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Autore: Layla    29/09/2013    1 recensioni
“È Jack, che adesso si sta facendo una doccia. Appena ti ha visto è come impazzito, continuava a urlare “È lei, l’ho ritrovata!”.”
Io lo guardo con la bocca spalancata, sono così scioccata che ho paura che la mascella mi si stacchi da un momento all’altro e se ne vada a fanculo.
Qualche minuto dopo, il signorino che ha tanto richiesto la mia presenza fa la sua comparsa con solo un asciugamano addosso alla vita e mi punta un dito addosso.
“Tu! “Lost in stereo” è stata scritta per te!”
Io mi indico sconvolta.
Lost in stereo per me.

Tratto dal primo capitolo.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Jack Barakat, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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6) Do you want me or do you want me dead?

 

Due giorni dopo vengo dimessa.
La mano mi fa ancora male, ma – ringraziando Dio – ho delle prescrizioni per degli anti dolorifici, parlando di Dio prima che Jack venga  a prendermi è meglio che io cerchi la cappella di questo dannato posto e vada a ringraziarlo.
Non sono mai stata molto credente, ma visto che lui ha operato un miracolo su di me lasciandomi su questa terra vorrei ringraziarlo.
La trovo dopo aver girovagato un po’, leggermente imbarazzata mi inginocchio a uno dei banchi e inizio a recitare il padre nostro, l’unica preghiera che ricordi dai  giorni in cui andavo a catechismo.
Dopo di che vado a braccio, lo ringrazio e gli parlo di me come farei con un vecchio amico che conosco da sempre e forse è così. Forse Dio è l’unico amico che ho da sempre,  solo che era timido e non si è mai mostrato a me prima d’ora.
Finite le mie strambe preghiere torno in camera e trovo Jack con una faccia preoccupata.
“Dov’eri?”
“A ringraziare un amico.”
Io alzo un indice verso l’alto e lui capisce.
“Non sapevo fossi credente.”
“Dopo certe cose lo diventi e ora andiamo.”
Gli dico sorridendo, lui prende la borsa delle mie cose e finalmente ce ne andiamo, salutiamo le infermiere e il dottore e finalmente siamo fuori.
È una mattinata piovosa, si sente il calore dell’asfalto che sale e l’odore della pioggia – un misto di bagnato e di decomposto – ma a me non dispiace: l’importante è essere fuori di qui.
Saliamo sulla macchina di quello che ormai chiamo il mio ragazzo e finalmente partiamo, la pioggia ha cominciato a cadere di nuovo.
“Adesso andrò finalmente a vivere nella villa di un riccone, lifestyles of rich and famous!”
Lui ride.
“Più che altro troverai una casa sufficiente grande da contenere il mio caos, da quando Holly vive lì la casa l’ha eletta a salvatrice della patria.”
Io rido.
“Holly è brava come casalinga, io sono più caotica, ma me la cavo come cuoca.”
“Bene, finalmente mangerò qualcosa di diverso dalla pizza o dal cibo del cinese.”
“Puoi giurarci!”
Io alzo un po’ di più il cappotto della mia felpa rossa dei Rancid che spunta da sotto la giacca di pelle. Come prima tappa andiamo in farmacia, poi gli chiedo come sta il suo frigo, lui mi risponde che somiglia al Sahara dopo la battaglia di El-alamein, pieno di ruderi inutilizzabili.
“Benissimo, allora faremo un po’ di spesa.”
Ci fermiamo da un fornaio e poi in un supermercato, lui salta immediatamente dentro al carrello, come i bambini. Entro spingendo il carrello con una sola mano e compro il necessario: carne, uova, latte, formaggi, acqua, birra, bibite gassate,salumi, verdura, frutta,biscotti, preparato per i pancakes, sciroppo d’acero pasta, qualche sugo e poi le cazzate che non possono mancare.
Alla fine abbiamo il carrello pieno e Jack deve uscire a malincuore, anche perché si è accorto che faccio fatica a tirare il carrello. Lo prende lui in consegna e ci dirigiamo verso la cassa, abbiamo fatto una buona spesa.
