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Autore: Ehybastaldo_    01/10/2013    21 recensioni
Aprii la bocca cercando di dire un nome, ma Beth mi anticipò "C'è mia nonna che mi rompe sempre le ovaie con una stupida band di cui era ossessionata da adolescente".
"I Jonas Brothers?" provò Josh. Ci girammo tutte e tre nello stesso istante, guardando il ragazzo in modo strano.
"Che c'è? Anche mia nonna è stata adolescente" si giustificò lui, scatenando le nostre risa. Alzò gli occhi al cielo.
Ci voleva un bene dell'anima anche lui, era abituato perfino ai nostri giorni no durante la settimana del ciclo... E faceva il vero migliore amico -qual era- cercando di farci svagare il altri modi.
"No, One Dictation... Una cosa del genere" continuò Beth, alla ricerca del nome.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EPILOGO - L'AMORE E' CIECO.



 
ZAYN


"Hey Zayn, che fai?" la porta della cucina venne sbattuta violentemente a causa del vento.
Mi voltai vedendo sbucare la faccia dei miei migliori amici, intenti a sfilarsi il cappotto. La loro missione del giorno era finita.
Gli mostrai il telecomando della tv, puntando gli occhi di nuovo sul grande schermo del nostro soggiorno.
"Che novità." rispose Niall, allungando il passo poi verso il frigo, aprendone l'anta e fiondandocisi dentro con la testa.
Sbuffai sonoramente, alzando gli occhi al cielo. Possibile che uno non poteva fare quello che voleva?
"Dai ragazzi, lasciatelo in pace. Ricordate, invece, che è solo grazie a lui se adesso siamo qui." mi diede man forte Liam, sedendosi al mio fianco e facendomi un occhiolino.
Il mio migliore amico. Nonostante i nostri ormai cento anni suonati, mi era rimasto sempre al fianco, il mio compagno di avventure e vita, oltre Diana, mia moglie, che non vedevo già da un po' da quando avevamo cambiato zona.
"Sì, è vero. Ma non può passare ogni santo giorno rinchiuso in casa a guardare quella stupida tv, quella ragazza... Com'è che si chiamava?" chiese Louis, appoggiandosi con entrambe le mani sul bordo del divano, assumento un'espressione di chi stava pensando.
"Ariel." risposi io all'unisono con gli altri quattro, e subito ci venne da ridere vedendo Louis sobbalzare sul posto.
"Zazà, -alzai gli occhi al cielo- ma non ti sei mai chiesto perchè il Grande Capo ci abbia affidato un compito così importante? Insomma, guardaci! Se tu non avessi insistito con lui per farti rimanere sulla Terra, a questo punto non saremmo ritornati così giovani." disse tutto d'un fiato Harry.
"Ma siamo sempre qui, e non sulla Terra." gli ricordai, sputando quelle parole con rabbia.
Ariel era quella persona che mi aveva fatto rivivere per la seconda volta, e non perchè mi aveva richiamato tramite una stupida filastrocca che stranamente aveva funzionato; ma per il semplice fatto che con lei mi ero sentito sin da subito vivo. Non si era fatta problemi ad avere constantemente un fantasma al suo fianco, mi aveva sempre trattato come un suo qualsiasi amico, per non parlare che quella situazione per lei sembrava una cosa da tutti giorni.
E poi, aveva un carattere particolare. Perfino la persona più cattiva al mondo sarebbe ceduta a tutta la sua dolcezza. Perchè dietro quella corazza che si era costruita di parolacce e insulti, Ariel era la persona più dolce del mondo.
Dato lo scarso tempo a disposizione, non mi aveva potuto dimostrare tutto. Ma ero sicuro che dietro quei musi lunghi e facce imbronciate da dura, si nascondeva un cuore d'oro.
Ma i miei migliori amici che ne potevano sapere? Avevano passato con lei solo una misera sera, non potendola conoscere davvero.
Mi mancava lei, i nostri giorni insieme. Era passato ormai un anno, eppure mi sembrava che l'avevo abbandonata solo il giorno prima.
Già, abbandonata. Chissà quanti ragazzi ci avevano provato con lei, chissà quante giustificazioni aveva preso per non aver studiato, chissà se aveva chiarito con Ashley, se fossero diventate amiche o se, alla fine, aveva tinto i capelli della ragazza di verde.
Dio, se mi mancava!
"Non hai capito. Intendevo dire, e se questa è una seconda possibilità?"
Tante volte avevo pensato che i ricci del mio amico gli soffocassero il cervello. Ma per una volta, sotto lo stupore di tutti, Harry Styles aveva detto una cosa sensata. Incredibile, ma vero!
"Spiegati." spensi la tv, appoggiando le mani sulle ginocchia, prestando attenzione ad Harry, accomodatosi su una delle sedie della penisola della cucina.
Si passò una mano tra i capelli, sorridendo.
E come me, tutti si erano messi ad ascoltare la teoria di Styles. Speravo non fosse un'altra delle sue cazzate, per una volta che tutti stavamo credendo in lui.
"Volevo dire... E se il Grande Capo ci ha fatto ringiovanire per un secondo fine? Ammettiamo che davvero ci abbia incaricato come angeli custodi, come coscienze. Ma se invece abbia avuto un occhio di riguardo per te?"
Aggrottai la fronte. E se lui si era fumato un cannone?
"Harry, credo che tu stia andando un po' fuori pista." lo consolò Louis, posando una mano sulla sua spalla.
"No, Louis." Harry scese velocemente dallo sgabello, fulminando con lo sguardo Louis e poi venendomi in contro. Lo vidi inginocchiarsi davanti al mio viso e mi prese le mani tra le sue.
"Ascoltami Zayn, la mia intelligenza è pari alla sazietà di Niall..."
"Ehy!" si lamentò il biondo preso in questione. Tutti scoppiammo a ridere, meno lui, ovviamente.
Ma poi Harry mi tirò per una mano, riportando la mia attenzione su lui.
"Stavo dicendo, la mia intelligenza di certo non è paragonabile a quella di Liam..."
"Ovviamente." si pavoneggiò l'altro, facendo così sbuffare sonoramente il riccio di fronte a me.
"Lo lasciate finire di parlare?" mi misi in mezzo io, con il cuore che stranamente batteva fortissimo nel petto. Forse sapevo quello che mi voleva dire.
"Insomma, -riprese infine Harry- se fossi in te, io, andrei a parlare con lui. Chissà, magari per una volta le mie supposizioni non sono poi così sbagliate." disse infine, alzandosi dritto davanti a me.
Cioè il Grande Capo ci aveva permesso di ritornare giovani, seppur non sopra la Terra, perchè aveva un secondo fine?
Alzai la testa di scatto, trafiggendo Harry con lo sguardo.
"E quale sarebbe il secondo fine?" chiesi confuso.
Lui sorrise, come uno di chi la sapeva lunga.
"Amico, tu non sai chi hai davanti." sussurrò infine tirandomi su con una mano e senza sforzi.
Però, non ricordavo Harry così forte.

