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Autore: Rayon_    29/09/2013    13 recensioni
Art Academy.
Un sogno in comunque, la musica.
Due perfetti sconosciuti, incontrati solo raramente nei corridoi.
Uno sguardo, un'emozione, niente di mai provato prima, che cambia la vita di entrambi.
E li porta a vivere la più bella canzone d'amore di sempre.
xx, Flying_
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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            The best love song ever.








Il quinto anno di studi per Louis, finalmente stava per uscirsene da quella maledettissima scuola superiore. La scuola, il motivo per cui era costretto a vivere nel caos di Londra, il motivo per cui aveva dovuto lasciare i suoi pochi amici, il motivo per cui non vedeva la sua famiglia da mesi e mesi. Non che gli importasse molto, se non per la sorella Lottie. Insomma, quando una persona ti disprezza per il tuo sogno non puoi certo darle ragione. E Louis, nonostante le discussioni con i genitori, e i sacrifici, nei suoi giovani quattordici anni, aveva deciso di inseguire il suo sogno a qualsiasi costo.
Riuscì ad iscriversi a quella prestigiosa scuola della quale solo il nome e il sottotitolo lo lasciavano senza fiato. 
"Arts academy. We make stars."
Accademia delle arti. Produciamo stelle.
E Louis l'aveva sempre desiderato, fin da bambino, aveva sempre voluto suonare, recitare, cantare.
Così se ne andò, abbandonò tutto e tutti per inseguire un sogno.
Ora gli anni erano passati, ed un Louis di quasi diciannove anni pensava a dove sarebbe stato se avesse frequentato una semplice scuola di Doncaster.
Non si pentiva delle sue scelte, ma comunque il desiderio di tornare era forte. Certo, adorava la scuola, gli insegnati, le materie, ma odiava il fatto di doversi svegliare presto, di doversi nascondere, di essere solo, completamente. E, soprattutto, odiava se stesso. Era colpa sua se era solo, pensava. 
Non sapeva cosa voleva, e tanto meno cosa pensare. I pensieri e i problemi si accumulavano giorno dopo giorno nella sua testa, senza essere ascoltati da nessuno.
Odiava le sue emozioni, così strane e complicate, che con il tempo stavano sparendo sempre di più, restando rinchiuse in un cuore duro.
il Louis di tempo fa sorrideva alle ragazze, e sapea sempre strappare un sorriso.
Indifferenza, ora.
Louis era cambiato, semplicemente.

Chiuse il suo pickup azzurro sbiadito, e si diresse verso l'entrata dell'accademia, stringendosi nel giubbotto di jeans.
Quella mattina era davvero stanco e nervoso, e la voglia di andare alla scuola era ancora abbassata dall'aria fredda che gelava tuta la città.
La prima ora avrebbe avuto due normali ore di matematica, così si recò nella classe 1b.
Camminò dritto per i corridoi fino a raggiungere la porta, e senza attirare troppa attenzione tra i compagni si sedette al posto più vicino all'uscita.
Tirò fuori il materiale per la lezione, una penna ed il suo diario nero, rimanendo sorpreso quando un tocco lieve lo fece voltare.
-Scusa, hai i compiti di matematica?-
Un paio di occhi verdi e dei boccoli castani che ricadevano sulle spalle. Devah gli pareva che si chiamasse. Una bella ragazza, diciamo, non che gli piacesse.
Annuì distrattamente, e subito un piccolo sorriso furbo le si stampò sulle labbra. Non le diede molto corda, e con indifferenza le porse il quaderno.
-Sono gli ultimi quattro esercizi.-
Lo ringraziò mentre si allontanava, e di nuovo Louis tornò solo.
Forse l'unico momento in cui non lo era erano le lezioni di canto e recitazione. Lì era osservato da tutti quando era il suo turno, ma non gli dispiaceva, perché la scusa che usava sempre quando scappava una lacrima era "Tutta finzione".
Fissò il muro di un verde pallido immerso nei suoi pensieri, finché una voce squillante lo distolse bruscamente da essi.
-Per favore fate silenzio un attimo! Il professor De Juess oggi non è presente, avete due ore buche.-
Conclusa la frase se ne uscì schizza come sempre, lasciando la classe di nuovo al suo rumore.
-Tomlinson!-
Louis si sentì chiamare, la voce era la stessa della ragazza di prima.
Si voltò ed era esattamente lei, che gli sorrise e gli fece segno di andare lì per prendere il quaderno.
Il ragazzo raccolse la sua roba con un'idea ben precisa, passò a prendere il quaderno con lo zaino sulle spalle, e senza degnare nessuno di una parola se ne uscì per godersi quelle due ore buche in uno dei modi che più preferiva. Suonare.
Camminò per i corridoi ora deserti, e raggiunse il laboratorio A1 di musica, sperando con tutto se stesso che fosse libero.
Sbirciando dal piccolo cerchio in plastica trasparente notò con immenso piacere che era deserta, così entrò, buttò lo zaino sulla prima sedia che vide, e si sedette alla poltroncina girevole che stava esattamente davanti al suo strumento. La tastiera.
Chiuse semplicemente gli occhi, ed entrò in un mondo che neanche lui sapeva descrivere. Il suo mondo.
Suonò le sue canzoni preferite una dopo l'altra, fino ad arrivare a quella che proprio sua sorella le aveva chiesto di imparare. Sorrise al ricordo di una piccola Lottie che lo supplicava di suonare la sua canzone preferita.