Con la macchina piena di roba buona arriviamo a casa e troviamo Holly e Alex ad aspettarci.
“Quanto ci avete messo?”
“Ci siamo fermati a fare spesa.”
Alex lo guarda incredulo.
“Tu che fai spesa?”
“L’ho fatta io.”
Alex tira un plateale sospiro di sollievo.
“Questo mi rassicura. Il frigo ti amerà istantaneamente.”
“Sono contenta. Che ne dite di aiutarci a scaricare e a mettere via la roba.?”
I due si fanno avanti e dopo un quarto d’ora tutto è a posto e noi siamo sul grande divano a chiacchierare, un’occhiata all’orologio e il borbottio della pance dei ragazzi mi fanno capire che è ora di cucinare qualcosa.
“Beh, vado a preparare il pranzo.”
“Vengo a darti una mano.”
Holly si alza e mi segue, io metto l’acqua per la pasta sul fuoco, faccio soffriggere un po’ di aglio e un po’di cipolla, apro un barattolo di sugo per poi versarlo nel pentolino del soffritto e spegnere il gas
Quando l’acqua bolle ci butto la pasta e riaccendo il gas, ci aggiungo dei cubetti di prosciutto ed è fatta.
“E così tu e Jack state insieme.”
“Sì.”
“Come ti sembra?”
“Strano in senso positivo, è da tanto che non ho un ragazzo e tutto mi sembra nuovo e strano.”
“Sono felice per te, spero che duri.”
“Anche io.”
Dico assaggiando il mio sugo: buono.
“Che buon profumino! Te la cavi bene in cucina.”
Alex si è affacciato alla porta della cucinca.
“Grazie mille.”
“Io e Jack andiamo a preparare la tavola, tuo fratello verrà a trovarti oggi pomeriggio.”
“Bello!”
Lui sorride.
“Spero che prima o poi riuscirai a trattarmi un po’meno freddamente.”
Io arrossisco.
“Scusa, non lo faccio apposta. Mi viene naturale essere così con le persone che conosco poco, ma spero anche io che prima o poi ti tratterò più da amico.”
Lui sorride di nuovo e se ne va, di là lo sento urlare a Jack di togliersi dal divano che è ora di preparare la tavola e mangiare.
“Alex è una brava persona, Wen.”
“Lo so.”
Dieci minuti dopo servo la mia pasta in tavola, a Jack si illuminano gli occhi.
“Amo la cucina italiana!”
“Allora spero che questo ti piaccia.”
Rispondo piuttosto timida, una parte di me ancora non crede che io e lui stiamo insieme e pensa che tutto questo sia un delirio dell’agonia.
Magari questo è il mio paradiso personale che Dio ha creato solo per me.
“Wen, tu non mangi?”
Io guardo un attimo Holly poi do una forchettata alla mia pasta e devo dire che è proprio venuta buona, la apprezzano tutti.
“Brava, non sapevo avessi questa dote!”
“Adesso verrai sfruttata indiscriminatamente da Jack, sappilo.”
La voce di Alex è ironica e mi strappa una risata.
“Va bene, spero tenga conto del mio braccino malandato.”
“Certo, che ne terrò conto!”
Dopo mangiato Holly trascina Alex in cucina per rigovernare, la sua faccia grida silenziosamente aiuto, Jack gli sorride malignamente e tace.
“Così impara a mettere in dubbio la mia capacità di fare la spesa.”
Io alzo un sopracciglio.
“Ne ha tutte le ragioni, il tuo frigo sembrava la steppa russa durante la seconda guerra mondiale, dentro non c’era nulla.”
Lui ride e mi trascina delicatamente sul divano.
“Mi devi delle coccole, O’Connor.”
“Giusto, vieni qui.”
Gli faccio cenno di accucciarsi sul mio seno e lui non se lo fa ripetere due volte, gli accarezzo piano i capelli, mentre lui si accomoda meglio.
