Salve a chiunque passerà a dare un’occhiata a questa
semplicissima OS. So benissimo che “Larry” è un argomento che scotta
all’interno di questo fandom, il mio vuole essere solo un tributo alla
magnifica storia d’amore che, vera o non vera che sia, un po’ ci fa sognare…
L’ispirazione è stata opera di questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=mlpbg8leNgc
del bravissimo Matthew Mayfield, che vi invito ad
ascoltare.
Grazie di cuore a tutti quelli che mi dedicheranno anche
solo un secondo del proprio tempo, per me è già molto :)
Buona lettura.
Rò
I see you bite your bottom lip
Can you feel my kisses on your hips?
I almost hear you catch your breath
My ghost is whispering in your head:
“No, you’re not home”
Il tempo
scorre lentamente, ticchettii lievi come gocce leggere che scavano il vuoto in
ciò che resta del mio cuore.
Devo aver
pianto, forse lo sto ancora facendo: è difficile sentire il calore bagnato di
qualche lacrima quando si cerca di tenere a bada tutto quello che minaccia di
distruggerci. Ed è il pensiero di te, il pensiero di te con lei, che non dai la
ben che minima importanza a quel noi
che dicevi di preferire a mille altre gioie, è il pensiero di te che resta
intrappolato nella mia mente, intenzionato ad uccidermi.
Vorrei
liberarmene, vorrei liberarmi di te,
respirare libero da tutto questo opprimente amore
che mi impedisce di andare avanti per la mia strada, di accettare la tua
scelta, di convivere con i miei amari rimorsi.
Sento i tuoi
sorrisi, quelli che mi sono tenuto stretto al cuore perché mi saziassero tutte
le volte in cui i ricordi da soli non sarebbero bastati, tornano a tormentarmi
come se la colpa fosse mia e solo mia, come se ogni cosa dipendesse da me e
dalla mia incapacità di bastarti, di convincerti che niente al mondo potesse
essere più importante di noi. Noi due. Io e te.
Io e te siamo la perfezione.
Una perfezione
condannata, maledetta, perseguitata, ma pur sempre la perfezione.
Dio, vorrei
che questo gelido pavimento spegnesse il fuoco che attanaglia la mia anima,
vorrei smetterla di bruciare, vorrei solo l’insensibilità, il beato oblio in
cui tu non esisti, in cui i nostri occhi non si sono mai incrociati e la nostra
pelle mai sfiorata.
Il respiro
tremante vola via dalle mie labbra in singhiozzi, si condensa in nuvole di
nebbia e poi scompare, solo e al buio di una scala antincendio penso a quanto
riesco ad essere squallido se mi ci metto d’impegno.
Perché?
Perché non faccio altro che distruggermi per te? Perché calpesto la mia dignità
già così amaramente messa da parte? Perché, Louis?
Mi passo una
mano sul viso, non so in che condizioni potrebbero ritrovarmi gli altri,
tornando dalla loro scampagnata notturna. Non so se Niall tenterà di nuovo di
riportarmi in camera senza fare domande, se Liam ne farà anche troppe e Zayn
comincerà ad urlare quanto sia idiota a reagire in questo modo.
Non può
ripetersi ogni volta la stessa storia, eppure è esattamente quello che succede.
Lei arriva ed io scompaio, divento invisibile ai tuoi occhi e sono costretto a
convivere con la tua indifferenza. Passano i giorni ed io mi consumo, tanto da
rendermi conto che potrei scomparire sul serio, ammattire e farmi del male
senza che tu te ne accorgessi. Perché niente è importante quanto l’apparenza,
quanto il fatto che lei creda che tu continui ad amarla, che quello che c’è tra
noi sia solo una mera invenzione di qualche mente malata.
Ti sei reso
conto, Louis, che siamo noi le menti malate? Quelle che hanno tirato su tutto
questo con tanto ardore da restarne intrappolati per sempre all’interno. Ti sei
reso conto, Louis, che tutto questo non ha senso?
Io ti ho amato dal primo momento.
Non ho
cercato nemmeno per un attimo di combattere ciò che sentivo, tu sei stato
l’unico fin da subito, l’unico con cui io abbia mai riso per il solo gusto di
ridere, l’unico per cui abbia rinunciato a qualcosa, l’unico per cui sono qui,
ancora e ancora, a versare le mie tanto preziose lacrime. Ma, potessi tornare
indietro, io non cambierei nulla,
Louis, nulla.
