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Autore: sve_chan    01/10/2013    1 recensioni
BLUE non è un One shot normale, ma bensì una "song-fiction", cioè un mosaico tra il testo di una canzone e il drammatico e romantico racconto di due giovani innamorati. La canzone che ho usato è Blue, dei Big Bang, di cui ho fatto una traduzione in italiano. La storia parla di due fidanzati, Kaname e Sophie, che sono costretti a vivere in due città separate per colpa della severa zia di lei. La ragazza però viene maltrattata a scuola e litiga costantemente con i parenti, per questo è scivolata lentamente in un baratro di acuta depressione, che Kaname dovrà riuscire ad annullare.
Per amplificare la malinconica dolcezza del racconto consiglio di leggerlo con il sottofondo della canzone. Quindi buona lettura e buon ascolto!
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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L'inverno era passato

e la primavera era arrivata...

 

L'aria era pulita e frizzante, scaldata lievemente dal sole di marzo, che donava gioia ai cuori ancora freddi dall'inverno e che faceva sbocciare i primi fiori. I viali della città ricominciavano a popolarsi di gente che si godeva i primi segni della bella stagione. I ragazzi non camminavano più veloci a testa bassa, ma si sedevano nei tavolini fuori dai locali, si incontravano con gli amici e ridevano tanto. Solo una sembrava ferma a dicembre: si muoveva speditamente, con lo sguardo puntato per terra, per evitare di vedere quei gruppi di adolescenti spensierati.

 

...Siamo appassiti

e i nostri cuori sono feriti dalla nostalgia...

 

Teneva le mani in tasca e stringeva, come se fosse fosse stato un oggetto prezioso un piccolo cellulare bianco, aspettando impazientemente che questo squillasse. All'improvviso il telefono vibrò e lei lo sollevò, come animata da una grande gioia. Non era la chiamata in cui stava sperando, ma un messaggio dallo stesso mittente: “ Ehi amore...come stai oggi? ”. La ragazza sospirò e ricacciò indietro le lacrime.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

usando lacrime blu, blu dolore...

 

Che cosa avrebbe dovuto fare? Mentirgli e dirgli che stava bene, o dirgli la verità? Avrebbe dovuto dirgli che a scuola era sempre da sola o avrebbe dovuto inventarsi di aver trovato un nuovo gruppo di amici che la stavano aiutando a superare il periodo difficile che stava attraversando? Tanto era solo un messaggino, nessuno avrebbe potuto capire che stava mentendo, giusto?! La ragazza sospirò ancora, era tutto inutile, lui la conosceva fin troppo bene e riusciva a capire anche attraverso un sms se era sincera; dire bugie avrebbe solo peggiorato le cose. Così rispose: “ Male... ”

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

per quell'amore che ho lasciato andare, con le nuvole fluttuanti...

 

“ Perché ?! ” scrisse lui. “ Perché a scuola non parlo con nessuno! Perché appena torno a casa inizio a litigare con mia zia e mia sorella si mette a piangere! Perché è da settimane che non mangio e non dormo! Perché ormai non ho più la forza né di suonare, né di sorridere! Perché ormai la mia vita non ha più senso! ” pensò la ragazza e sentì le guance bagnate da calde lacrime, quindi abbassò la testa, lasciando che i suoi lunghi capelli ramati le coprissero il volto. Non voleva scrivergli tutto questo però, l'avrebbe fatto sentire troppo in colpa. “ Sei troppo lontano... ” scrisse invece, non era una bugia, era il motivo principale per cui non voleva più andare avanti.

 

...Sotto lo stesso cielo, in luoghi diversi...

