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Autore: Frankie92    01/10/2013    5 recensioni
Dal primo capitolo:
"Aveva appena flirtato con un ragazzo che sembrava un dio greco. Un ragazzo che gli aveva preparato il pranzo migliore di sempre. Un ragazzo che era padre di un’adorabile e bellissima bambina.
Quando ci si metteva, il destino era proprio un bastardo"

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Kurt e Blaine si incontrano in un giorno qualunque al "La Bella Notte", un piccolo ristorante italiano a Brooklyn. Quel giorno qualunque cambierà la vita di entrambi, facendogli scoprire che a volte la felicità non è poi così lontana.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Venti
 
 Vorrei essere dell'ottimo vino che sappia piacevolmente inebriarti dopo l'incontro con le tue labbra...
 

La festa che ne seguì fu piena di cibo.
Letteralmente.
Una tavola imbandita di ogni ben di dio possibile e dove Trent e Jeff si erano comodamente piazzati per assaggiare ogni stuzzichino su ogni piatto su cui riuscivano ad affondare le mani, o forse era meglio dire le zampe, con Nick che tentava di fermarli dallo spazzolare via ogni cosa.
Hunter invece se ne stava appoggiato al muro, tentando di chiacchierare con Hanna, più che altro interessata a girare il ghiaccio nella sua limonata con la cannuccia.
“Quindi, se domani sei ancora in città, potremmo andare a cena fuori” propose il ragazzo con un sorrisetto “Fare un giro della città e…”
“Clarington…” la voce di Sebastian fu anticipata dalla stretta morsa sulla spalla dell’interessato “Credimi, non sei alla sua altezza. Perché non affoghi i tuoi dispiaceri nei nachos?”
Senza neanche farlo rispondere, lo indirizzò verso il tavolo, quasi spingendolo mentre Hunter sbuffava infastidito.
“Grazie fratellone!” sorrise Hanna con un bacio sulla guancia e saltellò via allegramente verso la madre, mentre il francese si avvicinò da dietro al suo futuro marito, intento a fissare la piccola Christie, decisamente triste, che veniva coccolata da Marina, la madre di Thad.
“Ehi piccolo” lo salutò Sebastian abbracciandolo da dietro “Come sta la principessa?”
“È preoccupata di aver fatto qualcosa di male” Thad si appoggiò a lui “Seb, pensi che là dentro stia andando tutto bene?”
Dopo la proposta, i festeggiamenti si erano spostati a casa Smythe-Harwood, dove, nonostante la felicità per il fidanzamento, c’era anche tanta tensione per la situazione tra Kurt e Blaine, che avevano deciso di impossessarsi della stanza dei futuri sposi e parlare.
Se era una chiacchierata buona o una cattiva nessuno lo sapeva.
Per Jeff e Trent era entusiasmante che Christie vedesse in Kurt un’altra figura genitoriale, ma per Sebastian era comunque una cosa di cui discutere: Blaine non aveva mai avuto una relazione che arrivasse fino a quel punto e soprattutto che coinvolgesse così tanto Christie.
Ma loro erano Kurt e Blaine, in cuor suo sapeva che avrebbero risolto tutto e sarebbero tornati a cavalcare unicorni sopra la via dell’arcobaleno.
“Andrà tutto bene vedrai” lo rassicurò con un bacio sulla guancia “Ma tra dieci minuti vado a vedere cosa stanno combinando: non vorrei che finissero per farlo sul nostro letto”
Thad scoppiò a ridere “Sai perché ho la certezza di non trovarti mai a casa con un amante?”
“Perché?”
“Perché sei più geloso del nostro letto che di me”
“Oh Thaddy” lo baciò velocemente sulle labbra “Tu e il letto siete sullo stesso livello”
“Questo è rassicurante”
“E sai perché?”
“Mmh?”
Sebastian avvicinò le labbra al suo orecchio “Su quel letto, ogni notte e ogni mattina è perfetta”
“Lo so, è comodo”
“Anche, ma non è per questo” lo girò verso di lui e appoggiò la fronte su quella di Thad “Perché  ci sei tu dentro”
Thad si morse le labbra trattenendo un sorriso “Chi sei e cosa ne hai fatto del mio Sebastian?”
“Ogni tanto il mio lato sdolcinato esce fuori” lo baciò dolcemente “Ora, che ne dici di mangiare qualcosa? Tra poco devi prendere le medicine e devi aver mangiato”
“D’accordo” Thad lo baciò di nuovo “Futuro marito”