*  *  *

La risata rauca dell'uomo davanti a noi risuonò per tutta la stanza.
Stanza... Oh cielo, era una stanza infinita, allora!
Praticamente c'erano solo una scrivania, quelle due sedie poste davanti e una porta messa lì, all'improvviso, in mezzo a quella che doveva essere una stanza.
"Zayn, lo pensi davvero?" l'uomo barbuto posò lo sguardo prima su me, poi su Harry, finendo per guardare di nuovo il sottoscritto.
Deglutii sonoramente, sbiscicando alla fine un "No". ed Harry mi fulminò con lo sguardo.
"Cioè... Sì. Ah, il fatto è che mi sto confondendo; è da quando ho lasciato la Terra che mi sento vuoto, è da quando ho lasciato Ariel che la mia mente è da tutt'altra parte. Non so se mi spiego, ma adesso mi sento completamente morto, vuoto." dissi tutto d'un fiato, mentre Harry al mio fianco mi guardava con un sorriso compiaciuto stampato sul volto.
"In teoria, dovresti essere già morto..." mi prese in giro il Capo.
Già, ma avrei preferito essere un morto senza sentimenti, un morto che sapeva andare avanti senza pensare al passato. Perchè un anno era acqua passata ormai.
"E in pratica?" mi voltai verso Harry, sicuro di quello che stava dicendo; lui mi fece cenno di aspettare e così tornai a fissare l'uomo davanti a noi, che all'improvviso sorrise sotto i baffi.
Si portò entrambe le mani sotto il mento e annuì qualche colpo.
"Sai Styles, credo che qui ti avevamo tutti sottovalutato." lo eloggiò subito dopo.
Ma di cosa stavano parlando? Era un modo di rispondere il suo, no?
"Lo so, ma do il meglio di me solo quando non me ne rendo conto." rise Harry.
Guardai i due, confuso, interrompendo le loro risatine divertite e fastidiose con un semplice "Mi volete spiegare?"
Harry si voltò completamente, portando una gamba sopra l'altra con nonchalance. Poi smise di sorridere, e portò una sua mano sulla mia coscia.
La guardai confuso, mentre udii quelle parole che tanto mi stavano tormentando da una giornata.
"Che ti avevo detto? Per tutti c'è una seconda possibilità." ma di cosa?
"Ad una codizione Malik." guardai il dito dell'uomo puntato al cielo -o in questo caso, puntato oltre il cielo-, annuendo.
"La ragazza non ricorderà più nulla, nè di te, nè di loro. In realtà, nessuno più si ricorderà dai One Direction. Avete fatto la vostra storia, ma ritornando sulla Terra, dopo anni, hai lasciato un cuore in lacrime. Noi siamo il bene, non possiamo far piangere una ragazza all'infinito. Sappiamo entrambi che non andrà avanti, nonostante la sua buona condotta da quando l'hai lasciata, nonostante sia diventata una ragazza più educata..."
"E tutte le sue parolacce?" quello che interruppe il discorso serio del Grande Capo, ovviamente, fu Harry che fu fulminato -anzi incenerito- da entrambi con lo sguardo.
Poi l'uomo si schiarì la voce e tagliò corto con quello che voleva dire.
"Vi rimanderò sulla Terra, ma voi non sarete più nessuno. Verrete cancellati dalla mente di chi vi conosceva, sarete dei semplicissimi ragazzi di diciotto e diciannove anni. Capito?"
Capito? Io stavo ballando conga, macarena e samba dentro di me.
"Ha capito, ma è troppo scioccato dalla notizia che non trova nemmeno parole." prese a rispondere Harry, ed era anche vero, in parte.
Avrei rivisto la mia Ariel, le sarei potuto stare al fianco finchè...
"No, aspetti. Ma se lei non ricorderà nulla di me, come farò a starle accanto? Penserà che io sia uno stalker o un maniaco!"
"In effetti è una tipa violenta, potrebbe tirarti un calcio dove non batte il sole e non farti più procreare a vita." ennesima scemenza, ennesimo sguardo assassino.
"Ok, ok. Parlate voi, io ti aspetto fuori." disse il riccio, alzandosi e andandosene dalla stanza. 
Quando sentimmo la porta sbattere, l'uomo si sporse leggermente in avanti sulla scrivania.
"Falla innamorare di te, Zayn." soffiò infine.
Ma cosa...?


