Ho sempre amato l’autunno. Le giornate di pioggia, con la nebbia che circonda la casa, e pare portarla in una dimensione parallela; una dimensione di pace e tranquillità.

In questo periodo gli alberi si preparano all’inverno. Le loro foglie si tingono man mano di colori sempre più accesi, che rendono le montagne che circondano la mia casa, una specie di quadro stravagante, dalle mille sfumature.

Gli uccelli iniziano ad incontrarsi in grandi stormi e programmano attentamente il loro imminente viaggio, comodamente appollaiati sui fili elettrici.

Gli scoiattoli, e tutti gli animali che resteranno qui per tutta la stagione, si occupano freneticamente dei preparativi per il lungo sonno che li attende.

Tutto ciò che mi circonda è in cambiamento.

E anch’io vorrei cambiare. Pure io vorrei poter partire in volo per terre sconosciute. Ma non posso, non ne ho la forza. Io devo rimanere qui, come gli scoiattoli.

Ma a differenza loro, io non posso andare in letargo. Io non posso staccare da tutto e andare a dormire per tutto l’inverno, scordandomi di tutti i miei problemi.

Io devo rimanere qui, a vivere la mia solita vita.

Ma mi va bene.

Amo la tranquillità dei boschi, in cui posso godermi la mia solitudine in totale silenzio, con solo lo scricchiolio delle foglie ormai secche sotto i piedi, e il ticchettio della pioggia che picchierella sulla tela dell’ombrello che mi copre, a farmi compagnia.

E a me va bene, davvero. Amo la solitudine, e amo potermela godere appieno.

Ma poi arriva sempre la primavera. E tutto torna alla normalità. La pace che si era creata nel bosco svanisce completamente al ritorno degli uccelli tornati dal loro viaggio. Le piante rinascono con una nuova folta chioma verde. Iniziano a sbocciare i fiori. Gli insetti e le farfalle fanno la loro timida comparsa.

È tutto più…vivo. Troppo vivo.

È come se io fossi una foglia perennemente ingiallita, che si sente a suo agio solo in autunno, quando anche tutte le sue altre sorelle sono come lei.

Eh si, io sono una foglia gialla, un inframezzo tra vita e morte.

E a me va bene così.