Il rumore
sordo di una porta aperta mi fa sobbalzare, risate innocenti, quasi spontanee,
lei, e poi tu. Trattengo il fiato mettendomi in ginocchio, gli occhi in linea
con la fessura invisibile che tiene aperta la finestra abbastanza perché io
possa spiarvi entrambi senza che ve ne accorgiate, nel buio gelido del
corridoio vuoto di uno dei tanti alberghi che formano la nostra vita.
“Ti amo” ti
sussurra mentre la tieni incastrata al muro, piatto e vuoto quanto i miei
pensieri, catturi quelle parole con le tue belle labbra rosee, accettandole,
cibandotene, come fossero necessarie al tuo cuore. Ma io so che non è così, so
che vorrei uscire da questo nascondiglio improvvisato e mettermi tra te e lei
solo per il gusto di vederti cadere a pezzi. Allora sarei io a nutrirmi della
tua sofferenza, per bilanciare la mia.
“Mi manchi
così tanto, Louis. Mi manchi anche quando ci sei” Dio, i suoi maledetti
sussurri, così penetranti e prepotenti, così miei che potrei essere io a
pronunciarli.
“Sono qui”
le rispondi e fa ancora più male realizzare che è così. Sei con lei, non con
me. Ora sei con lei. E la tua voce, Cristo, la tua voce è quella degli angeli,
un’ossessione, una maledizione.
Ti prego, parla ancora.
“Resterai
per sempre qui?” il terrore mi invade: no, non risponderle, non farlo.
“Per sempre”
Sento
distintamente i meccanismi del mio cuore arrestarsi con prepotenza, d’istinto
prendo una profonda boccata d’aria sperando che l’ossigeno aiuti il corpo a
combattere contro l’inaspettato quanto prepotente colpo, nello stesso istante
tu sussulti guardandoti intorno con espressione spaventata.
“Che
succede?” ti domanda ma tu mi hai appena trovato, nonostante i miei sforzi di
nascondermi meglio.
“Niente,
credevo di aver sentito qualcuno” menti, sei così dannatamente bravo a mentire
“potrebbero essere i ragazzi che tornano” così bravo a far sì che le persone ti
credano.
“Hai
ragione” lei ti scivola via dalle braccia ma poi ti bacia “pensi che Harry stia
davvero dormendo? Non vorrei disturbarlo” ti mordi un labbro mentre lei ti
tocca.
A cosa
pensi? Ai miei baci ardenti? Al tocco
delle mie mani? A cosa stai pensando
dietro quella maschera di tranquillità che usi in modo tanto efficace?
“Potrebbe
essere uscito” sussurri e a quanto pare sono l’unico ad accorgersi che stai
trattenendo il respiro per non tremare, per non tradirti.
“Lo spero”
sussurra lei. Vuole fare l’amore con te e tu puoi accontentarla, tu puoi
comportarti esattamente come sei abituato a fare, devi solo scegliere.
“Vai, ti
raggiungo tra qualche secondo” le intimi, rassicurante, eppure nei suoi occhi
nasce quel pizzico di innocente timore.
“Perché…?”
“Arrivo fra
un attimo” insisti “lui non c’è” questo le basta, le basta per capire che siamo
ancora nel pieno della battaglia. Lei non è stupida, Louis, non lo è mai stata.
Non importa in quanti modi tenterai di convincerla che va tutto bene, sono anni
che lei sa e, insieme a me, probabilmente, lei soffre.
“Va bene,
d’accordo” deglutisce a vuoto “ti aspetto” poi scompare oltre la porta della
mia stanza, quella che condivido con te e che lei è costretta a farsi bastare
essendo arrivata da qualche giorno solo per farti una sorpresa.
Sospiro
terrorizzato e torno nella mia posizione, sperando che il buio mi nasconda da
te, dai tuoi passi che si avvicinano, dal male che potresti farmi anche solo
guardandomi. Sei silenzioso come vento mentre scavalchi la finestra aperta e ti
guardi intorno sperando di non esserti sbagliato.
No, come al
solito avevi ragione. Io sono qui.
Te ne
accorgi, mi guardi, poi ti avvicini, ti inginocchi e mi tocchi.
