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Autore: chemical_kira    28/03/2008    5 recensioni
Ma c'era una cosa che Matt rimproverava alla sua Londra,ed era quel qualcosa che donava al suo reincontro con la città una vena di dolore. Ma era anche quel qualcosa che rendeva quel suo vagare così intenso. Se Londra non poteva essere considerata la sua città, poteva perlomeno essere considerata la loro città. Loro, cioè sua e di Brian, perchè sotto quel cielo grigio Matt aveva visto il suo cuore rompersi, spezzarsi senza più speranze. Ed era stato sempre sotto quelle nubi che tutto era cominciato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le lenzuola arruffate erano l'unica traccia rimasta di quell'amore consumato con urgenza qualche ora prima.

La luce del tramonto aveva invaso la stanza, sostituendo la luce piena del giorno con una più smorzata, che si posava distratta sugli oggetti che arredavano la stanza donandogli una nota di calore.

Matthew aprì gli occhi, trovando davanti a se la scena di un inevitabile ritorno al passato. L'immagine che abitava i suoi occhi in quel momento era la stessa che si presentava a lui mesi prima, quando in quel letto passava quasi tutte le notti, con relative albe e risvegli a fargli da contorno. Solo una differenza stonava con quella sensazione di deja-vu, ed era il corpo di Brian che stranamente non era avvolto intorno a lui.

Si stropicciò gli occhi e si guardò intorno, rendendosi conto solo allora della presenza di Brian al tavolo, accanto a lui si trovava qualcun'altro...Stefan?

Stava quasi per aprire bocca e rendere così noto al mondo di essere sveglio ma prima che muovesse un solo muscolo facciale la voce interrogativa lo interruppe, smorzando le sue parole sul nascere.

“ Non manderai a puttane tutto anche questa volta, vero Brian?”

Matt richiuse gli occhi, fulmineo, concentrando tutta le sue energie nel cogliere la risposta di Brian e non perdersi una parola di quel discorso cospiratorio che riempiva di bisbigli la casa. Le parole che attendeva di sentire avrebbero deciso se poteva continuare a respirare o se il crollo delle speranze glie lo avrebbe impedito.

Brian sospirò pesantemente, raccogliendo le gambe sulla sedia e facendo scontrare la sua fronte con le ginocchia, così ranicchiato continuava a dondolare, crogiolandosi nell' indecisione.

“ Non lo so Stef..lo spero..” alzò lievemente la testa, guardando il suo amico e l'espressione che gli si era dipinta sul volto, poi continuò a parlare. “ é solo che..è tutto così difficile!”

Il bassista alzò un sopracciglio, un misto di disapprovazione e incredulità annebbiava i suoi occhi.

“ Non parlarne come se la cosa non dipendesse da te.. basta solo che tu non faccia il bastardo un'altra volta!”

“ Ehy!” sbottò il cantante, ferito da quell' affermazione. “ Io non ho fatto il bastardo!”

esclamò mettendo il broncio e tornando ad affondare il volto sulla stoffa dei suoi pantaloni.

“ Già, non sei stato tu quello che lo ha tradito e poi è andato a dirglielo, chissà come devo essermelo immaginato..”

Brian alzò il volto, consapevole che per quanto non volesse ammetterlo la colpa di tutto era stata sua.

Si voltò verso il letto, lasciando riposare il suo volto su quel corpo sepolto tra le lenzuola. Quel corpo era una droga per lui, sai che ti fa male ma non riesci a farne a meno. E la tua decisione è destinata a crollare ogni volta che la ritrovi sul tuo percorso, anche se sai che non dovresti caderci ancora.

Scuotendo la testa si alzò per raggiungere il tavolo e appropiarsi del pacchetto di sigarette che giaceva immobile sulla sua superficie, riempiendo l'aria con il rumore del suo passo aggraziato e leggermente saltellante. Si voltò di nuovo ad ammirare l'uomo addormentato nel letto, mentre con mano tremante donava alla sigaretta impigliata tra le sue labbra il fuoco.