ARIEL


"Dimmi che è lui, dimmi che è lui, dimmi che è lui!" alzai gli occhi al cielo, mandando di cuore a quel paese Juls.
"Vuoi smetterla di fare la scema? No, non è lui. E' un biglietto anonimo." dissi aprendo curiosa la busta che avevo trovato nel mio armadietto.
"Beh, l'hai detto anche tu, è anonimo. Tecnicamente, potrebbe essere anche lui." si aggiunse Beth, appoggiandosi con le spalle  all'armadietto di fianco al mio.
Fulminai le due, soprattutto quella che stava fangirlando in mezzo al corridoio, abbracciando quelle povere innocenti persone che si ritrovava davanti e urlandogli in faccia "Gli ha scritto una lettera, hai capito?"
Ovviamente non mi rimaneva che sorridere e lasciarla perdere nel suo mondo fatto di unicorni e arcobaleni.
Avrei preferito anche io vivere in un mondo come il suo, dove niente la poteva ferire. Praticamente, era la perfezione.
Non come quello in cui vivevo io: papà aveva una nuova fiamma, e per quanto potesse essere una donna assolutamente gentile, onesta e perfetta, la vedevo come la figura che mi stava portando via la mia famiglia; Juls usciva da un po' con Josh, in effetti il ballo di Natale dell'anno precedente aveva fatto bene ai due, facendo così scoprire ad entrambi cose che avevano in comune; Beth stava con Dylan da non so quanto tempo ormai e si leggeva lontano un miglio negli occhi di entrambi l'amore che provavano l'uno per l'altro. Perfino Ashley aveva trovato il suo amore.
Va bene, forse amore era una parolona visto che tradiva quel povero Max ogni cambio di ora. Ma per i compiti di scuola era buono, questo era sicuro!
Justin... Oh Dio, se solo ripensavo alla sera che mi aveva baciata e chiesto di essere la sua fidanzata, mi sarei messa a ballare insieme a Juls in mezzo al corridoio.
Mi mancava qualcuno, essenzialmente. Lo sentivo che avevo bisogno di dare spazio nel mio cuore a qualcuno di importante, quella persona che avrebbe sconvolto la mia vita.
Ma non era Justin. E gliene avevo parlato sin da subito, quando, dopo il bacio, avevo capito che non era lui che volevo.
Abbassai lo sguardo sulla lettera, storcendo le labbra in una smorfia quando notai che c'era qualcosa che non andava.
"Non è la sua calligrafia." avvisai le mie amiche. Beth si avvicinò velocemente al mio fianco, leggendone le poche parole dirette impresse sopra, Juls smise di ballare e mi corse letteralmente in contro, puntando anche lei gli occhi sulla lettera misteriosa.
Se non era Justin che provava a farmi cadere ai suoi piedi con metodi tradizionali, chi era l'anonimo che mi scriveva quelle cose?

