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Autore: Bab1974    30/09/2013    2 recensioni
Ranma e Kuno sono fidanzati ma le cose non vanno molto bene soprattutto a causa del padre e della sorella di quest'ultimo che, per diversi motivi, non sopportano che i due stiano assieme.
Partecipa al contest di Fanny_rimes 'Contest Pas a Pas [multifandom e Originali]'. Seconda classificata.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranma Saotome, Tatewaki Kuno, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quarto capitolo
   Come ti rubo un bacio



Durante il viaggio per raggiungere Kuno, Ranma ricordò a com'era nata la loro storia.


Erano passate due settimane da quando era fuggito dallo studio del dottor Tofu, durante le quali non aveva pensato una sola volta a lui. Non si era reso conto che non era mancato anche da scuola. Una domenica mattina si stavano organizzando per il compleanno di Akane. Nel giro di poco sarebbero arrivati compagni di scuola e amici: all'improvviso, quando se lo ritrovò davanti a casa Tendo, pensò che fosse per dichiararsi ad Akane. Notarono tutti che non aveva la solita divisa da kendo, ma un kimono molto più elegante, e si sarebbero chiesti il motivo, se non avesse avuto un enorme mazzo di rose rosse in mano. In realtà anche a lui era stato spedito l'invito alla festa, ma i Tendo non avevano ricevuto risposta e pensavano non si sarebbe  presentato.
"Akane, hai visite." chiamò Ranma, ridacchiando.
La ragazza, che era già irritata di suo, diede una botta in testa al ragazzo.
"Come fai a sapere che non è venuto a cercare la Ragazza col Codino?" chiese scocciata.
"Ha capito che sono io, perciò di certo sarà qui perché non ha più bisogno di scegliere." disse Ranma, massaggiandosi la nuca.
"Non riesco a credere che quell'ottuso abbia capito tutto." dichiarò Akane.
"Senti chi parla!" esclamò Ranma, indicando il porcellino nero che aveva in braccio "Dovrei raccontarti di una cosa di cui non ti sei mai accorta, nella tua grande intelligenza."
P-Chan gli morse un dito, irritato: non voleva che Akane sapesse che in realtà era Ryoga, un ragazzo, e che aveva dormito più volte con lui, ignara della cosa.
"Di cosa stai parlando?" chiese curiosa "Non sopporto essere paragonata a Kuno, senza motivo. Dimmi quello che devi, senza fare troppo il misterioso, oppure taci."
"C'è tempo, c'è tempo" disse muovendo la mano "A proposito hai ricevuto la risposta da parte di Ryoga?" chiese malizioso.
P-chan grugnì alla volta di Ranma che alzò le spalle.
"In realtà, sì. Come ogni anno mi promette grandi cose, mentre a me basterebbe la sua presenza. Speriamo che non si sia perso di nuovo."