“ Io lo amo...” aspirò nicotina mentre la frase restava sospesa ad aspettare il proprio finale, così come Stef, seduto al tavolo, e Matt che riempiva il letto col suo calore.

“ Ma odio il modo in cui mi fa sentire..”

Matt strinse gli occhi, mentre il battito del suo cuore si confondeva con il dolore che si stava lentamente appropiando di quello stesso organo battente.

Brian si voltò lentamente verso Stef, trovando ad acoglierlo uno sguardo di muto rammarico. Brian lo vide esitare, probabilmente aveva già una frase pronta per uscire a dargli del cretino ma con un clic mentale vide l'onda dei suoi pensieri cambiare.

“ Vi ho riportato le vostre chiavi e i cellulari, ora credo che andrò..”

Brian piegò leggermente il capo per acconsentire all' affermazione, in silenzio ringraziava il suo amico per non aver infierito su quella frase.

Non sapeva perchè l'aveva detta, nè tantomeno perchè l'avesse pensata, ma sapeva che era vera.

“ Brian..”

la voce di Stef lo scuotè dal torpore, si voltò a guardarlo mentre la sigaretta si consumava lenta tra le sue mani.

“ Concediti una tregua ogni tanto e prova ad essere felice...”

un sorriso increspò le labbra del cantante mentre Stef si voltava per abbandonare l'appartamento e lasciarlo di nuovo da solo con Matthew. Brian concesse alla sua figura di posizionarsi in adorazione della città, del fiume placido che scorreva investito dalla luce aranciata del tramonto.

Matt aprì leggermente gli occhi, deciso a vomitare il suo rancore per quella frase che lo aveva colpito al cuore ma si bloccò. Brian stava fumando immerso nella luce arancione, a petto nudo e con un espressione così malinconica da impedire a Matt qualunque funzione vitale volontaria, non era in grado neanche di pensare.

Richiuse gli occhi, non glie lo avrebbe permesso. Brian non gli avrebbe permesso di allontanarsi da lui senza la sua approvazione, lo sapeva. Ma lui non era intenzionato a permettergli ancora un tale controllo sulla sua vita. Non poteva morirne di nuovo, non poteva buttarsi in un attacco kamikaze consapevolmente, l'amore non poteva essere così distruttivo.

L'amore non poteva essere quel sentimento destabilizzante che provava con Brian e che lo distruggeva ogni volta.

Non poteva essere quell' ossessione che gli impediva di respirare.

Non poteva voler dire tradire la propria dignià senza attenuanti e immolarsi al desiderio dell' altro senza parole.

Non poteva essere quel desiderio imperante che permeava ogni momento nascondendo le ferite che ogni volta subiva dalla persona che avrebbe dovuto amarla.

Non poteva permetterselo ancora.

Non poteva.

Mentre era perso nei suoi pensieri il calore del corpo di Brian che tornava a infiltrarsi tra le lenzuola lo riscosse, trovandolo incapace di trattenere l'insano desiderio che per quel corpo nutriva. Lo sentì avvicinarsi, posare sul suo collo un bacio leggero e avvertì quelle stesse labbra arricciarsi in un sorriso allo scontro con la sua pelle.

“ I'll be yours..”

pronunciò prima di abbandonare la testa sul cuscino e addormentarsi.

Una lacrima scivolò pigra lungo la guancia di Matt, che ancora lottava in silenzio contro quella distruzione emotiva che lo stava avvolgendo.

“ Bugiardo..”

gridava la sua mente, i suoi pensieri vorticavano tutti intorno a quella parola. Ma la voce non uscì, la rabbia si tramutò in un pianto silenzioso, la delusione aggiungeva volume alle lacrime, la tristezza le prolungava.

Accanto a lui Brian dormiva tranquillo.


**


Matthew si svegliò, il respiro sul suo collo gli resero subito livida la presenza di Brian accanto a se. Si voltò a guardarlo.

Prima di andare.