Sai che l'amore è cieco? Vediamoci alla serra dell'Est Park alle 16 di questo pomeriggio.
Anonimo.

Provai ad immaginare di chi fosse quella calligrafia, ma nessuno aveva una mano leggera come quella, nessuno che io conoscessi usava fare delle i senza i puntini sopra.
Sembrava impossibile, ma mi sentivo come in un film.
"Non avrai intenzione di andarci, vero?" mi chiese ovvia Beth. Eppure c'era qualcosa in quelle parole che mi convinceva a seguire il mio istinto. Ovvero...
"Perchè no?" chiesi infatti.
Le mie amiche spalancarono gli occhi, poi Juls passò il suo braccio nel mio.
"E se si tratta di un maniaco?"
"Correrò il rischio." la presi in giro.
Insomma, quale maniaco si metterebbe a scrivere delle lettere?
"E poi siamo in una serra aperta al pubblico, chi vuoi che mi violenti davanti a decine o centinaia di testimoni?" continuai.
Era da un bel po' che non mi capitava una cosa del genere; un po' di adrenalina nella mia vita, ultimamente, mancava.
Era da un po' che mi sentivo vuota, e questa sfida mi sembrava un punto in avanti alla monotonia della quotidianità.
"E' inutile che insistiamo, vero?"
Come mi conosceva bene Beth.
Annuii convintissima, trasalendo spaventata quando la campanella della scuola richiamò la nostra attenzione.
Dopo quella brillantissima interrogazione di storia che avrei dovuto fare all'ultima ora, avrei avuto una nuova avventura.

*  *  *

Papà mi aveva sempre insegnato a non reagire d'istinto, di fermarmi a pensare cosa sia bene o male, di contare a dieci prima di aprire bocca.
Ma io mi sono sempre ostinata a fare di testa mia, di andarla a sbattere in un muro prima di capire cosa fosse giusto e cosa no.
Ovviamente, solo dopo dieci minuti aver messo piede in quel parco mi ero completamente pentita di quello che avevo fatto.
"Vuoi che veniamo anche noi?" suggerì una Beth preoccupata per telefono.
Avevo provato a mantenere la calma, a non far trasparire nessuna emozione dalla mia voce tremante. Ma tutto era andato a quel paese quando l'avevo chiamata ed ero rimasta completamente in silenzio.
Beth sospirò pesantemente. E aveva anche ragione a farlo!
"Chiamo Juls e arriviamo, tu siediti su una panchina e se vedi qualcuno di sospetto, digli che stai aspettando tuo padre." mi suggerì all'istante.
Presi in parola il suo consiglio, riuscendo alla fine a dire un semplice "Volate, però." seriamente spaventata.
Chiusi la chiamata e posai il cellulare  nella borsa nera.
Volevo mangiarmi le unghie, ma da quando mi ero ripromessa di essere più femminile, non le avevo toccate. E di certo non avevo intenzione di riniziare adesso.
Ok, magari tutte le parolacce che uscivano dalla mia bocca non erano il top per una ragazza. Ma chiunque mi avrebbe preso, mi avrebbe tenuto con pregi e difetti, no?
Stavo delirando.
Mi guardai in giro sospettosa e poco più in là notai quattro ragazzi ridere e scherzare tra loro. Non erano nuovi ai miei occhi, molte volte li avevo incontrati per i corridoi della scuola; con due di loro avevo scambiato anche qualche parola a scienze e matematica, ma quello che mi aveva fatto buttare fuori dalla classe per colpa di una battuta squallida -ma divertente-, non era con loro. Zayn era il suo nome e passavo gran parte del tempo a ridere con lui della saliva che sputacchiava il professore di matematica sulla povera Jenna, seduta al primo banco.
Sorrisi involontariamente pensando quanto in poco tempo ci eravamo affezionati l'un l'altro, anche se lui non mi mostrava minimamente di volere il mio numero di cellulare e magari approfondire la nostra amicizia. Perchè eravamo amici, no?

