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Autore: Another_Life    29/09/2013    16 recensioni
È giusto cambiare?
Mutare il proprio modo di pensare, le cose in cui si crede, rivoluzionare il proprio carattere?
È giusto imporsi di diventare un’altra persona, abbondando così tutte le minime particolarità che ci distinguono dagli altri?
È giusto lasciare il sorriso, la timidezza, la semplicità che ci differenziava per evitare di essere presi in giro un’altra maledetta volta?
Is it right to change your mind?
Sentimenti non confessati, paura mascherata come odio, un segreto che tiene tutti ancora troppo legati al passato.
Un passato dove la felicità era la parola chiave.
Un passato dove le cose erano più semplici.
Un passato dove ognuno era chi mostrava di essere.
 
IN FASE DI REVISIONE.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When The Past Come Back'
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Change My Mind

 
 
Epilogo
 
People say we shouldn’t be together
We’re too young to know about forever
But I say, they don’t know
What they’re talk, talk, talking about


Estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni e osservò l'ora, mormorando tra sé qualcosa che assomigliava a qualche imprecazione divertita. Si diresse al bancone, sperando che i ragazzi – già in ritardo di quindici minuti – si affrettassero ad uscire dai camerini e le permettessero di cominciare al più presto quel servizio fotografico.
I capelli biondi, più lunghi di qualche centimetro, erano sciolti sulle spalle, arricciati sulle punte e profumati di quel nuovo shampoo che aveva comprato qualche settimana prima in Irlanda. Gli occhi erano circondati da uno spesso strato di maschara, le iridi scure erano vivaci ed esuberanti, le labbra rosee erano lasciate al naturale senza il rossetto che era solita usare. Sfiorò con le dita il ciondolo della collana che Zayn le aveva regalato per Natale, sorrise e arrossì senza rendersene conto.
Ripensò a tutto quello che le era successo, rivisse per un momento tutti i momenti più importanti che gli ultimi mesi avevano portato con sé. Nicole era felice. Felice di tutto, felice della sua vita, felice di come ora ogni cosa andasse bene. Felice di aver ritrovato Zayn e l'amore che aveva creduto dimenticato, Louis e quell'amicizia che aveva pensato finita, se stessa e quella parte del suo carattere che aveva dato per dispersa. Felice di avere Harry, Liam e Niall al suo fianco, felice del legame con Eleanor, ogni giorno più forte. Felice di aver anche ripreso i contatti con Josh, felice di averlo visto uscire con una ragazza la settimana precedente, felice dei sorrisi che non aveva smesso di regalarle.
Finalmente, tutto sembrava andare per il verso giusto.
E Nicole era felice. Felice di tutto, felice anche se sapeva che presto sarebbe arrivato qualcosa a disturbare quella pace. Ma non aveva paura: con lei c'era Zayn, e con Zayn c'erano i ragazzi.
Non poteva avere paura. Con loro al suo fianco, non avrebbe mai dovuto temere nulla.
 
