~ a thousand {years}
more.
# candore
Aveva sentito dire che gli ammazzadraghi l’avevano chiamata ‘la Morte Rossa’. Merida non aveva dubbi sul fatto che quel nome fosse più
che appropriato, ma avrebbe preferito che una definizione così altisonante
venisse trovata per l’eroe piuttosto
che per il mostro della situazione: lui, il reietto, l’esiliato, giaceva in un letto con una gamba maciullata e loro –
loro che l’avevano rinnegato perché non l’avevano capito – non trovavano
neppure il coraggio di passare al suo capezzale a chiedere come stava, a
tenergli per un attimo la mano o a inumidirgli la fronte calda, soltanto
limitandosi a gironzolare intorno con gli occhi bassi e una manciata di
mormorii riverenti a proposito del demone nero che aveva sconfitto quella Morte
Rossa.
Merida
aveva sempre sospettato che le cose per lui fossero state più che difficili, ma
ora che tutte le paure e le chiusure di Berk si svolgevano davanti ai suoi
occhi – ora che il suo migliore amico sanguinava nella sua triste vittoria –
aveva solo voglia di scrollarli tutti quanti e di urlare loro addosso.
In quella
piccola stanza di legno e roccia si sentiva soffocare; uscì sotto la luna e
trovò Jack che la fissava con ostilità, le nocche innaturalmente strette
attorno al bastone, la pelle più pallida della luce. Si voltò a guardare lei,
ma era come se non la vedesse davvero.
«Sono quasi
cento anni che le domando perché» disse, così piano che Merida
dovette avvicinarsi per capire le sue parole. «Perché mi ha messo qui, perché
proprio io, perché non fa mai niente per gli altri...» Tese le labbra in
un’imitazione di sorriso. «Non mi ha mai risposto. Non mi ha mai mostrato
nient’altro che quel bianco.»
Merida
avrebbe voluto prenderlo per mano, sciogliere la stretta della sua rabbia
impotente, ma non era sicura di essere la persona giusta.
Un debole
suono di passi e Jack si voltò ancora. Rapunzel aveva
il viso rigato di lacrime, ma sorrideva. Merida
ripensò a quel breve momento di lucidità in cui lui l’aveva fermata, aveva allontanato con debole gentilezza le sue
mani e i suoi capelli e la sua canzone, e le aveva detto che andava bene così, adesso erano proprio uguali, lui e Sdentato
– e Rapunzel aveva pianto e lo aveva abbracciato e lo
aveva baciato, e Jack era uscito e lei, Merida, per
un attimo si era sentita di troppo, anche se non avrebbe saputo dire se facesse
male o no.
«Come sta?» le
venne di nuovo in aiuto la voce di Jack, lontana.
Rapunzel
li raggiunse. «C’è Sdentato con lui» disse soltanto, come se nient’altro
contasse.
Merida
si sentì prendere per mano. Sorrise nel vedere che la stessa cosa succedeva a
Jack.
~
Oggi ci sono soltanto loro tre
nella sala dalle pareti azzurrine, e Merida non può
fare a meno di notare quanto l’unico colore che riesca a sfiorare gli altri due
sia il bianco. È una strana somiglianza, la loro; il biancore di Jack è quello
freddo e fragile della neve, mentre il candore di Rapunzel
è quello delle cose dolci e morbide, come lo zucchero filato. Scuote la testa e
ridacchia: forse questo posto la sta davvero
facendo impazzire, dopotutto.
«Ehi, che ti
prende?»
Rapunzel
la guarda sopra il bordo dell’immancabile album da disegno; anche Jack alza lo
sguardo dal videogioco e le rivolge un sorriso interrogativo.
Merida
riprende a lanciare freccette spuntate contro il muro, pronta a stabilire un
nuovo record. «Uh, niente, niente.»
Non saprebbe
dire quale tipo di bianco le piace di più.