Mentre ero presa a guardarmi in giro e provare a mantenere la calma, due mani si posarono sui miei occhi, oscurandomi la vista.
Oh minchia, cazzo, culo, merda! Ora mi stuprava, mi uccideva e bruciava il mio cadavere.
Anzi no. Prima mi sfruttava per i suoi piaceri sessuali, poi mi cospargeva di benzina e alla fine mi faceva una foto. Sarò una cenere sexy?
Ma io, un pensiero normale mai, eh?
"Indovina chi sono." il fiato si mozzò in gola.
Chi era? Che ne sapevo io, facevo sempre schifo in quel gioco!
E poi, la voce, anche se non mi era nuova, non riuscivo a collocarla a nessuno di mia conoscenza.
"Il genio della lampada?" la mia stupidità superava ogni cosa.
"Cosa?" disse il ragazzo -si, almeno che era maschio l'avevo capito- per poi scoppiare a ridere.
"No." concluse poi.
La voglia di strappargli quelle mani poste sui miei occhi era tanta; ma la paura era il doppio e ogni movimento era diventato di cemento. Ero fottuta.
"Peccato, mi servivano davvero tre desideri." provai ad ironizzare, giusto per perdere tempo e far arrivare le mie amiche a salvarmi.
Lo sentii ridacchiare ancora, senza aver la minima voglia di togliere le mani dai miei occhi. Se solo fosse stato fatto una cosa del genere ad Ashley, notando il buio, si sarebbe addormentata. Sicuro.
Aveva una bella risata, era cristallina e non forzata. Si sentiva che lo stavo facendo divertire, e non sapevo il perchè, ma venne da sorridere anche a me.
"Non sono il genio della lampada, ma potrei provare ad avverare ogni tuo desiderio." a questo punto, se ne avessi avuto la possibilità, avrei corrucciato la fronte.
"Sei uno stregone?" chiesi.
Altra risata e altro sorriso sotto i baffi. Oh, e dai! Fatelo smettere di ridere, ha un bel suono!
"Alzati." mi ordinò in un momento di distrazione, dovuto sempre alla sua risata trasportevole. Ma non era un obbligo imposto con la forza. Me l'aveva detto con una dolcezza che scattai in piedi come una molla senza rendermene conto.
Se prima volevo sparire, adesso volevo continuare a giocare con quel ragazzo sconosciuto.
"Se tolgo le mani dai tuoi occhi, mi prometti di non aprirli?" mi chiese qualche secondo dopo.
Annuii subito, sentendo la pressione delle mani sugli occhi più leggera.
La voglia di aprirli era molta, ma quando provai a farlo, qualcos'altro mi oscurò nuovamente la vista.
"Che fai?" usai un tono di voce più alto, mentre la sua mano copriva la mia bocca e lentamente lo sentii avvicinarsi.
Complimenti Ariel, per le brutte figure e i maniaci psicopatici, sei come la calamita!
Ovviamente, mi spaventai e provai ad allontanarmi.
"No, scusa... Non volevo farti paura. E' solo che... Voglio farti una sorpresa, vieni con me, non saremo soli." provò a convincermi.
Avrei preferito dire di no, ma quando la sua mano agganciò la mia, non ci volle molto per ritrovarmi stesa a terra con sottofondo le sue risate.
"Scusami, prometto di non farti cascare più." mi aiutò a rimettermi in piedi, maledicendo al mio posto la pietra che avevo preso facendo un passo alla cieca.
Sorrisi appena, stringendo la sua mano con più forza e facendomi guidare chissà dove.
Non mi stavo preoccupando più di tanto perchè continuavo a sentire delle voci intorno a noi. Quindi ero al sicuro. Forse...
"Attenta al gradino." lo sentii sussurrare, mentre mi passò dietro le spalle e posò le mani sui miei fianchi.
Sarei morta d'infarto prima di quella sera.
Come previsto, presi lo scalino e altre risate arrivarono alle mie orecchie.
"Non sono il genio della lampada, ma potrei provare ad avverare ogni tuo desiderio. Credimi, inciampare, cadere a terra e mostrarmi ridicola davanti ad uno sconosciuto, non era un mio desiderio." lo presi in giro, sperando cogliesse le mie note di aiuto tra le righe.
Volevo andarmene; per quanto fosse attraente come gioco, non mi piaceva che fosse uno sconosciuto a farmelo fare.
"In realtà non sono uno sconosciuto, ci sono state delle volte in cui ci siamo parlati." ah si?
"Quando?"
"A scuola." rispose, mentre agilmente mi spostò verso sinistra, evitandomi chissà quale brutta caduta.
"Uhm, che materia?" chiesi curiosa.
"Tante." fece il vago.
"Dimmene una." insistetti come una bambina.
"Ricreazione." scoppiai a ridere, rendendomi conto solo dopo qualche secondo che ci eravamo fermati e che nessun fruscìo di voci ci faceva compagnia.
Ero sola, chissà dove, con un maniaco! Benissimo!
L'unica cosa che, però, notai, fu il forte odore di tabacco mischiato alla menta che entrò nelle mie narici con forza.
Capii che apparteneva allo sconosciuto perchè mi ritrovai le sue mani tra le mie, mentre mi guidavano in alto. Le posò, infine, sulla sua faccia e io diventai rossa in viso non sapendo che fare.
"Ehm... Cosa dovrei fare?" chiesi dopo una manciata di secondi ferma in quella posizione.
