cosa, Breda si limitò ad alzare le spalle e dire.
“E’ una dote che possiedo da sempre: ho un orecchio molto sensibile. Chissà, se non fossi entrato nell’esercito avrei avuto un futuro come musicista”
Già… al secondo giorno Breda si era aperto abbastanza da fare battute simili senza problemi. Sembrava che dopo quella sorta di chiarimento che avevano avuto la sera del primo giorno, il soldato rosso si fosse convinto che Falman era una persona con cui valeva la pena avere a che fare. E dunque, seppure non si potesse parlare ancora di amicizia, il rosso aveva deciso di ammetterlo nella ristretta cerchia delle persone con cui andare oltre i convenevoli.
Fu un bene che loro due stessero trovando tutto sommato una buona intesa, perché sembrava che l’altra coppia avesse qualche difficoltà ad interagire. Havoc ed il maresciallo Hawkeye, infatti, avevano assunto un’aria di sfida che invadeva tutto l’ufficio: per Falman era strano vedere quel biondo così rigido e impostato e notò che anche lo stesso Breda era leggermente perplesso dall’atteggiamento del suo amico. Dall’altra parte, il maresciallo Hawkeye evitava qualsiasi parola con lui che non fosse strettamente necessaria.
Persino Mustang sembrava leggermente preoccupato da quella rivalità così accesa, ma sembrava che non avesse nessuna intenzione di intervenire: se la dovevano sbrigare da soli.
Tuttavia Havoc aveva decisamente bisogno di sfogarsi.
Così, la sera del secondo giorno, mentre Falman e Breda stavano uscendo per andare a lavorare assieme, Havoc li raggiunse.
“Stasera fanculo tutto il lavoro… ho bisogno di uscire!” dichiarò con piglio deciso
“Havoc, - sospirò Breda – io ho da fare con Falman e…”
“Non me ne importa! Può venire anche lui se vuole… ma giuro che devo uscire e sfogarmi! Offro la cena a tutti e due e anche da bere se volete, basta che andiamo!”
Falman lanciò un’occhiata interrogativa a Breda, ma il rosso si limitò a scrollare le spalle con fare rassegnato: a quanto sembrava era il caso di assecondare il sergente maggiore.
 
Falman aveva sempre sospettato che il vero Havoc fosse ben differente dal soldato che vedeva tutti i giorni in ufficio, ma non sospettava che potesse essere così rumoroso.
Costrinse lui e Breda ad andare a cenare in un locale e rimase per tutto il tempo a fare battute oscene e pessime, commenti piccanti sulle cameriere e cavolate simili. L’immaturità che il sergente aveva intravisto in Havoc stava trovando pieno sfogo.
Ovviamente lui, in tutta questa situazione, non sapeva che dire. Si limitava a mangiare in silenzio e a sperare che le persone degli altri tavoli non facessero troppo caso a loro, cosa abbastanza difficile considerati i toni di voce del biondo.
“Se la smettessi di fare lo scemo – disse Breda ad un certo punto – sarebbe meglio. Stai dando spettacolo”
“Smettila di rompermi le scatole, Breda. – replicò Havoc mandando giù l’ennesimo bicchiere di vino. Falman non aveva mai visto una persona con una resistenza simile all’alcool: Havoc non era minimamente ubriaco, questo era chiaro – Voglio godermi la vita: fammi respirare un po’ di aria pura… e non quella viziata che c’è a lavoro”
Breda lanciò un’occhiata penetrante a Falman, quasi a chiedergli di non fare caso a quanto stava succedendo. Effettivamente il sergente avrebbe voluto far a meno di essere presente a quello che chiaramente era uno sfogo destinato solo a Breda, ma si era trovato trascinato dallo stesso Havoc.
“Devi fare l’imbecille ancora per molto? Perché non arrivi al punto?”
“Non c’è nessun punto dove arrivare, amico mio. Siamo già arrivati! Nel regno delle fighe di leg…ahia!”
“E che diamine, Havoc – sbottò il maresciallo, dopo aver rifilato un calcio negli stinchi all’amico – mantieni un tono decente! Andiamo, che cosa è successo?”
“Non è successo niente ti ho detto!”
“E allora perché stai tenendo in ostaggio me e Falman, che sicuramente si starà chiedendo con che razza di cretino immaturo ha a che fare?”
“Veramente io…” iniziò Falman
“Breda mi ha detto che sei sposato, è vero?” chiese Havoc, fissando il sergente con una serietà totalmente fuori luogo.