 
Due braccia familiari si allacciarono ai suoi fianchi, facendole sembrare quella stretta unica e inimitabile. La pelle di Nicole cominciò irrimediabilmente a ribollire mentre cercava di non dar peso alle labbra che stavano mordicchiando il suo orecchio, sorrise mentre sentì una mano fin troppo conosciuta spostarle i capelli di lato e continuò a trafficare con gli obiettivi che aveva disposto sopra il tavolo, prendendo il primo e inserendolo nella macchina fotografica.
«Lo sai che non è corretto immischiare la vita privata nel lavoro, vero?», ridacchiò, una smorfia ironica dipinta sul volto e le dita che bramavano un contatto con lui.
«Mmh – acconsentì Zayn, sorridendo sul suo collo. - So anche che non ti bacio da questa mattina e ho una voglia matta di te», rispose mentre appoggiava il mento sopra la spalla e incastrava i suoi pozzi scuri a quelli della ragazza.
Nicole si morse il labbro, inarcando un sopracciglio e lasciandosi andare ad una piccola risata. Osservò il suo ragazzo – tremava ancora ogni volta che lo pensava – e lo vide sorridere, schiudere le labbra e mostrare una fila di denti perfetti. Ma la cosa che più adorava, era vederlo socchiudere gli occhi e lasciarsi andare: amava quei momenti, li amava con tutta se stessa perché mostravano il vero Zayn, quello che conoscevano soltanto lei, la sua famiglia e i suoi compagni, quello che le telecamere non avrebbero mai potuto riprendere, quello che nessuno avrebbe mai potuto descrivere. Non ci riusciva nemmeno lei, lei che ci passava assieme il maggior tempo possibile, lei che lo amava con tutta l'anima, lei che delle serate in discoteca aveva imparato a non farci nulla, lei che se ne stava distesa sul divano dell'appartamento e aspettava che lui tornasse dal negozio di videogiochi e dvd che era in fondo alla strada.
Erano passati tre mesi da quando le cose tra di loro si erano sistemate. Tre mesi da quando insieme avevano messo fine al passato che li aveva tormentati per troppo tempo. Tre mesi da quando si erano ritrovati, finalmente, ancora più innamorati di quando si erano lasciati.
E più Zayn la guardava, più il suo stomaco si ritorceva in una morsa che gli aveva fatto passare la fame. Più Zayn le stava vicino, più incatenava i suoi pozzi scuri a quelli vivaci di lei, più rimaneva a contatto con la sua pelle, più la sua mente si annebbiava, diventava senza logica, diventava indomabile. Indomabile come i sentimenti che cercava di contenere, indomabile come la serie di emozioni che gli calpestavano l'anima ogni volta che la osservava sorridere. Indomabile come la sua voglia di lei, di baciarla, di trasmetterle anche solo una parte di tutto quello che sentiva.
In quei tre mesi, Zayn si era innamorato di nuovo di quella ragazza che non aveva mai smesso di amare. Aveva imparato a riconoscere tutte le espressioni della donna che era diventata, aveva imparato ad amare ogni sua singola smorfia, aveva saputo studiare ogni suo singolo movimento. Aveva saputo rivedere in lei i gesti di quella quindicenne che faceva ancora parte del suo cuore, era stato capace di ricominciare tutto da capo, era riuscito a costruire un rapporto, una relazione che non dava segni di crollo. Con lei, tutto era più facile. Con lei al suo fianco, tutto aveva preso una piega diversa. Il lavoro non era più così stressante, i concerti e l'esuberanza delle fan ora venivano presi molto più alla leggera. Adesso, quando rientrava dalla prove la sera, c'era qualcuno nell'appartamento che condividevano a Londra. C'era qualcuno che lo aspettava. E c'era sempre quel qualcuno che lo accompagnava nei viaggi promozionali, nei tour mondiali, in ogni luogo lui si dovesse recare. Nicole c'era sempre, e sempre ci sarebbe stata.
In quei tre mesi, Zayn non si era stancato un momento di vederla sorridere. Avrebbe trascorso giorni interi ad osservare le sue labbra inclinarsi, la fila di denti bianchi farsi spazio tra di esse, gli occhi socchiudersi leggermente. Sapeva che non si sarebbe mai saziato abbastanza di lei, lo percepiva, lo provava ad ogni suo tocco. Le dita che bruciavano quando la sfiorava, lo stomaco che si contorceva, il cuore che scalpitava. Il respiro che si fermava, la mente che si staccava dal corpo, i pozzi scuri che si concentravano solo e soltanto su di lei.
In quei tre mesi, Zayn non si era ancora abituato ad averla accanto. La bramava, non poteva essere altrimenti, non avrebbe saputo fare nulla senza di lei. Ma allo stesso tempo, nei momenti in cui si ritrovava a pensare, nelle notti in cui il soffitto attirava tutta la sua attenzione, si chiedeva come una sola ragazza avesse avuto il potere di sconvolgergli di tanto la vita.
«A cosa stai pensando?».
«A te».
Nicole sorrise di nuovo, sentendo le labbra del moro sfiorarle la guancia. Sorrise di nuovo, sentendo mille brividi percorrerle la spina dorsale, sorrise di nuovo e tentò di fermare quelle dita che le tremavano. Le gambe stavano per cederle, il groppo che aveva in gola le impediva di parlare. Lo osservò, la testa ancora appoggiata alla sua spalla, il suo profumo a inebriarle le narici, a darle alla testa come se la sola presenza non bastasse. E sorrise, sorrise come prima di trasferirsi a Londra non aveva mai fatto, sorrise come nei quattro anni di lontananza si era sempre rifiutata di fare.
Zayn era felice. Felice di tutto, felice della sua vita, felice di come ora ogni cosa andasse bene. Felice di aver ritrovato la sua Nicole, felice del successo che la band stava avendo in tutto il mondo, felice come mai prima d'ora era stato. Zayn era felice, lo vedevano Louis e Harry, Niall e Liam, lo vedevano le fan e lo vedeva pure sua madre, lo vedevano sua sorella e tutte le persone dello staff. “Tutto merito dell'amour”, scherzavano Paul e gli altri bodyguard, facendolo arrossire come un bambino alla prima cotta. Ma lui era felice comunque: sapeva di aver ritrovato se stesso assieme a Nicole e davvero, non poteva esserne più orgoglioso.
E sì, cambiare idea non significava essere deboli. Cambiare idea, cambiare prospettiva significava essere forti abbastanza da capire quello che si stava rischiando di perdere. Cambiare idea significava riprendersi in tempo l'unica cosa che avrebbe potuto far ritornare la felicità nella propria vita. Cambiare idea era giusto, Nicole e Zayn lo avevo compreso.
 
