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Autore: cybilbennett    29/09/2013    2 recensioni
'Caro Diario..
Ho sempre creduto che la mia vita fosse perfetta, che nulla potesse andare storto, fino al giorno in cui ho conosciuto loro.
Mi hanno tolto tutto, ora mi chiedo, come si può continuare a vivere se non ti è rimasta più nemmeno una spalla su cui piangere?"
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Bianca Bernardi, Bruno Molina, Leandro Diaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Matias/Patricia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo X
True love never dies.’
 




POV Leandro

 
La rivelazione che Bianca mi aveva fatto due giorni fa mi aveva totalmente sorpreso; ritenevo che quella donna fosse solamente un’opportunista e una bugiarda, ma in realtà era evidente che mi sbagliavo. Non sapevo come comportarmi nei suoi confronti,non riuscivo nemmeno a guardarla negli occhi per più di due secondi, figuriamoci a parlarle e spiegarle che sicuramente si era sbagliata, e che l’unico uomo della sua vita fosse Roberto.
Già, Roberto, che dopo essere tornato dalla Spagna ed essersi riappacificato con lei e con i ragazzi li aveva nuovamente abbandonati, accecato dagli affari e dalla possibilità di fare i soldi facili.
Non posso negare però che quella rivelazione mi aveva turbato e non poco: ero arrivato persino a chiedermi se fosse realmente Carmen la donna della mia vita.
Avevo comunque deciso di non illuderla, come mi aveva chiesto Antonella, non volevo che soffrisse per un amore platonico. Avrei però fatto di tutto per lei, glie lo avevo promesso, cercando di non farle mai mancare nulla.
Qualcuno bussò alla porta del mio studio, destandomi dai miei pensieri. Sussurrai un ‘avanti’ e vidi Esteban entrare e chiudersi la porta alle spalle. Si avvicinò alla scrivania e si sedette di fronte a me, porgendomi una cartellina color crema.
“Sono le lastre di Bianca, quelle che mi avevi chiesto.” Mi disse con voce piatta, io presi la cartellina ed iniziai a controllare. “E’ inutile che le guardi in quel mondo, lo sai anche tu..” Mi disse poi, sembrava dispiaciuto.
“Cosa, cosa dovrei sapere?”
“Leandro, ci sono pochissime probabilità che Bianca torni a camminare, non chiedermi il perché, non sono Dio..”
Rimasi sconvolto, chiusi la cartellina e la buttai sulla scrivania. “Com’è possibile? Sembrava che andasse tutto bene..”
“Lo so Leandro, lo so. Mi dispiace moltissimo e credimi, se ci fosse qualunque cosa da fare io sarei il primo a dirtelo..”
“Con questo vuoi dirmi che non si può fare nulla per lei?” Avevo improvvisamente assunto un tono secco e contrariato.
“Tu credi nei miracoli?” Mi rispose lui. “Beh allora, amico mio.. inizia a crederci se vuoi sperare che Bianca torni nuovamente a camminare.”
Io mi nascosi il viso fra le mani, scuotendo la testa. “Non è possibile.” Sussurravo a denti stretti.
“Ora dovresti solo dirglielo, vuoi che me ne occupi io?”
“No, no. Glie lo dirò io.”
“D’accordo, come vuoi. Ma fallo in fretta, potrebbe venirlo a scoprire, prima o poi.”
Annuii, osservando Esteban lasciare la stanza e chiudere rumorosamente la porta.
Mi buttai a peso morto sullo schienale della mia poltroncina: avrei dovuto riferire a Bianca una delle notizie più brutte della sua vita, si poteva benissimo ritenere una ‘mission impossible’.
 
