01/10/2013
2 recensioniWhat?
Nuova casa, nuova vita giusto? Penso che si dica così, ma non sono prorpio sicura che la mia vita cambierà.
Ormai io e mia madre viaggiavamo da un po’ con la macchina, io scoltavo, I’m with you, il paesaggio correva davanti ai miei occhi, il Canada era bello, ma mai come Doncaster.
Mia madre aveva ricevuto una promozione e siccme il ciò comportava un aumento e uno spostamento accettò subito, a lei piaceva cambiare le cose io invece ero sempre più sule mie e facevo fatica ad abbituarmi a cambiamenti radicali come quello.
Non ero del tutto dispiacita di andarmene, dopotutto nella mia vecchia scuola non avevo amici, mi consideravano strana solo per il fatto che fossi silenziosa, a scuola ero la più brava, ma, come avete potuto vedere, le interrogazioni non erano l mio forte ma me la cavavo.
Il mio sogno è di diventare scrittrice, ho già iniziato una storia, si chiama Immenso, più che altro è come il mio diario segreto cambio solo il nome dei personaggi.
In macchina “Immenso” era l’unica coa che avevo tenuto fuori dalla valigia e che volevo che nessuno leggesse, aprì con cautela il libretto, cercando di vedere se mia madre sbirciava e cercai di rileggere il primo capitolo.
Solo il mio nome era sempre lo stesso ma dopo tutto era un nome così comune:
1° giorno di scuola:
Quando sono entrata dal portone della scuola tutti mi hanno guardato male, è vero che avevo ancora delle cicatrici dell’incidente ma non c’è bisogno di guardarmi così male, oppure mi guardano così perché ho i capelli rasati dopo l’intervento, ma sono sicura che ricresceranno, oggi un ragazzo ha pranzato con me è così simpatico si chiama Tom (non è il suo vero nome).
Una ragazza,Elith, mi ha attaccato una gommina in faccia, e tutti hanno riso! Ma cosa gli ho fatto di male? Non è colpa mia per l’incidente! Oppure è colpa mia? Oramai non sono più sicura di niente.
A fianco alle scritte c’era ancora il segno delle mie lacrime, ho sofferto più di quanto ho scritto quel giorno, non lo scorderò mai, mi manca quel ragazzo, era l’unica persona che mi capiva ma un anno fa si è trasferito in America proprio come me e non so dove sia.
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Vi piace l'inizio ditemelo!
Nuova casa, nuova vita giusto? Penso che si dica così, ma non sono prorpio sicura che la mia vita cambierà.
Ormai io e mia madre viaggiavamo da un po’ con la macchina, io scoltavo, I’m with you, il paesaggio correva davanti ai miei occhi, il Canada era bello, ma mai come Doncaster.
Mia madre aveva ricevuto una promozione e siccme il ciò comportava un aumento e uno spostamento accettò subito, a lei piaceva cambiare le cose io invece ero sempre più sule mie e facevo fatica ad abbituarmi a cambiamenti radicali come quello.
Non ero del tutto dispiacita di andarmene, dopotutto nella mia vecchia scuola non avevo amici, mi consideravano strana solo per il fatto che fossi silenziosa, a scuola ero la più brava, ma, come avete potuto vedere, le interrogazioni non erano l mio forte ma me la cavavo.
Il mio sogno è di diventare scrittrice, ho già iniziato una storia, si chiama Immenso, più che altro è come il mio diario segreto cambio solo il nome dei personaggi.
In macchina “Immenso” era l’unica coa che avevo tenuto fuori dalla valigia e che volevo che nessuno leggesse, aprì con cautela il libretto, cercando di vedere se mia madre sbirciava e cercai di rileggere il primo capitolo.
Solo il mio nome era sempre lo stesso ma dopo tutto era un nome così comune:
1° giorno di scuola:
Quando sono entrata dal portone della scuola tutti mi hanno guardato male, è vero che avevo ancora delle cicatrici dell’incidente ma non c’è bisogno di guardarmi così male, oppure mi guardano così perché ho i capelli rasati dopo l’intervento, ma sono sicura che ricresceranno, oggi un ragazzo ha pranzato con me è così simpatico si chiama Tom (non è il suo vero nome).
Una ragazza,Elith, mi ha attaccato una gommina in faccia, e tutti hanno riso! Ma cosa gli ho fatto di male? Non è colpa mia per l’incidente! Oppure è colpa mia? Oramai non sono più sicura di niente.
A fianco alle scritte c’era ancora il segno delle mie lacrime, ho sofferto più di quanto ho scritto quel giorno, non lo scorderò mai, mi manca quel ragazzo, era l’unica persona che mi capiva ma un anno fa si è trasferito in America proprio come me e non so dove sia.
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