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Autore: Fiamma Erin Gaunt    29/09/2013    4 recensioni
Song fiction che racconta i tre momenti più salienti della vita da Mangiamorte di Regulus Black.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Run, boy, run!

 

 

Corri forte ragazzo, corri
la gente dice sei stato tu
ombre bianche, vecchi poteri
il mondo compran senza pudore
vecchie immagini, santi stupidi
tutto lascian così com'è
guarda avanti non ci pensare
la storia viaggia insieme a te

 

 

- Allora, Black, sei dei nostri o no? –

Alzi lo sguardo verso Mulciber, che ti guarda come farebbe un gatto con la sua preda. Non ti è mai piaciuto quel ragazzo: è falso, viscido e infido come un serpente. Però dice cose giuste, questo non puoi metterlo in dubbio. Il discorso che ti ha fatto la settimana scorsa, durante l’ora di Pozioni, è stato illuminante. Andromeda non se ne sarebbe mai andata di casa, lasciandoti da solo, se non fosse stato per quello sporco Mezzosangue di Tonks e Sirius… No, forse Sirius se ne sarebbe andato lo stesso. Ma perché ora ti metti a pensare a lui? È stato fin troppo chiaro, la sera in cui ha varcato per l’ultima volta la soglia di Grimmauld Place: lui non è un Black, non appartiene a quella famiglia e se tu fossi abbastanza sveglio lo seguiresti a tua volta. Quello che Sirius non capisce è che tu sei un Black e sei orgoglioso di esserlo. Scacci via il pensiero di cosa ne penserebbero Andromeda e Sirius. Non ti interessa, loro hanno fatto una scelta e tu ne hai fatta un’altra. Combatterai in questa guerra e lo farai dalla parte del Potere.

- Sì, Mulciber, sono dei vostri. –

 

 

 

 

Corri forte ragazzo corri
la gente dice sei stato tu
prendi tutto non ti fermare
il fuoco brucia la tua virtù
alza il pugno senza tremare
guarda in viso la tua realtà
guarda avanti non ci pensare
la storia viaggia insieme a te

 

 

Guardi con sguardo vuoto i corpi ai tuoi piedi. È la tua iniziazione ed è la prima volta che torturi qualcuno. Bè, dire che li hai torturati è una parola grossa, sei dovuto scappare in un angolo e dare di stomaco dopo appena una manciata di minuti.

- Lo sapevo, il ragazzino non ha la stoffa per essere uno di noi. –

È Doholov a pronunciare quelle parole e senti che ha ragione. Vuoi diventare un Mangiamorte, lo vuoi con tutto te stesso, ma non riesci a prendere parte a quella barbarie.

- Ha solo sedici anni, Antonin, dagli il tempo di abituarcisi. –

Questa volta è Evan a parlare, e lo senti poggiare una delle sue forti mani sulla tua spalla. Il compito di addestrarti è stato affidato a lui e ti tratta con la premura di un fratello maggiore. Alzi lo sguardo verso di lui e per un attimo hai l’illusione che gli occhi che ti guardano al di sotto della maschera siano grigi. Grigi come i tuoi, come quelli di tuo fratello. Sirius. Sbatti le palpebre, sforzandoti di trattenere le lacrime che premono per uscire. Blu, gli occhi sono blu notte… non  è Sirius.

- Andiamocene di qui, gli Auror e quei rompiscatole dell’Ordine arriveranno a breve. – ti dice, prendendoti sottobraccio e trascinandoti via, lontano da quello spettacolo raccapricciante.

- Aspetta, il Marchio, devi essere tu a farlo. – interviene Doholov, guardandoti con quei suoi severi occhi scuri.

Annuisci, dopotutto quella è la tua iniziazione. Punti la bacchetta contro il cielo stellato e sussurri: - Morsmordre. –

Ecco fatto, ti sei appena preso la responsabilità di quanto è successo lì dentro. La tua innocenza se ne è andata per sempre, l’hai abbandonata questa notte.