{video di Lou che suona}
Oh, it's what you do to me.


Suonava beatamente, con un piccolo sorriso, immerso nella sua musica, tanto che neanche si era accorto di una presenza alle sue spalle.
A quattro o cinque metri dalle sue spalle, appoggiato alla porta chiusa, giaceva un ragazzo dalla forma piuttosto allungata, con gli stessi occhi verdi e gli stessi boccoli castani di Devah. Ma a differenza di Devah, era una figura maschile.
E Louis non si era accorto di essere stato osservato da quegli occhi per ben dieci minuti, finché il calore di un tocco sulla spalla non lo fece bloccare. E non solo per quanto riguardava la melodia, si bloccò tutto.
Dopo un po' di indecisione si decise e guardare il viso di quel ragazzo che sembrava essere spuntato dal nulla.
-Posso?-
Louis non sapeva cosa fare e come muoversi. Non era agitato, semplicemente non aveva mai avuto un grande talento nel conoscere le persone. E così rispose con un piccolo sorriso cordiale, che fece allargare il sorriso del riccio, sul cui volto comparvero due deliziose fossette.
Il ragazzo prese uno sgabello lì accanto e lo posizionò a poco spazio da Louis, e solo allora questo capì cosa intendeva con quella domanda.
Rimase fermo per un po' guardando i movimenti del ragazzo.
Lo aveva già visto, lo aveva sentito cantare dall'esterno della classe qualche volta, era di un anno più piccolo.
-Continua.-
Ordinò con gentilezza il riccio quando si fu sistemato.
Louis si sentiva un po' a disagio, ma cercando di nascondere la diffidenza prese un respiro, richiuse gli occhi e tornò a suonare le note della canzone.
Di tanto in tanto gli occhi si aprivano, quasi sorvegliando il ragazzo che accanto a lui non aveva smesso di fissarlo con un'espressione angelica.
Louis si sentiva strano, percepiva del calore, dopo tanto tempo. Nessuno gli era mai stato così vicino.
E mai Harry si era avvicinato così tanto ad un ragazzo.
Si, Harry, quarto anno all'accademia delle arti.
Il riccio era perfettamente consapevole del guaio in cui si sarebbe cacciato avvicinandosi troppo a qualcuno. Nessuno lo conosceva, nessuno conosceva i suoi sentimenti. Ma dopo mesi di osservazione da lontano, il desiderio di conoscere una persona così particolare lo aveva invaso, tanto da riuscire a cacciare le preoccupazioni ed entrate in quell'aula colma di strumenti musicali.
Louis si lasciò trasportare dalla musica.
E Harry si lasciò trasportare dall'atmosfera.
Il tutto si fermò quando le note calarono a silenzio, gli occhi del più vecchio si aprirono in fretta ed il suo cuore perse un battito.
Percepì di nuovo il calore che aveva sentito al tocco della sua mano, e con l'angolo dell'occhio vide il viso sereno del ragazzo, con gli occhi chiusi, mentre il sonno pesante gli aveva fatto cadere la testa sulla sua spalla.
Lo osservò per qualche attimo, c'era qualcosa nell'aria che permise a Louis di sentirsi perfettamente a suo agio, in quella situazione.
Quando si accorse che lo stava fissando insistentemente scosse lievemente la testa, e senza pensarci prese con cautela le cuffie dal ripiano. Le attaccò e le portò alle orecchie, prima di ricominciare a suonare.
Non voleva svegliarlo, non voleva disturbarlo. Qualcosa in lui non voleva che alzasse quella chioma dalla sua spalla.




I don't know what to believe.






