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Autore: corsara_andalusa    29/09/2013    3 recensioni
E se Fili, mentre cerca di raggiungere la contea dove risiede il signor Beggins avesse un incidente?
se smarrisse la strada e distogliesse l'attenzione da quella che è la sua missione, per... Sorpresa!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fili ancora dolorante ed indolenzito si mise a sedere; si stiracchiò le braccia e la schiena e si guardò in giro. La stanza in cui si trovava era piccola e rustica, arredata modestamente: una semplice cassapanca stava ai piedi del letto, con sopra una brocca e un catino; tutto dava l’aria di essere molto povero, anche se le lenzuola del letto erano fini e d’ottima fattura: per portare a termine quel ricamo di pizzo ci dovevano essere volute diverse settimane.
Un brontolio alla pancia gli ricordò quanto fosse affamato.
La porta cigolò appena e una figura scivolò nella stanza con un fruscio di abiti.
Ci fu sorpresa da ambo le parti.
Lisel probabilmente non si aspettava di trovare il suo ospite completamente rimesso dopo solo una notte; se l’avesse saputo, non c’avrebbe pensato due volte a chiamare Esther prima.
Sul suo viso non vi era più nessuna traccia della sofferenza che l’aveva afflitto nei giorni precedenti.
Lisel entrò definitivamente nella stanza spalancando la porta con un gesto sinuoso.
-Buon giorno…- disse in imbarazzo con un sorriso ingenuo e un lieve rossore le colorò le guance, non era abituata agli ospiti, e per uno strano motivo nel villaggio i visitatori non erano visti di buon occhio.
Per la verità il motivo c’era…
L’ultima volta che il vecchio Dave aveva ospitato un viandante l’avevano ritrovato morto nel suo letto il giorno dopo, il che suscitò grande scalpore nel villaggio, anche perché tutti nel paese erano d’accordo che quel forestiero sembrava davvero una persona dabbene e mai avrebbero sospettato che potesse macchiarsi di un simile crimine per derubare dei suoi miseri averi il povero
Dave. Da quella volta in avanti nessuno accoglieva più i visitatori...
Lisel però non aveva mai dato toppo conto alle voci. Dave era molto anziano e sicuramente era morto per cause naturali. Una cosa era certa però: dopo la sua morte, il suo equivoco figlio era sparito dalla circolazione e nessuno aveva reclamato che fosse fatta giustizia, e nessuna taglia era stata posta sulla testa di quel bandito che assaliva i suoi ospiti nel sonno. Ben presto quel fatto andò dimenticato, ma ogni qualvolta che al mercato si vedevano facce nuove, le si guardavano storcendo la bocca e sussurrando maldicenze, e allora Dave e le sue sventure ritornavano sulla bocca di tutti, portando con sé i timori di un tempo.
-Buona sera!- precisò lui senza cattiveria, dopo che ebbe gettato un rapido sguardo fuori dalla finestra, e le sorrise di rimando. La ragazza parve un istante delusa per essere stata corretta, e arrossì di nuovo, ma questa volta i suoi occhi erano sorridenti e brillavano di una luce nuova.
-Vi sentite meglio?- chiese Lisel distratta. –Il mio nome è Lisel e siete il benvenuto qui in casa mia!- precisò prontamente.
Fili ridacchiò tra sé dell’imbarazzo della ragazza; -Io sono Fili…- disse semplicemente senza troppe cerimonie, -Mi sento molto meglio ora,- disse tranquillo guardandosi meglio intorno, poi tornò ad essere serio.
–Però vorrei sapere che mi è successo e dove mi trovo…-
-Mio figlio vi ha ritrovato sulla riva del fiume che eravate privo di sensi e così vi ho portato qui… siete stato svenuto per molti giorni, credevo che sareste morto, ma per fortuna qui ci sono i guaritori più abili di tutta la regione di Lossarnach, e Esther vi ha guarito…!-
Mentre Lisel continuava a raccontargli le peripezie dei giorni che erano passati in cui lui era rimasto appeso ad un filo tra la vita e l’altro mondo, Fili si portò una mano alla testa, che improvvisamente aveva preso a dolergli; mentre la donna parlava la sua mente fu trapassata da lampi di luce abbagliante, sprazzi di avvenimenti passati che riaffioravano nebulosi dalla sua memoria ancora assopita.