Poi passo ad accarezzargli il volto e la schiena, lui non dice nulla, sembra un gigantesco gatto.
“Mmm, mi piace stare così.”
Dice lui a bassa voce.
“Anche a me.”
Gli lascio un bacio leggero sui capelli e lo sento tremare leggermente.
“Scusa…”
“No, non ti scusare. È ok.”
Continuo ad accarezzarlo e a baciare lentamente i capelli e le tempie fino a quando non suona il campanello. Jack è costretto ad alzarsi e a controllare chi è.
È mio fratello e sono davvero felice di vederlo.
“Wendy, sorellina, come stai?”
“Meglio, gli antidolorifici sono una bomba.”
“E lui si comporta bene?”
Indica scherzosamente jack.
“Sì, non ti preoccupare.
Vuoi qualcosa?”
“Sì, un caffè.”
“Vado a preparartelo.”
Entro in cucina e mi trovo davanti a una scena imbarazzante: Holly e Alex si stanno baciando.
“Scusate, non volevo interrompervi.”
Mormoro con gli occhi fissi a terra.
“Volevo solo preparare un caffè a mio fratello.”
“C’è Andy di là, vado a salutarlo!”
Mi risponde leggermente isterica Holly, io guardo Alex che evita il mio sguardo.
“Dobbiamo parlare dopo.”
“Va bene. Credo che una chiacchierata a questo punto sia utile a tutti e due.”
Io gli picchio la mano sulla spalla e poi preparo il caffè, Alex non esce dalla cucina, si è seduta su una sedia e guarda per terra con aria sconsolata.
Esce solo quando io servo il caffè, si siede su una poltrona e cerca di intrattenere tutti con le sue battute, mio fratello guarda lui e poi Jack e alla fine sorride.
“Sembra che tu abbia trovato un ottimo posto per sistemarti e sembra che ci siano parecchie persone che tengano a te qui.”
Io arrossisco, mi sembra ancora così strano che qualcuno tenga a me.
“Sì, è vero. È un buon posto e ci sono tante persone che si prendono cura di me.”
Alzo la mia mano fasciata e la guardo.
“Spero che potrà guarire completamente.”
“Sono sicuro di sì, Wen. Spero mi tatuerai qualcosa con la tua manina.”
“Lo spero. È brutta la situazione del posto dove ti mandano?”
Lui alza le spalle.
“Un po’, è la mia prima missione e ho un po’ di paura.”
“Sono sicura che te la caverai bene, ti impongo di tornare da me.
Mi mancano i tuoi riccioli, Andy.”
Lui ride e si passa una mano sui capelli corti.
“Sì, mancano un po’ anche a me, ma sarebbe strano vedere un militare riccioluto. Spero di non stare per sempre nell’esercito.”
“Qual è il piano, fratello?”
“Di riuscire a raccattare abbastanza soldi e poi se riesco lasciare l’esercito, mettere su un ristorante che sia solo mio.
Io non posso rapinare papà come hai fatto tu!”
Io quasi rischio di sputare il caffè.
“Come fai a saperlo?”
“Non ci vuole molto, la sua cassaforte vuota e tu che sparisci di punto in bianco.”
Jack mi guarda curioso.
“Me la spieghi?”
Io sono più rossa di un pomodoro maturo.
“Beh, ecco… Dopo aver passato un sacco di tempo con lui e dopo che lui aveva obbligato a licenziarmi il tatuatore che mi aveva assunta come apprendista ho deciso di prendere a modo mio i soldi che mi spettavano e che lui non mi ha mai dato.
Ho aperto la sua cassaforte e ho arraffato tutto quello che c’era dentro, più qualche altra roba di valore e sono tornata a Baltimora.
Mi sono fatta pagare gli oggetti da un ricettatore e poi sono venuta a Los Angeles con Holly.”
“Quindi tu sai aprire una cassaforte come nei film?”
Io annuisco con la mia tazza in mano.