-D, devo andare.-
La campanella aveva risvegliato Harry dai suoi sogni, Louis aveva sentito il calore andarsene, ed aveva aperto nuovamente gli occhi.
Prima che potesse rispondere la porta si era chiusa, ed era, ancora una volta, solo.


All'una e venti Louis raccolse tutta la sua roba dall'aula di informatica, e volò fuori da quell'edificio per andare a pranzare.
Durante tutte le ore di lezione non aveva fatto altro che pensare a quelle due ore.
Pensava, anche se non sapeva a cosa pensare.
Pensava all'emozione che gli smuoveva lentamente tutto il corpo.
Aveva anche per un attimo pensato a "quella" possibilità, ma l'aveva subito cancellata.
Non era così, non lo sarebbe mai stato. O semplicemente non lo voleva-
Con il suo passo calmo raggiunse a piedi il bar-ristorante poco distante dalla scuola.
Entrò sorridendo alla cameriera che ormai conosceva, guardò i tavoli tutti occupati nella sala, e senza pensarci un secondo si recò in quel tavolo.
-Hey.-
Il ragazzo alzò lo sguardo in un attimo, e dopo un breve secondo di tensione, si sciolse in un piccolo sorriso.
-Hey.-
Rispose Harry a Louis, che si era appena seduto avanti a lui.
Non pranzarono insieme, pranzarono semplicemente nello stesso tavolo, spiccicando qualche parola ogni tanto.
Uscirono, parlarono ancora per poco, finchè Harry non riuscì a farsi coraggio e a fare quella domanda.
Poco dopo le sue dita stavano digitando sull' ipone il numero di cellualre di Louis.
E poi si salutarono.



You, you got this spell on me.












