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Autore: Morpheus Wings    30/09/2013    1 recensioni
Sono passati dieci anni dalla fine dell'inferno chiamato High School, e ora è tempo di reunion. Riuscirà Castiel a superare l'orrore che prova ogni volta che ripensa a cosa gli hanno fatto passare i suoi compagni di scuola?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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Se lo sguardo avrebbe potuto uccidere, il biondino si sarebbe ritrovato già senza testa da un bel pezzo.
Cos'era quello? Un altro dei suoi scherzi? Fingere di provarci con te, per poi riderti in faccia e raccontare al mondo quanto patetico Castiel Novak fosse?

Beh non più, mio caro. Non più.

" Un tempo eri capace di fare di meglio, Winchester!" Dichiarò riluttante, davanti allo sguardo da ebete dell'altro, Sì, da ragazzo aveva fatto di peggio, rispetto a questa farsa. Ma lui era un altro Castiel, era un uomo e non si faceva più mettere i piedi in testa da nessuno, e di questo doveva ringraziare il bel biondino che aveva di fronte.
Praticamente oltraggiato dalla semplice presenza dell'uomo, girò i tacchi e se ne andò, senza degnarlo di uno sguardo.

Ma a metà tragitto tra il bancone del buffet e l'uscita, si sentì strattonare il braccio, da una presa ferrea che arrestò immediatamente la sua corsa e lo obbligò a voltarsi in direzione dell'aggressore.

Un Dean Winchester, dagli occhi spalancati e le labbra aperte a formare una "o", gli si parò davanti, mentre con insistenza continuava a tenere stretto il suo braccio.

"Lasciami. Andare. Ora." Scandì a denti stretti, pronto a colpire il volto che tanto ha odiato da giovane, da un momento all'altro.
"Aspetta, lasciami spiegare!" Prega il Winchester.
"Non c'è niente da spiegare e in più non voglio più vedere la tua faccia nè sentire la tua voce!"
Così dicendo, strattonò il braccio liberandolo dalla presa che lo imprigionava, riprendendo a muoversi verso l'uscita.

Ma di nuovo venne bloccato da una mano, questa volta, sulla sua spalla.

La rabbia lo accecava e non lo lasciava riflettere. I suoi più oscuri istinti ebbero la meglio sulla sua razionalità e, in una frazione di secondi, si ritrovò a dare un pugno in faccia all'ex-capitano della squadra di football.
Tutto sembrò fermarsi all'istante, come nei film, nessuno parlava, nessuno si muoveva, tutti si voltarono a guardarli per capire cosa stesse succedendo.

Dean indietreggiò di qualche passo, evitando di perdere l'equilibrio e cadere con le chiappe a terra, del tutto stupito dal destro che lo aveva colpito in pieno sulla mascella. Una mano passò sulla parte di faccia lesa, mentre lentamente mosse la mascella per capire se fosse ancora integra o meno. Nessuna frattura, così sembrava.

"Ow! Fa male!" Lamentò, guardando negli occhi il suo assalitore, cui respiro era diventato affannoso; se avesse potuto avrebbe sbuffato fumo dal naso e dalle orecchie. "Ok, me lo sono meritato. Ora che ti sei sfogato, possiamo parlare? Civilmente? E intendo senza far volare le mani..."

Castiel guardò con occhi di ghiaccio l'uomo che aveva appena aggredito, cercando riprendere il controllo e tornare lucido, ma con il Winchester in giro ha sempre avuto di questi problemi, solo che prima era più piccolo e magro come un fuscello, adesso invece era in grado di ingaggiarsi in uno scontro con l'altro.

"Ti ho già detto che non c'è niente di cui discutere. Ora lasciami andare se non vuoi svegliarti con due occhi neri domattina!".
Con la sua frase ad effetto, lasciò definitivamente la sala per recarsi nel corridoio e possibilmente verso l'uscita che lo avrebbe condotto alla sua auto, dove avrebbe potuto mettere distanza tra lui e il suo ex-persecutore.