Non so dove trovai il coraggio, ma dieci minuti dopo stavo già camminando per i corridoi della clinica, diretto alla stanza di Bianca. Ma prima di bussare mi trattenni, come frenato da una forza invisibile: come avrebbe reagito lei? Scossi la testa, scacciando i brutti pensieri: avrebbe accettato la cosa, forse ci avrebbe messo parecchio tempo, ma non avrebbe sicuramente commesso gesti estremi, non ne avrebbe avuto il coraggio.
Bussai, ma non mi rispose nessuno.
Bussai, una seconda volta, ma non udii nuovamente alcuna risposta.
Allora decisi di entrare: la trovai riversa a terra, in lacrime; si era alzata dal letto ed evidentemente aveva tentato di muovere qualche passo, invano. Mi chinai su di lei, scuotendola. Lei appena mi vide mi abbracciò ed io la lasciai fare: in un momento come questo non c’era tempo di ripensare a ciò che era successo qualche giorno prima.
“Leandro, Leandro.” Sussurrò fra i singhiozzi.
“Bianca, stai tranquilla. Tranquilla.” La strinsi forte a me, cercando di calmarla.
“Leandro non posso camminare, non ci riesco.” Mi venne un nodo alla gola, cosa avrei dovuto risponderle?
“Bianca.. è.. normale..” Balbettai.
“No, non è normale, non lo è!”
“Si, è solamente una cosa momentanea.. poi vedrai che..” Cercai di calmarla, ma mi arrivò uno schiaffo in pieno viso. Mi portai la mano alla guancia dolorante, guardandola stupito.
“Tu mi dici sempre così! Anche una settimana fa era una cosa momentanea, anche quando mi sono risvegliata mi hai detto che era una cose momentanea! Leandro, non sono stupida, forse non capirò nulla di medicina ma non sono stupida!”
La situazione era giunta al limite, alla fine non riuscii a contenermi e le sputai addosso tutta la verità, come fosse veleno.  “Bianca tu non tornerai mai più a camminare, mai più!”
Lei mi guardò con uno sguardo vitreo, sbattendo ripetutamente le palpebre. “Cosa.. cosa hai detto?”
Mi pentii subito di quel gesto così impulsivo e sconsiderato. “Bianca, perdonami.. non volevo.. non volevo che lo venissi a sapere così.”
Scoppiò nuovamente a piangere, e quando provai ad accarezzarla per calmarla, lei si scansò subito.
“Vattene Leandro, vattene.” Mi disse, con la voce rotta dalle lacrime. “Non voglio che tu mi veda così schifosamente fragile. Vattene ti prego.”
“No, io non me ne vado. Non ti lascerò mai più da sola Bianca, mai più.”
“Ti ho detto di andartene!” Si nascose il viso fra le mani, piangendo. Io la presi in braccio senza dirle nulla e lei non oppose nessuna resistenza. La misi a sedere sul letto e mi sedetti accanto a lei, stringendola a me. “Ce la farai Bianca, vedrai. Anzi, ce la faremo assieme, te lo prometto.”
Lei sembrò calmarsi e si staccò dal mio abbraccio. “No, io ce la farò da sola, come ho sempre fatto. Tu hai una famiglia, non voglio che Carmen cresca due figli da sola, come ho fatto io. Non lo augurerei a nessuno, nemmeno a quella balena di tua moglie. Quindi ora vattene, ti prego, non rendere tutto più difficile.”
“So quello che tu provi per me Bianca, ma ciò non vuol dire che io e te non possiamo essere due buoni amici. Io ti aiuterò e ti starò vicino, voglio che tu sia felice..”
“Non ho mai creduto nell’amicizia fra un uomo ed una donna, ci faremmo solamente del male.”
“Correremo il rischio.”
“Certo, tanto non sei tu quello che poi ci sta male.”
“Io ci sto male a vederti così.”
“Non voglio essere compatita da nessuno,  specialmente da te.”
“Non ti sto compatendo, mi dispiace solamente per te.”
Lei sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
“Senti Bianca, sai che fra di noi non potrà mai esserci nulla, ma ti prego.. accetta l’aiuto di qualcuno, non puoi sempre fare tutto da sola.. potresti cercare Roberto..”
Mi pentii subito di quello che dissi, come potevo essere così insensibile ed egoista?
“Roberto? Dannazione, hai uno spiccato senso dell’umorismo tu, non è vero?! Io andrò avanti da sola, come ho sempre fatto. Ti ho già detto che non voglio essere compatita da nessuno, specialmente da voi uomini.”
Io le presi il viso fra le mani, accarezzandogli le guance rosee con i pollici. “Ehy, calmati Bianca. Non ti fa bene agitarti così.”
Lei mi cinse il collo con le mani e mi baciò, di nuovo. Io mi staccai subito, allontanandola da me.
“Vedi che avevo ragione?” Scosse la testa. “Io voglio te come compagno e tu vuoi me solamente come amica. Le cose non potranno mai funzionare fra di noi.”
Dovevo ammettere che aveva ragione e senza dirle nulla mi alzai dal letto e mi diressi alla porta.
“Non provare più ad alzarti da sola o a fare qualche gesto sconsiderato.” Le ordinai. “Placa il tuo spirito ribelle Bianca, il mondo è pieno di uomini. E stai tranquilla che, se continuerai ad avere questo caratteraccio,  saranno in pochi quelli che ti compatiranno.” Chiusi la porta con forza ed una volta fuori tirai un profondo sospiro. Perché, perché ero così impulsivo? La stavo facendo soffrire e me ne rendevo conto, ma in sua presenza riuscivo solo a comportarmi come uno stupido: che forse mi stavo realmente innamorando?