Kurt e Blaine sedevano sul letto, incerti su come iniziare il discorso: erano lì da venti minuti e ancora nessuno dei due aveva parlato. C’è chi aveva paura della rabbia dell’altro e chi invece era preoccupato per quanto le cose si stessero facendo serie.
Ma entrambi aveva paura di perdere l’altro.
“Blaine…” Kurt lo guardò “Mi dispiace…”
Blaine si accigliò “Di cosa ti dispiace?”
“Per questa situazione” il giornalista si alzò e iniziò a camminare per la stanza “Te lo giuro, non pensavo che avrebbe continuato a chiamarmi così. L’ha fatto solo un paio di volte e te ne volevo parlare, ma con tutta la situazione…”
“Kurt…”
“Di Thad e i preparativi e poi Christie al parco mi aveva detto….”
“Kurt…”
“E te lo giuro, non mi da fastidio se vuoi che smetta, ma…”
“Kurt!” Blaine quasi urlò per far zittire l’altro “Vuoi calmarti?”
Kurt si fermò subito e lo guardò pallido “Non voglio che tu sia arrabbiato”
“Perché dovrei essere arrabbiato?” si alzò dal letto e lo prese tra le braccia “Hai costretto Christie a farti chiamare così?”
“Cosa? No, no di certo!”
“Allora non sono arrabbiato, credimi, tutt’altro” sospirò “La verità è che non sono mai arrivato a questo punto in una relazione. È qui che le cose si fanno più complicate”
Kurt iniziò a massaggiargli la schiena con una mano “Lo so”
“Adesso non si tratta solo del mio cuore, ma anche quello di Christie…”
“Blaine, non vi farei mai…”
Lo zittì appoggiando un dito sulle sue labbra “Lo so che non ci faresti mai del male, ma una parte di me, sebbene piccola, continua ad essere preoccupata, soprattutto per mia figlia. Ma credo sia normale, no? Per quanto vorrei che niente di male le accadesse, non so cosa succederà in futuro e soprattutto non potrò proteggerla per sempre. Ma so che tu non le faresti mai del male, soprattutto non di proposito. Solo vorrei chiederti una cosa che ti ho già chiesto e giuro che sarà l’ultima volta: sei sicuro di tutto questo?”
Quella domanda era diventato quasi un tarlo per lui: era davvero sicuro? Aveva 26 anni e sarebbe stato padre di una bambina di cinque, un’adorabile e capricciosa bambina di cinque anni, ma che amava già con tutto se stesso. E poi c’era Blaine, il suo splendido e meraviglioso Blaine.
Fece un grande sospiro e sorrise “Ero sicuro al nostro primo bacio, al Ringraziamento, alla nostra prima volta e durante le vacanze di Natale. Ero sicuro quando litigavamo perché non riuscivamo mai a stare cinque minuti insieme e quando Christie faceva i capricci per non voler mangiare le verdure che poi ha lanciato sulla mia camicia” scoppiarono a ridere entrambi “Ti amo Blaine Devon Anderson e amo la tua… anzi la nostra bambina. Sono così sicuro che in questo momento potrei affacciarmi alla finestra e urlarlo al mondo”
Gli occhi di Blaine si fecero lucidi “Tu sei pazzo. Sei pazzo e ti amo da morire”
Il bacio che seguì fu più dolce del miele, un mix di amore e passione e certezze e fuochi di artificio, come il più banale e romantico cliché dei cliché.
Quando entrambi avevano un disperato bisogno di aria, terminarono il bacio ma rimasero l’uno nelle braccia dell’altro, i nasi che continuavano a sfiorarsi giocosamente.
“Cosa diremo a Christie?” chiese Kurt un po’ incerto “Sembrava molto preoccupata”
“Sta a lei decidere” Blaine si strinse le spalle “Lei sa che io sono suo padre e sa che Sebastian e Thad sono i suoi zii. Quando le parlai delle mamme e dei papà, le spiegai che c’erano bambini con una madre e un padre, due padri o due madri. Quindi se vuole continuare a chiamarti così, a me sta bene, anzi mi renderebbe veramente felice”
“Davvero?”
“Sì, davvero tanto. Adesso siamo una famiglia. Una grande famiglia sconclusionata e tendente alla follia più totale, ma una famiglia”
Kurt gli baciò la punta del naso “È il mio genere preferito di famiglia”

