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Autore: Avah    30/09/2013    1 recensioni
[Celia Rees, vari]
Solitamente non scrivo fanfiction su libri, ma questa volta ho fatto un'eccezione. Rileggendo il libro, mi sono chiesta: ma Volpe Nera come ha reagito alla morte del padre, Penna Azzurra? Perché non possiamo sapere anche i suoi pensieri, oltre a quelli di Occhi di una Lupa? Quindi la storia è nata per questo, per rispondere a queste domande.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Destino di un Guerriero

Il mio nome è Volpe Nera. Non ho ancora quattordici estati, eppure sono già diventato un guerriero. E’ periodo di guerra ed io e mio padre, Penna Azzurra, siamo stati accettati per andare a combattere contro gli inglesi che ci stanno portando via la maggior parte dei terreni. Mia madre, Occhi di una Lupa, ha fatto di tutto per impedirci di partire, ma da quando la danza di guerra ci ha ammessi, non ne possiamo più uscire. Solo la morte è un modo degno di andarsene, e lei lo sa bene. E’ una powwaw molto potente, e anche molto temuta nel villaggio. Nonostante il sole abbia scurito la sua carnagione, i suoi capelli chiari indicano la sua origine non nativa.
Quella notte, la danza è durata fino alle prime luci dell’alba, quando ci siamo ritirati per prepararci alla battaglia. Abbiamo dipinto i nostri volti di rosso e nero, i colori della guerra, poi abbiamo salutato le nostre famiglie. Io no, non ho seguito mio padre, non sono entrato nel nostro wigwam con lui: non potevo vedere mia madre e la mia sorellina, Uccello Screziato, stare male per me.
Non appena fummo tutti pronti, iniziammo a incamminarci verso una radura che si apriva a nord, in cui sorgeva un’enorme casa inglese. Speravamo che non ci fosse nessuno, per poterci procurare ciò che ci serviva per l’inverno imminente. I nostri piedi, avvolti in mocassini di pelle, si muovevano silenziosi nella foresta, senza lasciare dietro alcun segno del nostro passaggio. Tenevamo le armi in mano, pronte all’uso, nonostante sembrasse che il terreno fosse disabitato. Coos, il nostro capitano, fece un cenno per indicarci di andare avanti e perlustrare la zona. Fu un errore. Non appena mettemmo piede fuori dalla foresta, le finestre dell’abitazione si aprirono di scatto e numerose canne di moschetto apparvero, scagliandoci addosso infiniti colpi. Iniziammo a correre a caso, cercando un riparo; le nostre frecce sembravano inutili, ma ancor di più lo erano i tomahawk e i pugnali che tenevamo legati alla cinta.
La battaglia imperversava sempre più duramente, ed ora ormai chiaro che non avremmo vinto. Quando Coos ci fece cenno di ritirarci all’interno della foresta dove gli inglesi non ci avrebbero seguito, io rimasi intrappolato sotto il fuoco incrociato. Mi ero nascosto dietro un barile d’acqua per impedire che mi colpissero, ma ormai avevo capito che non sarei uscito vivo da lì. Sarebbe stata la mia prima ed ultima battaglia. Sentivo la paura crescere dentro di me, secondo dopo secondo, mentre il rumore secco dei moschetti infuriava sopra la mia testa. Non volevo morire, volevo tornare da mia madre, da mia sorella, volevo essere di nuovo con loro.
A un certo punto, vidi l’aria tremare dall’altra parte dello spiazzo. Era uno spirito, ne ero più che sicuro. Forse era proprio mia madre che, in sogno, era riuscita a raggiungerci. Vidi che stava avanzando verso di me, quando un’altra figura si frappose tra noi: mio padre stava tornando indietro a prendermi. Quel gesto attirò l’attenzione degli inglesi , e con questo anche le palle di moschetto: lo colpirono prima alla spalla, poi alla schiena e infine, l’ultima, lo fece girare su se stesso. Con il terrore negli occhi, guardai il suo corpo inerte steso davanti a me, alla mercé di quel popolo crudele. Lo spirito venne di nuovo verso di me e sentii che le forze mi stavano tornando. Alla fine mi decisi e scattai in avanti, mentre altri spari mi stavano alle calcagna. Mio padre riuscì a rimettersi in piedi, ma i colpi non ebbero pietà di lui: quando mi voltai indietro per aiutarlo, il suo corpo era steso carponi, ormai senza più vita. Volevo correre indietro e trascinarlo via da quell’inferno, ma uno dei nostri mi prese per il braccio e mi portò via da lì, nel bosco.
Mentre gli altri si nascosero all’interno della boscaglia, io rimasi sul limitare, invisibile, a guardare quel popolo che ora esultava per la morte di altri uomini. Presero a calci i miei compagni, alcuni tirarono fuori il coltello da scalpo per prendere trofei. Uno si avvicinò a mio padre, e la lama affilata del coltello balenò alla luce del sole; volevo gridare, impedire che gli facesse del male, ma così facendo sarei morto anche io. In quel momento, però, una donna venne fuori e si avvicinò a quell’uomo; ero troppo lontano per sentire o soltanto capire cosa dicesse, ma poco dopo tutti i cadaveri dei nostri compagni vennero portati sul limitare della foresta e li lasciarono lì, mentre loro se ne tornavano dentro. Come un fulmine mi precipitai da Coos e gli dissi quello che era successo, poi tornammo indietro e trascinammo i corpi senza vita in una piccola radura nel bosco. Io mi presi cura di mio padre, pulii al meglio le ferite con foglie fresche, poi gli tolsi la collana intrisa di sangue; mia madre doveva sapere. Scavai una buca a mani nude e vi deposi il corpo, rivolto verso est, come era uso nella nostra religione. Vegliai sulla sua tomba a lungo, senza piangere né lamentarmi, ma avevo il cuore straziato e la consapevolezza che ora era mio compito proteggere mia madre e Uccello Screziato.
Non so nemmeno quanto tempo passò, ma a un certo punto sentii sulla mia spalla una mano; mi voltai e vidi Coos che mi guardava e la sua espressione parlava chiaro. Era ora di tornare a casa, all’accampamento. Raccolsi la collana le cui piume colorate erano diventate nere per il sangue rappreso e mi incamminai dietro di lui, voltandomi indietro per un’ultima volta. In quell’istante, pregai soltanto che mio padre riuscisse a trovare la strada nell’aldilà ed arrivare alla casa di Kiehtan, dove avrebbe riposato in pace e avrebbe vegliato su di noi.
***THE END***
  
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