 

 

 

 

 

Impara a leggere le cose intorno a te
finché non se ne scoprirà la realtà
districar le regole che
non ci funzionan più per spezzar
poi tutto ciò con radicalità.

 

 

Sono passati talmente tanti di quei mesi che non ricordi quasi più il motivo per cui hai deciso di prendere il Marchio. Hai osservato bene  il Signore Oscuro e il modo in cui tratta tutti voi, siete spazzatura, feccia buona solo a eseguire i suoi ordini. Sì, anche tu, l’ultimo discendente maschio dei Black, non sei altro che un burattino nelle sue mani. Non sei speciale come ti hanno sempre fatto credere. Sei solo uno dei tanti, Regulus. Ora che hai scoperto il suo segreto, però, sei deciso a fargliela pagare. Nessuno può ingannare un Black, tantomeno te.

- Vieni con me, Kreacher, abbiamo una missione da compiere. –

Senti una stretta al cuore nel vedere il vecchio elfo chinarsi fino a toccare il pavimento con il lungo e sottile naso: - Kreacher farà tutto quello che padron Regulus ordina. –

Apprezzi la sua lealtà, anche se per certi versi ti ricorda la cieca fiducia che avevi riposto nel Signore Oscuro. Vorresti non aver bisogno di coinvolgerlo, ma solo lui può andarsene da quella caverna, solo lui gode della tua fiducia al punto da assegnargli un compito importante come quello.

In una manciata di secondi siete lì, all’ingresso della caverna. Storci il naso e passi l’avambraccio sulla parete rocciosa, graffiandoti e pagando il pedaggio di sangue richiesto. Il viaggio sulla barca a remi sembra scacciare ogni esitazione dal tuo cuore. Ciò che farai cambierà il corso della storia, grazie a te qualcun altro riuscirà a fermare il Signore Oscuro. Scuoti la testa. No, ormai puoi anche chiamarlo con il suo nome. Grazie a te qualcun altro riuscirà a fermare Voldemort.

- Kreacher, assicurati che beva tutta la pozione. –

L’elfo ti obbedisce. Lo vedi piangere e implorarti di rinunciare, ma continua a obbedire ai tuoi ordini. Buono e leale Kreacher.

Il bruciore è insopportabile e sei sicuro di non aver mai provato così tanto dolore in vita tua, ma continui, non puoi fermarti proprio ora che sei così vicino all’obiettivo. Sentì il calice grattare contro qualcosa di metallico. Immergi la mano e finalmente trovi ciò che stavi cercando: è un medaglione, il medaglione di Salazar Serpeverde.

- Kreacher, prendi il medaglione e vattene. Non dire a nessuno cosa è successo questa notte né dove mi trovo, pensa solo a distruggerlo. –

- Padron Regulus, lasciate che Kreacher… -

Lo zittisci. Sai già che potrebbe portarti a casa e salvarti se solo tu glielo permettessi, ma così facendo metteresti a rischio tutta la tua famiglia. No, non puoi permettere che accadda.

- Vai, Kreacher, questo è un ordine. –

Ti rivolge un ultimo sguardo languido e poi, con un sonoro schiocco, si Smaterializza. Strisci verso il lago. Sai che probabilmente è l’ultima cosa che dovresti fare, ma hai così tanta sete. Nel momento stesso in cui raggiungi l’acqua, delle mani spuntano e ti afferrano, trascinandoti sotto con loro. È la fine. Hai solo il tempo di pensare che, grazie a te, il corso della storia potrà finalmente essere mutato. Chiudi gli occhi e ti lasci andare, in fin dei conti morire non fa poi così male.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Non so neanche io come sia nata questa shot; avevo voglia di scrivere qualcosa su Regulus e, leggendo il testo della canzone “Elefante bianco” di Area (una canzone contro la guerra), è uscito fuori questo. Spero che non faccia troppo schifo. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

              Fiamma Erin Gaunt

  
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