“Te l’ho detto che a Baltimora frequentavo brutta gente e tra la brutta gente c’era anche qualcuno che era stato in riformatorio. Tanti amici di James erano passati di lì e mi avevano preso come una mascotte, così mi hanno insegnato i trucchi del mestiere.”
“Sei pericolosa!”
Jack ride, io sono imbarazzata.
“A te non ruberei mai niente.”
Lui si accorge del mio imbarazzo e mi attira a sé, dandomi un bacio sui capelli.
“Lo so, lo so.
Cercavo di sdrammatizzare la situazione.”
“Grazie.”
“Papà ha mai sospettato qualcosa?”
Mio fratello scuote la testa.
“No, o a quest’ora saresti in carcere, stanne certa.
Spero che non mi ci voglia molto a raccattare il denaro che mi serve, non muoio dalla voglia di andare in giro a stroncare vite umane o farmi ammazzare a mia volta.
Credo che per almeno cinque anni dovrò fare questa vita.”
Io lo guardo senza dire niente, se mi avesse anche solo accennato a questo progetto avrei tenuto da parte un po’ di soldi della mia razzia alla cassaforte di papà per lui.
“Avresti potuto dirmelo, ti avrei dato un po’ di soldi.”
Lui scuote la testa.
“Papà ti avrebbe sgamata.”
“Hai ragione. A quest’ora sarei in carcere, probabilmente.”
La conversazione passa poi su argomenti più leggeri e meno drammatici, niente carceri, morti, violenza. Jack e Alex ci raccontano com’è la vita in tour, della gente che conoscono, dei fan, dei blink.
Andrew si illumina sapendo che li conosce, anche lui, come me, è fan da una vita del trio di San Diego. Nella nostra roulotte malandata ci siamo scatenati tantissime volte con Enema a tutto volume, pogando e saltando fino a che i vicini venivano a battere sulla nostra porta per farci smettere.
Questi sono bei ricordi.
La musica di quei tre mi porta sempre bei ricordi.
Alle quattro mio fratello se ne va, Holly va al negozio perché a quell’ora ha fissato il colloquio con il mio sostituto, Jack viene richiamato in studio e così in casa rimaniamo solo io e Alex.
“Penso sia arrivato il momento della famosa chiacchierata, sempre se ti va. Non voglio essere invadente.”
Lui scuote la testa.
“No, è ok. Ne ho bisogno anche io, la mia testa è confusa, da quando ho rivisto Holly mi sento ancora il ragazzino che non sapeva come dirle che l’amava.”
Io vado a prendere un paio di bottigliette di birra e gliene porgo una, poi mi metto comoda sul divano.
“Non sapevo amassi Holly, non sapevo nemmeno che aveste una storia, me l’ha detto Jack in ospedale.”
Lui fa una smorfia.
“A volte parla troppo, ma gli voglio bene.
Non avevamo una vera storia, era solo sesso. Io ero un ragazzino timido e lei… beh, è stata la ragazza più fredda e cinica che io abbia mai conosciuto, a parte te.”
“Grazie.”
“Scusa, è che tu e tua cugina avete in comune una sfiducia così forte nei confronti dell’amore che mi chiedo se non ve l'abbiano trasmessa per via genetica.”
Io sospiro e bevo la prima sorsata.
“Quello che ti dirò tra poco non deve uscire da queste mura, chiaro?
Non fartelo scappare davanti a Holly o sarò costretta a farti molto male e non mi va di fartelo, hai capito?”
Lui annuisce.
“Tu sai i miei motivi, ma non sai quelli di Holly. All’apparenza la sua famiglia è perfetta, te la ricorderai.”
“Sì, li vedevo tutte le domeniche nella chiesa cattolica.”
Io annuisco.
“Però, vedi sotto questa apparente perfezione si celano dei segreti molto brutti. Mio zio, il fratello di mia madre e padre di Holly, è bigamo. Per lavoro va spesso a Chicago e li ha un’altra moglie e altri figli e nessuno sa dell’esistenza dell’altra famiglia, ognuno crede di essere la famiglia di mio zio.