Rivide Kili e il fiume impetuoso che con i suoi flutti fangosi ingoiava tutto quello che travolgeva, la riva che sotto i suoi piedi si sgretolava e le acque gelide che lo stritolavano sommergendolo… ricordava l’asfissia che l’acqua gli provocava, riempiendogli la bocca con il fango viscido, gli urti violenti dei massi che incontrava lungo il corso, il peso delle armi che lo trascinavano sempre più in profondità e le rapide che lo sconquassavano da ogni parte senza tregua, e nessun appiglio che lo potesse trarre in superficie e al sicuro… poi ritornò nella stanza in cui si trovava.
Ci fu una lunga pausa, in cui entrambi non seppero cosa dire all’altro, ma nel viso del nano Lisel vi scorse un profondo turbamento.
La porta d’ingresso dall'altra parte della parete si spalancò di nuovo di colpo e dei passi imperiosi riecheggiarono nella casa. Lisel sussultò riconoscendone l’andatura e la cadenza decisa... scattò verso l’uscio, ma la figura di Henry la intercettò prima che potesse chiudere la porta della sua stanza, andando a sbattere contro il suo petto.
-Un’altra cosa Lis…- cominciò come se la conversazione non fosse mai finita, ma si ammutolì di colpo.
Lisel si trovò a un passo dal cognato che scombussolato fissò prima lei, poi oltre la sua spalla nella stanza.
Henry Impallidì.
Lisel si sentì morire e sfoderando un sorriso ingenuo si grattò la nuca.
-Che diavolo significa?- chiese paonazzo in viso mentre fissava il  nano che di rimando gli rivolse uno sguardo accigliato di sfida.
Lisel sospirò rumorosamente.
-Chi diamine è quello?- chiese di nuovo Henry indicando Fili col dito.
-Un ospite!- disse con semplicità la ragazza.
-UN OSPITE?- sbottò l’altro tornando a fissare Lisel.
-Sì! Perché è proibito avere degli ospiti?-
-E chi diamine sarebbe?-
Bella domanda… cosa avrebbe dovuto rispondere? Un perfetto sconosciuto!
-Lui è…- fece per guadagnare tempo in cerca di una risposta che non destasse troppi sospetti.
-Lui è un amico di David…!-
-Un amico di David?- e tornò a scrutare il nano.
-E perché mai è nel tuo letto?-
Questa domanda era quasi più insidiosa della precedente!
Lisel ridusse gli occhi una fessura mentre cercava un’altra risposta… sarebbe stato facile dire che era ferito e che aveva bisogno di cure… ma conosceva Henry fin troppo bene, ed avrebbe fatto di tutto per metterla ancora più a disagio. Intanto Fili assisteva alla scena senza capirci nulla.
-Beh… non penserai mica che io faccia dormire un ospite per terra!- disse Lisel impettita.
Henry inarcò un sopracciglio mordendosi l’interno di una guancia.
-E lo fai stare nel tuo letto?- Lisel arrossì paurosamente, -Lisel…- fece mellifluo il cognato con un ghigno malizioso, -Se ti sentivi sola potevi dirmelo…-
Uno strano senso di rabbia s’impadronì di Fili nel sentir parlare quell’arrogante prepotente.
Lisel scoccò ad Henry uno sguardo velenoso.
-Mi dispiace, ma non sono il tipo di donna che frequenti tu, Henry!- e cominciò a spingerlo con violenza lontano da sé. –fuori da casa mia!- sibilò la donna.
Henry ridacchiò. –Lisel sei consapevole che questo mina la tua reputazione in modo deplorevole?-
La donna avrebbe voluto strangolarlo o prenderlo a schiaffi, e l’avrebbe fatto se l’imbarazzo e la rabbia non l’avessero paralizzata da capo a piedi.
-Insomma è già abbastanza difficile che una vedova trovi qualcuno che sia disposto a prendersi cura di lei, se questa ha tre figli poi non ne parliamo, se poi si mette ad accogliere con così tanta facilità uno straniero nel proprio letto…- Lisel era attonita e non riuscì a proferir parola.
-Basta così, miserabile!- Proruppe Fili con voce possente, e il suo sguardo lanciava fiamme e saette.
Henry avvampò e lanciò al nano uno sguardo di sfida per essere stato zittito.
-Ti consiglio di andartene ora finchè ancora sono seduto qui e non mi posso alzare, per tua fortuna!- gli intimò Fili mentre Lisel assisteva costernata dal fatto che il nano avesse dovuto assistere ad una scena così umiliante.
