6) Do you want me or do
you want me dead?
Due
giorni dopo vengo
dimessa.
La mano mi fa ancora male,
ma – ringraziando Dio – ho delle prescrizioni per
degli anti dolorifici,
parlando di Dio prima che Jack venga
a
prendermi è meglio che io cerchi la cappella di questo
dannato posto e vada a
ringraziarlo.
Non sono mai stata molto
credente, ma visto che lui ha operato un miracolo su di me lasciandomi
su
questa terra vorrei ringraziarlo.
La trovo dopo aver girovagato un po’, leggermente imbarazzata
mi inginocchio a
uno dei banchi e inizio a recitare il padre nostro, l’unica
preghiera che
ricordi dai giorni
in cui andavo a
catechismo.
Dopo di che vado a
braccio, lo ringrazio e gli parlo di me come farei con un vecchio amico
che
conosco da sempre e forse è così. Forse Dio
è l’unico amico che ho da
sempre, solo che
era timido e non si è
mai mostrato a me prima d’ora.
Finite le mie strambe
preghiere torno in camera e trovo Jack con una faccia preoccupata.
“Dov’eri?”
“A ringraziare un amico.”
Io alzo un indice verso
l’alto e lui capisce.
“Non sapevo fossi
credente.”
“Dopo certe cose lo
diventi e ora andiamo.”
Gli dico sorridendo, lui
prende la borsa delle mie cose e finalmente ce ne andiamo, salutiamo le
infermiere e il dottore e finalmente siamo fuori.
È una mattinata piovosa, si
sente il calore dell’asfalto che sale e l’odore
della pioggia – un misto di
bagnato e di decomposto – ma a me non dispiace:
l’importante è essere fuori di
qui.
Saliamo sulla macchina di
quello che ormai chiamo il mio ragazzo e finalmente partiamo, la
pioggia ha
cominciato a cadere di nuovo.
“Adesso andrò finalmente a
vivere nella villa di un riccone, lifestyles of rich and
famous!”
Lui ride.
“Più che altro troverai
una casa sufficiente grande da contenere il mio caos, da quando Holly
vive lì
la casa l’ha eletta a salvatrice della patria.”
Io rido.
“Holly è brava come
casalinga, io sono più caotica, ma me la cavo come
cuoca.”
“Bene, finalmente mangerò
qualcosa di diverso dalla pizza o dal cibo del cinese.”
“Puoi giurarci!”
Io alzo un po’ di più il
cappotto della mia felpa rossa dei Rancid che spunta da sotto la giacca
di
pelle. Come prima tappa andiamo in farmacia, poi gli chiedo come sta il
suo
frigo, lui mi risponde che somiglia al Sahara dopo la battaglia di
El-alamein,
pieno di ruderi inutilizzabili.
“Benissimo, allora faremo
un po’ di spesa.”
Ci fermiamo da un fornaio
e poi in un supermercato, lui salta immediatamente dentro al carrello,
come i
bambini. Entro spingendo il carrello con una sola mano e compro il
necessario:
carne, uova, latte, formaggi, acqua, birra, bibite gassate,salumi,
verdura,
frutta,biscotti, preparato per i pancakes, sciroppo d’acero
pasta, qualche sugo
e poi le cazzate che non possono mancare.
Alla fine abbiamo il
carrello pieno e Jack deve uscire a malincuore, anche perché
si è accorto che
faccio fatica a tirare il carrello. Lo prende lui in consegna e ci
dirigiamo
verso la cassa, abbiamo fatto una buona spesa.
Con la macchina piena di
roba buona arriviamo a casa e troviamo Holly e Alex ad aspettarci.
“Quanto ci avete messo?”
“Ci siamo fermati a fare
spesa.”
Alex lo guarda incredulo.
“Tu che fai spesa?”
“L’ho fatta io.”
Alex tira un plateale
sospiro di sollievo.
“Questo mi rassicura. Il
frigo ti amerà istantaneamente.”
“Sono contenta. Che ne
dite di aiutarci a scaricare e a mettere via la roba.?”