 

“ Lo so, mi manchi tantissimo, Sophie. ” “ Anche tu, amore mio. ” La ragazza smise di digitare, infilò il telefono in tasca e si asciugò le lacrime, ormai era arrivata a casa. Entrò nell'appartamento di soppiatto, non voleva che sua zia si accorgesse della sua presenza; e invece era lì in soggiorno che la stava aspettando. << Buongiorno. >> la salutò in fretta Sophie, senza guardarla. La donna non rispose, si alzò dal divano, si avvicinò alla nipote e le scostò i capelli dal viso; non c'era dolcezza o premura in quel gesto, era solo un movimento brusco per controllarle gli occhi. << Non ci credo! - Sbottò non appena vide le guance scavate dalle lacrime - hai di nuovo pianto per lui?! >>

 

...Perché io e te siamo pericolosi...

 

<< No! Non è vero! >> Sophie si liberò dal suo tocco e con la coda dell'occhio notò il suo riflesso nello specchio dell'ingresso.

 

...Ti sto lasciando...

 

Purtroppo le tracce della sua depressione erano alquanto evidenti: era pallida come una statua di marmo e aveva i capelli spettinati. I suoi occhi verdi erano gonfi e arrossati, cerchiati da profonde occhiaie viola; e le sue guance, un tempo sempre rosse e leggermente paffute, adesso erano scarne e con i segni di graffi e lacrime. Anche le sue mani, che aveva sempre curato e le cui dita affusolate si muovevano con incredibile maestria sui tasti del pianoforte, erano secche, con le unghie spezzate e sporche di sangue rappreso nei punti in cui si piantava le unghie per trattenersi dall'urlare per la frustrazione.

 

...Con una lettera diversa da “Nim” ( Nim= cara )

Sono un codardo,

ma mi nascondo perché non sono abbastanza forte...

 

<< Adesso sono stufa! - Sbraitò la donna – sono quasi cinque settimane che non mangi e che non fai altro che piangere ed è sempre per quel ragazzo! Datti una calmata, per l'amor del cielo! Ne abbiamo già parlato un sacco di volte: Tokyo non era una città adatta a te, come Kaname non era adatto a te! Quindi adesso smettila di fare la ragazzina depressa e ricomincia a studiare, che se continui così ti bocciano. E se vieni bocciata vedrai i guai che ti farò passare! >>

 

...Questa crudele rottura è come la fine di questo viaggio chiamato amore.

Nessuna parola può consolarmi...

 

<< No, io sono stufa, zia! É la terza volta in tre anni che cambio stato solo per assecondare i tuoi desideri! La prima volta quando è morta mamma e anche se ci siamo trasferiti da New York a Kyoto a me andava bene perché avevo ancora papà e Daisy... Poi papà ha iniziato a fare... “quelle cose”... e io te le ho raccontate tutte fin nei minimi dettagli... e sai quanti sacrifici mi costò... ma l'avevo fatto in modo che tu capissi che dovevi assolutamente aiutarmi e denunciarlo! - La ragazza strinse i pugni e le unghie le penetrarono nei palmi, facendoli sanguinare, tanto erano forti i ricordi di quel periodo; ma continuò a parlare – E invece non l'hai fatto, non hai mai fatto niente per me! Mi hai solo lasciata andare alla deriva, come hai fatto con mio padre, tuo fratello! Forse l'hai fatto perché speravi che anche io mi suicidassi...ma non è successo! Così siamo andati a Tokyo e lì ho trovato un sacco di amici, una scuola di tutto rispetto, un insegnante che ha trovato in me il talento di una grande pianista e un ragazzo che mi ama e che mi stava aiutando a reagire, perché allora mi hai portato via da tutto questo?! Perché non andava bene?! - La giovane fu interrotta da un singhiozzo e il suo cuore fu come abbracciato da aghi di ghiaccio – Qui la vita è un inferno! Non è vero che questi traslochi li stai facendo per il mio bene, tu vuoi trasformarmi come stai facendo con Daisy. Guardala! Dalla bambina dolce e gentile che era è diventata ambiziosa e viziata, proprio come volevi tu! Non è questo che hai promesso ai miei genitori e non è questo che hai promesso a me! >>

 

...Forse la vita è l'ultimo melodramma

e ora il suo ultimo sipario sta calando...