Christie sospirò e continuò a scalciare l’aria: voleva solo che il suo daddy e Kurt uscissero dalla camera felici e contenti, come sempre.
Non pensava che chiamare papà Kurt fosse un grosso problema, in fondo il suo amico Jamie aveva due mamme e secondo lui, visto che Kurt era il fidanzato del suo daddy, andava bene chiamarlo papà se le voleva. E lei lo voleva tanto, perché lui era gentile, bello e voleva tanto bene a lei e Blaine.
In più quando era con lui, il suo daddy era così felice e sorridente, non voleva che diventasse triste di nuovo.
Ad un certo punto finalmente vide i due ragazzi uscire, mano per la mano e sorridenti.
Forse era andato tutto bene!
Scese dal divano e corse verso di loro disperatamente “Daddy! Kurtie!”
Blaine la prese in braccio mentre Kurt le asciugava le poche lacrime cadute “Amore, che succede?”
“Io non volevo farti arrabbiare” biascicò con qualche singhiozzo “Ma io voglio bene a Kurtie e Jamie ha due mamme e lui dice che se tu e Kurt siete fidanzati allora lui è il mio papà e a me piace chiamarlo papà, ma non voglio farti arrabbiare!”
Entrambi i ragazzi la guardarono intenerita e Blaine la rassicurò subito “Piccola, non sono arrabbiato” le baciò una guancia “E se tu vuoi chiamare papà Kurt a me sta bene, anzi ne sono tanto contento”
Christie tirò su il naso “Davvero?”
“Certo, ma tu devi essere sicura” rispose il giornalista con una carezza  “Ti amiamo tanto piccola ma non vogliamo costringerti a fare qualcosa che non vuoi”
“Ma io voglio chiamarti papà” stese le braccia verso Kurt che subito la prese “Ti va bene?”
“Amore, non ci sarebbe nient’altro che mi renderebbe più felice”
La bambina rise felicemente e lo abbracciò “Adesso ho un daddy e un papà!”
Blaine annuì e si unì all’abbraccio “E noi abbiamo una figlia stupenda”
Ovviamente la scena era stata vista da tutti e tra Jeff, Wes e Marina che non erano riusciti a non commuoversi, Nick, David e Trent che sorridevano felici, Hunter che roteava gli occhi per la sdolcinatezza e Sebastian e Thad che sembravano chiaramente sollevati, sapevano che ormai erano tutti una grande, pazza e perfetta famiglia.