"Ricordi che mi hai confessato di aver paura di rimanere sola? E che per colpa di questo ti saresti innamorata di un ragazzo di sicuro solo per la bellezza?" mi chiese d'improvviso, facendo in modo che mollassi la presa sul suo viso e mi allontanassi di qualche passo. Ma quando provai a togliere la benda dagli occhi, le mani del ragazzo bloccarono il mio gesto.
"No, volevo farti capire che l'amore è cieco e che non c'è bisogno di un paio di occhi per innamorarsi di una persona." provò a convincermi, mentre la sua mano mi teneva bloccata per un braccio.
"Zayn..." sussurrai.
Solo lui, una volta, mi aveva vista giù di morale facendomi infine sputare il rospo. Vedere mio padre, Juls, Beth, Josh e anche Ashley, quel giorno mi aveva colpito molto.
Tutti avevano al loro fianco una persona con cui condividere un pranzo, per scambiarsi due coccole, due baci e chissà quante frasi copiate dai film. Tutti, tranne me.
E quel giorno ero stufa di far finta che non faceva male vedere Juls sorridere a Josh come se non ci fosse un domani, Beth abbracciare Dylan quando gli raccontava dei suoi ottimi voti, papà abbracciare Annabell la sera, dopo il lavoro, mentre la donna provava a cucinare qualcosa.
Tante volte avevo perfino trovato fastidiose le loro risatine felici, mentre io dovevo rinchiudermi in camera e piangere.
Non ero mai stata una persona così vulnerabile; ma più andavo avanti e più capivo di sentire il bisogno di avere qualcuno al mio fianco.
Era da poco più di un anno che quel pensiero mi dava il tormento, come se sentissi un inspiegabile vuoto dentro di me.
"Cosa vuoi dirmi?" finii la frase solo dopo averlo sentito avvicinarsi di nuovo a me. Nonostante avessi gli occhi completamente al buio, il mio udito mi aiutava molto.
L'amore è cieco...
"Niente, semplicemente che anche io mi sento esattamente come te, solo. I miei amici trovano sempre una buona compagnia ogni sera, io no; sanno come farsi apprezzare dagli sconociuti, io no, e questo ne è l'esempio. Ti sto facendo una paura immensa, lo sento, ma ti giuro che io non ho cattive intenzioni, anzi, tutto l'esatto opposto. Voglio farti capire che solo guardandoti, da lontano e da solo, ho capito che siamo uguali, noi due." disse tutto d'un fiato.
Avevo sempre apprezzato la compagnia di Zayn durante matematica, mi aveva sempre distratto come pochi sapevano fare, senza la paura di essere rimproverato dal professore. Ma mai mi sarei immaginata di essere vista in qualche modo da lui, diversamente da una semplice amicizia.
Insomma, non mi aveva mai dato dei segnali di volersi avvicinare a me in qualche modo. E io, non me n'ero mai accorta di essere guardata da qualcuno... Da Zayn.
Sotto lo sguardo stupito -lo sentii quando appoggiai le mie mani sul suo volto-, cominciai a studiare i tratti del suo viso, rendendomi conto solo in quel momento che io non avevo mai guardato Zayn con occhi diversi. La mia era solo una ripicca di avere un nuovo amico.
Gli ordinai di chiudere gli occhi per non fargli del male, mentre cominciai a giostrarmi sul suo viso, studiandone ogni minimo dettaglio: le sopracciglie erano corrucciate, come se non capisse cosa volessi fare; le ciglia lunghe mi facevano il solletico alle mani e sorrisi involontariamente, mentre mi avvicinai per toccarlo meglio. Scesi sul naso, perfettamente dritto e freddo, dovuto al freddo di Dicembre. Infine, le labbra erano tirate in un sorriso; erano fini e calde, e corrucciai la  fronte quando non capii cosa ci trovasse di tanto divertente.
"Che c'è?" chiesi curiosa. Io non potevo vedere, magari lui aveva visto qualcosa di divertente, e io volevo esserne partecipe.
"La regola dice che a meno di cinquanta centimetri di distanza, scatta il bacio." arrossii violentemente.
Non potevo dire se mi stava prendendo in giro o se era la verità; non potevo vederlo.
"Non posso dirlo." dissi puntando con un dito contro la benda che mi copriva gli occhi.
Qualche secondo dopo mi sentii più leggera e il sole, che stranamente spiccava nel cielo, passava attraverso i vetri della serra, facendomi così lamentare quando me la tolsi, alla fine.
"Ah, odio il sole." mi lamentai, sentendo le risate di Zayn davanti a me.
Riaprii gli occhi subito dopo, notando che aveva davvero ragione: eravamo vicinissimi.
"Beh, io credevo di non interessarti." dissi sottovoce.
La mano di Zayn spostò un ciuffo di capelli caduto sulla fronte, accarezzandomi dopo la guancia.
"Sbagliavi, ma non avevo il coraggio di farmi avanti." disse in risposta.
Scossi la testa divertita, sentendomi d'improvviso strana; una nuova sensazione si stava impossessando di me.
"Com'era quella regola dei cinquanta centimetri?" chiesi d'improvviso, facendolo sorridere.
Ed era bello, molto più bello di quanto l'avevo immaginato seguendo i suoi lineamenti con le dita.
Notai il suo viso avvicinarsi pericolosamente al mio, e quando sentii il suo respiro caldo sbattere sulle mie labbra, chiusi gli occhi. Poco dopo, le sue labbra erano sulle mie.
Sembrerebbe strano da sentire, ma mi sentivo come se non fosse la prima volta, come se già in altre occasioni le nostre labbra si erano già toccate.

