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Autore: letmekissyou_    01/10/2013    0 recensioni
-Perché ti sei trasferito qua?-
-Mio padre ha cambiato lavoro e l'hanno spostato a Newcastle- rispose svoltando a sinistra.
-Non ti manca Londra?-
-Non tanto-
-Ma là ci sono tutti i tuoi amici-
-Li posso sentire per messaggio o per Skype-
-Si, ma non è la stessa cosa-
-Allora mi farò nuovi amici-
-E' difficile fare amicizia- risposi.
-Ma no, una socnosciuta è sulla mia macchina e stiamo parlando. Questo è fare amicizia- sorrise.
Sorrisi anche io imbarazzata.
-Quindi tu dici che stai facendo amizia con me?-
-Esatto-
-Buona fortuna-
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odiavo il giorno del mio compleanno. Tutti erano carini con me, ma lo erano solo perché era il mio grande giorno. Avrei compiuto diciotto anni. Diciotto anni buttati al vento. Ancora mi chiedo perché nella terra ci fosse la mia faccia.              
Che poi non proprio tutti erano carini con me. Al massimo lo erano mia madre, mio fratello e la mia migliore amica. Lei è la più popolare della scuola mentre io non sono niente. Mi sono sempre chiesta perché è voluta diventare mia amica. Lei è l’esatto contrario di me. Bella, alta, mora e con gli occhi verdi. Magra ma con le curve al posto giusto, con i capelli lisci al naturale, e i vestiti perfettamente perfetti. Ho sempre invidiato il suo guardaroba, infatti mi presta un sacco di cose. 
Erano le 6:30 del mattino e io ero già in piedi. Avevo deciso che almeno per oggi avrei provato a essere carina, o almeno passabile, o almeno guardabile. Rimasi imbambolata a guardare il mio armadio. Giuro su tutto che non avevo assolutamente niente da indossare. Dovevo andare a fare spese, e pure in fretta.
Dopo avermi provato circa cinquanta abbinamenti diversi optai per un vestito di pizzo bianco, con sopra una giaccia di jeans e un paio di stivali di cuoio marrone. Guardai l’orologio, 6:54. Dovevo correre in bagno. Presi la trousse dei trucchi e incominciai a  correre. Vidi mio fratello dall’altro lato del corridoio che apriva la porta della sua stanza. 
Ben mi guardava, e io guardavo lui. Gli feci un mezzo sorrisetto. Sapevo che mi avrebbe fatto entrare per prima. Lui ricambiò il sorriso, si grattò la testa e l’abbassò. 
-Ok, solo per questa volta-  disse alzando lo sguardo e indicandomi con il dito  -Domani scordatelo!-
Corsi e lo abbracciai. In fondo volevo bene a Ben.
-Grazie, ti devo un favore- e gli lasciai un leggero bacio sulla guancia.
-Solo perché è il tuo compleanno. Ora entra che poi tocca me.-  mi spinse contro la porta del bagno poi mi bloccò  -Buon compleanno Beth- si inchinò per darmi un piccolissimo bacio sulla guancia e poi andare via. 
Entrai in bagno e mi guardai allo specchio. 
Meglio di ieri, pensai.
Quanto vorrei essere carina. Quanto vorrei che un ragazzo si innamorasse di me.
Mi lavai la faccia e poi mi misi una fascia per capelli e la misi in testa. Presi il fondotinta e lo sparsi per tuttp il viso. Questo coso fa miracoli, pensai. Era veramente coprente. Magicamente erano scomparsi tutti i bruffoli. 
Presi un pennello e della cipria e mi pennellai tutta la faccia. Misi un filo di eyeliner e tanto, tanto, ma tanto mascara. Ne misi così tanto che sembravano anche finte.
Poi rovistai qua e là dentro la trousse e trovai un rossetto rosso. Era quello che mi aveva regalato mia madre per il mio sedicesimo compleanno.
Non l’avevo mai messo.
Mi guardai allo specchio e non seppi più che pensare.
Non sembravo neanche io.
Ora c’era il problema capelli.
Erano troppo lunghi, troppo scompigliati e troppo brutti.
Decisi di piastrarli.
No, forse no.
Feci una messa coda.
Ancora non ci siamo.
Li piegai in un alto chignon e per fermarlo misi un fiocco coi fiori, così da potersi vedere davanti e poi tolsi i ciuffetti corti ai lati.
