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Autore: RuboLaVitaDentroDiMe    29/09/2013    3 recensioni
Ninna nanna ninna... No.
Non chiudere gli occhi, mucchietto di ossa. Non ti addormentare. Fallo per te, per me, per chi ti pare.
Non sai mai cosa potrebbe succedere, al di là delle tue palpebre.
Ninna nanna ninna... No.
Non lasciarmi da sola.
Non ti addormentare.
Ascoltami blaterare, piuttosto.
Ninna nanna ninna...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sotto a chi tocca il fondo'
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A me.
A tutti.
A nessuno
.




Le parole usate per servire a qualcosa si vendicano.
(Giorgio Manganelli, Il delitto rende ma è difficile)

 

Ninna nanna ninna... No.
Non chiudere gli occhi, mucchietto d'ossa. Non ti addormentare. Per favore, fallo per te.

Lo vedi quel sole che gioca a cavallina sulla curva delle tue scapole? Sì, quello che si accovaccia fra i tuoi capelli e aspetta che qualcuno lo trovi di nuovo. Quello che fa il bagno in mezzo alle nuvole che avvolgono la tua testa.
Proprio quello, sì. Quella cosa che sta lì in alto quanto te. Quello che tenta di rubarti la scena.
Se chiudi gli occhi e ti addormenti lui non esisterà più. Non farà più il suo girotondo attorno al mondo e non ci sarà più alcun tutti giù per terra.
Vuoi che succeda?
Ninna nanna ninna... No.
No, non li puoi chiudere quegli occhi del cazzo, ammasso di cartilagine.
Dimmi un po', la vedi quella pila di libri? Quella che ti si attacca alla schiena ogni singolo giorno e che ti segue in continuazione, con i denti piantati tra le vertebre. Quelle parole che svolazzano fuori dalle pagine, che ballano il foxtrot, che si limano le unghie e ti guardano mentre ti trascini in giro cercando di capire se quello è il tuo mondo o se se sei capitato lì solo per sbaglio.
Eh? Le vedi? Dimmi, le vedi?
Che vuoi fare? Vuoi far sparire pure loro? Solo perché si nutrono di tutto ciò che hai? Vuoi lasciarle sdraiate tra le pagine di quel poeta... come si chiama? Schifo? Vuoi lasciarle senza nulla da fare, ferme a prendere il sole? Aspetta... quale sole?
Tu vuoi loro bene. Me lo hai sempre detto. Detto, confessato, urlato, sussurrato, sputato, balbettato, canticchiato, recitato, compitato...
Ninna nanna ninna... No.
Su, sforzati. Non ti addormentare, vene aggrovigliate. Credimi. Lo dico per te. Tu non lo vuoi, me lo hai detto tu, qualche era geologica fa, quando eravamo dei parameci che se ne giravano mano nella mano.
Se ti guardi attorno puoi vedere tutto, sai? Sì, quei pacchi imballati con la scritta fragile sui lati, e, cazzo, se te le dicono allora vogliono proprio che tu li scuota e rompa tutto. Vedi le tracce di grasso che rimangono sul mondo quando ci posi la tua testa di capelli unti. Secondo me puoi anche sentire il Dies irae che risuona e si colora nel tubo catodico della tua mente. Ah, che stupida, quasi me ne dimenticavo: scommetto che c'è pure quella ciambella che non è riuscita col buco, e allora come fai a sapere che è una stronza di ciambella, ma, ehi, basta il pensiero.
Quanto sono brava con le metafore? Eh, dillo! Quanto sono brava?
Scommetto che non l'hai capito, di cosa stavo parlando, con tutta questa sfilza di caratteri di battuta, fitti fitti come la foresta Nera. Ma chi se ne frega di quello che c'è scritto. È quello che non c'è che conta davvero. Te lo dimostro: se fissi bene dentro agli spazi bianchi, c'è un intero mondo da scoprire. Guarda: .
Allora, hai capito? La metafora, intendo.
Parlavo della tua vita, intestino costipato.
Beh... vita. Credo si chiami così. Una vita non-vita, ma pur sempre vita... Almeno, tutti usano questa bella parola. Non vuol dire che sia giusto, ma... Vita. Come quella che noi donne dobbiamo sempre avere stretta. Si può avere una vita non-vita stretta? Sì, insomma, hai capito cosa intendo, no? Perché se non hai capito io pos...
Ehi, guarda... una cimice. Dici che se la schiaccio puzza più di quanto puzza il mio Io?
Ninna nanna ninna... No.
E che mi dici di te, ventricoli zoppicanti? Di tutto quell'ammasso di roba di cui sei fatto, fatto in tutti i sensi, e che ti scarrozzi dietro ogni giorno? Eh?