Solo che Holly intorno ai tredici anni ha scoperto dell’altra famiglia e per lei è stato un trauma, voleva molto bene a suo padre, avevano un bellissimo rapporto che si è distrutto quando lei ha saputo la verità.
Non è più riuscita a fidarsi di mio zio da allora, l’ha allontanato con disprezzo e senza dire a nessuno perché, io sono stata spesso tirata in ballo come la cattiva influenza.”
Faccio una pausa.
“E quando Holly ha perso la fiducia nel padre,l’ha persa anche nell’amore, da allora lo considera come una cosa di facciata, una finta.
Jeremy l’ha corteggiata molto a lungo prima di diventare il suo ragazzo e a volte penso che comunque non ce l’abbia fatta perché lei ha ancora dei periodi in cui è fredda.
Periodicamente si chiude in sé stessa e diventa inavvicinabile, Jeremy non le può parlare e a volte nemmeno io.
Questo  è quanto. Adesso tocca a te.”
Lui inizia a torcere le mani.
“Non c’è molto da raccontare. L’ho conosciuta al liceo e sono diventato suo amico, per quanto tu possa essere amico della ragazza per cui hai una cotta mostruosa, e poi lei mi ha proposto un patto.”
“Di che tipo?”
“Sesso. Lei voleva fare pratica, ma non voleva che tutti la considerassero una puttana, io volevo lei e mi sono semplicemente adattato.
La storia è durata tutto l’ultimo anno di liceo, ci vedevamo dopo scuola e cercavamo i posti più nascosti per fare i cretini insieme. Se possibile mi sono affezionato ancora di più a lei, peccato che a un certo punto lei mi abbia detto che era finita.
Non mi ha mai spiegato perché, so solo che ci sono rimasto di merda e lei occupa ancora uno spazio nel mio cuore.”
Io lo guardo un attimo, ho una mia ipotesi su questa faccenda e se si rivelerà vera qualcuno ne uscirà con le ossa rotte, Alex o Jeremy.
“Da quando ci siamo ritrovati è tornata quella tensione tra noi,  vorrei tanto che fosse solo mia, ma non credo che le ragazze come lei scelgano quelli come me.
Lei è una principessa e io sono solo un buffone.”
Io gli tiro un cuscino, lui mi guarda spaesato, io arrossisco.
"Non deve uscire da questa stanza, anche perché è solo una mia congettura e non voglio creare false speranze in nessuno.”
“Dimmi.”
“Io e sottolineo io credo che Holly ti abbia allontanato perché iniziava a sentire qualcosa per te, qualcosa che andava oltre l’amicizia.
Questo l’ha spaventata e l’ha indotta a mollarti, ma credo che, come tu non hai dimenticato, lei non ti abbia dimenticato e altrimenti non ti avrebbe baciato prima.”
“Dici che sia così?”
“Non lo so, è solo un’ipotesi. Non ho certezze, Holly non mi ha mai parlato di te come ragazzo che ha frequentato, solo come membro degli All Time Low.”
Lui sbuffa, demoralizzato.
“Spero che un giorno qualcuno mi consideri come Alex e basta.”
“Io ti considero come Alex e basta.”
Lui mi fa un sorriso debole.
“Tu sei la ragazza di Jack, io voglio una ragazza mia che mi consideri così.”
Io mi alzo e lo abbraccio un po’ intimidita.
“La troverai, prima o poi. Chissà magari sarà proprio Holly.”
Lui non dice nulla, risponde solo al mio abbraccio.
Che brutta situazione! Chissà perché Holly non mi ha mai detto niente di tutto questo, forse a quest’ora lei sarebbe la ragazza di Alex se me ne avesse parlato.
Che gran casino.
Spero solo che nessuno ne esca con le ossa troppo rotte, sono affezionata a Jeremy e ad Alex e mi dispiacerebbe vederli soffrire, anche se so che sarà inevitabile.
Che situazione.

Angolo di Layla 

Ringrazio _redsky_ e LostinStereo3 per le recensioni.

   
 
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