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Autore: Sleepingalone    29/09/2013    8 recensioni
E lui si disperava perché ‹‹Vorrei poterti difendere in ogni momento della giornata, perché so che la crudeltà della gente non ha tempo. Ma non posso, non posso››.
*ELOUNOR*
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui, Louis

(ascoltate questa per leggere)

Sono sdraiata a pancia in giù sul letto.
Gli occhi gonfi nascondono il dolore circoscritto in essi, tuttavia le lacrime sembrano non volersene andare. Mi sto divorando l’anima, eppure lui dice di lasciar stare.
Lui, mi chiedo se fosse stato un bene innamorarmi di una popstar mondiale.
Purtroppo a questa domanda una risposta viaggia non tanto lontana, e sono sempre più convinta che sparire dalla sua vita sia la decisione più giusta da prendere, perché siamo entrambi fragili e succubi di un amore che non avrà mai un futuro concreto.
Mi alzo di scatto, poi afferro una valigia da sotto il letto e apro l’armadio, dal quale raccolgo quanti più vestiti possibili, cercando di ricordarne l’odore che emettevano quando lui era insieme a me.
Accarezzo con i polpastrelli delle mani le sue bianche canotte slabbrate che profumano di menta e tabacco, proprio come le ha lasciate lui diversi giorni or sono.
Mi mancherà indossare i suoi indumenti, farmi rincorrere per tutto l’appartamento e bere cioccolata calda con lui a gennaio, intrecciati sul divano, e magari intenti a commentare il Grande Fratello.
Chiudo gli occhi, tento di calmarmi anche se con scarsi risultati. Al contempo, lo schermo del mio cellulare s’illumina: ‘‘おはよう、私の愛しい人’
Sorrido.
Ama mandarmi il buongiorno ogni mattina, e ama ancor di più scriverlo in lingua diversa ogni volta, in base al posto in cui si trova. E ho tutti i suoi messaggi conservati in mente.
Peccato, il nostro patto d’amore era così sincero e tra qualche ora sarò io ad infrangerlo per prima.
Controllo l’orologio, dovrebbe essere atterrato in Giappone da poco; era così eccitato all’idea di ritornarvi. Pertanto gli rispondo fingendo nonchalance e, senza dare spazio alle emozioni, continuo a riempire la valigia di vestiti e affetti personali.
I singhiozzi mi fanno quasi soffocare, dunque decido di recarmi in bagno per cercare di calmarmi.
Osservo quello che la mia immagine è diventata con il passare del tempo, ma improvvisamente i miei occhi castani scrutano il riflesso della doccia di cristallo che mi indietreggia.
Ho così tanti ricordi in testa, così tanti che vorrei comprimerli e poi distruggerli una volta per tutte. Non è vero che ricordare aiuta a superare le distanze, piuttosto aiuta a morire prima.
Batto un pugno sul lavabo in marmo aranciato, successivamente ritorno sui miei passi, quindi raccolgo lo spazzolino e le creme idratanti che in passato, adagiata sul letto, lui mi cospargeva sulla pelle appena umida, ungendosi le piccole mani di vaniglia, cocco o albicocca. 
Getto per terra i barattoli semivuoti, poi torno in camera ove piego due golfini invernali: uno celeste comperato a Milano, e uno rosa pelle, regalatomi da lui durante il Natale dell’anno scorso. Ci sono troppe cose che ricordo e  che vorrei dimenticare: il modo in cui le sue braccia portentose mi cingevano sul divano, e quello in cui mi perdevo all’interno dei suoi meravigliosi occhi celesti che, a tratti, sembravano voler balzare nei miei. Il suo essere iperprotettivo nei miei confronti poi mi distruggeva. E lui si disperava perché ‹‹Vorrei poterti difendere in ogni momento della giornata, perché so che la crudeltà della gente non ha tempo. Ma non posso, non posso››.
Raggiungo il finestrone della camera da letto, appoggio le dita sul vetro poco trasparente, ma alquanto appannato. Mi cingo la vita mediante le mie stesse braccia e, per l’ultima volta, lascio che il mio sguardo assente si perdi nei meandri di una Doncaster bianca a causa della neve che scivola giù dal cielo, e cupa a causa di un amore che sta avviandosi verso la fine. Il freddo pungente mi congela le ossa, e blocca la coagulazione del sangue nelle vene. Dunque mi rannicchio e cado sul pavimento a cavalcioni, pensando al contempo a quanto la vita sia ingiusta.
Io non sono un mostro, eppure il mondo sembra essere completamente convinto del contrario.
Sono una semplice ragazza inglese che si è innamorata di un ragazzo famoso, non il mix di gemelle che la gente crede che io sia. Non l’attrice che recita la parte della fidanzata intenta a coprire una storia gay.
Non lo sono.
Non sono superflua, né cattiva.
Sono solo il riflesso di una ragazza incompresa.
I miei occhi versano lacrime di dolore, lacrime che nessuno riuscirà mai ad asciugare, nemmeno lui.
E mi dispero, perché avevo cominciato a crederci.
‹‹Eleanor, è un’assurdità. Lo sai?››, ‹‹La vostra storia non andrà mai in porto››, ‹‹Credi davvero di essere tu la fortunata?››. Mia madre aveva perfettamente ragione a non dare fiducia alla mia storia d’amore, ma io volevo sperarci fino all’ultimo e, facendo in questo modo, ho sbagliato tutto.
Pertanto sono costretta ad abbandonare la rotta, a tornare a casa da vinta.
Sono un'umana e, da tale, sanguino ogni volta che cado.                                                                             
  
Continuerò i miei studi senza distrazioni, poi magari troverò un ragazzo normale che sposerò e dal quale avrò dei figli.
Infine, fra cento anni, morirò con il sorriso sulle labbra ricordandomi di lui, Louis.

 
 
Angolo autrice
Okay, questo era un piccolo sfogo, la one shot è pure venuta male perché l'ho scritta circa dieci minuti fa e non l'ho nemmeno controllata, ma okay ahah, dovevo pubblicarla perché ne sentivo il bisogno.
Lo scopo di questa storia era cercare di farvi capire che Eleanor è una persona che prova dei sentimenti come tutti noi, e che non merita tutte le ingiurie che riceve giornalmente - che larry esista o meno -.
Ora vado, grazie a tutte per essere passate, Sleepingalone.


PS: attualmente sto procedendo con una long 'Maria' arancione nel fandom degli one direction, con Harry Styles come protagonista. Cliccate sul banner se volete leggerla!  
   
 
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