 
POV Antonella
 

Anche io e Fabio, una volta usciti da scuola, ricevemmo al cattiva notizia. Venne Leandro a casa nostra a dircelo di persona. Fabio era devastato, come se gli fosse caduto il mondo addosso. Io cercai di mantenere un po’ di contegno, ma una volta che Leandro se ne fu andato mi lasciai andare anche io.
“Perché?! Perché devono succedere tutte a noi!?” Urlava mio fratello, prendendo a pugni uno dei cuscini del divano.
“Non lo so Fabio, non lo so.” Dissi io, con lo sguardo perso nel vuoto.
Lui scosse la testa. “Io vado a trovare mamma, sarà devastata e forse la presenza di qualcuno che le vuole bene la farà stare meglio.”
“D’accordo, io ti raggiungo fra un po’, prima devo fare una cosa.”
“Ok, ci vediamo dopo, in clinica.” Prese il casco e le chiavi del motorino e poco dopo lo sentii partire.
Io mi diressi a piedi verso la chiesa del paese, quella dove si erano sposati Carmen e Leandro.
La chiesa era deserta, illuminata dalla luce che filtrava attraverso le grandi vetrate. Percorsi lentamente la navata, arrivando all’altare ed accendendo una candela, inginocchiandomi poi a terra. “Ti prego, ti prego fai che mia mamma torni a stare bene, fa che sia felice e che non abbia alcune preoccupazioni. Ti prometto che non canterò mai più, rinuncio definitivamente alla mia carriera e a ciò che più mi piace fare nella vita, ma voglio che mia mamma sia felice.” Feci il segno della croce e me ne andai, respirando ancora una volta quell’aria che profumava di incenso e candele.
Arrivata in ospedale trovai Fabio e mia madre abbracciati. Sembravano così fragili e vulnerabili assieme, stretti l’uno all’altra. Bussai e loro due si voltarono verso di me, sorridendomi.
Pulcino mio, ci sei anche tu..” Mia mamma sorrideva, era bellissimo vederla sorridere. Mi avvicinai a lei e a Fabio e li abbracciai, trattenendo a stento le lacrime.
“Vi voglio bene, siete la mai famiglie e non potrei mai vivere senza di voi.” Rimanemmo abbracciati per più di un minuto, poi Fabio si congedò, dicendoci che aveva un appuntamento con Tamara e che non poteva di certo mancare. Lo ‘lasciammo andare’, ed io mi sedetti al posto suo, stringendo le mani di mamma.
“Ho saputo la notizia.. mi dispiace tantissimo..” Lei mi zittì, accarezzandomi i capelli.
“Non voglio parlarne, mi renderebbe ancora più difficile accettare questa situazione. Parlami di te, più che altro, come va la scuola?”
Io sbuffai, sorridendole debolmente. “Diciamo che va più o meno da schifo.” Lei mi guardò apprensiva. “ Babi è odiosa e non perde occasione di punzecchiarmi.. ma per il resto.. bene.”
“E con Bruno?”