Dopo qualche ora, il cibo era stato spazzolato via, la musica risuonava forte nel salotto e ognuno di loro tirava fuori qualche storia della Dalton, anche se il compleanno di Blaine rimaneva ancora un tabù.
“Non capisco perché non posso saperlo!” sbuffò Kurt appoggiandosi al suo fidanzato “Ne parlate sempre, ma non mi dite mai tutta la storia”
“Amore, credimi: non vuoi sapere” Blaine gli baciò una tempia “Ehi, vi ricordate di quando…”
Thad sospirò felice nel vedere tutti i suoi più cari amici riuniti prima di andarsene insieme a Sebastian in  cucina per prendere la medicina (il suo fidanzato era stato puntuale come un orologio svizzero) e trovarono sua madre che guardava fuori dalla finestra, con aria distratta.
“Mamma?” la chiamò avvicinandosi a lei “Tutto bene?”
Marina si risvegliò dai suoi pensieri e sorrise dolcemente “Tutto bene, mi amor
“Grazie mille per la cena” disse Sebastian sinceramente “Era tutto squisito”
“Sul serio mamma, non dovevi…”
“Ragazzi, è stato un piacere credimi” lo interruppe prima di poggiare una mano sulla guancia di suo figlio “Il mio piccolo…”
“Mamma, ti prego…” Thad sbuffò semi serio mentre l’altro si trattenne dal ridere.
“No, niente lacrime, giuro” lo prese per mano e lo fece sedere vicino l’isola della cucina, Sebastian dietro lui che gli cingeva le spalle “Mi amor, c’è un discorso che la mia famiglia si tramanda da generazione a generazione per queste occasioni, e visto che io me lo sono dovuta subire come anche tua sorella Mirian, adesso è arrivato il vostro momento”
“Tecnicamente non sono ancora della famiglia, posso evitarlo?”
Marina scosse la testa “Figliolo, da quando hai messo piede dentro casa nostra, tu fai parte della famiglia” Sebastian sgranò gli occhi, ma poté vedere quanto quella affermazione lo fece felice.
Thad scosse la testa divertito “Questa è tutta colpa di nonna Anna Maria vero?”
“No, del suo bisnonno” rispose con una risata la donna “Ma per quanto adesso può sembrarvi una tiritera, in futuro vedrete che vi sarà molto utile” gli strinse la mano “Il matrimonio non è solo un’istituzione sacra o un diritto civile, ma l’unione di due anime in una. Portatevi lo stesso rispetto che portereste a voi stessi, ricordatevi sempre quanto entrambi siate speciali e vivete ogni giorno come se foste il vostro ultimo giorno insieme. Non importa quanto avete litigato o quanto grande sia la vostra rabbia, non andate mai a dormire senza aver fatto pace. Cercate di essere l’uno la forza dell’altro e soprattutto amatevi come avete sempre fatto, perché l’amore è la vostra arma più potente, capace di abbattere gli ostacoli più grossi e le sfide più dure. Che la vostra futura vita insieme sia piena di gioia e felicità, di fortuna e cose meravigliose e, per quanto saranno difficili alcuni momenti, siate forti grazie al vostro amore” tirò su con il naso, già qualche lacrima che scendeva sul viso “E qui ci sarebbe poi stato una contrattazione di terre e capre, ma direi che non è il caso”
Thad e Sebastian si erano stretti sempre di più l’un l’altro, il primo che aveva lasciato che le lacrime avessero la meglio, il secondo che riusciva a stento a trattenerle.
“Non ditemi che sono stata la prima a far piangere Sebastian Smythe” ridacchiò Marina per alleggerire la tensione.
“Veramente la prima è stata Christie quando ha detto Sebasian” scherzò Thad sporgendosi verso la madre per abbracciarla “Grazie mamma”
“Te quiero mi amor”sussurrò al suo orecchio per poi incontrare lo sguardo di Sebastian “Vi amo entrambi”
Sebastian sorrise e si stropicciò gli occhi “Parlando di altro, in teoria quante capre mi spetterebbero per sposare Thad?”
E tutti scoppiarono a ridere. Una risata di pura felicità, quasi liberatoria dopo tutta la situazione stressante delle settimane precedenti.
Tutto finalmente stava andando per il meglio.

Una settimana dopo

Thad sospirò felice e diede l’ennesima occhiata all’anello che splendeva sul suo anulare: ancora non riusciva a credere che meno di una settimana prima il suo Sebastian avesse architettato una così meravigliosa proposta e adesso erano fidanzati, promessi sposi, futuri mariti.
E quell’anello ne era la prova, il ricordo di tutto quello che è stato e un promessa di quello che sarà.
Si rigirò nel letto verso il lato di Sebastian, trovandolo sfortunatamente vuoto e guardò l’orologio: erano le dieci passate, probabilmente era andato a qualche riunione con Sandra.
Sbadigliò e si alzò, il polso ancora fasciato, ma almeno riusciva a muoverlo un po’ di più, dopo di che si diresse in cucina, accese la macchina del caffè e controllò i messaggi sul telefono:

Sebastian: Bel culetto addormentato, fammi sapere quando resusciti dal sonno. Riunione noiosa con l’Arpia, ma vedo di liberarmi per pranzo. No, non puoi cucinare e visto che sono magnanimo prendo il cinese. Ti amo.

Kurt: Thad, passo oggi pomeriggio per portarti quelle riviste. E ricorda al tuo futuro marito che può scordarsi un matrimonio lampo a Las Vegas. Christie ti saluta e Blaine dice che il blu e rosso sono colori perfetti per un matrimonio. Giuro che sto odiando la Dalton.

Thad ridacchiò e fece per rispondere ai messaggi quando il campanello di casa suonò insistentemente.
Chi diavolo era a quell’ora di martedì mattina? Non aveva neanche preso il suo caffè.
Sbuffò e andò alla porta, ma quando l’aprì trovò l’ultima persona al mondo che si aspettava di vedere.
Aveva bisogno di aiuto.
Subito.