Il telefono di Harry continuava a produrre lo stesso monotono rumore che rendeva l'attesa di una risposta ancora più straziante; mentre Louis, rannicchiato sul suo letto con le spalle poggiate al muro, riusciva solo a piangere di più guardando il nome del mittente.
Harry sapeva bene che qualcosa non andava. Quel giorno avrebbero dovuto vedersi al solito tavolo del bar-ristorante, ma Louis non si era presentato, ed il suo messaggio era stato: "Scusa Harry, non ci riesco."
Harry capì perfettamente a cosa si riferisse, ci era passato anche lui.
Chiamò ancora una volta, aveva deciso che sarebbe stata l'ultima.
Camminava a passo svelto per la stanza, ascoltando sempre lo stesso monotono rumore.
E Louis guardò ancora il display del telefono, leggendo quel nome con accanto uno smile.
Dopo qualche attimo di attesa allungò la mano, aveva inconsciamente deciso di provare a rispondere. Portò lentamente l'oggetto accanto al suo viso e con insicurezza schiacciò il tasto verde.
Ma purtroppo Harry aveva appena chiuso la chiamata.
E questo non fece altro che peggiorare la situazione per il ragazzo.
Harry, stufo di aspettare, chiuse la chiamata, si infilò il cappotto grigio senza allacciarlo, prese le chiavi della sua Ducati Monster ed uscì. Se non rispondeva alle chiamate si sarebbe recato direttamente a casa sua. Vole sapere cosa stava accadendo al suo Louis. Colui che da un po' di tempo a questa parte era diventato la sua ossessione.
Parcheggiò davanti al vialetto, e si trovò davanti alla casa in cui solo una volta era entrato, con la scusa dei compiti di matematica.
Appena schiacciò il bottone sentì il suono del campanello provenire dall'interno, ma nessun'altro rumore.
Così suono ancora, insistentemente, perché era sicuro che il ragazzo fosse in casa.
D'altra parte Louis sbirciò dalle tende della finestra, e guardò il riccio che scivolava a terra tenendo la schiena poggiata al legno della porta, mentre della lieve pioggia iniziava a cadere su di lui e sul paesaggio.
-Hey.-
Sussurrò Harry dopo essersi alzato in piedi davanti alla porta ora aperta.
Louis non parlò, si spostò semplicemente per farlo entrare.
E nonostante l'atmosfera grigio scuro di quella casa a luci spente, Harry aveva notato benissimo gli occhi rossi e gonfi del compagno, insieme alla sua faccia sconvolta.
Camminarono uno dietro l'altro fino a raggiungere la camera di Louis, dove questo tornò a sedersi nella stessa posizione di prima.
Harry sospirò in piedi,indeciso sul da farsi, anche se poi gli bastò guardare l'altro per capire che a quel punto non c'era più niente da perdere.
Con pochi movimenti delicati e silenziosi si appostò a destra del ragazzo, provocando un lieve contatto tra le loro braccia.
Louis inevitabilmente sentì i brividi percorrergli tutto il corpo, ed il suo cuore tornò a sciogliersi come ogni volta che stava con lui. Ma non voleva che fosse così.
Harry girò di poco la testa e fissò il compagno che si stava mordendo un labbro co forza, per trattenere le lacrime. Poi fece quel che il suo istinto gli diceva, e poggiò la mano su quella calda di Louis.
Il cuore di quest'ultimo si bloccò, come la prima volta, quando aveva sentito dei ricci posarsi sulla spalla.
Lo scatto veloce con cui Louis distolse la mano sorprese entrambi.
-Io.. Io non ce la faccio Harry.-
Le ginocchia rannicchiate al petto e il viso in lacrime nascosto dalle braccia, una scena che stava distruggendo le interiora del riccio.
-Louis..-
La mano di Harry era andata a poggiarsi sulla nuca del compagno, lasciando dolci carezze rassicuranti, che però non fecero altro che distruggerlo.
-Smettila Harry!- Sbottò improvvisamente. Si alzò dal letto e iniziò a camminare nella stanza, mentre il secondo rimase seduto sul letto appoggiando i piedi al pavimento, e lo guardò, lo ascoltò mentre gridava, mentre tuta la sua rabbia, tutti i suoi pensieri uscivano dopo anni di clausura.
-Io non posso essere come te, non ci riesco! Quando ti avvicini con quel sorriso e le fossette intorno per me scompare il mondo, ma è tutto così irreale, così stupido! Non ho mai veramente parlato con nessuno da anni, e nessuno ha mai provato a capirmi, poi arrivi tu e mi distruggi appoggiando la testa sulla mia spalla! Lo capisci? Io non capisco più niente di tutto quello che sta succedendo, so solo che quando ti vedo il mio muro si scioglie come burro, mi sento felice, mi piace stare con te, ma io non voglio essere felice di stare con te!-
Si fermò qualche secondo, e trovò il coraggio di guardare quegli occhi verdi che mai lo avevano abbandonato. E proprio come si aspettava, si perse dentro alle emozioni che ne fuori uscivano.
E le emozioni di Harry erano tante. Dolcezza, compassione, tristezza, preoccupazione, paura, amore.
Louis si passò nevroticamente una mano nel ciuffo castano prima di continuare.
-Il fatto è che.. Tu mia hai stravolto. In queste tre o quattro settimane, da quando sei entrato in quell'aula, non capisco più niente. -
Nella sua testa però il pensiero che lo tormentava era "sei bravo a mentire a te stesso, Louis." Perché infondo lo sapeva perfettamente cosa stava succedendo, ma non riusciva ad ammetterlo. Non voleva ammetterlo.
-Il fatto è  che.. Sei così speciale.-
E non riuscì a concludere quella frase senza distogliere lo sguardo da quello di Harry.
Gli diede le spalle, e non smise di piangere e singhiozzare.
Sentì solo un lieve scricchiolio del letto, e poco dopo la figura più alta del riccio era esattamente davanti a lui, ad ascoltare i suoi sospiri, singhiozzi.
-Ssh.-
Sussurrò tranquillamente il ragazzo, posando una carezza sulla guancia destra di Louis.
Questo non ce la fece più, e scoppiò in un pianto isterico lasciandosi cadere tra le braccia del compagno.
Harry lo strinse con tutte le forze, e poggiò il mento sui capelli di Louis, lasciando che le sue lacrime gli bagnassero il collo.
Louis sapeva che era tutto sbagliato, ma l'unica cosa che percepiva era la sicurezza; sicurezza di essere accolto, sicurezza di essere capito, sicurezza di essere accettato, sicurezza di essere amato. Tutto in quell'abbraccio disastroso.
Rimasero così per un tempo che sembrò infinito, finché le lacrime e i singhiozzi di Louis non furono placati dalle affettuose carezze di Harry.
-Non smettere mai di essere te stesso, sei una persona stupenda.-
Le parole sussurrate di Harry riempirono il cuore di Louis di dolcezza, e l'abbracciò si distaccò un po' mentre questo posava le mani sui fianchi del primo, che a sua volta posò una mano sulla guancia del compagno e l'altra dietro la sua nuca.
-Devo andare.-
Sussurrò sempre Harry dopo qualche attimo, per poi lasciare un veloce bacio di sfuggita sulla fronte del suo compagno.
Per un secondo Louis non reagì e guardò la figura allontanarsi, poi una scintilla nel suo cervello lo fece scattare avanti senza nessuna preoccupazione.
-Per favore, resta qui. Infondo, dovevamo cenare insieme.-
Tentò con un piccolo sorriso ironico. Neanche si era accorto che per fermarlo e farlo voltare gli aveva stretto la mano, ma Harry si che se ne era accorto, e sorrise spontaneamente sia per il gesto che per la richiesta.
-D'accordo.-

