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Autore: Macross    28/03/2008    2 recensioni
Una Pietra Nera. Un omicidio efferato. Qualcosa che cambierà totalmente l'equilibrio di Hephaestus, trascinando gli ignari abitanti in un'orgia di violenza voluta da esseri che non si possono nominare senza mantenere la propria sanità mentale intatta. L'Imperium riuscirà ad arginare il pericolo, che minaccia di distrggere non solo il pianeta, ma l'intero settore?
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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I passi di quattro persone risuonavano nel corridoio deserto.
Avevano cercato disperatamente riparo in un altra stanza, fuggendo dal carnaio e dal tanfo dei cadaveri in decomposizione; poi in un'altra ed in un'altra ancora, fino a che il Governatore aveva farfugliato qualcosa, a proposito di una navetta dismessa in un hangar a sud di dove si trovavano attualmente.
C'erano voluti alcuni minuti, accompagnati dalle minacce dell'Inquisitore, prima di riuscire ad estorcere una descrizione sommaria della zona di lancio.
Probabilmente l'Imperatore aveva donato loro una flebile speranza: il palazzo non era eccessivamente grande. Le sue dimensioni ridotte rispetto alle grandi opere dei mondi industrializzati lo rendevano più che adeguato ad un mondo agricolo.
Tuttavia, l'Inquisitore era preoccupato a proposito della presenza o meno di una strada sotterranea, in modo da evitare la superficie e i pericoli che in essa si celavano. Il puzzo di putrido si era fatto ancora più forte, mentre percorrevano i piccoli cunicoli, infestati da ogni sorta di parassiti.
La Guardia sanguinava da un braccio, era stata medicata sfruttando alcuni stracci ricavati dai vestiti dei caduti. L'Inquisitore lo scrutò per un attimo,prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione alla strada. “Anche con un braccio fracassato, costui è assai più utile di questo signorotto da quattro soldi”.
Il gruppo procedeva il più speditamente possibile, abbandonando quasi del tutto la cautela.
Sapevano dove erano, era perfettamente inutile nascondersi. Una piccola torcia illuminava a stento il corridoio, l'oscurità sembrava risucchiare la scarsa illuminazione presente.
- Cosa c'è? -
- L'hai sentito anche tu? Sembrava un suono come di gocce che cadono sulla pietra. -
- M.ma...
- Si controlli, ho detto. -
Più avanti, li attendeva uno spettacolo sconcertante: la parete ovest stava letteralmente sudando sangue. Il suono che avevano udito precedentemente proveniva da lì. In terra si era formata una piccola pozza. Avvicinatosi per osservarla meglio, l'Inquisitore notò che la pozza non aveva una forma tondeggiante, ma spigolosa. Sembrava quasi che il suo insieme formasse un simbolo.
- Non guardatela e non avvicinatevi -
Passarono oltre, ma il suono continuava, assumendo tonalità cupe di una campana di bronzo.
Il Governatore stringeva la sua pistola ferocemente, come se essa potesse salvarlo in qualche maniera. Le nocche delle dita erano bianche e la fronte imperlata dal sudore.
Sembrava ancora più pallido, quando la luce della torcia lo illuminava fugacemente.
L'Inquisitore si voltò nuovamente a scrutare la Guardia, avendo udito il suo respiro affannato. Al minimo segno di possessione demoniaca l'avrebbe giustiziato senza pietà. Lo sguardo dell'uomo era spento, probabilmente era sotto shock per aver visto i propri compagni, con cui aveva riso e bevuto fino al giorno precedente, trucidati inumanamente da una cosa che non esisteva. Fortunatamente, temeva abbastanza l'Inquisitore da non abbandonarsi all'isteria più completa. Inquisitore, ci siamo. Quella è la porta di uscita. - - Gus, aprila. -
Il grosso ex-Guardiano riuscì ad aprirla, facendola cigolare rumorosamente.
- Fai piano, maledizione -
- Perdonatemi, mio signore -
Si affacciarono cautamente: ai loro occhi si presentò un grande piazzale. Le strisce gialle delle baie d'atterraggio erano diventate arancioni a causa dell'atmosfera tinta dei colori di un tramonto iridescente. L'aria sembrava totalmente sterile, forse leggermente carica di ozono, il che non era necessariamente un bene.
In lontananza era avvertibile un rombo, una sorta di basso brontolio che minacciava di esplodere da un momento all'altro.