I due si fanno avanti e
dopo un quarto d’ora tutto è a posto e noi siamo
sul grande divano a
chiacchierare, un’occhiata all’orologio e il
borbottio della pance dei ragazzi
mi fanno capire che è ora di cucinare qualcosa.
“Beh, vado a preparare il
pranzo.”
“Vengo a darti una mano.”
Holly si alza e mi segue,
io metto l’acqua per la pasta sul fuoco, faccio soffriggere
un po’ di aglio e
un po’di cipolla, apro un barattolo di sugo per poi versarlo
nel pentolino del soffritto
e spegnere il gas
Quando l’acqua bolle ci
butto la pasta e riaccendo il gas, ci aggiungo dei cubetti di
prosciutto ed è
fatta.
“E così tu e Jack state
insieme.”
“Sì.”
“Come ti sembra?”
“Strano in senso positivo,
è da tanto che non ho un ragazzo e tutto mi sembra nuovo e
strano.”
“Sono felice per te, spero
che duri.”
“Anche io.”
Dico assaggiando il mio
sugo: buono.
“Che buon profumino! Te la
cavi bene in cucina.”
Alex si è affacciato alla
porta della cucinca.
“Grazie mille.”
“Io e Jack andiamo a preparare
la tavola, tuo fratello verrà a trovarti oggi
pomeriggio.”
“Bello!”
Lui sorride.
“Spero che prima o poi
riuscirai a trattarmi un po’meno freddamente.”
Io arrossisco.
“Scusa, non lo faccio
apposta. Mi viene naturale essere così con le persone che
conosco poco, ma
spero anche io che prima o poi ti tratterò più da
amico.”
Lui sorride di nuovo e se
ne va, di là lo sento urlare a Jack di togliersi dal divano
che è ora di
preparare la tavola e mangiare.
“Alex è una brava persona,
Wen.”
“Lo so.”
Dieci minuti dopo servo la
mia pasta in tavola, a Jack si illuminano gli occhi.
“Amo la cucina italiana!”
“Allora spero che questo
ti piaccia.”
Rispondo piuttosto timida,
una parte di me ancora non crede che io e lui stiamo insieme e pensa
che tutto
questo sia un delirio dell’agonia.
Magari questo è il mio
paradiso personale che Dio ha creato solo per me.
“Wen, tu non mangi?”
Io guardo un attimo Holly
poi do una forchettata alla mia pasta e devo dire che è
proprio venuta buona,
la apprezzano tutti.
“Brava, non sapevo avessi
questa dote!”
“Adesso verrai sfruttata
indiscriminatamente da Jack, sappilo.”
La voce di Alex è ironica
e mi strappa una risata.
“Va bene, spero tenga
conto del mio braccino malandato.”
“Certo, che ne terrò
conto!”
Dopo mangiato Holly
trascina Alex in cucina per rigovernare, la sua faccia grida
silenziosamente
aiuto, Jack gli sorride malignamente e tace.
“Così impara a mettere in
dubbio la mia capacità di fare la spesa.”
Io alzo un sopracciglio.
“Ne ha tutte le ragioni,
il tuo frigo sembrava la steppa russa durante la seconda guerra
mondiale,
dentro non c’era nulla.”
Lui ride e mi trascina
delicatamente sul divano.
“Mi devi delle coccole,
O’Connor.”
“Giusto, vieni qui.”
Gli faccio cenno di
accucciarsi sul mio seno e lui non se lo fa ripetere due volte, gli
accarezzo
piano i capelli, mentre lui si accomoda meglio.
Poi passo ad accarezzargli
il volto e la schiena, lui non dice nulla, sembra un gigantesco gatto.
“Mmm, mi piace stare
così.”
Dice lui a bassa voce.
“Anche a me.”
Gli lascio un bacio leggero
sui capelli e lo sento tremare leggermente.
“Scusa…”
“No, non ti scusare. È
ok.”