Indugiò sulle linee sottili del volto. Su quelle labbra sottili e leggermente dischiuse che lo ingannavano ogni volta. Sulla perfezione di quelle ciglia, lunghe e ammalianti. Sulle palpebre chiuse e ricoperte di nero che coprivano alla sua vista lo spettacolo di quelle iridi verdi che abitavano i suoi occhi.

Ma la bellezza dell'involucro non lo conivinse, pensieri confusi gli urlavano addosso, tutti con la stessa ingenua rabbia.

Il bagliore residuo di quella luce era ormai spento ai suoi occhi disincantati.

Non era il dolce abbraccio di Morfeo che avrebbe potuto trasformare Brian in una persona migliore, il sonno non poteva impedirgli di fingere.

Non voleva affrontare il suo sorriso quando si sarebbero svegliati, non lo avrebbe sopportato.

Ma non avrebbe potuto neanche sostenere il peso di un nuovo addio.

Guardando i suoi occhi socchiusi sentiva di nuovo il desiderio incessante di esprimere in quel dolore in lacrime.

I ricordi lo annegavano in un tempo che non esisteva più, che non poteva rivivere più.

Si sottrasse alla splendida condanna rappresentata dall' osservazione di Brian e si alzò dal letto.

Ricoprì il suo esile corpo con i vestiti sparsi per la stanza, spettatori inconsapevoli della fine della loro storia.

Raggiunse il tavolo su cui albergava il suo cellulare e la sua chiave, censurò la sua mente impedendole che la sua volontà raggiunse la mano e prese solo il telefono.

Si voltò nuovamente verso Brian.

Prima di andare.

Lo guardò avvolto da quel bianco candido e vide solo un cumulo di errori che non aveva più senso ripetere.

Lo guardò e un' immagine attraversò la sua mente, quella di Lucifero, l'angelo caduto.

Bellissimo e crudele.

Ammaliatore e spietato.

Poggiò la mano sulla porta ma un pensiero suicida gli ingombrò la mente, e questa volta lo assecondò.

Tornò al tavolo, recuperando carta e penna per lasciare a quel pezzo di vita che stava abbandonando un addio.

Prima di andare.

Le parole che giravano tra i suoi neuroni rimbalzavano nel suo cranio senza darsi un ordine.

Si voltò verso il fiume alle sue spalle.

Il punto fermo che lo ancorava a quella realtà.

Poi le parole di Brian si fermarono nella sua testa, quella promessa fatta la sera prima.

Con un filo di voce.

Mentre pensava dormisse.

“ I'll be yours..”

ricacciò le lacrime che gli morirono in gola.

Poi macchiò il bianco candido con l' inchiostro.


You'll never be mine

We both know..

Good Bye”


Permise alla sua mano di raccogliere la chiave, la sua chiave.

Lanciò un ultima occhiata al cantante ancora addormentato.

Prima di andare.

E si eclissò al di fuori della porta.

Lo scontro con l'aria e la vita che albergava fuori dal cancello gli riempì i polmoni di aria, riattivando i suoi polmoni.

Sorrise, dirigendo i suoi passi verso il Tamigi davanti a se.

Osservò il placido incedere del fiume scuro.

Schiuse la mano che racchiudeva la chiave e la fissò.

Il pezzo che mancava per chiudere il circolo.

Si voltò verso il palazzo, fissando i suoi occhi in quelle finestre al primo piano.

Prima di andare.

La chiave tra le sue mani catturava la luce del sole, sembrava così innocente. Un semplice pezzo di metallo senz'anima.

Matthew la guardò ancora una volta. L'ultima.

Poi l'oggetto di metallo perse ogni contatto con il suo corpo, impegnandosi in una parabola discendente che trovò la sua conclusione nel fiume sporco.

Un secondo e venne inghiottita.

Un secondo e la sua storia con Brian scompariva con quella chiave.

Lasciando l'ultimo ricordo alla pancia del fiume.

Il punto fermo di una storia destabilizzante.

Restò ancora un attimo a guardarlo.