Ok, così poteva andare. Ero sicurissima che a mia madre sarebbe piaciuto. Lei diceva sempre che ho il viso angelico e che non lo dovrei nascondere dai capelli e farlo vedere alle persone. Forse non ha capito che se la gente vede la mia faccia tocca ferro.
Mi guardai per l’ultima volta allo specchio .
Per la prima volta mi piacevo sul serio. 
Scesi le scale ed entrai in cucina.
Ben e mia madre mi fissavano.
-Che c’è?- chiesi guardandomi e sistemando i vestito.
Mia madre si mise le mani in bocca e mio fratello si alzò, venne verso di me e mi prese la mano per poi farmi fare una giravolta.
-Beth, sei bellissima- mi disse guardandomi negli occhi.
Mi sentii prendere fuoco. Mio fratello non mi aveva mai fatto un complimento in vita sua.
-Grazie Ben- risposi abbassando la testa.
Lo superai e andai al tavolo per mangiare un po.
-Auguri tesoro- disse mia madre e mi baciò da dietro.
Sorrisi senza neanche rispondere
Il rapporto che ho con mia madre non è uno dei migliori. Da quando papà è andato via lei è un po impazzita e io e Ben non sappevamo che fare. Abbiamo chiamato la nonna, ma ormai non c'era niente da fare. Mia madre non ascoltava nessuno. Volevamo portarla da un medico ma lei ogni volta urlava dicendo che non ne aveva bisogno e poi si rinchiudeva in camera da letto e si sdraiava dalla parte sinistra del letto, dove dormiva il mio papà.
Erano le 7:23.
Mi alzai di scatto, presi l'ultima fetta di tost con marmellata, l'ultimo sorso di latte e andai in camera per prendere lo zaino e ritornai giù per le scale.
-io vado, ciao- urlai mentre uscivo di casa.
Dallo zaino presi l'IPod e ci attaccai le cuffie. Selezionai la risproduzione casuale e alzai il volume al massimo. 
Tutti andavano in macchina a scuola, mentre io ero l'unica sfigata che a diciotto anni non ha ancora la patente e quindi usa le sue gambe per spostarsi.
Ben si era offerto un sacco di volte di accompagnarmi  ma io dico sempre di no. Mi piace camminare, davvero.
Guardai in cielo. Era grigio. Tra poco avrebbe iniziato a piovere così accellerai il passo. Forze sprecate. Ormai stava già piovendo a dirotto. Non volevo bagnarmi. Cercai un qualcosa dove ripararmi e l'unica cosa che trovai fù un albero. Corsi fino ad arrivarci e mi appoggia al tronco sospirando.
Guardai l'orologio. 7:38.
Sbuffai. Non ce l'avrei mai fatta ad arrivare a scuola in tempo. Ma non volevo neanche arrivarsi tutta inzuppata. Tolsi le cuddie e misi tutto dentro lo zaino.
Sentii un clacson suonare e alzai la testa.
Non riuscivo a vedere bene e mi sforzai con la vista facendo diventare i miei occhi inesistenti.
Qualcuno abbassò il finestrino della macchina e mi guardò.
-Cosa ci fai sotto un albero?- urlò.
Mi guardai intorno. Ma sta parlando con me?, pensai.
-S-stai dicendo a m-me?- risposi.
Fanuclo. Stavo balbettando. 
Perché ogni volta che parlo con gli sconosciuti faccio così?
-Si, si tu. Lo sai che è pericoloso stare sotto un albero quando c'è un temporale?- mi chiese.
Si sporse un po dal finestrino e riuscii a vedere meglio. 
Pelle chiara, occhi chiari, labbra perfette, capelli ricci in disordine e poi la sua voce, Roca. Lo devo ammettere. La prima volta che ha parlato mi è venuta la pelle d'oca.
-Si- risposi abbassando la testa.
-Allora? Che fai ancora lì impalata? Dai, forza. Sali in macchina- mi aprii di poco lo sportello.
Io non mi mossi. Non potevo salire in macchina di uno sconosciuto. Potrebbe anche essere un deliquente.
-Cosa?- chiesi facendo finta di niente per guadagnare tempo. Magari avrebbe smesso di piovere, o forse no.
-Hai capito bene. Dai vieni. O vuoi che venga io e ti porti in macchina di peso?- sorrise.
Persi otto anni di vita. Dio mio! Aveva il sorriso perfetto. Chissà se era fidanzato. Beth ma cosa vai a pensare?!? Certo che è fidanzato e se non lo è di certo non si interesserebbe a una sfigata come me.