Mi teneva ancora stretta tra le sue braccia, quando una voce ci fece staccare di colpo.
"Porco maniaco! Lascia in pace la nostra amica." riconobbi la voce come quella di Juls. Infatti, appena mi girai, notai le mie due migliori amiche, seguite dai fidanzati, correre nella nostra direzione.
Prima che potessi dire o fare qualcosa per bloccare Juls, ritrovai Zayn steso a terra con sopra seduta la pazza intenta a picchiare il suo petto con dei pugni.
"Smettila Juls, lui è mio." urlai, bloccandola di colpo. E solo dopo qualche secondo capii di aver detto qualcosa di sbagliato.
"Ehm... Cioè, vorremmo provarci." guardai Zayn che nel frattempo sorrise.
Juls si alzò, si scusò con Zayn e mi guardò strana.
"Da quanto va avanti questa storia?" chiese confusa.
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma Zayn mi interruppe appena in tempo.
"Al dire il vero, da sempre, dal primo momento che ci siamo visti, nonostante lei non sapesse nulla." Zayn era arrivato al mio fianco, mentre mi cingeva la vita con una mano e mi stringeva a lui.
Beh, perchè non dargli un'occasione davvero? In fin dei conti si era messo in gioco e la cosa non mi dispiaceva.

Decidemmo di finire di visitare il parco tutti e sei insieme, quasi come un appuntamento, e poi ognuno ritornò per la sua strada.
Zayn mi invitò a salire sulla sua auto e quando parcheggiò davanti a casa mia, per poco non mi strozzai con la saliva.
"Sei uno stalker? Io non ti ho detto dove abitavo." chiesi stupita. Lui rise, spegnendo il motore e slacciandosi la cintura.
Si avvicinò in modo pericolo al mio viso, canticchiando qualcosa sottovoce.
"If we could only have this life for one more day, if we could only turn back time, you know I'll be." non sapevo il motivo, ma mi sembrava una canzone che già avevo sentito.
"Io l'ho già sentita questa canzone." provai ad immaginare dove e quando, ma l'unica cosa che mi venne in mente in quel secondo furono le labbra di Zayn posate di nuovo sulle mie.
La sua lingua entrò nella mia bocca, cominciando ad intrecciarsi alla mia. Solo quando i nostri respiri furono corti si staccò.
Dio mio, era una droga quel ragazzo e nonostante avevamo passato un pomeriggio diverso, capivo che con lui volevo passare altri pomeriggi del genere.
Mi piacevano le sorprese.
"Ho la vaga sensazione di trovarmi bene con te." dissi imbarazzata.
"Io ne sono certo; diciamo che mi ha convinto a fare il grande passo un sogno, un bellissimo sogno." confessò rimettendosi al suo posto.
"E' lungo? Non vorrei fare preoccupare papà, anche se avrà di meglio da fare oramai." dissi velocemente.
Lui rise, scuotendo perfino la testa, mentre cominciò a ripassare il contorno dello sterzo dell'auto.
"In poche parole, io ero come il tuo angelo custode e ci innamoravamo entrambi l'uno dell'altro." mi spiegò velocemente.
"Già mi piace questo sogno." stavolta ad avvicinarmi a lui, fui io, facendo combiaciare le nostre labbra in uno schiocco sonoro.
"Adesso notte, però." lo avvisai, mentre aprii lo sportello dell'auto per scendere.
"Aspetta..." 
Dio mio, amavo quelle scene da film dove lui provava a bloccare la propria ragazza per un ultimo bacio. Richiusi lo sportello e lo guardai curiosa.
Avrei preferito fare salti di gioia, ma mi ero ripromessa di fare una strana danza della felicità non appena avrei messo piede in casa.
"Prima di andare via, mi prometti che domani, e anche dopo domani, e il giorno dopo magari, potremmo uscire di nuovo insieme senza il bisogno di ricorrere a tattiche da maniaco?" sorrisi alla sua domanda, infilando la mano nella borsa e uscendone il cellulare.
"Scrivimi il tuo numero." lo avvertii e dopo che lo salvò sotto il nome di Zazà, sorrisi sorpresa.
"Come sapevi che ti avrei chiamato così?" chiesi curiosa e felice allo stesso tempo. Ero così prevedibile?
"Credimi, comincerai a chiamarmi Jawy quando ti parlerò di più sul mio conto." scoppiai a ridere, cercando di trovare un collegamento con quello che aveva appena detto.
"Hai un secondo nome?" provai ad indagare.
"Vai a nanna, sirenetta. Da domani saprai tutto, ma completamente tutto, di me." mi avvertì schioccandomi quello che doveva essere l'ultimo bacio della giornata.
Lo salutai veloce e corsi verso l'ingresso di casa. Quando mi girai per salutarlo di nuovo, lo notai mandarmi un bacio volante.
Feci finta di prenderlo al volo e conservarlo in tasca. Ammiccai e poi entrai in casa.
Appoggiai la schiena contro il legno scuro della porta, scivolando dritta fino al pavimento con aria sognante.
Non suonava bene Ariel Malik?
No, in realtà suonava una merda; ma Ariel e Zayn suonava terribilmente perfetto. L'amore può anche essere cieco, ma io ero completamente ottusa a non accorgermi da avere un ammiratore segreto chissà da quanto tempo.
Ah, l'amore... 