“Che stai
facendo?” domandi, preoccupato, apprensivo, forse troppo. Sospiro e allontano
la tua mano dal mio viso con un solo gesto secco “Harry…”
“Dovresti
tornare da lei” la verità è che sono bravo anche io a ferirti tutte le volte
che voglio.
“Che
significa?” sei deluso, spaventato “Harry, smettila”
“No” ti
interrompo “smettila tu. Dio, Louis, smettila di farmi del male” il silenzio
che segue è così penetrante, tanto spesso da poter essere toccato, tanto da
poterci combattere senza però poter sperare in una vittoria.
“E’ te che
amo” sussurri dopo secondi infiniti, lo fai con dolcezza, con quella stessa
sicurezza a cui non posso fare a meno di credere “è te che voglio” mi passi una
mano calda tra i capelli “questo non cambierà mai. E se avrai la pazienza di
aspettare, amore mio, non ci sarà nessuno tra noi due”
Quante
vittime sei disposto a lasciarti alle spalle, Louis, in nome di ciò che secondo
te è giusto? Quanti cuori spezzati e promesse infrante?
“Perché non
può essere ora?” è la domanda che ti pongo sempre, è quella che aleggia tra noi
come uno spaventoso fantasma, è il perché al quale tu continui a dare la
risposta sbagliata.
“Non voglio
che qualcuno mi porti via la cosa più bella della mia vita” non mi basta, non
mi basta eppure mi fa stare così bene. Di slancio ti bacio, ti attiro verso di
me con prepotenza e frustrazione, tu ricambi e le labbra che toccano le mie
sono le stesse che poco prima toccavano le sue, posso sentire il suo sapore ma
questo, per te, non ha alcuna importanza.
“Aspettami”
sussurri, sospirando tra i miei capelli “aspettami qui” poi scivoli via e,
ancora, come vento, sei fuori dalla mia vita.
I’m on a fire escape Where you said to wait
And I did, yes I did
I heard the cold wind say “you’re a fool to
stay”
But I did, yes I did
No, you’re not my home…
Mi lasci con
un vuoto ancora più grande.
Ti sto
aspettando… ma dove sei andato? Ancora da lei? Ancora a fingerti la persona che
non sei? Louis quando lo capirai? Non ce n’è bisogno! Nessuno ti costringe!
Potremmo solo scegliere la verità e abbandonare tutto il resto! Che me ne
faccio della fama se non posso avere te? Che me ne faccio di me stesso se non
ci sei tu al mio fianco?
E se ti
preoccupi per loro, loro capiranno, ci amano così tanto da volere solo il
nostro bene, quelle che non lo faranno ci dimenticheranno più in fretta di quanto
ci metteremmo noi ad accettare la nostra nuova vita.
Di cosa ti
preoccupi allora?
Quante
parole vorrei dirti, ne è piena la mente, ne è pieno il cuore, vorrei metterle
per iscritto solo per non dimenticarle tutte le volte che i miei occhi
incrociano i tuoi. Perché in quei momenti perfetti tutto sembra sparire,
insieme a te i problemi si dilatano tanto da abbandonare il mio campo visivo,
tutto va esattamente come dovrebbe andare e non importa che ne sarà di noi
dopo, importa solo quel momento, il momento in cui riusciamo ad amarci senza
doverci giustificare.
Quei momenti
sono come aria che respiro a pieni polmoni sperando che mi basti per tutto il
tempo in cui resterò in apnea in una vita che non mi sono scelto.
La verità è
che ci sei tu al comando, Louis, tu scegli, io eseguo. Mi dici di non parlare,
ed è quello che faccio, mi chiedi di fingere che vederti con lei non mi faccia
male, ed io ci provo, mi ordini di uscire con delle donne, ed io mi sforzo, mi
chiedi di aspettare, ed io sono qui. Il mondo che mi circonda mi urla che sono
uno stupido a farlo, che tu non tornerai, che ti aspetterò invano mentre cerchi
di soddisfare lei convincendoti che abbandonare me non sia un danno del tutto
irreparabile.
Vorrei
sputarti in faccia il mio veleno, dirti che per colpa tua sto marcendo nel mio
stesso assecondarti. Se non lo faccio è solo per paura di perderti, potrei mal
sopportare una vita con te ma morire in una vita senza di te.