Appena nominò quel nome il mio volto si illuminò. “Va benissimo. Io lo amo, lui mi ama.. sembriamo fatti l’uno per l’altra.” Lei sorrise, anche se mi sembrò che dietro a quel sorriso celasse una profonda malinconia.
“Fabio mi ha detto del concorso canoro, parteciperai non è vero?”
Io mi rabbuiai, ricordandomi della promessa fatta e scossi la testa.
“Perché no?” Era dispiaciuta.
“Ho fato una promessa..”
“Che promessa?”
Respirai profondamente. “Non posso dirtelo.”
“Come mai? Sono tua mamma, non dovresti avere segreti con me.”
Mi morsi il labbro. “Ho promesso che avrei smesso di cantare in cambio della tua guarigione..”
Lei mi guardò con una faccia sorpresa, poi mi abbracciò dolcemente. “Pulcino mio, ti ringrazio tantissimo, ma sappi che l’unica cosa che io desidero è vederti cantare. Non mi importa di tornare a camminare o essere nuovamente felice, mi importa solamente della vostra felicità, tua e di Fabio. Quindi, ti prego, partecipa a quella gara e sali su quel palco, anche se io non potrò esserci so che tu canterai meglio di chiunque altro..”
Ricambiai il suo abbraccio, in lacrime. “Grazie mamma, grazie mille…”
“Di nulla Pulcino mio, di nulla.”
Ti voglio bene mamma.”
“Anche io te ne voglio Anto, non puoi nemmeno immaginare.”
Ci staccammo, sorridendoci a vicenda.
“Ora so anche che canzone cantare.”
“Quale?” Mi chiese lei, curiosa.
“Quella che mi cantavi sempre tu da bambina, ti ricordi?”
Le si illuminò il volto. “Stai dicendo ‘Total eclipse of the heart’?”
“Si, quella. La canterò e la dedicherò a te.” Sorrisi. “Come potrei vivere senza di te? Ti voglio bene mamma, anche se te lo dico pochissime volte, ma ti voglio bene.”
Si commosse e mi abbracciò nuovamente, non mi ero mai sentita così amata come in quel momento.



 
Angolo Autrice.

Tatatataaaaa, ho finalmente aggiornato! *applausi*
Volevo scusarmi per averci messo così tanto tempo ma mi sono messa a buttare giù qualcosa per la mia nuova ff, di cui ho appena pubblicato il primo capitolo: si chiama ‘Il futuro che sarà?” sempre su ‘Il mondo do Patty’. Vi prego, se non avete nulla da fare, andatevela a leggere e lasciatemi una little recensione(?) mi farebbe taaanto piacere <3
Comunque, tornando a noi. Questo capitolo è buttato giù così, sono sincera. Il bello arriverà nel prossimo, diciamo che questo è solo un capitolo di passaggio.
La canzone che Antonella canterà è ‘Total eclipse of the heart’ di Bonnie Tyler. Giuro che se non la conoscete vi sparo. HAHAHA *prende il fucile*
Ma no, non sarei mai capace di farlo, vi voglio troppo bene, comunque per chi non la conoscesse ecco il link da youtube: https://www.youtube.com/watch?v=ykexpgHrTkI
Grazie ancora a tutti i miei lettori e recensori, ve quiero mucho. :**
Alla prossima, chicas.
 

 
 
 
  
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