Alzai lo sguarso per parlare e mi ritrovai tutta la sua figura alta un metro e ottanta davanti a me che sorrideva. Spalancai gli occhi.
-Te l'avevo detto- sorride soddisfatto e mi prese di peso.
-Cosa fai? Lasciami andare- urlai tirandogli colpi nella schiena ma niente da fare. 
Sembrava che quei colpi neanche li sentiva. 
-Senti, non voglio lasciarti bagnare dalla pioggia o farti prendere un fulmine perché stai sotto un albero, quindi ti accompagnerò ovunque tu debba andare- mi poggiò a terra vicino allo sportello e lo aprì -Forza sali, ci stiamo bagnando entrambi-
Non sapevo che fare ma alla fine salii in macchina e lui mi chiuse lo sportello. 
Si sedette al posto del guidatore e accese il motore.
-Allora, dove ti devo portare?- chiese mantenendo lo sguardo fisso sula strada.
Lo guardai di profilo. Era un dio greco.
-A scuola. La High School di Newcastle- risposi continuando a guardarlo.
Lui si girò di scatto.
-Oh bene- sorrise -E' dove devo andare anche io. Sono un nuovo alunno. Vengo da Londra. Harry- mi porse la mano e glie la strinsi.
-Piacere- risposi.
-E tu?- mi domandò.
-Oh scusa- ridacchiai -Mi chiamo beth-
-Beth è la parte riduttiva di Elizabeth?-
Solo mio padre mi chiamava con il nome per intero.
-Si, ma preferisco beth, grazie- sorrisi a malapena.
Ci furono attimi di silenzio imbarazzanti.
Lui si schiarì la gola.
-Che anno fai?- mi chiese, dandomi una leggera occhiata.
-Il quarto, tu?- 
-Lo stesso, mi hanno bocciato- rispose.
-Ah-
-Tu? Mai stata bocciata?-
-No, no.-
Attimo di silenzio imbarazzanre parte due.
Decisi di iniziare a parlare io questa volta.
-Perché ti sei trasferito qua?-
-Mio padre ha cambiato lavoro e l'hanno spostato a Newcastle- rispose svoltando a sinistra.
-Non ti manca Londra?-
-Non tanto-
-Ma là ci sono tutti i tuoi amici-
-Li poso sentire per messaggio o per Skype-
-Si, ma non è la stessa cosa-
-Allora mi farò nuovi amici-
-E' difficile fare amicizia- risposi.
-Ma no, una socnosciuta è sulla mia macchina e stiamo parlando. Questo è fare amicizia- sorrise.
Sorrisi anche io imbarazzata.
-Quindi tu dici che stai facendo amizia con me?-
-Esatto-
-Buona fortuna-
-Perchè?- mi guardò per un secodno corrugando le sopracciglia.
Ridacchiai.
-No, niente- sorrisi.
Eravamo arrivati ai parcheggi della scuola. Parcheggiò e mi slacciai la cintura e andai ad aprire lo sportello ma lui me lo impedì.
-Quindi per continuare a fare amicizia possiamo anche uscire insieme?- mi chiese.
Sorrisi e sono sicura al 100% che diventai rossa come un pomodoro.
-Certo- risposi.
-Ok, allora stasera ci possiamo anche incontrare. Al bar di Mario alle 5?- domandò.
-Alle 5-
Scesi dalla macchina.
-Grazie per il passaggio- dissi.
-Di niente, Elizabeth-
Mi si fermò il cuore. Nessuno mi chiama più così. Da quel giorno tutti mi chiamano Beth.
Sorrisi e mi allontanai. 





CIAOO:)
QUESTA NON E' LA MIA PRIMA VOLTA SU EFP, PRIMA AVEVO UN ALTRO ACCOUNT CON UN'ALTRA STORIA, MA NON AVEVA AVUTO MOLTO 'SUCCESSO'.
PRATICAMENTE NON ME LA CAGAVA NESSUNO...
QUINDI HO DECISO DI APRIRE UN NUOVO ACCOUNT E CREARE UN'ALTRA STORIA.
SPERO CHE QUALCUNO LA LEGGA E CHE PIACCIA :)
FATTEMI SAPERE CHE NE PENSATE CON UNA MINUSCOLA RECENSIONE, ACCETTO CRITICHE E TUTTO.
GRAZIE ;D 
  
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