“Sì” annuì Falman, irrigidendosi leggermente. Aveva chiaramente capito che Havoc ce l’aveva con il maresciallo Hawkeye, ma non avrebbe tollerato eventuali insulti gratuiti nei confronti di Elisa.
“Havoc…” lo ammonì Breda
“E tu hai avuto il coraggio… di sposare una di loro?” chiese il sergente maggiore con un sibilo
“Una di loro?” chiese Falman perplesso, non essendo per niente abituato alla logica di Havoc
“Ti dico una cosa, Falman, e lo faccio perché tra uomini bisogna essere solidali e anche perché in fondo mi sembri un bravo ragazzo. Loro sono tutte contro di te… e lei ti distruggerà, quando meno te lo aspetti. Maledette! Femmine del cazzo! Cerca di fare più attenzione, sergente maggiore Havoc. Il tenente colonnello vuole il meglio da noi… ma vaffanculo! Brutta…”
“Fermati! – sbottò Breda, sbattendo il bicchiere nel tavolo. Il maresciallo aveva l’aria profondamente irritata – Mi stai dicendo che siamo qui da ore, a sentire una cavolata dopo l’altra, perdendo un’intera serata di lavoro… perché lei ti ha battuto al poligono di tiro?”
“Non è questo il punto! – ribadì il biondo arrossendo colpevolmente – E’ che quella piccola saccente…”
“Ha fatto dei centri migliori dei tuoi”
“No! Cioè sì… ma non ero molto in forma… ma non…” cercò di difendersi Havoc
“E a te non va giù che una ragazza, per giunta più piccola di te, ti abbia fatto il culo dove in genere non hai rivali”
“Smettila immediatamente!”
“No, dai, continuiamo! – disse Breda con sarcasmo cattivo fatto apposta per scatenare la reazione dell’altro, tanto che Falman temette il peggio – Tanto la serata è andata a rotoli! Almeno fammi ridere un po’, Havoc! Allora, cecchino infallibile, come ci si sente, eh?”
“Senti un po’, grassone! Vuoi la lite?” scattò Havoc alzandosi in piedi
“Se la cerchi sono a tua disposizione, idiota! – gli fece eco Breda, imitandolo – Quando ti deciderai a crescere e mettere un minimo di giudizio in quella testa vuota? Ti ha battuto, e allora? La prossima volta battila tu!”
“Ci puoi scommettere che la batterò!”
“E dunque dove sta il problema?” ribatté Breda mettendosi a braccia conserte
“Non c’è nessun problema! Non capisco nemmeno perché vi ho invitato a cena!” dichiarò Havoc risedendosi e fissando col broncio il suo bicchiere vuoto.
Breda squadrò il suo amico con rassegnata sorpresa e poi si sedette e guardò Falman
“Bene, Falman, – disse con un sorriso sarcastico – questo imbecille che mi ha appena trascinato nell’ennesima sceneggiata, è il mio miglior amico e mi ha salvato la pelle più di una volta. Adesso che si è sfogato è anche capace di essere simpatico… mi dispiace che tu sia venuto così presto a contatto col suo lato immaturo, ma è fatto così. Se passi sopra questo ed un altro centinaio di difetti, scoprirai che molto in fondo è un bravo diavolo”
Falman guardò Havoc con perplessità ed il biondo gli rivolse un sorriso quasi di scusa. La sua rabbia sembrava sparita come neve al sole e ora restava solo un ragazzone dal viso arrossato ed i capelli scompigliati; ma per quanto ci potesse essere una componente di scusa, gli occhi azzurri erano profondamente smaliziati.
Ma che razza di coppia sono?
“In fondo scommetto che tua moglie non è come quella là. – disse Havoc giocherellando col bicchiere – Mi ha detto Breda che sa cucinare molto bene e che è stata infermiera al fronte dove stavamo noi. Se è una bella ragazza magari mi ricordo anche di lei… ahia! E basta con questi calci negli stinchi, Breda!”
“E’ sposata, Havoc, – sospirò il maresciallo – quindi evita qualsiasi commento in merito. La signora Elisa Falman è al di fuori di qualsiasi discussione, va bene?”
“Non volevo offendere nessuno. Era solo per…”
“Va bene, abbiamo capito”
 
Dopo che la situazione fu ritornata relativamente tranquilla, Falman poté analizzare meglio quella strana coppia che, sulle prime, gli era sembrata totalmente assurda. Ma ad osservali meglio, il sergente colse una strana complementarietà: era come se la rumorosità e l’immaturità di Havoc si riflettessero nel buonsenso e nel sarcasmo di Breda. Tra di loro c’era un forte feeling ed il litigio di poco prima era chiaramente parte di un rapporto collaudato da anni di esperienze assieme.