-Vivi da solo?-
Chiese Harry dopo che si furono distesi sul letto a guardare il soffitto.
Era un letto singolo, ma in due vi stavano comodamente uno accanto all'altro.
-Si, i miei stanno a Doncaster. Tu?-
-Io ho un appartamento con una coinquilina in città.-
Louis annuì, e poi calò il silenzio. Non uno di quei silenzi imbarazzanti, ma un silenzio ristoratore, dove Louis finalmente si sentì davvero a casa.
Passarono diversi minuti, e quando Harry girò la testa verso il compagno per fargli una domanda esso gli dava le spalle, ed era rannicchiato con gli occhi chiusi.
Sorrise, con cautela prese la coperta che c'era a fondo letto e la stese sui due corpi, per poi abbracciarlo da dietro ed addormentarsi con lui.
Quando Louis si svegliò alle nove di mattina percepì un calore, non il solito calore trasmesso dalla coperta, ma un calore che non aveva mai provato.
In pochi secondi si ricordò di tutto ciò che era successo e un lieve mal di testa gli fece corrugare la fronte. Girò il volto incontrando quello addormentato di Harry, che con calma iniziò ad aprire gli occhi.
-Buongiorno.-
Sussurrò il riccio con la voce impastata da sonno.
Louis aprì un piccolo sorriso, poi si girò tra le braccia del ragazzo per non dargli la schiena.
-Ciao Harry.-
Sussurrò a sua volta, facendo sorridere il compagno.



Never felt like this before, are we friends or are we more?











