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Autore: biberon    29/09/2013    3 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Heather allungò improvvisamente il braccio bloccando Gwen.
Era da più di due ore almeno che camminavano in quello sporco corridoio, senza arrivare mai da nessuna parte.
“Che succede?!” abbaiò la gotica.
“Abbiamo un problema.” Rispose l’altra.
Davanti a loro c’era un gigantesco buco che divideva nettamente il resto del corridoio scavato nella roccia dalla base.
“E allora?! Saltiamolo usando i nostri poteri vampireschi!” esclamò la dark.
Heather alzò un sopracciglio e si piegò a terra. Esaminò con cura la roccia e con un gesto rapido della mano estrasse da una fessura una specie di granchio.
“Quello cosa diavolo è?”
“è un granchio delle rocce. Hai mai visto King Kong?”
“No, perché?”
“Lascia perdere.”
Heather tenne il granchi etto stretto tra l’indice e il pollice e poi, con un gesto fulmineo, lo lanciò dall’altra parte.
A mezz’aria, prima che potesse atterrare dall’altra parte, al granchio accadde qualcosa di raccapricciante: si ribaltò completamente contorcendosi ed emettendo un suono stridulo, cioè i minuscoli organi interni presero il posto della pelle rivoltandolo come un calzino.
Poi cadde dentro alla voragine.
“Che cosa …?”
“Una barriera. Una fottuta barriera. Quella strega psicotica ha lanciato un incantesimo sulla zona che circonda la sua caverna.”
“Ma non possiamo usare la collana? Dovrebbe creare un turbine spazio temporale e condurci direttamente la. Dopotutto, mi sembra di capire che tu sei arrivata qui così …”
“Quel ciondolo conduce solo fino all’ingresso di questo tunnel. Non oltre.”
“Ah. E non potremmo crearne uno noi unendo i nostri poteri?”
“No. Quella stronza prima di morire ha lanciato un incantesimo che ci impedisce di utilizzare i nostri poteri finché siamo qui. L’impedisce a chiunque.”
“Stai dicendo che i nostri poteri sono nulli? Non possiamo nemmeno levitare?”
“No. Se no credi che avrei camminato per tutto questo tempo?!”
“Beh, in ogni caso in qualche modo dovremmo fare.”
 
Le due zittirono, pensose.
 
“Guarda!” esclamò Gwen indicando un punto per terra.
Erano incise alcune parole.
“Che c’è scritto?”
“Un dono richiedo per farvi passare.
Morbida seta di corvino tinteggiata,
a lungo amata e lucidata,
il dono tuo più bello,
pallido essere mordace,
la cosa che tu ami,
è quella che a me piace.” Lesse Heather con voce modulata.
 
“Che significa?” chiese Gwen.
“Significa … NON CI CREDO!” urlò la vampira.
“Che succede?!”
“Quella stronza …”
“Che succede?!”
“Lei … lei ha sempre invidiato i miei capelli … la mia chioma setosa e corvina … lei sa che io non ci rinuncerei mai … brutta stronza!”
“Stai dicendo che …”
“Sì.” Annuì. “Devo tagliarmi i capelli.”
“Tutti?”
“Non deve restare nemmeno un ciuffo. E io non ho intenzione di farlo.”
“Cosa?!”
“Vedi, lei sapeva bene che io non avrei mai rinunciato ai miei capelli.
E così mi ha chiesto di tagliarli. Sapeva che non l’avrei mai fatto. Sapeva che non saremmo potute passare.”
“Mi stai dicendo che dipende tutto da te?”
“Sì.”
“E allora cosa aspetti?! Tagliali!”
L’altra la guardò come se le avesse chiesto di tirare la luna giù dal cielo.
“Sei impazzita?!” urlò, con un lampo di follia negli occhio.
Gwen indietreggiò.
“Calmati …”
“Ma sei impazzita?! I miei bellissimi capelli … il Dono …”
“Cosa?”
“Eh?”
“hai appena detto il dono …”
“Cazzi miei!” urlò Heather.
“Calmati!” ripetè la dark isterica. “Come pensi di fare se non vuoi dare i tuoi stupidi capelli?!”
“Non lo so!”
“Heather, so che devi raggiungere la caverna. Fallo per te stessa. Ti ricresceranno. Una volkta lì dentro troverai un’incantesimo che te li farà ricrescere.”
L’altra scrollò il capo.
“è dura ammetterlo, ma … hai ragione. È l’unico modo per passare. Ma c’è un altro problema … con cosa me li taglio?”
“La roccia qui intorno pè troppo dura da rompere …”
“Guarda!” esclamò Heather.
Per terra le scritte erano mutate.
Ora il verso diceva così:
“Tutt’e due qualcosa dovranno perdere allora,
le beniamine che voglion passare,
che il taglio si compia col bianco candor,
di chi nella bocca è solito stare.”
 
“Che significa questo?”
“Significa … che ti devo staccare un dente.” Disse Heather pensosa.
“Ma …”
“Niente storie, darkettina! Io ci metto i capelli, e tu ci metti un canino. Tanto ti riscrescerà, no? La è pieno di pozioni.” Ghignò.
“ e va bene. Ma come pensi di staccarm …”
Prima che potesse terminare la frase, Heather, con un gesto fulminò, aveva alzato la gamba sferrandole un poderoso calcio sul mento.
Gwen si piegò un avanti e dalla sua bocca sgorgò un fiotto di quel liquido blu, in cui era immerso un canino lucente.
“Perfetto.” Sussurrò Heather.
Gwen tossicchiò, cercando di riprendersi e massaggiandosi la mandibola, mentre Heather si tagliava i capelli.
Per magia, appena il canino toccò un solo ciuffo,l i capelli caddero tutti al suolo contemporaneamente.
Heather gemette.
“Come sei buffa …” ridacchiò la gotica vendicativa.
“Fottiti.” Rispose l’altra e gettò il dente e la chioma nel burrone.
Questik caddero dolcemente senza smembrarsi, e un ponte di legno si materializzò davanti ai loro occhi.
Heather si passò una mano sulla testa calva.
“Non siamo neanche a metà strada.” Sibilò rabbiosa tra sé e sé.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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