Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: oOPoisonGatebOo    30/09/2013    4 recensioni
Axel viene assunto come commesso in un orfanotrofio e conosce Roxas, un ragazzino di quindici anni che ha perso la propria famiglia in passato.
Riku, il migliore amico del rosso, sembra provare qualcosa di più di semplice amicizia.
E' possibile rendere felici più persone nell'arco di una vita?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guardò la televisione spenta senza reale interesse, stringendosi al petto un cuscino.
Era scosso da tutto ciò che era successo quel giorno, inoltre aveva pianto così tanto che era distrutto.
"Roxas" pensò "lui ha visto mia madre..forse".
Per poco non bucò il cuscino con le unghie. Perché uno sconosciuto aveva potuto vederla e lui no?
Non era arrabbiato con il biondino, anzi, gli stava anche simpatico. Ma era invidioso, doveva ammetterlo. Anche lui desiderava vedere la propria madre, ma non aveva mai potuto neanche sentire la sua voce.
"Com'è la sua voce?" si chiese.
Avrebbe tanto voluto saperlo, ma si era rassegnato al destino.
Fissò l'orologio che segnava le dieci meno dieci di sera. A breve Axel avrebbe finito di lavorare e sarebbe venuto da lui. 
Si sdraiò completamente sul divano, facendo cadere il cuscino a terra. Aveva veramente un gran sonno, nonchè il timore di addormentarsi ancor prima dell'arrivo del rosso.
Contro ogni previsione però il campanello iniziò a suonare come impazzito, poi andò a creare una stupida canzoncina.
Riku si spiaccicò una mano in faccia: Axel non aveva perso il vizio di immedesimarsi in un piccolo Mozart per citofoni.
-Arrivo, arrivo!- urlò in modo da farlo smettere, ma non accadde. Si alzò e aprì la porta, trovando il rosso ancora ripiegato sul pulsantino e con la lingua di fuori tutto concentrato.
-Emh..- l'argenteo lo guardò con un sopracciglio alzato, non sapendo neanche cosa dirgli. Era senza speranze.
-Eh?Uh? Oh, ciao Kukù!-
Il minore rabbrividì a quel nomignolo: gli era stato affibbiato alle medie da un gruppetto di ragazze in preda agli ormoni, e lo odiava con tutto il cuore.
-N-non mi chiamare in quel modo! E' imbarazzante!-
-Come se "Axi-chan" non lo fosse!-
-Beh..ma è dato con affetto quello. Kukù invece mi è stato dato con voglia di tromb..- l'argenteo pensò un attimo a quello che stava dicendo, guardando poi Axel -tu hai voglia di scopare?- chiese ironico.
-Perché no!-
Riku arrossì all'inverosimile, sprofondando nell'imbarazzo più totale.
Il rosso se ne accorse, così portò le mani in avanti agitandole: -nono, stavo scherzando! Non fare così!-
Il minore non rispose, ma si mise di lato per lasciar passare l'amico e poi chiuse la porta, appoggiandocisi contro con le mani dietro la schiena.
Axel aggrottò la fronte osservandolo -che fai?-
-Ecco..io..- non sapeva in realtà per quale motivo stesse reagendo così, ma qualcosa nel profondo lo incitava.
-Comunque, non è vero che ieri sera non è successo niente-
Riku saltò per aria, sgranando gli occhi. 
-Nonononono! Non pensare male! Non abbiamo fatto niente di tutto ciò che sta passando per la tua mente malata!- esclamò il maggiore. Tornò un minimo serio. Aveva riflettuto sugli eventi accaduti, e voleva sapere cosa provava veramente il suo migliore amico. Poi tenerlo all'oscuro di tutto non gli sembrava giusto.
-Insomma..tu..- iniziò incerto -fuori dalla discoteca..mi hai baciato-
L'argenteo si sentì nuovamente sprofondare. Cosa aveva fatto? Aveva capito bene?
-Eheheh- rise nervoso, grattandosi una guancia: adesso che doveva fare? E poi chissà come aveva reagito Axel!
-Cosa provi?- chiese secco quest'ultimo.
-Eh?-
-Ho detto: cosa provi?-
Riku spalancò gli occhi, schiacciandosi di più contro la porta, forse nel tentativo di sparire e mimetizzarsi con il suo bianco candido.
Si sentiva andare a fuoco: le mani, le guance, il ventre, il petto. Tutto ardeva dentro di lui, mentre il cervello sembrava andare in tilt.