Continuo ad accarezzarlo e
a baciare lentamente i capelli e le tempie fino a quando non suona il
campanello. Jack è costretto ad alzarsi e a controllare chi
è.
È mio fratello e sono
davvero felice di vederlo.
“Wendy, sorellina, come
stai?”
“Meglio, gli
antidolorifici sono una bomba.”
“E lui si comporta bene?”
Indica scherzosamente
jack.
“Sì, non ti preoccupare.
Vuoi qualcosa?”
“Sì, un caffè.”
“Vado a preparartelo.”
Entro in cucina e mi trovo
davanti a una scena imbarazzante: Holly e Alex si stanno baciando.
“Scusate, non volevo
interrompervi.”
Mormoro con gli occhi
fissi a terra.
“Volevo solo preparare un
caffè a mio fratello.”
“C’è Andy di là, vado a
salutarlo!”
Mi risponde leggermente
isterica Holly, io guardo Alex che evita il mio sguardo.
“Dobbiamo parlare dopo.”
“Va bene. Credo che una
chiacchierata a questo punto sia utile a tutti e due.”
Io gli picchio la mano
sulla spalla e poi preparo il caffè, Alex non esce dalla
cucina, si è seduta su
una sedia e guarda per terra con aria sconsolata.
Esce solo quando io servo
il caffè, si siede su una poltrona e cerca di intrattenere
tutti con le sue
battute, mio fratello guarda lui e poi Jack e alla fine sorride.
“Sembra che tu abbia
trovato un ottimo posto per sistemarti e sembra che ci siano parecchie
persone
che tengano a te qui.”
Io arrossisco, mi sembra
ancora così strano che qualcuno tenga a me.
“Sì, è vero. È un buon
posto e ci sono tante persone che si prendono cura di me.”
Alzo la mia mano fasciata
e la guardo.
“Spero che potrà guarire
completamente.”
“Sono sicuro di sì, Wen.
Spero mi tatuerai qualcosa con la tua manina.”
“Lo spero. È brutta la
situazione del posto dove ti mandano?”
Lui alza le spalle.
“Un po’, è la mia prima
missione e ho un po’ di paura.”
“Sono sicura che te la
caverai bene, ti impongo di tornare da me.
Mi mancano i tuoi
riccioli, Andy.”
Lui ride e si passa una
mano sui capelli corti.
“Sì, mancano un po’ anche
a me, ma sarebbe strano vedere un militare riccioluto. Spero di non
stare per
sempre nell’esercito.”
“Qual è il piano,
fratello?”
“Di riuscire a raccattare
abbastanza soldi e poi se riesco lasciare l’esercito, mettere
su un ristorante
che sia solo mio.
Io non posso rapinare papà
come hai fatto tu!”
Io quasi rischio di
sputare il caffè.
“Come fai a saperlo?”
“Non ci vuole molto, la
sua cassaforte vuota e tu che sparisci di punto in bianco.”
Jack mi guarda curioso.
“Me la spieghi?”
Io sono più rossa di un
pomodoro maturo.
“Beh, ecco… Dopo aver
passato un sacco di tempo con lui e dopo che lui aveva obbligato a
licenziarmi
il tatuatore che mi aveva assunta come apprendista ho deciso di
prendere a modo
mio i soldi che mi spettavano e che lui non mi ha mai dato.
Ho aperto la sua
cassaforte e ho arraffato tutto quello che c’era dentro,
più qualche altra roba
di valore e sono tornata a Baltimora.
Mi sono fatta pagare gli
oggetti da un ricettatore e poi sono venuta a Los Angeles con
Holly.”
“Quindi tu sai aprire una
cassaforte come nei film?”
Io annuisco con la mia
tazza in mano.
“Te l’ho detto che a
Baltimora frequentavo brutta gente e tra la brutta gente
c’era anche qualcuno
che era stato in riformatorio. Tanti amici di James erano passati di
lì e mi
avevano preso come una mascotte, così mi hanno insegnato i
trucchi del
mestiere.”
“Sei pericolosa!”
Jack ride, io sono
imbarazzata.