A che ti servono tutte quelle ossa? Non potresti semplicemente startene squagliato a terra? Saresti un bel tappetino da bagno, immagino. E tutti quei muscoli? Bicipite, tricipite, sternocleidomastoideo... Tanto non li usi. Quei culturisti alla tv, loro sì che sanno cosa farsene, ma tu... Di' un po': il morale riesci a sollevartelo, o pesa troppo? E il cervello? Che lo tieni a fare? Tanto è in pausa pranzo dodici ore al giorno, e le altre dodici, bisogna capirlo, poverino, è in pausa caffé e sigaretta. Sei una persona perennemente in pausa. Vogliamo parlare di tutto il resto? Pancreas, cistifellea, unghie dei piedi, cazzo... cazzo quello vero, eh? Non quello che ho sempre in bocca io.
Ma tanto sei magnifico così, alla fine. Piaci a nessuno, ma tanto chi vuoi che se ne sbatta. Qualcuno si sbatte te, ma nessuno che se ne sbatta di te.
E a me? A me piaci? Bah, no.
Ma se tu non esistessi non ci sarebbe proprio più niente che di interessante, nella vita. Non è un controsenso, sul serio. Ma tanto che vuoi capirne, tu. Lascia perdere.
Insomma, mica vorrai chiudere gli occhi e lasciarti non esistere, vero? Perché non te lo perdoneresti mai, lo sai? A me non fregherebbe nulla, però...
Al diavolo.
Ninna nanna ninna... No.
Al diavolo.
Al macello.
Al volo.
Al l'incirca... guarda che bello, scritto così.
Al di là.
Al di qua.
Al Qaida.
Al lavoro.
Nah.. al diavolo è ok. Al diavolo suona bene.
Non ti azzardare a chiudere quei maledetti occhi, sai? Poi a me chi resta altrimenti?
Tanto di me ti ricordi, vero? Non serve che ti dico chi sono.
Su, dai che lo sai. Pensaci. Niente aiuto da casa, qui non c'è campo, neanche volendo.
Ce la puoi fare... quella che hai i pensieri che sanno di fumo, sì. Quella che gioca a campana in mezzo alle delusioni, perfetto... sei bravo. Avanti! Quella... quella che spruzza il deodorante per ambienti perché gli altri non sentano l'odore dei suoi sorrisi e si mette gli orecchini di Arbre Magique perché non si sa mai quando quella bastarda della felicità di incula da dietro per appiccicarti la sua puzza, è vero. Su! Solo un'ultima cosa e poi ti lascio in pace. Quella... quella... quella... quella che compie gli anni ogni quindici giorni, perché il tempo per lei funziona diverso e bisogna premiarla per essere riuscita a sopravvivere. L'onomastico cade ogni venti minuti.
Ehi: auguri a Santa Me!
Non ti addormenti, vero? Perché se ti addormenti io non esisto più.
O forse sì, forse potrei esistere ancora.
Rimarrei seduta con le gambe a penzoloni dal pontile e sputerei in basso e lancerei sassi, solo per vedere i cerchi concentrici che fanno la staffetta sull'acqua immobile. E poi un giorno mi lascerei cadere giù anche io, per vedere che razza di cerchi concentrici potrà mai fare il mio non-essere.
Ninna nanna ninna... No.
Non ti addormenti, vero? Per me, per te... per un cazzo di nessun altro, ma, ehi, io e te bastiamo.
Che cosa dici?
Che non te ne importa del sole? Né delle parole di merda, o della tua vita, o del tuo corpo che più perfetto non si può perché la perfezione non esiste ma tu l'hai rubata quando il mondo era a cagare?
Dici che non te ne frega assolutamente un cazzo nemmeno di me?
Che sei solo stanco e che vuoi chiudere i tuoi occhi, senza avere la mia voce da oca che ti starnazza nelle orecchie? Che vuoi lasciare che tutto non-esista?
Oh.
Oh... ok.
Ok, rimango qui con te fino a che non ti addormenti, ti accarezzo i capelli. Poi me ne vado, o smetto di esistere, vediamo come mi va di fare.
Ninna nanna ninna...


 



Note assonnate:
Ho pensato di non iserirle nemmeno, queste stupide note, ma tanto alla fine l'ho fatto comunque.
E devo dire subito che l'idea parte da una canzone di Caparezza.... Ninna nanna di Mazzarò, credo...
Era da tanto che non scrivevo qualcosa di così tremendamente non-sense... Solitamente voglio sempre che significhi qualcosa di profondo, captabile... Solo che poi mi sono trovata davanti alla frase di Manganelli di cui sopra e... beh, ho mandato a puttane tutto quanto.

Semplicemente.
Non che non ci siano significati intrinsechi. Ce ne sono a palate. Ogni dannatissima cosa vuol dire qualcos'altro. Ma... dategli voi l'interpretazione che volete.
Non ho toccato nemmeno una virgola di questo scritto. Mi sono limitata a pubblicarlo così come mi è uscito, in un momento di straniamento, e non ho osato metterci mano perché ho avuto, e ho ancora, l'impressione che, se avessi tentato di farlo, le parole mi avrebbero morso.
E' tutto qui.
Assurdo, eh?
Alla prossima
LadraDiVita
  
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