-Ecco..- sussurrò, sentendo una lacrima segnargli per la millesima volta il viso quel giorno. Quando se ne accorse, non fece altro che rimanere più stupito. Aveva iniziato a piangere senza accorgersene, ma perché?
-Ho capito. Mi dispiace non soddisfare le tue aspettative, ma non mi piaci. Ora che so cosa provi non riesco più a vederti come prima, forse è meglio che ci separiamo- disse Axel.
O almeno, lo disse nella mente del minore.
Aveva fottutamente paura di un rifiuto, non era ancora pronto per una discussione simile. Nonostante era da quattro anni che si teneva tutto dentro non riusciva ancora a confessarsi.
Strinse i pugni così forte che a momenti avrebbe affondato le unghie nella propria carne. 
Il rosso, che era da due minuti buoni che fissava l'amico, si accorse di tutti quei gesti insoliti.
Non sapeva per quale motivo, ma si sentiva messo sulle spine. Voleva sentire la risposta che da molte ore lo stava facendo impazzire. Era ansioso, e anche tanto.
Riku socchiuse le labbra, ma non ne uscì nessun suono. Non ci riusciva, non quel giorno. Era troppo tardi, ma anche troppo presto. 
-Senti, puoi dirmi ciò che senti. Non ti abbandonerò se è questo che ti spaventa, non lo farei mai- cercò di rassicurarlo Axel, appoggiandogli una mano sulla spalla.
L'argenteo abbassò la testa -cambierai il modo di comportarti con me? Se ti dicessi che sono innamorato di te, tornerebbe lo stesso tutto come prima? Ne sei proprio sicuro?-
Il maggiore lo squadrò con gli occhi leggermente più aperti del solito, persi come lo erano i suoi pensieri. Già, sarebbe tornato tutto come prima?
Poi scosse la testa.
-Non cambierò il modo di comportarmi..anche se comunque sarebbe una cosa strana, lo devo ammettere. Ma tu parla: cosa provi?-
Riku si massacrò letteralmente un labbro, affondando i denti nella carne, sentendo un sapore simile al ferro invadergli la bocca. Strinse gli occhi, prendendo coraggio.
-Io..- strinse maggiormente i pugni -t-ti...i-io s-sono, e-ecco..- sentiva la voce tremare: non andava bene. Doveva essere chiaro, ma il corpo non sembrava più rispondere ai suoi comandi.
-IO TI AMO CAZZO!- urlò tutto d'un fiato, le lacrime che riprendevano a scorrere veloci. Il battito troppo accellerato del proprio cuore gli faceva male.
Una parte di Axel in quel momento urlò "lo sapevo!", dall'altra sentiva i neuroni sbattere l'uno contro l'altro creando dei cortocircuiti. Con occhi spalancati guardò l'amico davanti a lui che singhiozzava come un bambino, ma solo in quel momento vide che le lacrime non scorrevano più su delle guance infantili e rosse come melette mature, ma su quelle scavate di un uomo. Gli occhi sofferenti dell'argenteo non appartenevano più a un moccioso che aveva ancora tutto il mondo da scoprire davanti a sè, ma ad una persona matura stufa dell'attesa, che aveva visto tante cose nella sua vita, ma desiderandone solo una.
Il minore si sentiva così nudo in quel momento. Ora il rosso conosceva i suoi sentimenti. Si sentiva incredibilmente fragile, così piccolo in confronto a lui.
Sgranò gli occhi quando fu chiuso in un abbraccio. Questo fece soltanto peggiorare il dolore che cresceva dentro di lui ormai da anni. Aveva piantato le radici nel profondo del suo cuore e aveva iniziato a crescere, soffocandolo dall'interno.
-A-Axel..non darmi finte speranze, ti s-scongiuro- supplicò -è la tua g-gentilezza che m-mi fa così m-male. Se n-non ricambi i m-miei sentimenti, n-non stringermi!- continuò tra un singhiozzo e l'altro, dicendo tutto il contrario di ciò che voleva. Desiderava essere abbracciato, tenuto al caldo da quella sera invernale. Sentirsi rassicurato e protetto. Essere amato.
Il rosso, contro ogni previsione, sciolse l'abbraccio. 
Riku sentì una fitta colpirlo. Le lacrime diventarono più numerose: eccolo lì, il rifiuto che più aveva temuto in tutta la sua piccola e insignificante vita.