“Isabelle, gli articoli sono pronti e Natalie li sta portando adesso sulla tua scrivania” Kurt passò una cartellina alla sua assistente “Sì, anche io ti adoro. Ti perdono per avermi quasi tirato il tuo fermacarte a forma di gatto. Ci sentiamo dopo” sospirò e riattaccò finalmente il telefono “Porta questi a Isabelle e se ce la fai prendi tre caffè”
Natalie si accigliò “Tre?”
“Uno per te e due per me”
“D’accordo capo” gli fece un sorriso incoraggiante e uscì dall’ufficio, quasi inciampando nel fattorino “Uhm, desidera?”
“Consegna per Kurt Hummel!” annunciò il ragazzo passandole un’enorme mazzo di rosse gialle e arancioni e tirando fuori la bolla di consegna.
Kurt si alzò sorpreso e firmò velocemente per poi prendere quegli splendidi fiori mentre Natalie sorrideva “Tre caffè e un vaso, va bene?”
“Perfetto” rispose il ragazzo senza neanche pensare e annusò le rose, accorgendosi poi di un piccolo bigliettino semi nascosto.
Lo prese e lo aprì, trovandosi a sorridere ancora di più

Per lo splendido stakanovista dagli occhi azzurri,
Che ne dici di un appuntamento sabato sera? La cena la offro io.
Con amore,
Il tuo ammiratore non così tanto segreto

Ps: Ti amo


Strinse al petto il foglio e ci volle tutte la sua forza di volontà per non saltellare felice: come aveva fatto ad essere così fortunato?


Sebastian firmò un paio di carte “La copertina del libro?”
“Eccola” Sandra gli passò un foglio “Il titolo ovviamente sarà in rilievo”
“Mmh, mi piace” mormorò ignorando la vibrazione del cellulare “Hai risolto con i pubblicitari?”
“Smythe, tesoro, con chi credi di avere a che fare? Certo che ho risolto” mise tutti i fogli nella cartella “Oggi pomeriggio abbiamo un altro meeting, vedi di non fare tardi con il tuo sesso post pranzo” gli pizzicò una guancia “E rispondi al telefono: la vibrazione mi sta dando sui nervi”
“Grazie, molto gentile” sbuffò e rispose al suo cellulare “Pronto?”
“Sebastian, amore!”
Il ragazzo si accigliò “Thad?”
“Cosa stai facendo dolcezza?”
C’era qualcosa che non andava
“Sono ad una riunione, zuccherino” spostò il telefono all’altro orecchio “Adesso mi dici che succede?”
“Abbiamo una visita, amore mio”
“Dimmi che non sono Barbie e Ken”
“No, tesoro. È tua madre” poteva sentire il sorriso tirato dell’altro “E ha deciso di restare per aiutarci con i preparativi del matrimonio”
O no.
No, no, no, no, no.
“Quindici minuti e sarò lì da te. E Thad, ti prego: non farti prendere dal panico”


