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Autore: drugvato    29/09/2013    4 recensioni
La ragazza si fece coraggio «ciao sono Demi. A quanto pare,saremo compagne…di clinica» disse abbassando lo sguardo.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Timberline Knolls, 8 giugno 2010, 7, 30 p.m.
 
 Ero stata tutto il pomeriggio a pensare a quello che era successo. Avevamo perso la testa entrambe ed era forse un miracolo che nessuna delle due si fosse fatta male sul serio. Quando si è bipolari è facile andare giù di testa così, perché si è emotivamente instabili e un momento puoi piangere, quello dopo urlare e quello dopo ancora potresti trovarti a ridere. Comunque la crisi era passata ad entrambe, ma eravamo ancora molto vulnerabili.
Volevo ancora bene a Demi, ovviamente. Sapevo che tutte le cose che mi aveva detto non le pensava veramente, erano solo uno sfogo ed una crisi. Questo, come sapevo che avevo esagerato, ma che se non l’avessi fatto forse ora lei sarebbe stata là a pomiciare con uno che non l’amava e che di sicuro l’avrebbe fatta ritornare a star male.
Tutte le parole che le avevo detto, che aveva detto Joe, che lei mi aveva detto, avevano ferito. Tante parole quel giorno avevano ferito. Erano parole pesanti, magari dette pure senza pensare; nessuno quel giorno aveva utilizzato il famoso ‘prima di parlare conta fino a 10’. Tutti avevano detto quello che pensavano subito, ed era stato troppo.
Demi l’aveva capito, io l’avevo capito fin da subito ma non c’era soluzione, Joe, beh lui tralasciamolo.
Se non avessi detto quelle parole che bruciavano tanto, non si sarebbe formata la ferita, come non si sarebbe rimarginata. Demi almeno era riuscita a convincere sé stessa della verità su Joe, ma anche a convincere sé stessa che lui non l’amava. E questo la portava solo a stare peggio.
Quello che aveva detto Joe, l’aveva ferita, e soprattutto il fatto che dopo la crisi di Demi, quello se ne era andato senza dire nulla.
Anzi, qualcosa l’aveva detto a Demi, qualcosa di non incoraggiante sicuramente; d’altronde lui poteva portare solo del male nella sua vita.
 
Demi comunque aveva ancora più conferme che lui non l’aveva mai amata, e le parole che le aveva detto rimanevano lì, come ferite non rimarginate sul cuore. Avevo intuito che lui le aveva detto spesso di dimagrire e che era anche per quello che lei era iniziata a stare male; avevo intuito che non poteva ancora dimenticare quelle frasi che le aveva detto anche lì alla clinica sul peso. Lui d’altronde era scappato come se non accettasse lei e i suoi sbalzi, come se avesse pensato – e molto probabilmente l’aveva fatto sul serio – che fuori ce ne erano mille meglio di lei, senza problemi e più anoressiche, non magre.
Ma il vero problema era che anche Demi l’aveva pensato, e stava ricadendo, buttata giù proprio da quelle ferite sul cuore.
Per di più Joe se n’era andato incoraggiando soltanto i suoi peggior pensieri.
 
8.00 p.m.
A tavola quella sera, a cena, eravamo state separate. Io ero riuscita a mangiare, non mi interessava più molto di me stessa. Ero in una fase in cui mi importava solo di riuscire a ‘salvare’ Demi. Sapevo che aveva bisogno del mio aiuto, me stessa non ne aveva più bisogno, poteva andare avanti anche da sola. Volevo solo aiutare lei; e vedevo dal mio tavolo che non mangiava. Aveva mangiato davvero poco e per quanto le infermiere si sforzassero di dirle qualcosa, lei si rifiutava. Anche lo psicologo aveva capito sicuramente, dai suoi racconti del pomeriggio, che mancava poco alla botta decisiva, alla caduta finale. Stava per toccare il fondo. E bisognava fare qualcosa. Lo psicologo era in mensa con occhi fissi sul tavolo di Demi; come me. Mentre lei stava lì che indugiava a mangiare, stava cadendo e quando sarebbe ‘atterrata’ non avrebbe distrutto quel mese o più di lavoro, avrebbe distrutto sé stessa. Io avevo finito di mangiare e vedevo che lei non voleva girarsi a guardarmi. Aveva paura della mia opinione, si vergognava del fatto che stava ricadendo, mentre forse io ce l’avevo davvero fatta.
Avevo occhi fissi su di lei, che ora sembrava volesse andare in camera.
No, Demi. Era arrivato il momento.
Si alzò e si avviò. Forse, solo io potevo fermarla.
Maledetto Joe e le sue parole; al diavolo Joe e le sue pillole regalo.
Le sue parole l’avevano ferita molto e il suo scappare lasciandole solo quel regalo, non aveva fatto che accrescere il pensiero di Demi.
Lei pensava che, come non andava bene a lui, non sarebbe mai andata bene a nessuno. E questo era un pensiero assassino.
 