Come deciso la mattina stessa, Harry prese la sua moto e si trovò davanti a casa di Louis esattamente alle nove e mezzo di sera.
Era passata una settimana da quando avevano chiarito e dormito insieme, e ora, a parte qualche rara crisi di Louis, tutto andava bene, e si incontravano sempre più spesso.
Tanto che la sera prima avevano nuovamente dormito nello stesso letto.
Era una situazione strana per entrambi. Harry aveva finalmente trovato qualcuno disposto ad accettarlo, e Louis aveva finalmente trovato qualcuno che sapesse entrare nel suo cuore che col tempo si era indurito.
E tutto stava cambiando.
Il campanello suonò, e dopo pochi secondi la porta si aprì, e ne uscì un Louis con dei jeans neri, un maglione di lana che spuntava dal cappotto spesso, e un paio di Superga. Lo riconobbe subito Harry, era lo stesso maglione in lana che aveva quel giorno, quando si erano conosciuti.
-Andiamo?-
Chiese il riccio dopo che la porta fu chiusa.
-Andiamo.-
Camminarono nel vialetto fino ad arrivare alla lussuosa moto di Harry, e non appena Louis ci fu seduto sopra, alle spalle del ragazzo, sentì rombare il motore, rimanendo sorpreso.
-Ehm, non possiamo prendere la mia macchina?-
Harry rise piano, e senza rispondere accelerò bruscamente provocando una forte stretta di Louis alla vita.
Il riccio sorrise ancora, forse lo stava facendo apposta d accelerare per farlo stringere a se, solo forse.
Aveva una terribile paura di quella velocità, eppure si fidava del suo compagno, così si stringeva sempre di più per sentirlo lì, vicino.
Dopo alcuni minuti in cui avevano sfrecciato per le strade deserte di periferia la moto rallentò, e si fermò in un piccolo pacheggiò circondato da prati.
Louis tirò un sospiro quando capì di essere tutto intero, facendo ridere Harry, ancora una volta.
Scesero dalla moto, Harry mise il bloccasterzo e la catena mentre Louis si ricomponeva.
Cominciarono a camminare vicini, con le mani in tasca, camminarono per una decina di minuti fino ad arrivare ad un imponente quercia. Harry sorrise guardando in alto, mentre Louis pensava che era davvero grande.
-Perché mi hai portato qui?-
Chiese il secondo guardando i rami possenti e alti della pianta.
-E' un posto speciale.- Spiegò Harry. -Qui ho baciato il mio primo ragazzo.-
Louis rimase di sasso a quelle parole. Anche se tutti e due ne erano perfettamente consapevoli, non avevano mai accennato a quel discorso. All'essere omosessuale. 
-Com'è stato?-
Chiese ancora Louis, questa volta girandosi a guardare il volto del ragazzo. E con quella domanda non si riferiva solo al bacio, ma a come aveva capito di essere attratto dagli uomini.
Harry rise lievemente.
-Un disastro. Non sapevo che sarebbe successo, lo desideravo infondo, ma non me lo aspettavo.-
In quel momento anche Harry si girò incontrando lo sguardo fisso di Louis.
-Ero nella tua stessa situazione, diciamo.-
Il riccio si spostò lentamente, fino ad arrivare davanti a Louis, prima di continuare.
-Eravamo uno di fronte all'altro, vicini-
Louis non si mosse, restò ad ascoltare pietrificato dalle sue parole.
Infondo lo desiderava, ma non se lo aspettava, non sapeva che un secondo dopo le loro labbra si sarebbero unite in un casto bacio romantico.
E così fu, senza che potesse rendersene conto le sue labbra stavano giocando con quelle del riccio, le sue mani gli stringevano la vita mentre le sue spalle erano racchiuse nella sua stretta protettiva.
Dopo molti magici secondi fermarono un attimo quel gioco, facendo soppesare le fronti l'una contro l'altra.
-Harry.-
Lo chiamò sussurrando, come se quel sentimento forte dovesse rimanere solo tra loro due, perché un'emozione così grande avrebbe spaventato il resto del mondo.
Harry alzò lo sguardo da terra e incrociò ancora una volta i suoi occhi azzurri.
-C, credo di essermi innamorato.-
Soffiò quelle parole con il fiato che mancava, e quando un sorriso spuntò davanti a lui, accompagnato da due fossette, il cuore iniziò a battere forte, tanto che Harry probabilmente lo poteva sentire.
Si guardarono per infiniti attimi, poi il riccio non resistette più, e si fiondò di nuovo su quelle labbra calde e morbide, questa volta chiedendo di più.
Accarezzò con la lingua il labbro inferiore di Louis, che si stava godendo il bacio come mai era successo.
Louis si lasciò completamente andare schiudendo le labbra, e permettendo alla desiderosa lingua di Harry di giocare con la sua.
Le emozioni che entrambi provarono erano infinite, indescrivibili, e la loro potenza no si sarebbe mai potuta misurare.
Restarono così, in quella stretta, in quell'abbraccio, in quel bacio, in quel loro mondo per minuti e minuti, con il desiderio di non andarsene mai più.
Louis sorrise quando il compagno gli morse il labbro e lo tirò leggermente verso di se.
Harry lo lasciò andare e sorrise a sua volta poggiando la fronte alla sua.
-Louis.-
Questa volta fu Harry ad attirare l'attenzione dell'altro, che subito incatenò i suoi occhi azzurri a quelli verdi del ragazzo.
-Credo di essermi innamorato.-
Sorrisero entrambi, e si lasciarono un'ultimo bacio passionale e veloce, prima di avvinghiarsi in un abbraccio quasi soffocante.
Senza nessun dubbio, nessuna paura, e nessun imbarazzo Harry prese la mano del ragazzo, che ricambiò la stretta affettuosa, e lo portò in una piccola conca tra le radici della pianta, dove vicini, si sedettero scaldandosi a vicenda.
Harry, più alto, portò il braccio destro sulle spalle di Louis, e questo, vedendo la mano del riccio spuntare vicino al suo collo, non poté fare a meno di stringerla con la sua.
La fronte di Louis, un po' coperta dal suo ciuffo rovinato, era poggiata alla guancia morbida e calda di Harry, che come in segno di solennità e promessa, lasciò un rumoroso bacio su quei capelli castani.
Lì in quel silenzio profondo, entrambi erano ben consapevoli di una cosa: si stavano cambiando la vita a vicenda, niente sarebbe più tornato come prima.




Change, change your life, take it all.