Sophie Corinne Smythe era quella che molti definivano la donna perfetta: moglie di un diplomatico francese, dedita alla beneficenza e alle associazioni femminili, madre presente per il figlio ad ogni occasione, partite di calcio e recite, ad eccezion fatta del periodo della Dalton, anche se mensilmente si informava della carriera scolastica del figlio.
In più sembrava uscita da un numero di Vogue, visto l’impeccabile tailleur all’ultima moda, un paio di vertiginosi tacchi e i capelli biondi acconciati in uno splendido chignon tenuto da un meraviglioso fermacapelli di bronzo.
Sorrise, seduta elegantemente sul loro divano, e sorseggiò un altro po’ di the alla vaniglia “Allora, quando ci raggiungerà il mio cherì?”
“Presto, vuole andare a pranzo fuori” rispose Thad mentre entrava nel salotto “Andremo al ristorante di Blaine, va bene?”
Très bien. Non vedo l’ora di rivedere quel ragazzo!”
L’altro annuì e buttò giù una buona dose di caffè.
Non è che odiasse la sua futura suocera, anzi ne aveva sempre apprezzato la gentilezza (come dimenticare gli svariati e costosi regali che mandava ad ogni festa?) e aveva un profondo rispetto per lei, ma sapeva quanto fosse esigente, soprattutto per quanto riguardava il suo cherì : la prima volta che si erano incontrati fu ad una cena di gala organizzata dalla Dalton, dove Sophie fece una capatina a sorpresa e che sorpresa, visto che in meno di due minuti lui e Sebastian, erano dovuti uscire frettolosamente da un alcova dietro le scale (quella era stata tutta colpa del francese e di come fosse maledettamente sexy in smoking) e usare la stessa mano che stava quasi per infilare nei boxer di Sebastian per stringere la sua (un immagine non del tutto piacevole).
Sophie l’aveva stretta, gli aveva sorriso e fatto un paio di domande per poi rivolgersi subito a Blaine, la seconda luce dei suoi occhi.
Okay, Sebastian gli aveva già detto che sua madre aveva questo desiderio di vederli fidanzati, ma a nessuno dei due era neanche passato per l’anticamera del cervello, tuttavia questo non aveva tolto del tutto il tarlo della gelosia di Thad, che, dopo neanche un’ora passata a rimanere in silenzio bevendo punch, si era defilato fingendo un malore.
Ovviamente Sebastian si era accorto della sua assenza e dopo neanche dieci minuti era già seduto sul suo letto, chiedendogli se volesse andare in infermiera o se gli servisse qualcosa.
Odiava il Sebastian Gentile, gli faceva sempre venire i sensi di colpa, soprattutto dopo che il suo fidanzato aveva salutato sua madre, promettendole un pranzo fuori per il giorno dopo.
Il carico da dodici fu il mazzo di fiori che Sophie gli mandò il giorno seguente per una pronta guarigione.
Non aveva avuto molte occasioni di rivedere la donna, ma quelle poche volte erano solo chiacchiere di circostanza, niente confessioni cuore a cuore o litigate furiose.
Erano in una situazione di neutralità, un perfetto equilibrio.
“E come sta Christie?” poggiò la tazza vuota sul tavolino “Sebastian mi ha detto che è una piccola volpe”
Thad ridacchiò “Sì, riesce a farci fare di tutto. Perfino Seb non riesce a resistere”
“Immagino, in effetti Sebastian era così da piccolo” fece un sorriso intenerito per poi alzarsi “Caro, ti spiace se vado a darmi una rinfrescata prima di pranzo? Il viaggio è stato lungo…”
“Cosa? Oh certo” si alzò subito “Mi spiace, non avevo pensato… c’è il bagno degli ospiti o se preferisci usare il nostro…”
Sophie scosse la testa “Il bagno degli ospiti va benissimo”
“Ti prendo gli asciugami allora” annuì e si diresse verso il ripostiglio.
Non vedeva l’ora che Sebastian tornasse.