Nel mezzo al piazzale era parcheggiata una navetta di tipo civile, le insegne imperiali con l'aquila bicefala brillanti nel sole morente del tardo meriggio.
Si avvicinarono correndo e salirono a bordo, mentre il rombo saliva di intensità fino a diventare un boato.
L'Inquisitore si mise ai comandi ed effettuò una partenza rapida, facendo ruggire i motori di vita e puntando direttamente verso lo spazio profondo a massima velocità. La superficie planetaria si faceva sempre più piccola, le case abbandonate diventarono presto puntini privi di significato.
La navetta entrò in uno strato di nubi opalescenti. L'Inquisitore avvertì la pressione del cranio aumentare, due leggeri rivoli di sangue fuoriuscirono dal suo naso. I sigilli di purezza che aveva con se incominciarono a fumare copiosamente. Presto l'aria dell'abitacolo si saturò dell'odore di ceralacca fusa mista a zolfo. Scintille comparivano e scomparivano dalle pareti, mischiando fumi verdastri all'ambiente già saturo di odori. Gli scoppiettii ricalcavano fedelmente una risata emessa da una gola non umana. Dalla consolle di comando ci fu un forte sfrigolare. Ma l'inquisitore aveva altro a cui pensare:
- ...stanno...stanno tentando di...ma non glielo permetterò... -
Inquisitore? -
- Quasi non ce la fece a rispondere, l'entità stava attaccando. Invisibili aghi perforavano il suo cervello, provocandogli un dolore lancinante e oscurandogli la vista. - Presto, iniziate a recitare le Litanie di Purezza. Tutti! -
Presto, quattro voci si misero a salmodiare un canto di liberazione dalle oscene entità dell'Immaterium. La pressione diminuì subito, anche se l'entità lottava ferocemente per non perdere il controllo. La consolle cominciò a bruciare, e Gus fu costretto a spegnere l'incendio con il piccolo estintore portatile. Fiamme verdi minacciavano di trasformare l'ambiente in un rogo.
Dopo pochi minuti l'Inquisitore sentì la pressione del cranio diminuire.
“La prossima volta non saremo così fortunati”, pensò, osservando brevemente la cera dei sigilli che gocciolava, ormai inservibile, ai propri piedi. Passato lo strato di nubi, diede potenza ai motori al plasma raggiungendo così la velocità di fuga.
La Guardia vomitava silenziosamente in un angolo, il Governatore invece giaceva svenuto sul suo seggiolino: lo stress e delle forze gravitazionali avevano avuto la meglio sul suo fisico opulento. “Almeno non daranno fastidio”. Li accolse lo spazio nero della notte, immobile ed eterno. Alle loro spalle, Haephestus era solo una palla multicolore che sembrava gonfiarsi e sgonfiarsi, in un'oscena parodia di un cuore umano, con tanto di vene purpuree e violette formate dai fulmini.
- Santissimo Imperatore... -
Gus vedi se riesci ad aprire un canale di comunicazione. - - Non posso. L'attraversamento dello strato di nubi deve aver danneggiato l'apparato. - , disse l'uomo mentre armeggiava goffamente ai comandi, il fucile a pochi metri dallo schienale con la sicura inserita.
- Sei in grado di ripararlo? -
- Mio signore, non sono un tecnoprete. -
Allora possiamo solo affidarci nelle mani dell'Imperatore. - Passarono alcune ore. La navetta si allontanava dal pianeta silenziosamente, verso lo spazio esterno.
Nessuno a bordo osava fiatare. Il Governatore si era ripreso, aveva chiesto subito cibo ed acqua. Ne avevano approfittato per fare una piccola pausa, razionando le poche scorte che avevano trovato.
Poi avevano ripreso ognuno i propri posti. La Guardia pregava, il Governatore dormiva.
Nessuno aveva tentato di fare conversazione, tutti erano chiusi nei propri pensieri.
- Signore...i sensori...stanno facendo qualcosa di strano... -
- Fammi vedere - Era inequivocabile: qualcosa stava uscendo dal Warp.
Qualcosa di molto grosso. “Una nave. Speriamo solo che sia imperiale”.


L'angolo dei commenti

Risponderò in questo piccolo angolo alle recensioni e alle domande.

cassiana: sono lieto che ti sia piaciuto l'attacco mentale, ci ho studiato un po' per renderlo credibile, inoltre mi sono basato su un fumetto di WH40K e su un racconto (sempre di Warhammer)

let: devo ancora decidere. C'è anche la possibilità che non sia ne l'una nell'altra cosa.
   
 
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