 

Sophie ansimava come se avesse corso fino ad ora, tremava e aveva ricominciato a piangere; nella sua mente ancora non si capacitava di quello che aveva detto, ma era la verità, una verità scomoda che aveva taciuto per troppo tempo. Sua zia, Kate, la guardava esterrefatta e con la bocca spalancata, come se fosse sul punto di dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Ad un certo punto, nello scomodo silenzio che si era creato, si sentì il tipico singhiozzare di un bambino. La ragazza si girò lentamente, nel suo cuore si era fatto spazio un terribile presentimento. Daisy era lì, aggrappata al bracciolo del divano, con un orsetto tra le braccia; dai suoi occhioni color cobalto scendevano grossi lacrimoni. Sophie rimase pietrificata dallo stupore e dal quel presentimento, che adesso era diventato l'orribile consapevolezza che sua sorella l'aveva sentita e aveva capito. Ormai era tutto finito, aveva commesso l'unico errore che non avrebbe mai dovuto fare, l'aveva promesso a sua madre! E invece la sua impulsività l'aveva di nuovo rovinata. “ Ora non posso più tornare indietro. ” Si disse, poi, quasi senza pensare, aprì la porta e uscì.

 

...Sono nato e ti ho incontrata,

e ti ho amata fino alla morte...

 

La giovane americana correva, non sapeva neanche dove stava andando, ma correva in mezzo alla gente che, confusa, si scostava e la lasciava passare. Purtroppo la sua conoscenza di Seoul non era un granché e ben presto non capì più dove si trovava, ma non se ne curava troppo, tanto qualsiasi posto sarebbe stato meglio di casa sua.

 

...Il mio cuore freddo è stato tinto di blu,

anche se chiudo gli occhi, non riesco a vederti!...

 

Sophie fuggì per altri cinque minuti abbondanti, finché la cicatrice stellata che aveva sul fianco sinistro non iniziò a tirarle, segno che aveva superato il limite della sua resistenza. Così si fermò, con una smorfia di dolore, e osservò la zona in cui era finita: era nella parte sud-ovest della città, in un quartiere residenziale di grattacieli in vetroresina e grandi magazzini, non molto lontano dal fiume Hen.

 

...L'inverno era passato

e la primavera era arrivata.

Siamo appassiti e i nostri cuori sono feriti dalla nostalgia...

 

La ragazza si guardava intorno, passeggiando distrattamente e, anche se ancora un po' piangeva, era già più rilassata, nessuno l'avrebbe mai trovata lì. Ad un certo punto si scontrò con una ragazza bionda all'incirca della sua età, con i capelli raccolti in due trecce. Lei la guardò e rimase senza parole << Sophie, che ci fai qui?! >> disse sbalordita. << Ciao Ashley... >> rispose Sophie, il cui sguardo si era subito rabbuiato.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza)

usando lacrime blu, blu dolore...

 

<< Così sei scappata di casa? >> chiese Ashley sorseggiando un caffè caldo da Starbuck's. L'altra annuì piano, aveva preso anche lei un caffè, ma non l'aveva toccato e si tormentava i polsini della felpa che nel frattempo si erano macchiati di sangue. << E adesso cosa vorresti fare? >> << Salire su un aereo... e tornare da Kaname... >> << Ma sei pazza?! Con quali soldi speri di comprare il biglietto?! >> << Non lo so... io dovrei avere ancora qualcosa nel portafogli... piuttosto se potresti prestarmene un po' te li ridarei appena arrivata a destinazione... >> << Questo è fuori questione! Non puoi andartene in questo modo senza dire niente ai tuoi zii! >> Sophie si alzò di scatto dal tavolino dove si erano accomodate e uscì dal locale, era stufa di ricevere ramanzine.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

per quell'amore che ho lasciato andare con le nuvole fluttuanti...

 

Intanto a Tokyo pioveva, Kaname era seduto vicino al davanzale della finestra di camera sua con una tazza di tè caldo in mano e osservava il cielo cupo e le gocce che si infrangevano sul vetro con aria assorta. All'improvviso una mano forte gli strinse la spalla e il ragazzo sollevò lo sguardo.

