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Autore: SNK    29/03/2008    4 recensioni
ciao!!! Sono tornata con una nuova storia: Gaara si trova ad affrontare un grosso problema, amare Matsuri e cercare di fare di tutto per proteggerla o mantenere una buona reputazione di Kazekage? E in questo dilemma si vedrà privato lentamente sia dell'amore di lei che dell'incarico di Kazekage. Spero di avervi messo una pulce nell'orecchio!!!Leggete e commentate!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le spirali di vento danzavano prima veloci poi più lente e incerte

Le spirali di vento danzavano prima veloci poi più lente e incerte. Arrabbiate e malinconiche, leggere e giocose trasportate dalle note di un pianoforte invisibile i cui tasti erano sfiorati solo dalle dita affusolate e trasparenti di Eolo.

Alla loro danza si univano miriadi di granelli di sabbia che come fatine lasciavano che i loro passi fossero disegnati solo dalla melodia della brezza che le trasportava in alto tutte insieme poi le divideva facendole roteare più veloci, più fugaci verso le strade del villaggio dove nuovi mulinelli di simili fatine si formavano e attendevano di volare a loro volta.

Il tramonto era già iniziato e la calura iniziava finalmente a dare un po’ di tregua alla terra arsa. Gli ultimi raggi morenti abbandonavano le abitazioni strisciando lenti verso la loro fine sulla sabbia dell’infinito deserto che si estendeva al di la delle mura del villaggio.

Stava finendo un altro giorno e già le prime stelle facevano capolino nel manto cobalto indossato dalla sera brillando e tremando perché la notte è gelida e terribile nel deserto.

 

Dall’alto di una finestra illuminata due occhi verdi e immensi si perdevano oltre i confini delle dune ma senza soffermarsi su qualcosa di particolare. Nulla dello spettacolo della natura sfiorava il loro interesse; nemmeno le orecchie, fin troppo avvezze all’ululato del vento, udivano il pianoforte suonato da Eolo.

Un sospiro ansioso tagliò l’atmosfera della stanza e lo sguardo prese a spostarsi  fin dove poteva ai due lati estremi dello spicchio di deserto che si affacciava da quella finestra. Non si vedeva nulla e ormai anche l’ultimo raggio aveva ceduto il posto alla notte. La luna però non era ancora sorta.

Un altro respiro, più corto e affannoso, e Gaara si spostò definitivamente dalla sua postazione per andare a sedersi dietro alla vecchia scrivania. Era stanco e non vedeva l’ora di tornarsene a casa per fare una doccia e coricarsi. Sentiva odore di sudore salire da quegli scomodi vestiti troppo lunghi e troppo pesanti per il clima del deserto ma che era costretto a portare in qualità di Kazekage.

Li odiava e in più di un’occasione aveva pensato di abbandonarli per un abbigliamento meno formale ma sicuramente più comodo e leggero. Ma ogni volta il suo senso del dovere lo faceva cambiare idea inculcandogli in testa che essendo Kazekage doveva anche vestirsi come tale.

Più semplicemente non gli andava di dover ascoltare le lamentele dei vecchi.

Gaara abbassò lo sguardo sui documenti sparsi sul tavolo cercando di concentrarsi sulla lettura di essi. Erano tutte missioni di vari livelli che avrebbe dovuto firmare e distribuire il giorno seguente affinché venissero portate a termine. Prese la penna e cominciò a scrivere ma dopo qualche minuto passato a scartabellare si accorse che un grosso mal di testa cominciava a farsi strada. Era meglio lasciar perdere tutto e chiudere gli occhi per qualche istante.

Gaara non trovò di alcun sollievo quell’ operazione di rilassamento poiché si ritrovò a pensare al motivo per il quale non era ancora andato a casa. Così dovette riaprire gli occhi e alzarsi dalla sedia per tornare alla finestra; ormai era buio e il vento si era intensificato.

Non riusciva più a distinguere la linea di confine tra deserto e cielo e questo gli destò nuovamente l’ansia e la preoccupazione. Il vetro lo beffeggiava frapponendo al suo sguardo il riflesso della stanza troppo illuminata: Gaara irritato fu costretto a staccarsi dal suo ruolo di vedetta per andare a chiudere la luce e cercare di distinguere meglio le sagome che potevano comparire all’esterno.