Dopo aver parlato di infinite cose, fino alle tre di mattina si erano addormentati, senza sentire il freddo che li circondava, perché il calore prodotto dai loro sentimenti e dai loro corpi bastava per entrambi.
Louis aprì lentamente gli occhi, sospirò, e si guardò intorno. Harry era ancora abbracciato a lui in quella piccola conca, sentiva il suo calore, e il cielo era di un azzurro scuro, tendente al rosa verso il basso. Stava per sorgere il sole.
Guardando il ragazzo notò con piacere che era sveglio, e stava guardando un punto fisso all'orizzonte.
-Hey.-
Sussurrò Louis facendo voltare il ragazzo. Harry sorrise, prima di rispondere.
-Buongiorno.-
Il primo si sollevò un po' per stare più comodo, senza lasciare la stretta delle mani, che durante la notte non era cambiata.
Ancora tutto sembrava così irreale.
i loro visi, ora alla stessa altezza, si fissavano insistentemente, e quando Louis si morse il labbro inferiore Harry cedette, e si avvicinò per baciarlo senza lasciarli il tempo nemmeno di prendere fiato.
Il bacio fu subito profondo, con più passione e più foga della sera precedente.
Non tanto per causa di Louis, che stava al gioco, ma più per il forte desiderio di Harry.
In poco tempo si erano girati uno di fronte all'altro, e le loro mani accarezzavano il corpo dell'altro avvicinandolo sempre di più.
La sicurezza di Louis non era ai massimi livelli, ma si lasciò trasportare dai movimenti di Harry, fino a trovarsi con le ginocchia appoggiate ai lati delle sue gambe.
Il bacio continuava, interrotto solo da qualche frazione di secondo per riprendere fiato, il minimo indispensabile.
Il livello della passione saliva a dislivello, e a Louis venne un colpo quando sentì l'erezione del compagno sporgere tra le sue gambe.
Ma non si fermò, e ciò che gli permise di non farlo era proprio la mano di Harry che stringeva la sua come per non volerlo lasciar andare.



You'll be mine, and i'll be yours.






Erano ancora completamente nudi, seduti sui loro pantaloni e coperti dagli abiti che usavano come coperte, e restarono così a guardare i colori dell'albe, e il sole che mano a mano sorgeva, illuminando tutto.
"Ti amo" aveva sussurrato Harry un attimo prima che tutto si concludesse.
Louis aveva sorriso, nonostante il dolore.
-Ti amo anch'io, Harry.-
Disse Louis con voce roca.
Questo si voltò e lo guardò sorridendo, e lo stesso fece lui.
Si guardarono, si scrutarono sotto la luce chiara dell'alba.
Quel momento non se lo sarebbero dimenticato mai.


'Cause everything has changed.











Sentiva lo sguardo delle persone, i bambini che li fissavano con terrore, e le risate disprezzanti delle persone.
-Harry scusa, io proprio non ci riesco.-
Disse piano Louis mentre staccava la mano dal compagno.
Harry si fermò improvvisamente nel corridoio del centro commerciale e guardò Louis serio.
-Non ci riesco a non pensare agli altri. Mi dispiace.-
Cercò di spiegarsi il ragazzo gesticolando.
L'agitazione di Louis fece ridere il riccio, che gli prese il braccio, invece che la mano, e lo trascinò in un angolo nascosto.
Quando furono lontano da tutti lo fermo al muro, e con la mano posò una carezza sulla sua guancia.
-Mi dispiace.-
Sussurrò ancora Louis.
-Ssh.-
Lo interruppe l'altro accarezzando la pelle morbida con il pollice.
-La gente ha paura, paura di vedere qualcosa di diverso, di migliore. Loro non possono capire, loro non sanno di noi.-
Louis sorrise lievemente per le dolci parole di Harry, e lasciò che questo lo baciasse in modo casto, prima di uscire di nuovo allo scoperto, senza più nessuna paura.



They don't know how special you are, they don't know what you've done to my heart.
They can say anything they want, 'cause thay don't know us.










"Mamma?"
Parlò Louis al telefono, registrando un messaggio di segreteria telefonica per la madre.
"Ovviamente non rispondi, sarai a lavoro. Comunque ho buone nptizie, per me. Resto qui a Londra! Ho trovato casa, un lavoro, e un ragazzo. Ci sentiamo poi, ciao!"
Chiuse la chiamata con un gran sorriso sincero in volto, e non fece in tempo a girarsi che fu accolto dalle braccia nude di Harry arrivate all'improvviso.
Si girò tra le sue braccia, e gli sorrise a pochi centimetri dal viso.
Era l'ennesima notte che passavano insieme, dopo mesi che si erano conosciuti, e finalmente, anche se con difficoltà, era riuscito a fare quel passo.
-Ti sei svegliato.-
Disse piano Louis, con la sua voce docile.
-Ho sentito la chiamata.-
Rispose Harry facendo sorridere entrambi.
Ci fu un altro di quei baci dolcissimi, passionali, che non avrebbero mai smesso di scatenare i brividi ad entrambi.
-Per sempre?-
Chiese Louis dopo diversi attimi in cui gli unici rumori erano i loro battiti mischiati ai loro respiri.
-Insieme.-
Disse di tutta risposta Harry con la sua voce calda e profonda.
Il sorriso di entrambi fu incontenibile, e dopo tutti gli ostacoli passati finalmente potevano essere sicuri che niente più sarebbe andato storto, se fossero stati insieme.