 
«Lascia in pace la mia bionda, Zayn».
Una voce squillante riempì la stanza, interrompendo quel silenzio armonioso e dividendo quella coppia che trasmetteva soltanto amore. La mano di Louis, uscito per primo dal camerino, aveva preso il colletto della giacca del moro, costringendolo a retrocedere per non strozzarsi. I suoi occhi rotearono divertiti mentre seguiva a forza l'amico, Nicole rise assieme agli altri, usciti in fila subito dopo e finalmente pronti per il servizio fotografico.
«Altro che uomini, siete peggio delle donne!», esclamò la bionda, prendendo l'obiettivo e facendo qualche passo avanti.
«Non è colpa nostra, Nic. Lì dentro ci sono più vestiti dell'armadio di Louis», mormorò Liam, seguito dalle risate di tutti i presenti.
«Hai qualcosa da ridire contro il mio armadio, cugino?», lo sfidò il castano, le labbra serrate in una smorfia buffa e gli occhi azzurri che brillavano, come sempre.
Liam si arrese, alzando le mani e sistemandosi la giacca in pelle nera.
«Forza, cominciamo – li richiamò la bionda. - Prima in fila e poi due di voi seduti a terra. E fate un sorriso, qualche volta, non vi puniranno per questo», mormorò, scrollando le spalle e ridacchiando. Zayn le fece l'occhiolino, lei sentì ogni tessuto spremersi sotto quel semplice gesto e cercò di proseguire professionalmente. Il fatto era che, lavorare con loro poteva essere tutto tranne che una cosa seria e veloce. Ma a Nicole andava bene così: loro erano la sua medicina, l'unica medicina che la faceva sorridere sempre ed incondizionatamente.
 
 
Due ore e altrettanti flash più tardi, il servizio fotografico poteva dirsi concluso.
Nicole era appoggiata al tavolo, il borsone con tutta l'attrezzatura accanto, l'attenzione riposta sulle foto che stava riguardando, i ragazzi nella stanza adiacente. La risata di Niall riecheggiava in tutto l'edificio, le urla di Liam la accompagnavano e qualche volta si poteva scorgere il riccio vagare per i corridoi con addosso soltanto un paio di boxer. Dire che quelli erano bambini un po' troppo cresciuti risultava perfino un eufemismo.
«Eleanor ti saluta». La voce di Louis la distrasse dai suoi pensieri, facendola voltare verso un maglione bordeaux che gli stava un po' largo. Sorrise, ringraziandolo con un sussurro e osservandolo mentre rimetteva il BlackBerry nella tasca dei jeans scuri.
«Questo te lo porti a casa?», domandò lei, un dito puntato sul maglione e un sorriso divertito sul viso.
«Ovvio – esclamò, un tono sicuro e la lingua che inumidiva le labbra. - Ne faccio la collezione, non ricordi?».
Nicole annuì, ridacchiando, mentre la sua mente vagava sull'enorme stanza-armadio che il suo migliore amico teneva nell'appartamento che condivideva con Harry. L'aveva vista un paio di volte e dire che conteneva più vestiti di un centro commerciale non era assolutamente esagerato.
«Sono contento che si sia sistemato tutto», mormorò lui qualche istante più tardi, facendosi improvvisamente più serio senza perdere, però, quella lucentezza nelle perle chiare che lo contraddistingueva. Si avvicinò alla ragazza, stirando un braccio sulle sue spalle e appoggiando la nuca a quella dell'amica.
«Ti voglio bene, Nicole».
Gli occhi di lei cominciarono ad inumidirsi, strinse le labbra mentre cercava di trattenere tutte le emozioni che si stavano facendo strada nel suo corpo. Le dita di Louis stavano giocando con una ciocca dei suoi capelli, il suo cuore martellava nel petto, le narici si inebriavano del profumo che lui portava da sempre. Sorrise inconsapevolmente, commossa e senza parole.
«Ti voglio bene anche io, Louis».
Deglutì mentre chiudeva gli occhi, le labbra di lui che si posavano sui capelli biondi, le dita che la stringevano più stretta.
Sentì una mano esterna stringerle il fianco, una presenza familiare accostarsi alla sua sinistra, un corpo farsi sempre più vicino. Percepì la mascella rasata quella mattina contro la sua fronte, il battito del cuore di Zayn associarsi al suo. Sorrise senza nemmeno rendersene conto, la testa abbandonata tra le spalle di due dei ragazzi più importanti della sua vita.
Una lacrima di felicità scivolò sulla sua guancia nell'esatto istante in cui un Harry tutto spettinato fece il suo ingresso nella stanza, la fronte corrugata e le sopracciglia inarcate. Guardò disorientato i tre mentre anche Niall e Liam raggiungevano il gruppo, un'espressione confusa sul volto di tutti.
«Che succede?».
La ragazza esitò per un momento, abbassando poi lo sguardo.
«Succede che vi voglio bene, un bene incredibile», mormorò poi, le lacrime che continuavano a scendere imperterrite sul viso, un sorriso sincero sulle labbra.
I ragazzi si sciolsero, gli occhi che pizzicavano, i cuori che battevano forte. La circondarono in un abbraccio che sapeva d'amore, la circondarono e le trasmisero tutte le parole che non sarebbero mai stati in grado di esprimere. La strinsero forte, come se quella stretta significasse un “Non ti lasceremo mai”.
Sorrisero, coscienti che con Nicole avevano tutti ritrovato il sollievo che cercavano.
 