Prima di andare.

Senza voltarsi più.


**


Parigi.

La città francese cullava l'anima dei Muse in quella sera di ineffabile scarina adrenalinica.

Il taxi che li stava riconducendo a casa dopo il concerto macinava metri lentamente, inglobato nel traffico parigino. Matthew si perse osservando le curve morbide della città scorrergli attorno, ammaliato dalla bellezza di quei palazzi. Dall'anima che sembrava avvolgerli, donando benessere a chiunque li vedesse.

Poi una voce si infiltrò tra i suoi pensieri, coprendo le risate dei suoi compagni e arrivandogli diretta come un pugno al cuore.

E smise di nuovo di respirare.

La sua mente si confuse mentre quella voce si impadroniva altezzosa e prepotente delle sue sinapsi, indirizzando senza pietà i suoi pensieri al suo ricordo.


You are one of God's mistakes,

Tu sei uno degli errori di Dio

You crying, tragic waste of skin,

tu, piangente tragico spreco di pelle

I'm well aware of how it aches,

sono ben consapevole di quanto faccia male

And you still won't let me in.

e tu continui comunque a non farmi entrare

Now I'm breaking down your door,

adesso sto buttando giù la tua porta

To try and save your swollen face,

per provare a salvare il tuo viso gonfio

Though I don't like you anymore,

sebbene tu non mi piaccia più

You lying, trying waste of space..

tu, bugiardo insopportabile spreco di spazio


L'intensità di quelle parole lo fece scricchiolare per qualche secondo, lasciandolo in preda a contorti pensieri. Sapeva quanto facesse male? E allora perchè non lo aveva evitato? E la porta che aveva buttato giù lo aveva distrutto. Con quella semplice strofa aveva già tolto i cardini al portone che Matt aveva posto a guardia del suo deposito di ricordi legato all'altro cantante. E il tono di disprezzo con cui vedeva tracciare la propria figura da quella voce graffiante lo rattristò, c'era troppo astio in quelle parole. Più di quanto la sua ingenua umanità si meritasse.


Before our innocence was lost,

Prima che la nostra innocenza si perdesse

You were always one of those,

tu eri sempre uno di quelli

Blessed with lucky sevens,

benedetti con lucky sevens

And the voice that made me cry.

E la voce che mi faceva piangere

My Oh My.


Innocenza persa? Ma di quale innocenza parlava? Di certo non la sua. Poteva fingere ma il sorriso con cui Brian Molko incantava il mondo aveva perso un accolito fedele. Eppure l'ultima frase non poteva non rimandare il suo ricordo alle lacrime di Brian quelle sere in cui lo trovava arrotolato con il lettore mp3 in playmode.


You were mother nature's son,

tu eri il figlio di madre natura

Someone to whom I could relate,

qualcuno con cui potevo avere un bel rapporto

Your needle and your damage done,

il tuo ago e i tuoi danni fatti

Remains a sordid twist of fate.

Rimangono una svolta sordida del destino

Now I'm trying to wake you up,

Adesso sto provando a svegliarti

To pull you from the liquid sky,

Per tirarti via dal cielo liquido


Sta provando a svegliarmi? Non dovrebbe, non dovrebbe farlo. Dovrebbe lasciarmi solo, tornare a odiarmi, a ignorarmi.

Dovrebbe seppellire la sua chiave con la mia, dovrebbe regalarla a quel fiume. Lo spettatore della nostra felicità, quando esisteva.

E poi il destino, quello stronzo aveva ancora il coraggio di usare quella parola nella descrizione della loro storia, affibbiandogli la colpa oltretutto.


'Cause if I don't we'll both end up,

Perchè se non lo faccio, finiremo entrambi

With just your song to say goodbye.

Con solo la tua canzone per dire addio

My Oh My.


“ Matt, ma stai piangendo?”

la voce di Dom lo riscosse dal loop di domande e rancore e ricordi che lo stavano ingoiando. Si voltò verso il suo amico e trovò i suoi occhi castani a fissarlo.