Era tutto finito. Axel non avrebbe mantenuto la sua promessa di stargli sempre accanto, se ne sarebbe andato. Avrebbe messo delle distanze tra loro, o comunque non sarebbe stato mai più lo stesso. 
Si sentì male, inginocchiandosi a terra e stringendosi le braccia al busto: perché si era confessato? Perché aveva rivelato tutto? Voleva poter scherzare e ridere con lui, voleva essere ancora tenuto tra le sue non molto muscolose braccia, ma così forti e calde che avrebbe potuto passare tutto l'inverno nella sua stretta. Voleva far tornare tutto come prima.
Il rosso però lo colse di nuovo di sopresa.
Si inginocchiò anche lui, squadrandolo per qualche interminabile secondo. Riku fronteggiò il suo sguardo. I suoi occhi verde acceso erano così belli, ma anche così misteriosi, in quel momento. Che aveva intenzione di fare?
Il maggiore gli prese il mento, avvicinando il proprio viso al suo. 
L'argenteo sgranò gli occhi ancora colmi di lacrime, sentendo il fiato dell'amico contro le labbra. Sentì anche un fastidioso calore salirgli alle guance, mentre il suo corpo perse totalmente la capacità di muoversi. Non che prima fosse riuscito a controllarlo.
Axel gli lasciò un leggero bacio sul labbro inferiore, proprio sulla ferita che il minore si era autoinflitto prima di confessarsi. Sentì il sapore del sangue sulle labbra, leccandolo velocemente via. Poi si lanciò in un bacio tutt'altro che disperato e aggressivo come quello che gli aveva rubato la sera prima Riku. Era dolce, qualcosa il cui quest'ultimo si potè rifugiare. 
Il minore gli strinse alcuni lembi della maglietta, tenendo gli occhi chiusi. Nonostante questo, le lacrime continuarono a scorrere, come fuori controllo. Premette le labbra contro quelle del rosso, sentendolo poi leccargliele come per chiedergli un permesso.
Glielo concesse senza indugi, senza più pensare a nulla. Lì c'erano solo loro due, in quel momento. 
Le lingue giocavano tra di loro, esplorando l'uno il palato dell'altro, assaporandosi a vicenda. L'argenteo la trovava una sensazione paradisiaca.
Axel d'altro canto era insicuro di ciò che stava combinando. Non sapeva per quale motivo si fosse buttato alla cieca, era una cosa del tutto nuova per lui, eppure doveva ammettere che era piacevole. Se anni prima gli avessero detto che avrebbe baciato Riku in quel modo, avrebbe quasi sicuramente fatto una smorfia come per dire "mi prendi per il culo?". Eppure eccolo lì, a diciannove anni, con l'argenteo stretto tra le braccia e intenti a scambiarsi tenere effusioni.
Si separarono dopo alcuni istanti. Entrambi sembravano non avere più fiato, le labbra ancora inumidite dalla saliva dell'altro. 
Il minore in quel momento potè soltanto guardarlo con occhi pieni di confusione, quasi non si fosse reso realmente conto di ciò che era accaduto.
-Axel..ma cosa..perché?- chiese per spezzare quel pesante silenzio che si era alzato tra di loro. Per quale motivo l'aveva baciato? Per pena? O forse, cosa che sperava tanto da più di quattro anni, ricambiava i suoi sentimenti? Sentiva la testa pulsare a tutte quelle domande, era così confuso...
Il rosso sostenne il suo sguardo: eh già, perché? Se lo stava chiedendo anche lui.
Gli posò un dito sulle labbra come per farlo tacere, poi lo abbracciò. Non era pronto per dargli una risposta certa, ma poteva per lo meno provarci. Gli sembrava ingiusto giocare così con i suoi sentimenti, ma voleva scoprire cosa gli provocava stare così vicino a Riku.
Quest'ultimo affondò il viso nell'incavo del suo collo, facendolo rabbrividire. Sentiva il suo respiro caldo contro la pelle. Inclinò un po' la testa, appoggiandola contro quella di Riku e accarezzandogli i capelli. Voleva renderlo felice, almeno un minimo. 
L'argenteo sospirò beato: non si sarebbe mai sognato una situazione simile. Sperava con tutto sè stesso che non fosse un sogno, se così fosse stato, si sarebbe risvegliato deluso per l'ennesima volta.
Era tutto ciò a cui agognava da anni. 
Il rosso in teoria non gli aveva dato nessuna risposta, e questo lo preoccupava abbastanza. Poteva essere ingenuo, ma non stupido. Sapeva benissimo quanto Axel fosse confuso, ci era passato anche lui dopotutto. 