Mi alzai di scatto, non c’era tempo da perdere.
Il percorso fatto di corridoi bianchi e stanze dalla mensa alla camera sembrò infinito, anche se durò solo qualche secondo. In quel momento che sembrava davvero troppo lungo mi passarono per la testa tutto quello che io e Demi avevamo passato insieme.
Mi ricordai il primo giorno che ero arrivata lì, come era debole, e come ero riuscita subito a legare con lei. Mi ricordai dello sfogo sulla panchina con Jess l’infermiera alla solita domanda ‘come ti senti?’ e Demi che aveva compreso tutto e mi aveva abbracciato tra le lacrime. Mi ricordai delle fatiche a mangiare, avevamo raggiunto un traguardo, ma Demi stava per ritornare indietro alla partenza, prendendo una scorciatoia. Una scorciatoia assassina. Mi ricordai delle notti insonni che per noi erano normali, delle chiacchierate, delle risate. Delle canzoni che avevamo scritto, che un giorno qualcuno avrebbe ascoltato, ascoltando la nostra storia. Mi ricordai di quando pensavamo a che cosa avremmo fatto appena uscite da lì e che Demi mi disse che avrebbe voluto viaggiare in tutto il mondo. Io le dissi che molto probabilmente sarebbe piaciuto anche a me. Mi ricordai quando mi raccontò che le sarebbe piaciuto avere dei figli un giorno, una vera famiglia, con due cani, e i bambini si sarebbero chiamati Jillian – avevo sorriso – e Trenton, in memoria di un suo amico che aveva perso all’età di tredici anni. Mi ricordai quando una notte stavo per vomitare dal senso di colpa e Demi mi prese per un braccio e mi portò da un’infermiera che mi aiutò. Mi ricordai delle capriole che ci piaceva fare in giardino, delle gare di corsa. Dei momenti di psicologia di gruppo in cui spesso piangevamo, tormentate dai brutti ricordi passati. Mi ricordai di un gioco che avevamo fatto in cui bisognava urlare più forte che si poteva, in modo da sfogarsi. Mi ricordai che lei mi disse che voleva fare la cantante e io pensai che ce l’avrebbe fatta, uscita da lì. Mi ricordai che le dissi che volevo fare la scrittrice e le feci leggere qualche pagina di un diario che avevo scritto. Mi fece i complimenti e mi abbracciò. Mi ricordai che di notte russava. Mi ricordai del suo spazzolino elettrico che faceva un rumore fastidiosissimo e che ridevo sempre quando lo usava. Mi ricordai quando ci ridarono i telefonini e nessuno ci aveva contattato. Mi ricordai dei pianti fatti in un abbraccio. Degli abbracci, mi ricordai. Mi ricordai del suo profumo di vaniglia. Mi ricordai delle nostre ‘cose proibite’ che avevamo buttato via insieme di nascosto, promettendoci di aiutarci a vicenda se una delle due sarebbe caduta in futuro. Mi ricordai delle promesse che ci eravamo fatte. E io, cara Demi, stavo solo facendo quello che ci eravamo promesse.
Arrivai, camera 62, la porta si era appena chiusa, dietro di me lo psicologo, e alcune infermiere. Tutti avevano un viso bianco e pallido dalla paura, io non avevo paura, almeno non ancora, io volevo solo riabbracciare la MIA Demi, e se l’avrei potuto fare o meno dipendeva solo da una questione di secondi e di parole che avrei usato.

 

Ciau a tuttii :)

sono le 23 e 39 domani ho scuola ma chissene frega devo aspettare mezzanotte e la video chat di Demi. Forse farà un tour non so, deve annunciare delle cose. Se verrà in Italia io morirò ragazzi. Spero davvero che venga io voglio abbracciarla, io DEVO abbracciarla. Potete capire quanto tengo a lei da questa ff. Comunque sono troppo contenta, questa settimana sono riuscita a prendere i biglietti per il concerto dei one direction a san siro. omg. vi rendete conto? ci sarò e per la seconda volta! sia lodato mio padre e il suo culo gigante. AHH I MIEI AMORI.
Poi a scuola mi trovo bene, il liceo è figo anche se si studia. le compagne e i compagni sono carini apparte alcune troiette ma ci staa :) 
Ho iniziato a scrivere un'altra ff, anzi ne ho due ma una mi fa schifo quindi HAHAHAH comunque forse le metterò bohhh parliamo del capitolo, a me piace (woo) soprattutto la parte del corridoio dove Jillian ricorda tutte le cose fatte insieme. Vi verrà voglia di ammazzarmi per come l'ho finito ma c'est la vieee ragazze/i. La prossima volta saprete tutto eheheh siamo a una parte cruciale della ff ma shh non dico nullaa :) Vi lascio col fiato sospeso e speriamo insieme che demi venga in Italia.

Ciau miei amatissimi fanzzz vvb <3

camilla.

 

 
 
 
 
 
  
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