Il regalo più bello.

Amami quando meno lo merito,
perché sarà quando ne avrò più bisogno.
Catullo.

L’aveva detto.
Aveva finalmente confidato a George la sua decisione.
Sarebbe rimasta a Londra e avrebbero continuato a vivere insieme.
Lui le aveva appena detto che l’amava.
Per lei non c’era bisogno di una risposta, lo sapeva anche il suo cuore e ora non poteva più aspettare, che senso avrebbe avuto? Tutte le sue amiche erano più esperte di lei, ma Perla voleva aspettare il momento giusto, e ora era arrivato.
Baciava George con più ardore, con più entusiasmo, il suo corpo non avrebbe resistito ancora a lungo, aveva bisogno di lui perché lo amava. Lo aveva abbracciato e con una mano gli accarezzava i capelli e quel pezzo lacero di pelle, dove un tempo c’era il suo orecchio, e con l’altra percorreva la sua schiena.
George ricambiava i suoi baci con lo stesso ardore della ragazza, anche lui aveva bisogno del suo corpo, di esplorarlo e di provare nuove emozioni. Con Perla anche un bacio a fior di labbra gli procurava eccitazione ed entrambi erano consapevoli di quello che sarebbe successo di lì a qualche momento. Con quel pizzico di lucidità che gli era rimasto, smaterializzò entrambi nel loro appartamento.
Continuarono a baciarsi, Perla era arrivata al limite, tolse la giacca a George e pian piano iniziarono a svestirsi l’un l’altra. Non avevano fretta e Perla voleva godersi ogni attimo, avrebbe ricordato tutto, per sempre.
George interruppe il contatto, per ammirare la sua Perla. Non era perfetta, ma amava ogni singola cellula del suo corpo, con lei avrebbe affrontato anche un’intera schiera di mangiamorte.
Era bellissima e lei stava arrossendo.
Amava vederla arrossire.
“George, io …”
Lui la guardava, non voleva darle fretta, aveva imparato a conoscerla.
“Georgie, io sono … sono sicura. Non vorrei essere in nessun altro posto del mondo” si fiondò sulle labbra di lui, lo abbracciò e ripresero a baciarsi. I loro corpi aderivano, ma erano ancora ostacolati dagli ultimi indumenti. Li tolsero vicendevolmente e George adagiò Perla sul letto.
I loro occhi erano incatenati, ripresero a baciarsi, lui cominciò a darle dei teneri baci su tutto il suo corpo, sul collo, sulle spalle, sullo sterno, sul seno, sulla sua pancia, fino a risalire alle labbra che reclamavano quel contatto.
Sotto di lui, Perla sembrava minuscola, aveva i capelli un po’ arruffati, le labbra rosse e gli occhi che le brillavano.
George entrò nel suo corpo, Perla strinse con più vigore le mani di lui, che con movimenti leggeri e man mano più insistenti esploravano il suo corpo.
Vennero travolti da un piacere intenso, quasi afrodisiaco, travolgente, quando entrambi raggiunsero l’apice del loro piacere, ripresero a baciarsi e George rimase ancora immobile nel corpo della sua ragazza.
Nessuno dei due aveva voglia di parlare, le parole sarebbero state inutili.
Si guardarono intensamente.
Era scoccata la mezzanotte.
Perla aveva un anno in più.
La sua vita era cambiata, stravolta.
Le loro vite erano cambiate, stravolte.
Avrebbero affrontato tutte le difficoltà, insieme.
“Buon compleanno, Perla!”
“Sei il regalo più bello, che mi potesse mai capitare”
“Ti amo”
“Ti amo Georgie!”

NdA:
Buon inizio settimana!!!
Allora questo è un missing moments della mia long "Ehi, la guerra è davvero finita adesso!" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2048829&i=1
Bacio,
Angel