Ti vogliamo bene anche noi, Nic.
 

 


Il fatto è che non ci riesco.
Non riesco a dire addio a Nicole e a Zayn, non riesco a chiudere questa storia come se fosse un normale passaggio. Non riesco a capacitarmi del fatto che ho terminato, ho scritto questa fan fiction che ora ha un finale pubblicato, ho scritto di una Nicole distrutta, una ragazza che aveva perso moltissimo e che ora però ha quattro nuovi amici e l’amore della sua vita, ho scritto di un’amicizia che è durata nel tempo, del supporto che si può ricevere da persone che ti vogliono veramente bene, di quanto sia importante ritrovare il proprio io e non abbandonarlo.
Mi scuso per il ritardo, comunque. So che probabilmente menzionare la scuola ormai è diventato scontato, ma la verità è che ho iniziato un anno abbastanza duro e non ho nemmeno avuto il tempo di constatare che l’estate era finita che mi sono ritrovata chiusa in camera a studiare. Ammetto, però, che anche il mio inconscio ci ha messo la sua parte: ho scritto questo epilogo i primi giorni di agosto e dire che sono crollata ci può stare. Quando ho messo l’ultimo punto, ho sentito davvero qualcosa dentro di me staccarsi. E no, non erano le guance che mi rigavano il viso e nemmeno qualche stupida allucinazione, ho solamente percepito la mia Nicole crescere veramente. L’ho vista sorridere e stringersi al petto di Zayn, per poi voltarsi e continuare insieme a camminare. Il problema era che io era ferma, non li seguivo. Non seguivo la mia Nic, il mio Zayn, il mio Louis, Niall e Liam, Harry e Josh, le sedicenni Marta e Serena, Jane e pure Max. Non seguivo nessuno perché i miei piedi e la mia mente erano inchiodati in quel punto. Nell’esatto punto in cui sono anche adesso. E lo so che potrà sembrare stupido e insensato, ma il fatto è che tutti loro mi hanno accompagnata per oltre un anno, mi hanno aiutata in un certo senso, sono stati i primi personaggi a cui ho dato vita che ho pubblicato online.
E sì, sono ancora con gli occhi lucidi e un piccolo sorriso sulle guance, perché in fondo sono orgogliosa di loro. Mi mancherà scrivere di quella coppia, di Louis e di tutti gli altri, ma magari poi arriverà quel giorno che riprenderò una loro foto in mano e ricomincerò a buttar giù qualcosa. Mai dire mai :)
 
Parlando del capitolo: come vi è sembrato? Come lo avete trovato? Vi è piaciuto?
Giuro che ci ho messo l’anima a scriverlo, forse è il pezzo in cui ho davvero lavorato di più. Spero che voi, mie care lettrici, se siete arrivate fino a qui abbiate anche la voglia o il tempio di lasciarmi la vostra opinione. È l’epilogo, ci terrei davvero a sapere che ne pensate :)
E poi vi voglio ringraziare, una ad una.
Grazie a te, tesoro, per aver letto fino al ventottesimo capitolo ed esserci stata. Change My Mind non sarebbe arrivata a questo punto senza il tuo aiuto, lo dico davvero. Grazie infinite, grazie davvero di tutto <3
Ora è tempo che mi dilegui. A proposito! Sto già scrivendo un’altra fan fiction che questa volta sarà incentrata su tutti e cinque i ragazzi e che sarà abbastanza diversa da questa che ho appena terminato. Ci metterò qualche settimana a pubblicarla perché, tra lo scambio in Germania e la scuola in generale, sono veramente con l’acqua alla gola. In ogni caso, se vi potrà interessare, vi avvertirò con piacere.
So già che quando premerò il tasto “pubblica” la mia mente esploderà assieme alle mie emozioni, vado a prendere i fazzoletti, aiuto.
Grazie ancora di tutto, voglio un bene immenso ad ognuna di voi <3
Nicole, Zayn e tutti gli altri vi salutano :)
Un bacione enorme,
Another_Life


 






 
 
 
   
 
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