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Autore: itstimetobegin    30/09/2013    8 recensioni
Tutti la credevano pazza, ma la pazzia era solo una sua altra faccia, una faccia che aveva tenuto nascosta per troppo tempo, e ora aveva bisogno di urlare al mondo.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ascoltate con questa: http://www.youtube.com/watch?v=Q5l2ChAqRDg




Crazyness? No, just another side of her.


Scesi dalla mia macchina nera chiudendo lo sportello mentre anche Harry scese dalla macchina. Era pieno giorno mentre la brezza calda mi accarezzava il viso lentamente e le foglie in strada danzavano a ritmo con lui, mentre le portava in posti sconosciuti, un po’ trascinandole a terra, un po’ facendole volare leggiadre nell’aria. Mi ricordavano i primi pomeriggi autunnali, quando le foglie però erano arancioni e con sfumature gialle, altre invece secche, come l’anima degli studenti che dovevano ritornare a scuola. Harry si appoggiò alla macchina affianco a me e si levò i suoi Ray-ban neri delicatamente, poi li poggiò nel colletto della camicia bianca che indossava. Il mio sguardo tornò subito su quel grande edificio bianco, mentre persone di ogni età erano nel cortile a godersi l’aria estiva, fortunatamente non eccessivamente calda quel giorno. I ciliegi nel giardino erano fioriti, mentre bellissimi fiori contornavano ogni singolo albero, dal più alto al più basso.
-Chi aspetti Zayn? Tu devi entrare da lei-
-Lo so ma… fa sempre un certo effetto venire qui…- lo sguardo di Harry si posò sul segnale che con una grande scritta bianca indicava l’edificio: “manicomio.”
-Ti vorrei dire che ti capisco e so che fa male, ma ti direi una bugia.- mi mise una mano sulla spalla e la strinse per darmi sicurezza, non troppo forte. Lo abbracciai dandogli due pacche sulla spalla.
-Grazie per accompagnarmi sempre- venivo qui due volte a settimana, tre quando non avevo molto da fare e Harry, impegnato o no, mi ci accompagnava sempre.
-Non dirlo neanche per scherzo, entrerei anche io ma… è una cosa tua e proprio non ce la faccio-
-Se non ci fosse mia sorella lì dentro… neanche io ce la farei- detto questo mi girai e feci il mio ingresso nel cortile mentre il calpestio di alcune foglie mi accompagnava fino alla porta di ingresso che, una volta sorpassata anche quella, chiusi alle mie spalle. Anche oggi Leo era dietro il bancone della segreteria, e appena mi vide mi salutò con un sorriso a 32 denti.
-Zayn, non posso chiederti che buon vento ti porta da queste parti-
-Già, e se mi portava qualche vento, deve odiarmi a morte- gli strappai una risata che ammutolì subito ricordandosi dove si trovava, e non c’era molto da ridere.
-Ti aspetta- mi disse solamente dandomi la chiave che afferrai. La sta stanza era la 32B, al secondo piano, con altre due persone. Salii le scale mentre l’unico rumore udibile era quello delle mie scarpe a contatto con le scale. Arrivato in cima alle scale appoggiai la mano sulla maniglia d’argento, guardai per un po’ la mia mano che stava tremando, poi l’aprii non riuscendo a trattenere più la pazienza. Mi si aprì davanti quel dannato corridoio bianco, anche se bianco bianco non era dato che l’intonaco pian piano stava cadendo giù sul pavimento, lasciando intravedere del grigio. Girai a sinistra e trovai la stanza di mia sorella, inserii la chiave ed aprii. Aprii la porta lentamente mentre il mio cuore batteva forte, non ho mai capito perché. Forse la gioia di rivedere la mia sorellina, ancora sana e salva e non sotto una macchina che l’avrebbe uccisa con una forte scossa, oppure di paura, paura che veramente prima o poi mia sorella andrà sotto quei macchinari; i miei occhi si iniziarono a fare gonfi mentre la gola si seccava, senza lasciarmi neanche un po’ di saliva.
