-Un indovinello?-
-Si un indovinello: se lo risolvi vengo a letto con te… di nuovo- si appoggiò su un fianco, molleggiando sul letto disfatto.
-E perché dovrei stare al tuo gioco, mocciosa?- sfoggiò il suo ghigno più suadente e provocante lo spadaccino –Se ti voglio, ti prendo- con forza le circondò la vita con le braccia, pesandole sui seni nudi con il petto rude e caldo.
-Oh andiamo…- si lamentò Nami, allontanandolo con finto fastidio -… è per rendere più intrigante il…-
-… il sesso? A me piace così: spontaneo e passionale-
-Dì pure selvaggio e indemoniato…- roteò gli occhi nocciola al cielo, disegnando le cicatrici sul petto del compagno.
-Interminabile anche… hai presente che ore della notte siano?!?-
-Le tre, forse le quattro…- alzò le spalle, arricciando le labbra malandrina -… ma non è di certo colpa mia se, tu- lo colpì con un dito su un pettorale – non ti fermi fintanto che non vado in apnea, e se ciò richiede due o tre ore di palestra di coppia-
Zoro sghignazzò, scivolando giù dal florido petto svestito della rossa, lasciandola nuda e scoperta al suo fianco.
-Dettagli- le accarezzò una natica, approfittando della sua posa a pancia in giù.
-Dettagli- ridacchiò quella, sgambettando –Allora, ci stai?-
-Puff… sentiamo questo stupidissimo indovinello…-
La rossa schioccò la lingua, addossando il mento al palmo di una mano.
-I tuoi genitori stano passeggiando con un bambino. È evidente che gli vogliono molto bene, ma quel bambino non sei tu, ne un tuo fratello, ne una tua sorella, sebbene il bambino abbia lo stesso cognome di tuo padre …- allungò una mano, accarezzando un braccio dell’amante -… chi è il bambino?-
Zoro corrugò la fonte, fissando il soffitto.
Un bambino con lo stesso cognome di suo padre, ma che non fosse ne lui ne un suo fratello.
Mm… non era semplice…
-Mm…- mugugnò, mentre Nami si raggomitolava accanto a lui, posando il capo sul suo petto.
-Non sono io ne un mio fratello- ragionò ad alta voce, accarezzandola soprapensiero –Ma ha il cognome di mio padre come me…mm…-
-Ci sei?-
-Forse…- ruotò il capo a guardarla in volto -… è mio figlio-
La navigatrice sorrise, sostenendo il suo sguardo, prima di abbassarlo e, con mano leggera, accarezzarsi il ventre.
Zoro sgranò l’occhio buono, fissandola.
-Si, è tuo figlio- sussurrò lei, continuando a coccolare dolcemente il piccolo Roronoa che stava crescendo in lei.
La fissò, spalancando la bocca esterrefatto.
Nami, la sua Nami, quella mocciosa rompiscatole che lo amava, e che amava, da sempre, era incinta?
-Tu…?- non riuscì ad aggiungere altro, non trovando parole abbastanza belle per descrivere la sua felicità.
La rossa annuì sorridendo entusiasta.
-Indovinato- ridacchiò, incapace di trattenersi –Sei contento?-
Zoro le prese il volto tra le mani, costringendola a fissarlo negli occhi, baciandola con passionale trasporto, stringendola forte a se e accarezzandole il grembo fertile.
-Indovinato- la baciò ancora –Indovinato mocciosa mia-