“A te non ruberei mai
niente.”
Lui si accorge del mio
imbarazzo e mi attira a sé, dandomi un bacio sui capelli.
“Lo so, lo so.
Cercavo di sdrammatizzare
la situazione.”
“Grazie.”
“Papà ha mai sospettato
qualcosa?”
Mio fratello scuote la
testa.
“No, o a quest’ora saresti
in carcere, stanne certa.
Spero che non mi ci voglia
molto a raccattare il denaro che mi serve, non muoio dalla voglia di
andare in
giro a stroncare vite umane o farmi ammazzare a mia volta.
Credo che per almeno
cinque anni dovrò fare questa vita.”
Io lo guardo senza dire
niente, se mi avesse anche solo accennato a questo progetto avrei
tenuto da
parte un po’ di soldi della mia razzia alla cassaforte di
papà per lui.
“Avresti potuto dirmelo,
ti avrei dato un po’ di soldi.”
Lui scuote la testa.
“Papà ti avrebbe sgamata.”
“Hai ragione. A quest’ora
sarei in carcere, probabilmente.”
La conversazione passa poi
su argomenti più leggeri e meno drammatici, niente carceri,
morti, violenza.
Jack e Alex ci raccontano com’è la vita in tour,
della gente che conoscono, dei
fan, dei blink.
Andrew si illumina sapendo
che li conosce, anche lui, come me, è fan da una vita del
trio di San Diego.
Nella nostra roulotte malandata ci siamo scatenati tantissime volte con
Enema a
tutto volume, pogando e saltando fino a che i vicini venivano a battere
sulla
nostra porta per farci smettere.
Questi sono bei ricordi.
La musica di quei tre mi
porta sempre bei ricordi.
Alle quattro mio fratello
se ne va, Holly va al negozio perché a quell’ora
ha fissato il colloquio con il
mio sostituto, Jack viene richiamato in studio e così in
casa rimaniamo solo io
e Alex.
“Penso sia arrivato il
momento della famosa chiacchierata, sempre se ti va. Non voglio essere
invadente.”
Lui scuote la testa.
“No, è ok. Ne ho bisogno
anche io, la mia testa è confusa, da quando ho rivisto Holly
mi sento ancora il
ragazzino che non sapeva come dirle che l’amava.”
Io vado a prendere un paio
di bottigliette di birra e gliene porgo una, poi mi metto comoda sul
divano.
“Non sapevo amassi Holly,
non sapevo nemmeno che aveste una storia, me l’ha detto Jack
in ospedale.”
Lui fa una smorfia.
“A volte parla troppo, ma
gli voglio bene.
Non avevamo una vera
storia, era solo sesso. Io ero un ragazzino timido e lei…
beh, è stata la
ragazza più fredda e cinica che io abbia mai conosciuto, a
parte te.”
“Grazie.”
“Scusa, è che tu e tua
cugina avete in comune una sfiducia così forte nei confronti
dell’amore che mi
chiedo se non ve l'abbiano trasmessa per via genetica.”
Io sospiro e bevo la prima
sorsata.
“Quello che ti dirò tra
poco non deve uscire da queste mura, chiaro?
Non fartelo scappare
davanti a Holly o sarò costretta a farti molto male e non mi
va di fartelo, hai
capito?”
Lui annuisce.
“Tu sai i miei motivi, ma
non sai quelli di Holly. All’apparenza la sua famiglia
è perfetta, te la
ricorderai.”
“Sì, li vedevo tutte le
domeniche nella chiesa cattolica.”
Io annuisco.
“Però, vedi sotto questa
apparente perfezione si celano dei segreti molto brutti. Mio zio, il
fratello
di mia madre e padre di Holly, è bigamo. Per lavoro va
spesso a Chicago e li ha
un’altra moglie e altri figli e nessuno sa
dell’esistenza dell’altra famiglia,
ognuno crede di essere la famiglia di mio zio.