Proprio come due fratelli che litigano, ma che sono legatissimi tra di loro.
“Quanto è stato il punteggio finale che ha decretato la tua sconfitta?” chiese Breda ad un certo punto
Falman temette che Havoc si riscatenasse, ma sembrava che il rosso sapesse perfettamente con quali tempistiche fare domande all’amico.
“Centottanta lei, centosettantotto io…”
Falman per poco non sputò il vino che stava bevendo
“Che? – disse con sorpresa – Ma… ma significa che avete fatto quasi novanta spari consecutivi andati praticamente tutti a segno!”
“Sì, – ammise Havoc, come se fosse la cosa più normale del mondo – solo che nel penultimo tiro ho lisciato malamente e sono andato a colpire il cerchio esterno a quello centrale… questione di un paio di millimetri. Maledetta sfortuna”
Che… che razza di mostri sono? Hanno fatto punteggi assurdi!
“Allora il nostro maresciallo Hawkeye se la cava bene come si diceva” sorrise Breda
“Sì, non è affatto male, non vedo l’ora di risfidarla” rispose Havoc
Questo era Havoc: nemmeno venti minuti prima stava pesantemente insultando quella donna, ma adesso ne riconosceva le doti ed era galvanizzato all’idea di sfidarsi di nuovo con lei. Se doveva essere sincero, Falman stava iniziando a trovare simpatica quella strana coppia: erano completamente diversi da Miran o Alexis e questo in fondo era un bene, così non si sarebbe lanciato in dannosi paragoni. Pur trovandosi ad essere maggiore di sette anni rispetto a loro, non c’era nessun problema di interazione: sembrava che una volta che Havoc e Breda avessero deciso che una persona gli andava a genio, si facessero beffe dell’età o di altri dettagli simili.
Inoltre Falman notò che in compagnia di Havoc, il maresciallo rosso era decisamente più sciolto, quasi fosse stato tranquillizzato dal parere positivo che il biondo aveva dato sul nuovo compagno.
“Che ne pensate del nostro tenente colonnello Mustang?” chiese Havoc ad un certo punto. E Falman notò che, quando voleva, quel ragazzo sapeva essere perfettamente serio.
“E’ completamente diverso dal mio precedente superiore” disse Falman
“Anche dal nostro” ammise Breda scrollando le spalle
Rimasero in silenzio per qualche secondo, aspettando che fosse l’altro a spingersi con qualche commento in più. Alla fine fu Havoc a parlare
“Non si sta concedendo molto in ufficio”
“Forse è in fase di studio pure lui, – disse Falman, ricordandosi di sue precedenti riflessioni – credo che siamo la sua primissima esperienza come squadra”
“Lo penso anche io, – annuì Breda – e nel caso mi complimento con lui per l’audacia. Ci vuole un bel fegato a prendere come subordinati dei soldati d’eccezione come noi. Al minimo tentennamento possiamo cambiare completamente opinione su di lui e rendergli la vita un inferno… ma gli concedo che fino a questo momento si sta comportando molto bene: non si espone, non ancora, ma ci tiene sul chi vive. Cogliete le sue mosse, ragazzi: ci a messo a lavorare con quello che in teoria poteva essere il nostro rivale”
“Rivale… - sospirò Havoc – ma no, il maresciallo Hawkeye non è un rivale…”
“Adesso lo dici, ma finché non siamo stati messi a confronto potevamo incorrere in pensieri simili. Ti do subito la dimostrazione: parlami del modo di sparare di lei, Havoc”
“Il suo modo di sparare? Uhm vediamo: molto diverso dal mio… lei dà il suo meglio se si trova nel lato destro, l’ho capito da come inclina la spalla. Ottima vista, ma credo abbia maggiore potenzialità sul raggio dei cinquanta – ottanta metri. Se devo fare copertura con lei io mi metterei in una posizione più distante e a sinistra, credo che riuscirei ad incrociare i suoi tiri senza intralciarla: considerando che impiega massimo cinque secondi per essere pronta a colpire di nuovo…”
“Basta così. Lo vedi? Sei perfettamente in grado di lavorare con lei… ma hai dovuto conoscerla per capire che in realtà non ti intralciava. E’ furbo il nostro tenente colonnello Mustang” sorrise enigmaticamente Breda
Gli occhi azzurri di Havoc sembrarono scintillare come si accorse di quanto era appena saltato fuori.