Henry era rimasto finalmente senza parole, ma ribolliva per la rabbia. Strinse forte i pugni in un atteggiamento davvero minaccioso e ostile. Poi senza tante cerimonie se ne andò, sbattendo forte la porta.
Lisel riprese fiato e si rivolse al nano con uno sguardo supplichevole.
-Davvero mi dispiace, non pensavo che…-
-Non ti preoccupare… l’ho inquadrato non appena ha aperto bocca, quel verme! Tu stai bene?- chiese preoccupato Fili.
Lisel sorrise imbarazzata, cercando di trattenere le lacrime… cercò di ricomporsi rapidamente.
-Si va tutto bene! Lo odio… ma capite è il fratello di mio marito e quindi…-
-Non è comunque una scusa valida per trattarti così!- fece Fili incupito.
-Volete fare un bagno? Avete fame signore…?-
Il nano ridacchiò: nessuno l’aveva mai chiamato “signore” fino ad ora.
-Chiamami Fili e dammi del tu! Non sono il signore di nulla...- disse con un sorriso cordiale ed amichevole che rassicurò subito la ragazza. –va bene per il Bagno e assolutamente sì: sono affamato!-
Lisel sorrise. –Metto sul fuoco dell’acqua per il bagno e mentre vi lavate preparo il pranzo!-
 
 
L’essere stata difesa in modo così inaspettato le aveva fatto piacere e per un attimo le aveva ricordato com’era avere un uomo in casa che si occupava di lei e dei bambini.
Ma più pensava a quella sensazione piacevole e più si costringeva a ricordare che quel nano non era nessuno… qualcuno di passaggio che poi se ne sarebbe andato e tutto sarebbe ritornato come prima… doveva essere così perché da quelle parti, di nani, si ne vedevano ben pochi, anzi nessuno!
-Simon vieni a darmi una mano!- chiamò dalla porta attirando i bambini che  avevano incominciato a discutere e a litigare… -Bada a Tommy per favore!- disse affidando il figlio più piccolo tra le braccia di Simon che si mise a giocare per terra col bambino.
-Perché ci sono quattro piatti, mamma?- chiese Simon gettando un rapido sguardo al tavolo.
-Il nostro ospite si è svegliato, e indovina un po’, sta benissimo!- disse radiosa.
Simon guardò sorpreso la madre.
-Certo, perché Esther è la migliore, mentre tu… beh meglio se ti occupi di altro mamma!-
Lisel fece finta di offendersi.
-Impertinente!-
-Mamma, mamma!- la vocetta acuta di Andrew giunse concitata da fuori e Lisel si precipitò alla porta per vedere cosa fosse successo.
-Mamma una lettera! È di papà, guarda!- il bambino le corse incontro sventolando in aria la pergamena ingiallita, dietro di lui un uomo alto e robusto ma dall’aria timida avanzava con un timido sorriso.
-Ciao Ben!- lo salutò Simon comparendo da dietro Lisel.
-Ehi ecco il mio apprendista preferito!- fece Ben riacquistando sicurezza. –Ciao Lisel, mia madre ha detto che era arrivata questa per te e così ho pensato…- disse flebile stringendosi nelle spalle, portandosi le mani dietro la schiena.
-Guarda mamma!- Andrew espose la lettere ma Simon gliela strappò di mano e l’aprì.
-Piano Simon!- l’ammonì Lisel, mentre i due bambini inevitabilmente iniziarono a litigare per la conquista della lettera. Lisel sospirò esasperata.
-E come stai Lisel?- chiese l’uomo facendosi coraggio.
-Oh sto molto bene grazie, Ben! Ti va di entrare? Stavamo per pranzare, ma se vuoi restare...–
-Oh no, a dire il vero...- vece evasivo. Ben arrossì lievemente sulle guance e non sapeva da che parte guardare.
In quel momento Fili fece capolino dalla stanza e attirò lo sguardo di Ben lo scrutò con aria preoccupata.
Anche Lisel apparve allarmata e temette per la reazione di Ben.
-E così è lui…- commentò senza temere d’essere sentito. –Non temere mia madre mi ha detto tutto; non lo dirò a nessuno, puoi fidarti!-
-Si beh… non penso che ormai faccia qualche differenza: Henry l’ha scoperto e domani, se non già questa sera, lo saprà tutto il villaggio e dovrò preparami ad una visita con tanto di forconi!- Lisel sorrise ironica e Ben la imitò, non sapendo che altro dire.