Intanto Kuno si era presentato davanti a Soun.
"Signor Tendo, avrei bisogno di parlarle. Si tratta di Akane e Ranma e del loro fidanzamento. Lei avrebbe da discutere molto se m'intromettessi fra i due?" chiese alla fine.
Soun aveva preso la cosa con molta filosofia e decise di non cacciare subito il ragazzo. In fondo, anche se non era una cima, era un ragazzo di buona famiglia e poteva traviarlo per fargli sposare un'altra delle sue figlie.
"Non posso darti Akane, è promessa a Ranma dalla nascita." esordì Soun, fumando la sua pipa "Ma anche le mie due figlie maggiori sono molto carine. Soprattutto Nabiki credo sia adatta a te, comunque, se preferisci le ragazze più grandi, anche Kasumi è disponibile."
Le due ragazze s'avvicinarono stupite.
"Papà, anche lui è troppo piccolo per me." disse imbarazzata Kasumi.
"Per me ci starebbe come età." s'intromise Nabiki "Spero che tu non sia tirchio, voglio libero accesso ai tuoi soldi."
Kuno arrossì insoddisfatto: non era facile dire quello che voleva e gli stavano rendendo le cose ancora più difficili.
"In realtà non era ad Akane che volevo fare la corte." annunciò con un respiro profondo "E a nessun'altra delle sue figlie, non che non meritino, s'intende."
Soun era davvero stupito: che c'entravano Akane e Ranma se lui non voleva fidanzarsi con nessuna delle figlie? Cominciarono ad arrivare i primi invitati alla festa di Akane e decise che ci avrebbe ragionato su, mentre tutti si divertivano.
"Kuno, perché non ti unisci ai festeggiamenti, intanto?" propose Soun "Poi ne riparleremo con calma."
Il ragazzo, che non trovava facile dire al signor Tendo che aveva intenzione di rubare il fidanzato a sua figlia, accettò. Nel frattempo avrebbe cercato di approcciarsi con Ranma, anche se non sarebbe stata una passeggiata.
Kuno, che si era dimenticato che quel giorno era il compleanno di Akane, decise di regalarle il mazzo di rose tanto, col senno di poi, sospettava che Ranma non lo avrebbe gradito.
"Buon compleanno, spero che queste ti piacciano." disse, porgendole il mazzo.
Akane le prese ringraziandolo e temendo il momento in cui lui le avrebbe fatto la corte. Non arrivò, con suo grande stupore, anzi si mise a parlare con lei pacatamente, come non era mai accaduto. Le sembrava strano, nonostante si fosse arrabbiata con Ranma, era certa anche lei che il ragazzo avrebbe rinnovato i suoi sentimenti. Era sollevata, ma anche delusa, come se le mancasse qualcosa: era preoccupata per la sua salute.
-Ho come la sensazione che questi fiori non fossero per me.- pensò, posandoli sul tavolo, e andando a cercare un vaso per metterli.
Non ebbe molto tempo per ragionarci, gli invitati alla sua festa arrivarono, portando ognuno un regalo. Akane accettò tutti con un sorriso, mentre Kasumi faceva gli onori di casa. Era quello il regalo per la sorella: impedirle di fare danni, poiché con le faccende di casa era davvero un disastro. Per l'occasione Soun aveva accettato che si usasse la palestra, che era stata agghindata apposta.