“Notevole…” commentò
“Le sue doti sono indiscutibili – ammise Falman – tuttavia… lui è stato uno degli alchimisti che…”
Non terminò la frase, ma la domanda gli bruciava dentro da tempo. Cosa stava spingendo uomini come loro a seguire uno dei più grandi assassini della storia recente del paese?
Breda mosse il bicchiere, guardando pensieroso il fondo di vino che si muoveva.
“Io ho visto i suoi occhi, il primo giorno… e quello mi è bastato. E da come mi guardate, lo stesso è stato anche per voi… Non so che esperienze hai vissuto tu, Falman, ma noi avevamo bisogno di poter credere in qualcosa, o meglio in qualcuno che… cambierà le cose”
Credere.
Era un verbo molto difficile da pronunciare per dei soldati che avevano vissuto le esperienze della guerra civile. E anche Falman si accorse che in fondo aveva bisogno di credere: voleva fare qualcosa di più per il suo paese, voleva aiutarlo a risollevarsi, voleva che ci fosse una guida sicura e che…
Una visione gli balenò nella mente, ma subito la cancellò
No… nessun paragone… Vato, non pensare cose simili. Tu l’hai visto di persona. Non può essere spodestato…
Ma gli occhi brucianti di Mustang potevano voler dire anche questo.
Del resto, se vogliamo un cambiamento… così radicale…
“Bene, signori, - sospirò Havoc alzandosi in piedi – mi dispiace di avervi fatto perdere una serata di lavoro. Ma come promesso vi offro la cena”
 
Circa una decina di minuti dopo stavano camminando per le vie deserte di East City.
Sembravano amici di vecchia data e Falman pensò che, tutto sommato, l’interazione con i membri della sua squadra non stava andando così male. Forse potevano essere degni sostituti di Mc Dorian ed Alexis.
Sostituti… semplicemente persone diverse che faranno parte della mia vita.
Con un sospirò guardò l’ora e vide che era mezzanotte passata: di certo Elisa era già andata a dormire e Falman sperava che non si preoccupasse troppo di questo suo ritardo. L’idea di saperla sola a quest’ora tarda non gli piaceva, ma considerato l’enorme passo avanti fatto con Havoc e Breda ne era valsa la pena.
Mi è sembrato una bravissima persona… spero davvero che diventerete amici.
Chissà che avrebbe pensato Elisa di Havoc. Guardando il biondo che si accendeva una sigaretta, la luce della piccola fiamma che gli illuminava per un secondo i bei lineamenti, si disse che probabilmente anche lui sarebbe piaciuto a sua moglie e…
Ma quello…
“Havoc, Breda…” mormorò a voce bassa, fermandosi e dimenticandosi addirittura di usare i loro titoli come ci si aspettava da un minore di grado
“Mh?” fece Havoc con la sigaretta in bocca
“Quello oltre il ponte è uno dei soldati che c’erano nel magazzino… non posso sbagliarmi”
“Ma guarda – sogghignò Breda – chissà che combina con aria così furtiva a quest’ora tarda…”
“Andiamo a chiederglielo? Tanto le pistole le abbiamo tutti e tre, mi pare”
“No, Havoc – lo bloccò l’amico – piuttosto andiamo a vedere se ci porta in qualche posto interessante. Non sarebbe male avere qualche cosa in più da riferire al tenente colonnello domani mattina, vero Falman”
“Decisamente no”
E così il terzetto si incamminò a distanza di sicurezza dall’obbiettivo.
Falman non si sentiva per niente impaurito: l’istinto gli diceva che con Breda ed Havoc era in una botte di ferro.
 
Erano le due e mezza di notte quando il sergente aprì il più piano possibile la porta di casa.
Senza nemmeno accendere le luci si levò la giacca della divisa e la lasciò sopra una sedia e si avviò nel corridoio cercando di fare il minor rumore possibile.
Nel letto matrimoniale della loro stanza intravide la sagoma addormentata di Elisa.
Con un sospiro si levò il resto della divisa e si infilò sotto le coperte, andando ad abbracciare la moglie.
“Mh… Vato?” mormorò lei con voce assonnata, senza nemmeno aprire gli occhi
“Sssh, scusa amore… rimettiti a dormire”
“Che… che ore sono?”
“E’ tardi, - le spiegò lui, accarezzandole i capelli – dormi…”
“Tutto bene con il maresciallo Breda?” chiese lei, sprofondando tra le sue braccia
“Ottimamente direi” la baciò in fronte, constatando che si era riaddormentata
Anzi, meglio di qualsiasi aspettativa…
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Laylath