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Autore: Morghana86    30/09/2013    1 recensioni
Guardò il cielo buio, tempestato di stelle, che sembravano poter venir inghiottite da un momento all'altro dall'oscurità"Non sarà un'impresa semplice ritrovare la persona che cerchiamo, questo è certo"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione

 

Il boato riecheggiò alle loro spalle, sbalzandoli in avanti. Quel corridoio sembrava non avere mai fine. Alcune schegge provocate dall'esplosione caddero vicino a loro: Chedipe coprì come meglio potè il fagotto che teneva tra le mani, proteggendolo e stringendolo a sé, intingendo il lino bianco candido con il rosso del sangue che stava sgorgando dalla ferita profonda vicino al collo.

“Corri più veloce, è dietro di noi!” strillò la donna disperata.

“Il portale è in fondo alle scale, ci siamo quasi!” rispose un uomo alle sue spalle, che faceva da scudo con la sua stazza massiccia ed imponente dai pezzi di muro che stavano crollando tutt'intorno.

 

L'aria attorno si fece rossastra, come vapore color sangue putrido: respirare non era facile.

“Scorie dell'Albero del Veleno.. questa non ci voleva” bisbigliò l'uomo portandosi il mantello al viso. La donna cadde e con lei il fagotto.

“Chedipe alzati!” l'uomo la scosse per le spalle, ma senza risultato.

“Scappate.. non pensare a me Atragon, salva Keyra..te ne prego..” sussurrò con un filo di voce, porgendogli il fagotto dal quale proveniva un pianto di neonato.

“Non ti lascio!” urlò l'uomo serrando un pugno e prendendo tra le braccia la bambina, nascondendola sotto il mantello.

“Sca..ppa..” sussurrò la donna con un filo di voce, prima di cadere nell'oblio.

Due grosse lacrime solcarono il viso dell'uomo, mentre si alzava abbandonando sua moglie e madre della piccola che teneva tra le braccia, al fato.

 

“Non puoi scappare in eterno Atragon. I tuoi sforzi sono inutili: ucciderò quella bambina e lo sai, non fare la stessa stupida fine di Chedipe e consegnamela” una voce roca, quasi metallica riempì l'aria.

Atragon continuò a correre verso la fine del corridoio.

“Mai! Piuttosto la morte! Non avrai mai Keyra, hai capito? Mai!”

Un'altra esplosione alle sue spalle aprì una crepa nel pavimento, dividendolo in due, mostrando le viscere della terra.

“Uccidere una o due persone non sono un problema per me, dovresti saperlo”

“”Maledetto..” sibilò a denti stretti Atragon, correndo a perdifiato.

“Te lo dico per l'ultima volta: consegnami la bambina e non ti verrà fatto niente di male”

“Mai!” gridò l'uomo vedendo la fine del corridoio.

L'intonaco dai muri attorno a loro esplose con un colpo solo, provocando profonde crepe nelle pareti: l'aria divenne densa e pesante.

“Non puoi sfuggire al veleno, morirai prima di arrivare al portale” rise la voce.

“Questo lo credi tu!” tossì Atragon, proteggendo il fagotto come meglio poté.

“E lo stesso vale per la bambina, non hai scampo”

 

Col fiatone, l'uomo iniziò a scendere le scale. Si appoggiò al muro per riprendere fiato: sentiva di star cominciando ad assorbire il veleno provocato dalle scorie.

“Maledizione.. non ora..” chiuse gli occhi e guardò il viso della bimba.

“Resisti Keyra, ancora poco e sei salva” le sorrise. La piccola smise di piangere.

Una nuova esplosione lo riportò alla realtà ed iniziò a correre giù per le scale.

Una flebile luce bianca iniziò ad illuminare lo spazio circostante: la luce del portale s'intravedeva.

Una figura eterea era in piedi davanti al portale.

“Atragon finalmente!” esclamò la figura incappucciata: una lunga veste bianca la copriva interamente.

“Keela sei tu?” tossì l'uomo faticando a respirare.

“Sono io. Dov'è Chedipe?” chiese allarmata l'elfa.

L'uomo abbassò lo sguardo “Non ce l'ha fatta.. Ma tu non puoi rimanere qui, scappa con Keyra svelta, sei l'unica speranza rimasta di questo mondo! Attraversa il portale con la piccola, mentre io lo trattengo!”

“Ma che ne sarà di te?” rispose la donna abbracciando il fagotto.

“La vita di Keyra è molto più importante, lo sai bene. Scappate ora!” la donna annuì.

“Fratello mio..”

“Scappate!” gridò l'uomo puntando il dito in direzione del passaggio.

L'elfa non se lo fece ripetere e gli diede le spalle.

L'ultima cosa che udì, fu l'urlo lancinante che l'uomo lanciò, prima di scagliarsi contro il nemico.

  
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