Turn around, look at what you see.
In his face, the mirror of your dreams.
Make believe I'm everywhere, living in your eyes.
Written on the pages, is the answer to
our never ending story.




Harry aveva finalmente realizzato il sogno di vivere senza dover fingere, e Louis ora riusciva a vivere senza fingere.
Quella scuola che entrambi avevano sognato, gli aveva regalato molto più della musica, gli aveva regalato l'amore.
Si erano trovati grazie ad un sogno, grazie ad una canzone, e tutta la loro vita lo era diventata, era diventata un sogno, una canzone.
Una splendida canzone, di quelle che ti fanno chiudere gli occhi, di quelle con un finale mozzafiato che ti riempe la schiena di brividi.
La canzone d'amore più bella di sempre.

















Hey there!
Buona sera gente. Come va?
Io piuttosto bene, sono riuscita a prendere i biglietti, omg.
E poi, non so se avete visto, ma secondo me il coming uot è vicino. Cioè, Eleanor scirve che è stanca di tutto questo, Harry scrive che non c'è bisogno di essere legato da un foglio di municipio. Scusate ma se non lo vedete avete il prosciutto negli occhi. lol
A parte questo, se andate ad uno dei due concerti del 28 e 29, chiedete di iscrivervi a questo gruppo di facebook:
Per i concerti del 28 e 29 giugno. Basta che ci cliccate sopra e lo trovate. :)
Parlando della os,
che ve ne pare?
E' la prima Larry in assoluto che scrivo, mi sentivo ispirata. (?)
Come avrete notato il testo è spesso interroto da immagini e testi di canzoni, che ho voluto inserire per rendere il tutto più reale.
Se vi interessa, ora scrivo i titoli delle canzoni, le traduzioni, e una lieve spiegazione del perchè le ho inserite in quella parte. Se non vi interessa andate direttamente sotto c:


La prima canzone è Hey There Delilah di Plain White T's.
Traduzione della frase: "Oh, è qesto ciò che fai per me."
L'ho messa riferita alla musica, che in quel caso aiuta Louis a sorridere.
La seconda è Magic dei One Direction.
Traduzione: "Non so cosa credere."
Lo messa perchè nella testa di entrambi, soprattutto Louis c'è confusione, e non sa cosa pensare di quello che succede.
La terza è sempre Magic dei One Direction.
Traduzione: "Tu, tu hai quest'incantesimo su di me."
L'ho messa perchè per entrambi la presenza dell'altro è speciale, e fa sembrare tutto diverso.
La quarta è Change My Mind, One Direction.
Traduzione: "Mai sentito così prima di ora, siamo amici o siamo di più?"
Il motivo mi sembra ovvio, Louis sente che qualcosa sta cambiando, sa che Harry è più di un amico, e mai si è sentito così.
La quinta è Change You Life, Little Mix.
Traduzione: "Hai cambiato, cambiato la mia vita, te ne sei appropriato completamente."
Direi che anche questa è abbastanza ovvia.
Louis ha perso la sua vita precedente, Harry ha distrutto il muro di mattoni che si era creato in quegli anni, e gli ha fatto provare nuove emozioni.
La sesta è Everything Has Changed, Taylor Swift e Ed Sheeran.
Traduzione: "Tu sarai mio ed io sarò tuo."
Vista la scena che segue anche questa motivazione mi sembra ovvia. Capitemi, lol.
La settima è sempre Everything Has Changed di Taylor Swift e Ed Sheeran.
Traduzione: "Perché tutto è cambiato."
Insomma le loro vite sono state stravolte, e per loro sta iniziando un nuovo mondo tutto da scorprire.
La penultima è They Don't Know About Us, One Direction.
Traduzione: "Loro non sanno quanto sei speciale, loro non sanno cosa hai fatto al mio cuore. Loro posso dire ciò che vogliono, perchè non ci conoscono."
Succede che le paure e i disagi di Louis riaffiorano, e Harry lo rassicura spiegandogli che gli altri non sanno nulla di loro.
L'ultima, con cui la storia finisce, è Never Ending Story, di Limahl.
Traduzione: "Voltati, e guarda ciò che vedi. Nel suo viso, lo specchio dei tuoi sogni. Credici, sono ovunque, vivo nei tuoi occhi. Scritta nelle pagine, c'è la risposta alla nostra storia infinita."
E' semplicemente una dolce conclusione del per sempre, insieme, che i due ragazzi si promettono.


Ora, ditemi voi cosa pensatedi questa schifezzina, spero sia almeno leggibile. :)
Non credo di aver altro da dire, quindi mi dileguo. 

Cieo!


 
xx, Flying_
  
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