 
FINE





Oh my god... Non ci credo, è finita.
Vi ho fatto aspettare giorni, settimane, ma spero che ne sia valsa
la pena. Inizialmente, però, l'epilogo era un altro,
meno complessato di questo e fuori dagli schemi (se me lo
chiedete, ve lo mando per messaggio privato, non mi costa
nulla), però ho deciso di cambiarlo in questi ultimi tre giorni
perchè quello non mi piaceva e convinceva.
Ma... vorrei sapere cosa ve ne sembra?
Ok, Zayn era scontato che ritornava in vita, ma non 
volevo scrivere quello che chiunque di voi mi aveva detto, ovvero
'tanto torna in vita e staranno insieme'. In poche parole
è quello che ho fatto, ma in un modo alternativo, no? :)

Spero vi sia piaiuto comunque, anche perchè non mi andava di dividerli ecc ecc...


Anyway, ringrazio chi ha seguito la storia, chi l'ha recensita, 
messa tra le seguite o preferite o ricordate. Siete state
tutte bellissime con alcune parole e recensioni, altre si sono
fatte sentire anche su twitter (a proposito, mi trovate qui: ehybastaldo_) e altri mi hanno aggiunto anche su fb ( sofia efp ).
Siete tutte di una dolcezza unica e spero di riuscire a recuperare quei maledetti biglietti che tanto mi hanno
fatto sperare, così da potervi incontrare e divertirci insieme!

Anzi, com'è andata la caccia al biglietto? Io nada, ma non mi 
dispero, c'è stata gente l'anno scorso a trovarla anche qualche
giorno prima del concerto. Never say never! (non si nota
che ho una migliore amica belieber ahah)


Comunque, non voglio allungarmi troppo, come al mio solito, quindi... bo, vi saluto e spero che alla prossima fantasy, e altre due ff sentimentali, ci siate
anche voi ( se volete essere avvisate quando le metterò, 
basta che mi lasciate i vostri account twitter, fb o anche qui se volete per farvelo sapere c:)

Non mancherà molto alla pubblicazione di una mia prossima storia, ma prima di tutto mi sono ripromessa di 
sistemare tutti gli errori di grammatica e distrazione che 
ci sono in questa storia.


Non so che altro dirvi, se non che per adesso mi trovate nella mia ff in corso 'Another cinderella story', passateci se vi va :)

Un bacio e un GRAZIE enorme a tutte quante, davvero. Mi mancherà
la storia, ma mi mancheranno anche gli scleri fatti insieme c:

Sofia.
   
 
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