Eppure tu,
ora, non sei la mia casa, non sei il mio porto sicuro, non sei il mio appiglio
certo, tu non sei niente! Anzi, sei la deriva, la tempesta nel mezzo
dell’oceano, il pericolo, tu sei il male.
Ma io ti sto
aspettando, Louis, e probabilmente ti aspetterò per sempre.
No matter how my heart tries
I’m not to blind to realize
That when I’m free from the grip of this life
You won’t be there by my side
No, you’re not home.
Abbandono la
testa contro il muro alle mie spalle, sento il granito graffiarmi la nuca, ma
non è importante. Il gelo sta minacciando di giocarmi un brutto scherzo. Per
quanto ancora potrò resistere? Non sento più le mani, abbandonate lungo i
fianchi, non sento i piedi, malamente stipati in un paio di vecchie scarpe, e
non sento più il mio cuore.
Le orecchie
tese a percepire qualsiasi suono che preannunci il tuo ritorno, qualcosa c’è
stato: una serie di voci concitate e divertite. Non una era la tua.
È stato
facile nascondermi da Niall, Liam e Zayn, ho solo smesso di respirare per un
po’.
Se avrai la pazienza di aspettare, amore
mio, non ci sarà nessuno tra noi due.
Sono state
queste le tue parole? Le tue ultime parole, poche tra le tante che mi hai già
sussurrato. Oh Louis, quand’è che ho smesso di crederti? Quando le tue belle
promesse sono diventate solo frasi vuote per me? Per quanto mi piaccia cullarmi
in quelle splendide bugie, per quanto il mio cuore ci provi e riprovi, non sono
così cieco da non realizzare che probabilmente quando saremo liberi da tutto
questo bisogno di segretezza tu non ci sarai, non sarai qui al mio fianco,
perché capirai di non avermi mai voluto davvero, di aver combattuto solo per
sentire sulle labbra il gusto del proibito. Allora sì che me ne andrò
lentamente, imparando col tempo a convivere con il me stesso tanto ingenuo da
averci creduto, sperato e pianto.
E ora dimmi
che non è vero, dimmi che sono solo mie paure che prendono il sopravvento ogni
volta che lei è qui a separarci. Dimmi che invece ci sarai, che dedicherai la
tua vita a me, che non si tratta solo di sesso o di proibito, dimmi che per me
esisti, che ci sei, che non sei solo parte della mia immaginazione che ti
desidera tanto da dipingerti come vorrebbe.
Quante cose
ho bisogno che tu mi dica, ne è piena la mente, ne è pieno il cuore.
Ma tu non ci
sei, tu ora non ci sei.
Le lacrime
ricominciano a scendere, bruciano sulle mie guance fredde lasciando scie di
dolore lungo il mio viso. Solo per te, Louis, solo per te potrei ridurmi in
questo modo senza vergognarmi di me stesso.
I’m on a fire escape Where you said to wait
And I did, yes I did
I heard the cold wind say “you’re a fool to
stay”
But I did, yes I did
No, you’re not my home…
Il tempo se
ne va, lentamente, ma porta via con sé ogni goccia di speranza. La paura di
un’altra cocente delusione da collezionare.
Il primo
giorno in cui ti ho incontrato mi hai detto un solo ciao e il mio cuore già ti
apparteneva, come se fosse stato sempre tuo, smanioso di ritornare tra le tue
mani. Ho pianto nel realizzare quanto bene riuscivi a farmi stare, ho avuto
paura che non avresti capito, ma quando per primo mi hai baciato ho rischiato,
per la prima volta nella mia vita, di toccare il cielo con un dito.
Tornare
indietro con la mente fa più male che bene ma almeno aiuta a riscaldarmi in
questa notte gelida che somiglia ad una resa dei conti arrivata troppo tardi.
Tutto
finisce o inizia da qui.
“Harry” mi
volto appena ad incrociare i tuoi occhi, sono tristi, quasi lucidi “Harry”
ripeti, accovacciandoti al mio fianco, sento il tuo profumo fresco, selvaggio
ed elegante allo stesso tempo, misto a un sentore di sudore, l’unico campanello
d’allarme che mi fa intuire tutto quello che c’è stato mentre io qui fuori
aspettavo “stai congelando” è un’affermazione.
“Sto bene”
mento tremando da capo a piedi, tu scuoti la testa, non mi credi.
“Hai le
labbra viola” vuoi farmi ragionare ma non è il momento adatto.