Spazio dell’autrice
Per
prima cosa imploro il vostro perdono per il lungo, lunghissimo, chilometrico
ritardo di questo aggiornamento. Ho passato dei momentacci che sembrano ancora
in pieno svolgimento e non ho avuto, in tutta onestà, la voglia di fare altro
che rinchiudermi a riccio e sfogarmi con me stessa... Ma la verità è che non ho
scusanti. Sono mortificata per questa mia sparizione, davvero. ;__;
Comunque,
eccoci qui: come promesso si svela infine il motivo per cui all’inizio di
questa pseudoraccolta abbiamo trovato Hiccup a DunBroch, il regno di Merida precedentemente destinato alla Principessa Rapunzel – nel mio headcanon l’amicizia
tra Hiccup e Sdentato porta addirittura a un esilio del giovane vichingo da Berk, e
sì, sono pessima, sono pessima perché così facendo rendo ancora più angst un personaggio adorabile che di angst
ne ha già subito fin troppo *coccola Hic* *SOFFRE*
Inoltre
accenno anche alla ragione del ricordo caldo
sulle labbra di Hiccup nel sesto capitolo. Sempre nel
mio headcanon, dopo essere tornato a Berk e aver
perso la gamba nello scontro con la Morte Rossa, Hiccup
rifiuta l’aiuto dei capelli incantati di Rapunzel
aggrappandosi al fatto che ora la sua vicinanza con Sdentato è ancora più
netta, e sull’onda delle emozioni del momento lei lo bacia. Ho deciso di
alludervi già nel capitolo Jack/Hiccup non soltanto
per darvi un indizio che vi riportasse alla mia idea di foursome
che trascende i singoli pairing, ma anche perché,
ancora nel mio headcanon!, Hiccup
è convinto che Jack provi dei sentimenti per Rapunzel
e per questo il ritrovarsi così vicino anche a lui gli confonde di molto le
idee. Ditemelo, ditemelo che sono contorta e complicata, non aspetto altro. ;w;
Oh,
ed eccovi finalmente anche l’indice cronologico. A questo punto mi sembra più
che doveroso. Immagino che avrei potuto scrivere la storia seguendo questa
struttura, ma non sarebbe stata la stessa cosa:
-
Il precedente capitolo (Jack/Hiccup/Merida, #colore)
e quello relativo al Jack/Rapunzel (#scrigno) sono più o meno coesistenti e
si pongono come punto d’origine dell’intera trama;
-
Subito dopo viene l’episodio Hiccup/Merida (#stretta),
con lui che decide di partire alla ricerca di Rapunzel;
-
Il capitolo Jack/Merida (#neve) si ambienta appena dopo la partenza di Hiccup;
-
Il capitolo Hiccup/Rapunzel
(#raggio di sole) dà il via a nuove
interazioni: l’intento forse principale della ‘fuga’ di lei è quello di scoprire
se Jack esiste davvero;
-
Immediatamente successivo è il breve episodio all’insegna dell’Hiccup/Merida/Rapunzel
(#viaggio);
-
Questo capitolo, #candore, è un salto temporaneo a ciò che
avviene dopo la “riunione” dei Big Four: perdonate il
mio aver tralasciato i vari dettagli sull’incontro dei quattro, ma volevo porre
l’accento soprattutto sul fatto che Hiccup, decidendo
di tornare a casa per affrontare i propri fantasmi e non solo, in qualche modo
amalgama ancor più il rapporto esistente tra gli altri tre protagonisti;
-
Cronologicamente consecutivo a questo decimo capitolo è appunto il sesto (Jack/Hiccup, #sciarpa),
ambientato infatti ancora a Berk;
-
L’episodio Merida/Rapunzel
(#più dell’aria che respiro) si
ambienta dopo il riscatto di Hiccup, quando alla
morte di Gothel la vera identità di Rapunzel viene alla luce (more missing
moments, I KNOW);
-
Infine vi è il capitolo Jack/Hiccup/Rapunzel (#festa)
che vuole essere una sorta di happy ending per tutti.
Ecco,
se voleste magari rileggere i capitoli nel giusto ordine ora potete farlo, ma a
dirvela tutta ho la netta impressione che questa storia risulti ostica anche
così. XD
Spero
di non accumulare un simile ritardo anche per il prossimo e ultimo capitolo,
concernente il modernverse: fino ad allora, spero
sinceramente che quanto avete letto fin qui vi sia piaciuto.
Alla
prossima, e scusatemi anche per la lunghezza imbarazzante di queste note!
Aya
~