“OH THIS IS THE NIGHT, IT’S A BEAUTIFUL NIGHT AND WE CALL IT BELLA NOTTE!”
“Vi prego fatelo smettere!”
“LOOK AT THE SKIES, THEY HAVE STARS IN THEIR EYES”
“È stonato quanto una campana!”
“ON THIS LOVELY BELLA NOTTE!”
Blaine scoppiò a ridere e fece saltare i funghi nella padella “Oh, lascialo in pace! È la prima volta che sento Omar cantare!”
“Anderson, togliti quel sorrisetto soddisfatto” lo rimproverò Bella passando accanto lui e dandogli una botta con in fianchi “Solo perché tu e quello zuccherino del tuo ragazzo siete riusciti a far mettere insieme Omar e Maggie. E meno male che in questo momento quella ragazza è fuori per fare la spesa, altrimenti lo avrebbe lasciato”
In effetti era stato un piano perfetto, ideato da Kurt e messo a punto da Blaine: una sera avevano chiuso i due ragazzi nel ristorante, addobbato per una cena elegante e con un pavimento pieno di cuscini e un proiettore che trasmetteva un vecchio film romantico che faceva impazzire la ragazza.
Inutile dire che finalmente quei due avevano capito di piacersi a vicenda e posto fine al tacito struggimento di Omar (sulla pazzia di Maggie ci stavano ancora lavorando)
“Ehi, siamo i perfetti cupido perché siamo pieni di amore” gongolò con un ghigno “All you need is love, Bella!”
La donna roteò gli occhi “Almeno tu sei più intonato” prese uno dei piatti e glielo passò “È ora di impiattare Chef”
Blaine annuì e finì di comporre il piatto per poi passarlo al cameriere “Al tavolo cinque!”
E mentre questo usciva dalla cucina, un paio di persone fin troppo familiari entrarono e un’adorabile bambina si avvinghiò alla gamba di Blaine.
“Daddy!” Christie sorrise e si lasciò prendere in braccio “Oggi sono stata bravissima a scuola!”
“Oh, non ne avevo dubbi!” le baciò una guancia e rivolse lo sguardo verso un sorridente Kurt, bello come sempre e in possesso di un mazzo di fiori.
“Ehi amore” lo salutò con un bacio veloce “Bei fiori. Qualcuno di speciale?”
Kurt giocherellò con una delle rose “Un ammiratore segreto”
“Oh, davvero? Devo essere preoccupato?” lo stuzzicò il moro con ghigno mentre la bambina trattenne una risatina, ben sapendo che quei fiori li avevano scelti insieme quella mattina (sì, miracolosamente erano riusciti ad alzarsi ad un’ora decente per andare ad ordinarli e poi andare a scuola)
“Forse” diede un’occhiata a Omar che stava ancora canticchiando “Non dirmi che è una settimana che continua a cantare”
“Già, Bella sta pensando di farlo a pezzi e usare la carne per lo spezzatino”
La donna si girò verso di loro “Ehi! Non ho detto questo! Ho detto che lo avrei bollito nello stufato”
“Mmh, sicuri che Luigi ve lo farebbe servire?“
“Quello che Linguini non vede, Linguini non sa!”
“Profondo” ridacchiò Kurt prima di rivolgersi verso la bambina “Piccola, andiamo? Daddy deve finire di lavorare e abbiamo promesso a Mercedes di andarla a trovare”
“Sììì, Mercedes!” scese dalle braccia del padre e prese la mano dell’altro “Andiamo andiamo!” Blaine sospirò fintamente offeso “Neanche un bacio di addio?” 
La bambina aprì la bocca shockata e subito rimediò con un bacio bagnato sulla guancia “Ecco daddy!”
Il ragazzo sembrò soddisfatto e si rivolse verso il suo fidanzato come in attesa.
“Sei un bambino” si lamentò semiserio Kurt baciandolo castamente “Ora torna a lavoro sfaticato!”
“Signorsì, signore!”