“Dove sei
stato?” spalanchi gli occhi deglutendo a vuoto, non so se voglio conoscere la
risposta.
“Ero da lei,
ho aspettato che si addormentasse” silenzio “Harry non è importante”
“Cosa è
importante per te?” questo ti spezza il cuore.
Ti fai
spazio tra le mie cosce guardandomi negli occhi, prendi il mio viso tra le tue
mani bollenti.
“Tu sei importante” mi baci ed io non ho la
forza per oppormi “Non spaventarmi ti prego, amore mio, ti prego” mi implori
affondando il viso nell’incavo accogliente tra la mia spalla e il mio collo.
“Louis”
sussurro, roco “io ti amo” il tuo corpo caldo è attraversato da un brivido.
“Ma?” ti
aspetti che io continui.
Ma… non posso continuare così, non riesco ad
andare avanti, devi fare una scelta, devi aiutarmi, devi darmi una speranza,
devi farmi credere che non si tratta solo di bellissime bugie, devi rinunciare
a qualcosa, devi guardarmi negli occhi e giurarmi che sei sincero.
“Ti amo”
ripeto. Ho così poche certezze nella mia vita. Così poche. Questa è l’unica che
resterà un punto fermo al centro esatto del mio povero cuore.
“Harry, se
solo tu riuscissi a capire”
“Capire??”
sbotto senza riuscire più a trattenermi “Che cosa c’è da capire?! Cristo!! Non
lo vedi che mi sto consumando per te!” ti spingo via dal mio corpo e tu ti
rimetti in piedi con espressione truce e contrariata.
“Sei uno
stupido bambino!” ribatti, mi stai solo provocando ma non posso non reagire, in
un attimo sono in piedi anche io, i muscoli intirizziti che protestano
malamente.
“TU… tu sei…
sei…” ma le parole non basterebbero a spiegare, è per questo che scelgo poche
mosse per tornare ad essere Harry. Due passi e ti sono accanto, altri tre e ti
tengo incastrato al muro esattamente come tu facevi con lei solo pochi minuti
prima “Tu… sei… la mia ossessione” sibilo, ti strappo la cintura dei pantaloni,
sbottonandoli allo stesso tempo, tu mi aiuti, inspiegabilmente, nonostante la
mia irruenza e mancanza di delicatezza, nonostante siamo all’aperto, nel vano
di una scala antincendio, col rischio che chiunque di passaggio possa vederci.
Incastro una mano al muro intrecciandola alla tua, con l’altra ti abbasso i
pantaloni e godo disperatamente del tuo gemito agonizzante quando ti penetro
con tutta la forza di cui sono capace.
“Sì” ti
lasci sfuggire facendomi impazzire, comincio a muovermi. Questo lo sa lei? Lo
sa che ti piace così tanto sottometterti a me? Che godi quando ti tocco in
questo modo? Che urli di piacere mentre ti sono dentro? Lo sa lei che l’uomo
tanto forte che ama diventa così fragile tra le mie braccia??
La
disperazione mi porta ad aumentare le spinte, allo stesso modo aumentano i
gemiti e si avvicina inesorabilmente l’orgasmo, no, in realtà mi travolge prima
che riesca a rendermene pienamente conto.
“Come fai a
pensare che io non ti voglia?” singhiozzi dopo un po’ facendomi ritornare
malamente alla realtà “come puoi quando morirei tra le tue braccia se potessi?
Perché Harry?? Perché non capisci quanto mi fa male vederti soffrire in questo
modo? Perché non capisci che sto bene solo se stai bene tu??” ti volti verso di
me con gli occhi colmi di lacrime.
“Louis…” ma
la tua furia non si placa.
“Credi che
non me ne accorga?? Credi che non lo legga nei tuoi occhi tutte le volte che
dubiti di me, del mio amore, credi che non conosca tutto quello che pensi??
Credi che non sappia che sei convinto si trattino solo di bugie??”
“Louis…”
“No!” sbotti
“Io ti amo, tu devi credermi!”
“Louis” ti
metto una mano sulle labbra costringendoti a tacere, con l’altra recupero il
cofanetto dalla tasca posteriore dei jeans, poi ti guardo perdendomi nei tuoi
occhi così azzurri e bagnati.
“Vuoi sposarmi?”
And every word I wanted to sing
Got replaced with a wedding ring