Solo che Holly intorno ai
tredici anni ha scoperto dell’altra famiglia e per lei
è stato un trauma,
voleva molto bene a suo padre, avevano un bellissimo rapporto che si
è
distrutto quando lei ha saputo la verità.
Non è più riuscita a
fidarsi di mio zio da allora, l’ha allontanato con disprezzo
e senza dire a
nessuno perché, io sono stata spesso tirata in ballo come la
cattiva
influenza.”
Faccio una pausa.
“E quando Holly ha perso
la fiducia nel padre,l’ha persa anche nell’amore,
da allora lo considera come
una cosa di facciata, una finta.
Jeremy l’ha corteggiata molto a lungo prima di diventare il
suo ragazzo e a
volte penso che comunque non ce l’abbia fatta
perché lei ha ancora dei periodi
in cui è fredda.
Periodicamente si chiude
in sé stessa e diventa inavvicinabile, Jeremy non le
può parlare e a volte
nemmeno io.
Questo è
quanto. Adesso tocca a te.”
Lui inizia a torcere le
mani.
“Non c’è molto da
raccontare. L’ho conosciuta al liceo e sono diventato suo
amico, per quanto tu
possa essere amico della ragazza per cui hai una cotta mostruosa, e poi
lei mi
ha proposto un patto.”
“Di che tipo?”
“Sesso. Lei voleva fare
pratica, ma non voleva che tutti la considerassero una puttana, io
volevo lei e
mi sono semplicemente adattato.
La storia è durata tutto
l’ultimo anno di liceo, ci vedevamo dopo scuola e cercavamo i
posti più
nascosti per fare i cretini insieme. Se possibile mi sono affezionato
ancora di
più a lei, peccato che a un certo punto lei mi abbia detto
che era finita.
Non mi ha mai spiegato
perché, so solo che ci sono rimasto di merda e lei occupa
ancora uno spazio nel
mio cuore.”
Io lo guardo un attimo, ho
una mia ipotesi su questa faccenda e se si rivelerà vera
qualcuno ne uscirà con
le ossa rotte, Alex o Jeremy.
“Da quando ci siamo
ritrovati è tornata quella tensione tra noi,
vorrei tanto che fosse solo mia, ma non credo che le
ragazze come lei
scelgano quelli come me.
Lei è una principessa e io
sono solo un buffone.”
Io gli tiro un cuscino,
lui mi guarda spaesato, io arrossisco.
"Non deve uscire da questa
stanza, anche perché è solo una mia congettura e
non voglio creare false
speranze in nessuno.”
“Dimmi.”
“Io e sottolineo io credo
che Holly ti abbia allontanato perché iniziava a sentire
qualcosa per te,
qualcosa che andava oltre l’amicizia.
Questo l’ha spaventata e
l’ha indotta a mollarti, ma credo che, come tu non hai
dimenticato, lei non ti
abbia dimenticato e altrimenti non ti avrebbe baciato prima.”
“Dici che sia così?”
“Non lo so, è solo
un’ipotesi. Non ho certezze, Holly non mi ha mai parlato di
te come ragazzo che
ha frequentato, solo come membro degli All Time Low.”
Lui sbuffa, demoralizzato.
“Spero che un giorno
qualcuno mi consideri come Alex e basta.”
“Io ti considero come Alex
e basta.”
Lui mi fa un sorriso
debole.
“Tu sei la ragazza di
Jack, io voglio una ragazza mia che mi consideri
così.”
Io mi alzo e lo abbraccio
un po’ intimidita.
“La troverai, prima o poi.
Chissà magari sarà proprio Holly.”
Lui non dice nulla,
risponde solo al mio abbraccio.
Che brutta situazione!
Chissà perché Holly non mi ha mai detto niente di
tutto questo, forse a
quest’ora lei sarebbe la ragazza di Alex se me ne avesse
parlato.
Che gran casino.
Spero solo che nessuno ne
esca con le ossa troppo rotte, sono affezionata a Jeremy e ad Alex e mi
dispiacerebbe vederli soffrire, anche se so che sarà
inevitabile.
Che situazione.