-Fili lui è Ben…- lo presentò Lisel, -è il figlio di Esther, fa il fabbro in paese!- Fili ora sapeva perché quell’uomo sembrava una montagna paragonato a lui, non che tutti gli altri uomini fossero da meno, ma Ben aveva una mole piuttosto importante, anche se i suoi modi impacciati lo rendevano del tutto inoffensivo. Aveva i capelli biondi e una stempiatura piuttosto vasta sulla fronte e le tempie, occhi azzurri e una faccia ampia e dei baffetti corti e radi, quasi da adolescente troppo sviluppato e labbra carnose.
-Ehi senti!- saltò su Ben come se si fosse appena ricordato una cosa importante, -Domani devo fare delle commissioni in paese…- fece vago.
Simon si accostò per ascoltare meglio.
-Che ne diresti di lasciarmi Simon… così mi da una mano…-
-Ecco…- ci pensò su la donna, -non saprei…-
-Sia chiaro lo pagherò!- precisò Ben, e sollevando le sopracciglia con fare astuto cercò lo sguardo complice del bambino.
-Oh mamma dì di si!- saltò su Simon saltellando su un piede scotendo la madre per un braccio.
-Va bene!- fece Lisel sollevando le spalle. –Ma poi lo riaccompagni tu casa!-
-Certamente!- disse sorridendo.
-Allora siamo d’accordo…!-
-EVVIVA!-
-Anche io voglio andare con Ben!- proruppe Andrew avvinghiandosi ad una sua gamba.
Da quella reazione Fili comprese che Ben era ben voluto in quella casa, almeno da parte dei bambini…
Nonostante l’insistenza di Andrew che Ben si fermasse a pranzo, Ben se ne andò poco dopo con fare goffo, voltandosi a salutare diverse volte con uno sguardo da ebete.
 
 
-Mamma adesso la leggi? Dai!- insistette Andrew che era curioso di sapere cosa conteneva.
Lisel lisciò la pergamena e iniziò:
-Miei cari Simon, Andrew e Tommy, sono da poco giunto entro i confini di Gondor. Durante il viaggio ho incontrato persone provenienti da ogni dove, e non ci crederete mai, per fino degli elfi dei boschi in sella a bianchi destrieri! Se avrò un po’ di fortuna riuscirò a vendere tutto in pochi giorni e potrò finalmente tornare da voi. Comportatevi bene nel frattempo e cercate di non litigare troppo – capito Andrew? – e di aiutare la mamma… e se vi comporterete ben vi porterò anche un bel regalo per ciascuno. Vi voglio bene, vi abbraccio e vi bacio, papà. – cadde il silenzio e Lisel provò un senso di solitudine e tristezza. I due bambini più grandi non dissero nulla, ma Simon parve perplesso.
Fili non voleva violare quel momento di intima familiarità e rimase in disparte in casa ad osservare il bambino più piccolo che succhiava e mordeva con gli unici quattro denti davanti che aveva un mestolo di legno, ma al nano non sfuggì l’espressione di Lisel e di Simon; Andrew da parte sua… era nel suo bel mondo.
-Ehi mamma, papà si è dimenticato di salutare te!- disse infine Simon.
Lisel era sbigottita…
 
 
L’affare della lettere aveva insospettito anche Fili; se non fosse stato per l’acuta osservazione di Simon forse non avrebbe fatto troppo caso al contenuto di quella carta, ma fatto stava che il tutto aveva qualcosa di strano... di sospetto.
Non era mai stato troppo curioso, per la verità non gli piaceva immischiarsi in affari  di questo tipo e che non gli competevano, tuttavia, per tutto il resto della giornata un interrogativo continuava ad occupargli la mente, e quando ebbe modo di ritrovarsi di nuovo da solo, perché Lisel insistette affinché si riposasse, trovò il tempo per fare supposizioni sulla faccenda, ma gli fu impossibile arrivare a capo di una soluzione per quel genere di omissione da parte di un marito... non che sapesse con esattezza che condotta un marito doveva tenere nei confronti di una moglie –i nani poi non sono particolarmente affettuosi a dire il vero– e non sapeva neppure perché quella storia gli stesse tanto a cuore...
Una cosa era certa: la vita del convalescente non gli si addiceva proprio, e Lisel non voleva sentir ragioni. Restare in ozio era la cosa peggiore che gli poteva capitare, soprattutto gli dispiaceva essere di peso e non poter aiutare la ragazza, che oltre alla casa e alle altre faccende doveva tenere a bada quei tre bambini... 
  
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