Ranma, che aveva seguito la breve discussione di Akane e Kuno, si chiese cosa girava in testa al ragazzo. Prima di allora non aveva mai perso occasione per corteggiare quel maschiaccio che era la sua fidanzata. Ora che aveva capito che lui era la Ragazza col Codino, sembrava che il suo cervello fosse andato in pappa, e non riuscisse a comprendere nulla.
Vide che Kuno si guardava attorno, come se cercasse qualcosa o qualcuno. Decise di investigare e si avvicinò lentamente alle sue spalle. Poi si arrampicò sulle strutture della casa e gli calò davanti, spaventandolo.
"Ranma Saotome, da dove diavolo spunti?" chiese Kuno, toccandosi il petto all'altezza del cuore. "Mi hai spaventato a morte"
Ranma, continuando a stare a testa in giù, incrociò le braccia sul petto e lo fissò serio. Poi mosse una mano per sentirli la fronte con un palmo.
"Uhm, la febbre non l'hai. Allora non sei malato." commentò.
"Io sto benissimo, come ti saltano in mente certe cose." disse Kuno "Piuttosto stavo cercando proprio te. Ho pensato molto a quello che è accaduto qualche settimana fa."
L'altro scosse la testa, smuovendo il codino che gli spenzolava al contrario.
"Non dovresti, Kuno." lo canzonò "Fa male impegnarsi tutto insieme in attività in cui non si è abituati. Oltretutto speravo che il discorso fosse chiuso e che finalmente ti fossi reso conto che io e la Ragazza con il Codino siamo la stessa persona. Dovresti passare oltre e cercarti una ragazza vera."
Kuno inaspettatamente sorrise.
"In realtà mi sono reso conto di cose che aveva già dentro ma che non avevo il coraggio di tirare fuori." disse, poi, senza aspettare oltre, prese saldamente la coda di Ranma e si avvicinò a lui, sfiorando le sue labbra con le proprie, baciandolo al contrario.
Ranma, colto di sorpresa, perse la presa al soffitto e cadde a terra. Si alzò massaggiandosi la nuca: non era vero! Non poteva essere accaduto di nuovo. Un ragazzo l'aveva baciato e lui non era riuscito a evitarlo.
"Ma sei pazzo?" gli urlò in faccia "Allora non hai capito niente. Io non sono una ragazza, sono un ragazzo."
Kuno non si scompose e gli prese le mani.
"E invece ho capito benissimo." confessò "Mi sono reso conto che mi piacciono i ragazzi, non le ragazze. Ranma Saotome, vuoi essere il mio fidanzato?"
Ranma lo fissò, credendo che lo prendesse in giro, poi rammentò che l'aveva appena baciato e, nonostante si sentisse offeso, si rese conto di non esserne affatto dispiaciuto. Cercò di soffocare la voglia di picchiarlo e stava per allontanarsi, senza rispondere, ma Kuno non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.
Non rinnovò la proposta, non lo ritenne necessario. Già il fatto che Ranma non l'avesse pestato a sangue era un punto a suo favore. Lo trattenne per un braccio e si riavvicinò per baciarlo ancora.
La testa del ragazzo con il codino era piena di idee alquanto violente nei confronti di Kuno ma non le mise in atto. Lasciò che l'altro lo abbracciasse, sentendo un brivido che gli correva lungo la schiena.
"Kuno, io..." sussurrò, alzando lo sguardo verso l'altro. Era confuso, non era normale quello che stava accadendo.
"Sssht, non dire nulla." lo pregò Kuno, posandogli un dito sulla bocca. Poi si abbassò verso di lui e prese possesso delle sue labbra, succhiandole e mordendole.
Ranma perse subito la cognizione di ciò che stava succedendo. La situazione gli ricordava l'inizio della sua conoscenza con il ragazzo quando, ossessionato dalla sua corte, faceva incubi tremendi.
-Un incubo, ecco cos'è!- pensò -Non può essere altro. A Kuno piacciono le donne, e pure a me, anche se non sono un maniaco come lui. Beh, pensandoci meglio io non mi sono mai sentito attratto davvero da nessuna ragazza, ma di certo Kuno è uno sciupafemmine. Incubo, incubo, incubo, incubo..."
La mente di Ranma recitava la parola come fosse sufficiente per renderla reale, mentre in verità stava limonando alla grande con un ragazzo che aveva sempre disprezzato. A spezzare l'incantesimo furono un paio di ragazzi, suoi compagni di classe, che li beccarono in atteggiamenti intimi.
"Oh, cavolo! Ranma, Kuno, che diavolo state facendo?" chiesero quasi in coro.
I due ragazzi si voltarono: Ranma fece uno scattò e corse via, Kuno cercò di raggiungerlo ma travolse in pieno Soun Tendo, che si chiese cosa stesse succedendo. Purtroppo lo perse di vista e si preparò a una lunga ricerca.


Soun, che essendo un uomo di mondo cominciava a trovare un senso nelle parole di Kuno, chiese ai due ragazzi che avevano visto. Questi ultimi, avrebbero voluto tacere, per non causare danni a Ranma, ma dopo aver visto lo sguardo furente del padrone di casa, cominciarono a snocciolare tutto ciò che credevano fosse la verità: Ranma e Kuno, secondo la loro impressione, si stavano baciando appassionatamente. Uno di loro ricordò che le mani del Senpai avevano cominciato ad avventurarsi sotto la camicia di Ranma. Lo sguardo di Soun mandava fiamme, ma tenne una calma apparente. Non voleva giudicare prima di aver parlato al diretto interessato ma, se fosse stato vero, era pronto a cacciare i due Saotome su due piedi. Non avrebbe continuato a dare da mangiare gratis a due traditori.
Si ritirò, pregando i due ragazzi di non raccontare nulla a nessuno, almeno finché non fosse stato sicuro.




Note: ho usato il Prompt Situazione/Luogo/Sentimento - durante una festa.
  
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