-         ma dove diavolo…?!-

Gaara cominciava a spazientirsi dondolandosi da un piede all’altro senza trovare sollievo

-         ma dove diavolo…?!-  continuava invece a pensare mentre gli occhi cominciavano a bruciargli per l’intensità con il quale si ostinava a guardare dalla finestra.

Avrebbe aspettato solo qualche altro istante in più dopo di che sarebbe corso lui stesso all’esterno per mettere fine alla sua agonia.

-ma dove sei!? Ma dove sei!?...- Gaara impazziva di preoccupazione sempre più velocemente finchè decise che non avrebbe atteso un secondo di più e sarebbe partito lui stesso per cercarla. Si staccò dalla finestra col fiatone e il cuore che aveva preso a martellargli nel petto e si precipitò fuori dall’ufficio scendendo a gran velocità le scale che portavano fino alla porta d’ingresso. Uscì, quindi, dalla porta e subito venne investito dalla terribile forza del vento che gli schiaffeggiò la faccia e fece volare i vestiti attorno a lui.

Gaara non se ne curò e prese a correre nella direzione del deserto aperto

-         ti prego, ti prego fa che non sia successo nulla.. ti prego…-

D’improvviso un’ ombra gli parve davanti, bardata e coperta da strati di veli protettivi contro il vento e la sabbia e lo abbracciò forte facendogli per un attimo perdere l’equilibrio.

- Sono tornata Gaara!- disse una voce femminile a lui conosciuta e tanto cara

- Andiamocene da qui, il vento è troppo forte questa sera. Ti racconterò tutto a casa -   

finì di dire la ragazza e senza nemmeno aspettare che Gaara le desse una risposta si affrettò a portarlo di nuovo verso l’edificio che ospitava l’ufficio del Kazekage.

Gaara si lasciò trascinare via senza dire nulla, sollevato e affranto allo stesso tempo e con un vortice di pensieri che gli turbinavano furiosamente in testa amplificandogli l’emicrania e il senso di spossatezza.

Giunti all’interno dell’edificio, Matsuri si tolse le protezione lasciando cadere a terra molta sabbia e sorridendo gioiosamente a Gaara che intanto la guardava senza proferire parola.

- Beh? – gli disse

- che hai da guardare, Gaara? Avrò sicuramente i capelli in disordine ma non me ne vergogno nemmeno un po’…- rise sonoramente la ragazza prima di aggiungere

- ho lavorato onestamente ed è andato tutto per il meglio! Mi merito una ricompensa questa sera!!-

Finalmente Gaara si decise ad aprire la bocca:

- e quel ritardo…?- disse solamente mentre continuava a fronteggiare lo sguardo di lei con malinconica tristezza

- come scusa? – chiese Matsuri colta alla sprovvista dall’inconsueta domanda

- non potevi pretendere che tornassi prima! Era una missione impegnativa…-

Gaara sospirò e lasciò che la testa ciondolasse all’indietro mentre con le mani prese a massaggiarsi le tempie dolorose:

- non mi va di dovermi preoccupare per te…- aggiunse mantenendo gli occhi chiusi

Matsuri sgranò lo sguardo e il sangue le affluì alle gote:

- ma non devi preoccuparti per me! In fondo sono una ninjia! – reclamò lei

- infatti…- disse Gaara abbassando ora la testa e puntando due occhi verdi e feroci contro la ragazza

- questa era l’ultima volta che mi preoccupavo per te! È ora di fare qualche cambiamento che decido io stesso…-

Quindi le diede le spalle e se ne andò lasciandola ammutolita ammezzo al corridoio.

CIAOOO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CIAOOO!!!!!! Dopo aver letto le richieste di fare un’altra fanfic  sulla coppia Gaara/ Matsuri sono giunta alla conclusione che… NE ELABORO SUBITO UN’ALTRA!!!

 Questa volta il carattere narrativo sarà diverso, non più in prima persona ma saranno gli eventi a narrare tutto. Spero di riuscire a catturarvi anche con questa nuova storia.

Intanto buona lettura e un grazie sentito a chiunque la segua e a chi mi fa le recensioni.

Un bacio dalla sempre vostra SNK

  
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