Lentamente si portò una mano al volto, avvertendo il tocco delle lacrime sulla sua pelle. Non se ne era neanche accorto.


A song to say goodbye,

A song to say goodbye,

A song to say...


La voce di Brian continuava a riempire l'abitacolo del taxi mentre Parigi colorava la vita fuori da quella macchina.

La voce di Brian occupava ancora la sua testa e le lacrime il suo volto. Un loop di ricordi ingorgava il suo corpo e strozzava ogni tentativo di smettere di singhiozzare.


Before our innocence was lost,

You were always one of those,

Blessed with lucky sevens,

And the voice that made me cry...


Il circolo era completamente chiuso.

Quello era l'addio di Brian, non sapeva se anche il suo fosse stato altrettanto doloroso per il cantante dei Placebo, ma ora ne avvertiva la crudele realtà.

Non si era mai fermato a pensare a come Brian potesse aver reagito trovando il suo addio, ma ora ascoltando la sua risposta non poteva farne a meno.

Era un laconico rodeo.

Nell' abbraccio di Dom aveva trovato la forza per smettere di piangere.

Mentre le note della canzone si spegnevano lentamente sfumando in quella successiva Matt sentì il suo battito normalizzarsi, il tappo di rancore affievolirsi.

Si rilassò addosso al suo batterista, riuscendo a fatica a richiudere la porta scardinata dalla voce di Brian.

“ Addio”

mormorò placidamente mentre la figura del front-man dei Placebo sfumava nella sua mente.


A song to say Goodbye...


**


FINITA!!!

Chiedo scusa per la mancanza del lieto fine ma quando l'avevo iniziata la fine era una delle poche cose chiare nella mia mente, e poi dovevo inserire la canzone che aveva dato il motore a tutto.

È finita ma non vi preoccupate, sicuramente tornerò a scrivere nuovamente di loro..sono bellissimi insieme!! AAAAAWWWW!! Sposatevi e poi andate a vivere nella villa del Grande Fratello, sicuramente potrete fornire uno spettacolo migliore ( anche solo stando fermi!! Ihih...)!

Per questo capitolo ho ascoltato un pò di cose a ripetizione, ovviamente “ A song to say Goodbye” dei Placebo e “ Protect me”. E poi ho ascoltato “ Veleno” e “ Alba a quattro corsie” dei SubsOnicA a cui ho rubato anche qualche frasetta qua e la, che non me ne voglia nessuno nè...

Però un pò mi dispiace che sia finita, e in più male. Però secondo me il lieto fine sarebbe stato un pò troppo forzato per come era la storia in se..no?

Bah..GRAZIE A TUTTE!!! E ora che sono stata accolta nel Mollamy Fangirl Club sappiate che questa non sarà l'ultima..eheheh, sembra una minaccia!!

Isult: eheh..anche a me è piaciuto un casino il pezzo dei “no”, continuavo a rileggerlo e immaginarmi la scena! Ehm...spero tu non nutra istinti omicidi nei miei confronti per l'assenza del lieto fine...ehm...

Erisachan: Eheh! Beh, quando suonava con la chitarra a specchio che rifletteva le luci gli abiti sembravano un pò fosforescenti..faceva quasi impressione! Eheh..c'eri anche tu quindi? Bei tempi quelli...

Sweet Bee: eccotelo qui l'ultimo capitolo! Spero ti piaccia anche questo...ehm..

Gufo: eheh, si Matt è il nemico del buongusto! Comunque eccoti l'ultimo capitolo..me spera che a te piace

Stregatta: Eheh..e invece è finita altrimenti...ma non potevo non farli stare insieme almeno un pochino, insomma è umanamente impossibile stare chiuso con Brian e non saltargli addosso..e lo stesso vale per Matt..o no?

Beh vi saluto care..

COMMENTATE!!

E grazie soprattutto a Erisachan, Stregatta, Nainai, Lisachan per scrivere Mollamy così belle....

  
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