Sorrise, stringendolo. Gli avrebbe lasciato del tempo, voleva vedere come andava. Una cosa che però si stava chiedendo era...
-Ma adesso cosa siamo noi?- chiese il maggiore in contemporanea con il suo pensiero.
Riku arrossì a quella domanda, nonostante lui stesso se la fosse posta. 
-N-non lo so..cioè, q-qualcosa in mente ce l'ho..- 
-Ovvero?-
L'argenteo strinse le mani attorno al tessuto della sua maglietta, le guance ormai che andavano a fuoco. Che stesse diventando un'aragosta?
Sentì le spalle del maggiore sussultare, così per qualche secondo gli sembrò che stesse piangendo. Alzò il viso preoccupato, ma restando subito dopo di pietra.
Axel iniziò a ridere come un demente, facendolo arrossire ulteriormente. Che aveva fatto di così divertente?
-Che hai da ridere?!-
-No scusa è che..- un'altra risata interruppe la frase, così ricevette un pugno sul petto da parte di Riku -ahio! Comunque..non ti immaginavo così insicuro, tutto qua. Vederti in difficoltà e rosso come Heidi è esilarante-
Per un attimo l'argenteo mise su il broncio, poi incominciò a ridere, ricevendo un'occhiata confusa da parte di Axel. Era contento che nonostante tutto, fossero ancora capaci di scherzare e ridere come prima. Dopotutto, diventare una coppia non vuoldire mica trasformarsi in due bacucchi senza umorismo.
"Che? Aspetta..coppia?" pensò arrossendo, mentre le risate andavano a scemare.
-Forse ho capito cos'è che hai in mente- intervenì il maggiore.
Riku lo guardò curioso: l'aveva capito davvero?
-Ci vedi come due fidanzatini, adesso-
-Non dirlo in modo così infantile, non abbiamo più tredici anni- borbottò l'argenteo alla parola "fidanzatini".
-Per lo meno ci ho azzeccato, Kukù- disse sorridendo ironico il rosso.
Il minore lo guardò male, poi si accorse solo in quel momento che erano ancora inginocchiati davanti alla porta.
Si alzò quasi barcollando, tendendo una mano al ragazzo per aiutarlo ad alzarsi.
Axel si fece aiutare un po' riluttante: il pavimento era così comodo, perché doveva alzare il culo?
Restarono in silenzio per qualche attimo, scambiandosi degli sguardi fugaci. 
-Uhm..vediamo che c'è in televisione?- propose il rosso, grattandosi la nuca. Non sapeva come comportarsi in quel momento, ed era imbarazzante.
-Va bene- acconsentì Riku un po' deluso. Si aspettava una proposta più allettante, anche se non sapeva di preciso quale. 
Si sedettero sul divano iniziando a fare zapping tra i vari canali, finché l'argenteo non si fermò su Italia Uno con gli occhi a cuoricino.
-Uh..Nightmare Before Christmas- disse Axel osservando Jack Skeleton intento ad uscire da una fontana. Quello era da sempre stato il cartone preferito di Riku, insieme a Monster&Co. 
Lo guardò accennando un sorriso: molti lati di lui non erano cambiati per niente. 
Il minore sentì il cuore saltargli in gola quando sentì la mano dell'istrice stringersi nella sua. Si girò verso di lui, notando il sorriso che aveva stampato in viso. 
Voltò subito la testa, tornando a dare la sua completa attenzione alla televisione, o almeno, ci provò. Il cuore che continuava a prenderlo a pugni dall'interno gli impediva di pensare a qualcosa che non fosse Axel.





Note dell'autrice: lossò, è forse un po' presto per postare il capitolo..ma su questo voglio essere un po' sadica e allungare l'attesa *risata malefica*
Anche se Axel è insicuro, spero di aver fatto qualcosa per la gioia degli amanti della coppia x'D
Non so che dire, tranne che mi sono divertita un casino a scrivere questo capitolo! Stare al computer 5 ore di seguito con la musica alle orecchie per me è divertente, per altri potrebbe essere una specie di tortura OuO
Non so precisamente a quando darvi appuntamento (quando mai l'ho fatto?), però non aspettatevi di veder uscire il prossimo capitolo tra tipo 3 giorni..dovrete aspettarne almeno 5 u.u 
Alla prossima, e fatemi sapere la vostra! *prega per non essere divorata*
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: oOPoisonGatebOo