-Ti aspettavo- la sua voce era sempre la stessa, allegra anche nel luogo in cui si trovava. Sorrisi mentre il cuore riprese a battere normalmente, e tutto un tratto avrei voluto anche parlare per ore, ma il mio sorriso si spegne quando guardai il suo piede: era attaccato al letto da una atena di ferro. Mia sorella guardava ancora fuori la finestra, indossava una semplice camicia da notte bianca, mentre aveva una lunga treccia che gli correva lungo la schiena. Fin da piccola ha avuto i capelli corti di un nero scuro come la notte, mentre ora erano davvero lunghi.
-E sono qua- si girò squadrandomi dalla testa ai piedi e per un attimo incrociai il suo sguardo, poi rigirò la testa poggiandola tra le sue gambe, le quali si era portata al petto.
-Mi sono buttata nella fontana se ti stai chiedendo questo-
-Perché?-
-Mi attirava.- disse semplicemente e poi mi guardò –sono rimasta qui tutta l’estate, mi manca il mare.-
-Fatti accompagnare da qualcuno-
-Tu lo faresti?- aprii la bocca per risponderle, ma la richiusi non avendo una risposta. –Certo che no. Hai una sorella pazza, fuori di testa. Chissà che ti potrebbe combinare- rise di gusto mentre non sapevo che fare, quindi accennai solamente un sorriso. –Da quanto non ridi Zayn? Sai, non devi essere come me per farti una risata.-
-Mi piacerebbe esserlo-
-A che scopo? –
-Non dovrei più preoccuparmi per niente, anche perché non avrei niente di cui preoccuparmi.-
-Pazzi non significa essere morti, Malik-
-Non ho detto questo…-
-Ti piace il mare?- inizia con le sue domande senza senso. L’altra volta mi chiese se mi piaceva il gelato, e quando risposi annuì ridendo.
-A chi non piace?-
-Alcuni preferiscono la montagna, sai perché?-
-Forse non sanno nuotare- alzai le spalle mentre rise.
-O hanno paura-
-Di cosa?-
-Di quello che il mare ti porta alla mente.- ci fu un attimo di silenzio, poi riaprì la bocca. –Ricordi, pensieri, emozioni- poi rise.
-perché ridi?-
-Strani i ricordi.-
-Perché?-
-Sono la cosa più bella che si ha, eppure ti rendono triste.-
-Oscar Wilde?- provai a indovinare. Gli è sempre piaciuto giocare a questo gioco, citava frasi e provavo a indovinare, ma non ci riuscivo mai ad azzeccarli.
-Dylan Dog- disse mentre la guardai stupito. Perché era qua? Non era il suo posto, e lo sapevo bene. Altro silenzio, poi riparlò.- Secondo me lo stato d’animo delle persone, almeno quelle vicino al mare, è determinato dal mare.
-Cioè?-
-Se il mare è tranquillo, ti andresti a fare un bagno no? Sei felice che non è agitato?-
-Certo-
-Se è agitato, in tempesta, come ti sentiresti?-
-Credo triste… perché non potrò fare un bagno- dissi mentre sorrise guardandomi e sorrisi anche io.- Non ci avevo mai pensato…-
-Io ho tante cose a cui pensare, per intere giornate. Ci sono così tante cose che non capisco-
-Che cose per esempio?-
-Chi sono?- chiese ad un tratto mentre la guardai confuso.
-Sei Veronica, mia sorella-
-Tu mi vedi così, altri in un altro modo…-
-Solo perché sei…- iniziai ma non finii mordendomi la lingua.
-Dillo- scossi la testa mentre sorrise. –Pazza, e a me sta bene-
-Che cosa ti sta bene? Stare chiusa qua? Sei come loro… e tu non sei così-
-Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti.-
-Che vuoi dire?-
-Che il mondo non riuscirà mai a capirci, ecco perché creano questa scatola, solo per noi. Qui nessuno ci può giudicare, tranne Leo giù e chiunque faccia un turno. Dopo questa scatola solo Dio potrà giudicarmi.-
-Come fa a non fregartene?- per un ultima volta si girò, con un sorriso bellissimo, come se le avessero detto che chissà cosa aveva vinto.
-Preoccupati più della tua coscienza, che della tua reputazione… la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è quello che gli altri pensano di te; e quello che gli altri pensano di te è un problema loro.-
-Dylan Dog?- chiesi sorridendo.
-Charlie Chaplin- sorrisi e solo adesso capii che cosa provava a dirmi da 5 anni ormai, e non l’avevo mai capito. Tutti la credevano pazza, ma la pazzia era solo una sua altra faccia, una faccia che aveva tenuta nascosta per troppo tempo, e ora aveva bisogno di urlare al mondo.


Buonasera, mi è venuta questa ideuccia in mente ascoltando questa canzone, spero vi piacciano i Daft Punk e anche la  one shot. :)
  
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