Sebastian entrò in casa, trovandola inquietantemente silenziosa: nei suoi libri, in quella situazione lui sarebbe stato il tizio che avrebbe scoperto i cadaveri per poi essere ucciso dall’assassino (sul serio, si stava immedesimando troppo).
Posò le chiavi sul tavolino, si tolse scarpe e giacca e iniziò a vagare per l’appartamento: sentiva in sottofondo lo scroscio di una doccia e il tintinnare delle tazze nel lavandino.
Cucina.
Thad si rifugiava sempre in cucina quando era nervoso o triste.
Infatti fu lì che lo trovò, intento a strofinare una tazza già perfettamente pulita.
Sapeva che quando il suo fidanzato era nervoso, puliva. Sì, puliva come un matto, perfino quando tutta la casa era perfettamente linda e pinta, addirittura finiva per stirare due volte i loro vestiti e mettere in ordine i libri in ordine di genere e alfabetico.
Si avvicinò a lui e prese la tazza mettendola via “Thad, stai andando fuori di testa?”
Thad si voltò verso di lui “Sebastian…” non prometteva bene “Sai che ho molto rispetto per tua madre giusto?”
“Lo so”
“Ma preferirei che tra me e lei ci fossero almeno un paio di stati…”
“Beh, calcolando che vive in Francia…”
“Perché non riusciamo a fare un discorso che duri più di due minuti e non finisca in un silenzio imbarazzante…”
“Il che è strano visto che tu attacchi bottoni perfino con il nostro vicino scorbutico…”
“Seb, vuole rimanere qui per aiutarci con i preparativi del matrimonio” Thad iniziò a girovagare intorno all’isola della cucina “Un matrimonio di cui non abbiamo nemmeno una data, ma già lei ha iniziato a parlare di colori e tema e che i matrimoni degli Smythe sono eventi così maestosi…”
“In effetti i matrimoni della mia famiglia erano sempre più lussuosi…”
“E io non avevo idea di cosa dirgli perché andiamo chi inizia a organizzare un matrimonio quando non sappiamo neanche quando sposarci!”
“Uhm, tutte le persone comuni?”
Il ragazzo si fermò e lo fulminò con lo sguardo “Seb, voleva già organizzare l’appuntamento per la torta!”
“Ehm…”
“LA TORTA!”
Okay, stava andando fuori di testa e Sebastian doveva fare qualcosa.
Si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto, sentendo svanire piano la tensione dal suo corpo “Adesso calmati, okay? Lo so che la presenza di mia madre ti rende sempre nervoso, ma andrà tutto bene. È una Smythe e tu sai come trattare con uno Smythe”
“Mmh”
“E so che stai andando fuori di testa per il matrimonio, ma abbiamo tutto il tempo del mondo” si staccò leggermente e gli accarezzò una guancia “E poi è il nostro matrimonio, di nessun’altro chiaro? Siamo noi a scegliere come sarà, anche se mia madre vuole invitare la regina di Inghilterra e Hummel scarti la mia idea di “matrimonio a Las Vegas” ”
Thad scoppiò a ridere ma annuì un po’ più rilassato “Ho un tantino esagerato vero?”
“Un po’, ma saprò sempre come calmarti” Sebastian lo baciò dolcemente “Adesso, sei pronto per un pranzo fuori con mia madre?”
“Mmh”
“Thad…”
“Okay, okay” sbuffò semi divertito “Sono pronto. E poi con te al mio fianco, affronterei tutta la famiglia Smythe”
Il francese scoppiò a ridere e gli pizzicò il naso “Piccolo, per quello bisogna aspettare il nostro matrimonio”
“Già, ma quel giorno sarò anch’io uno Smythe” gli prese la mano e la baciò “E soprattutto sarò tuo marito”
“Sei così sdolcinato” lo baciò di nuovo “E in fondo, è una delle tante cose che amo di te”
“Adesso chi è lo sdolcinato?”
“Che posso farci? Sei una pessima, pessima influenza”



Note dell'autrice
Piccolo capitolo rispetto al solito, molto di passaggio,una specie di prima parte, ma volevo risolvere la questione del "papà" nel modo che ritenevo migliore: Christie sa cosa è un papà e vuole che Kurt sia il suo, non uno dei suoi tanti (e fighi coff coff) zii. 
Giuro che mi sono sentita in colpa per farla soffrire così, povera cucciola.
La Thadastian ormai è partita per il matrimonio e come dire ci sono dei preparativi da fare no? La figura della madre di Sebastian è stata un po' difficile da caratterizzare: non volevo dare l'idea di una snob francese con la puzza sotto il naso ma neanche una mamma dolce cuore e amore (non sarebbe una Smythe altrimenti) E quindi si è fermata nel mezzo, anche se più avanti conosceremo molto della signora (e della sua ossessione per Blaine che chiaramente non rispecchia la mia ossessione per quel cupcakes adorabile e dovrei davvero finirla qui) 
I Klaine. I miei amati e dolci e *spoiler 5x01 che non centra una mazza con la storia* FIDANZATI, Klaine.
Sappiate che dopo questa puntata ho ancora più voglia di scrivere una futura proposta di matrimonio (ma non ora) e direi che dopo un leggero spavento si meritano una bella serata romantica no? (Tranquilli: Nick si prenderà teneramente cura di lei e Jeff) 
Bene detto questo:
Qui la mia pagina facebook: 
https://www.facebook.com/pages/Frankie92-EFP/569250319772928
Grazie a Michela e Ele, le mie splendide beta e amiche.
Un bacio a Clarissa, Consu e Vale (che è stata così figa da riuscire a entrare dove voleva e tesoro questo capitolo è dedicato a te perché te lo sei meritato!)
Un grazie a Marta che trova tutti i nomi che io non riesco a trovare e che a causa sua adesso immagino Jackson di Teen Wolf come il figlio segreto di Hunter e Sebastian (No, non li shippo insieme) 
Un grazie a chiunque abbia letto e recensito la storia, oltre ai preferiti/seguiti/ricordati.
Detto questo, al prossimo capitolo!
Baci e Sorrisi
Frankie
  
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