Dei passi risuonarono nel corridoio vuoto e ancora una volta una mano lo afferrò, ma questa volta non con l'intenzione di farlo girare, ma di fermarlo semplicemente. Avvenne tutto in un lampo, un momento prima camminava impettito nel corridoio e il momento dopo si ritrovava spiaccicato contro il muro, il braccio piegato all'indietro e un corpo pressato contro la sua schiena.

"Lasciami andare!" Si dibatté, inutilmente, ma ogni movimento non fece altro che portare dolore e il corpo dell'altro ancora più pressato contro il suo, per tenerlo intrappolato contro il muro.
"Non finché non mi avrai ascoltato!"
"D'accordo! Ma prima liberami!"
E dopo aver detto le parole  magiche, il corpo che lo tratteneva contro la parete si spostò, permettendogli di ruotarsi e incontrare il volto dell'assalitore. Una mano premeva sul suo petto, spingendolo con le spalle contro la parete, mentre due occhi smeraldo lo squadravano con timore? reverenza? Ammirazione? Rabbia? Una di queste emozioni o tutte quante...

"Allora? Sbrigati, ti do solo 5 minuti. Meglio che cominci"
"Cinque minuti? Ma cosa...? Non mi bastano cinque minuti!"
"Accontentati, dovresti ringraziarmi per la concessione, visto il modo con cui hai rovinato la mia adolescenza!"
Dean ebbe la decenza di arrossire almeno, le sue guance rosse risaltavano completamente le sue lentiggini e lo splendore delle sue iridi.
"Beh, sì per quello... mi dispiace..." Borbottò il biondino, passandosi una mano dietro la nuca, abbassando il capo.
"Cosa?"
"Ho detto che mi dispiace. Non farmelo ripetere di nuovo..."
"Ti dispiace? Tutto qui? Ti dispiace? Non basta  un "mi dispiace" per tutto il male che mi hai procurato, Winchester!"
"Lo so! Lo so! Davvero! E mi vergogno per quello che ti ho fatto passare e giuro, c'è un motivo per cui ho agito in quel modo. E ho intenzione di spiegartelo, ma cinque minuti non bastano."
"E chi ti dice che io voglia sapere le tue motivazioni?"
"Beh... ecco... non lo so?"

In altre circostanze Castiel avrebbe riso all'insicurezza di Dean, ma quello  non era affatto una situazione divertente. Anzi era dolorosa, al solo pensare di cosa aveva dovuto sopportare da ragazzo, gli mancava l'aria nei polmoni.
“Senti, incontriamoci da qualche parte un bar? Un caffè? Una cena? Quello che vuoi. Offro io!”
“Stai tentando di comprarmi?”
“No. No. Voglio solo poter parlare con te con calma e, magari, con un po’ più di tempo?” Lo sguardo speranzoso che gli lanciò l’uomo lo metteva in difficoltà; che si tratti di una trappola?
“Cos’è? Uno dei tuoi scherzi? Ora mi riderai in faccia e dirai che sono uno stupido a credere a certe cose?”
“No davvero. Non faccio più certe cose. Sono cambiato, in meglio spero. Senti prima, quando stavamo flirtando davanti al buffet, non sapevo che fossi tu, la mia era stata una semplice reazione davanti a un bell’uomo. Tutto qui. Nessun trucco, nessun inganno”
“Cosa? Dici sul serio?”
“Sì, sono serissimo. Non l’hai ancora capito? Sono gay.”
“…”
 
Angolo Autore:
Perdono sono in tremendo ritardo con questo capitoletto, ma ho un mucchio di cose da fare e poco tempo per farle tutte.
Spero di farmi perdonare con questa terza parte un po’ più lunga delle altre.
Per chi si stesse chiedendo quanto lunga sia questa fic, la risposta è: non lo so.
Quando inizialmente ho cominciato a scribacchiare questa fic, avevo in mente solo 3/4 parti al massimo, ma mentre la scrivo continuo a dilungarmi un po’ e nel prossimo capitolo non sarò in gradi di concluderla. Penso che forse arriverò a 5 massimo 6, non di più.
Abbiate un po’ di pazienza e al prossimo capitolo vi verranno spiegate le ragioni di Dean.
Spero vi sia piaciuta anche questa,
a presto
M.
   
 
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