<< Ehi fratellino, va tutto bene? >> chiese l'uomo con un caldo sorriso paterno. Kaname scosse la testa e il fratello si sedette vicino a lui. << Ti manca Sophie, vero? >> << Sì e anche io le manco... ma lei è stanca e depressa, non mangia e non dorme... >> << Mi dispiace... però come fai a saperlo?! >> << Non lo so, eppure lo riesco a intuire. Mi ha detto qualche settimana fa che a scuola era da sola e che litigava spesso con sua zia... e la situazione non sembra affatto migliorata... >> << E tu cosa vorresti fare? >> << Andare a prenderla e riportarla qui, ho già fatto i biglietti. >>

 

...Mi sento come se il mio cuore avesse smesso di battere,

tu e io...congelati dopo una guerra...

 

<< Kaname, ho capito che la ami e ti manca, ma non puoi andare a Seoul e poi tornare in questa casa con lei senza il consenso dei suoi zii, è un reato! >> << Non mi interessa se è un reato o meno – Il ragazzo scattò in piedi – Lei è distrutta e non so per quanto ancora potrà reggere tutta quella pressione psicologica. Io adesso sono guarito e sono vivo solo grazie al suo amore e ora che è in questa situazione difficile è mio dovere aiutarla, non posso lasciarla morire così! >> . Il fratello non ribatté, sapeva che infondo il ragazzo aveva ragione; così lasciò che prendesse le chiavi della macchina e si dirigesse in aeroporto.

 

...Un trauma che è stato scolpito nella mia mente.

Ancora una volta le mie lacrime si asciugheranno e ricorderò tristemente il mio amore...

 

<< Perché continui a fuggire da tutto e da tutti?! >> esclamò Ashley non appena ebbe raggiunto l'amica << Perché tutti quanti pensano di sapere cosa sia meglio per me, ma si sbagliano! >> << Ascoltami un attimo! - La bionda la prese per le spalle – Tu adesso stai solo scappando dai problemi, ma non puoi scappare per sempre; devi farti forza e affrontarli uno per uno, poi vedrai che tutto andrà per il meglio. >> << Che cosa dovrei fare, allora? >> chiese Sophie, per nulla convinta << Tornare a casa! >>

 

...Non sono né ferito né solo,

La felicità la puoi trovare solo dentro di te...

 

<< Che cosa?! >> la ragazza si liberò dalla presa. << Sì, devi tornare a casa, chiedere scusa a tua zia, consolare Daisy e rimetterti a studiare; vedrai che forse, tra qualche mese, potrai andare a trovare Kaname! >> << Lo vedi?! Anche tu inizi a darmi consigli su cosa dovrei fare per stare meglio, ma prima di consigliarmi prova almeno a metterti nei miei panni! Sono orfana in una città sconosciuta, lontana dai miei amici e dalla persona che amo più di tutto; a scuola nessuno mi parla se non per insultarmi o prendermi in giro; litigo con i miei zii per tutto; faccio incubi ogni notte e la mia depressione sta tornando! Ti rendi conto che non riesco ad andare avanti così?! >> Sophie aveva ricominciato a piangere e si sentiva il cuore piccolo come un penny, così si girò e ricominciò a correre, ma questa volta sapeva già dove andare.

 

...Non posso sopportare qualcosa di più complicato.

Non è un grande affare, non mi interessa!

Inevitabile vagabondaggio, le persone vanno e vengono...

 

In circa due ore di volo, Kaname arrivò all'aeroporto di Seoul e scese dall'aereo. La sua tristezza e la sua malinconia erano state sostituite dall'impazienza e dall'emozione di rivedere la sua fidanzata. Non appena fu fuori dall'edificio il suo telefono prese a squillare, il ragazzo lo prese e il suo cuore sobbalzò quando vide il suo numero sullo schermo. << Ciao amore, sono a Seoul! >> disse tutto contento.

 

...Sono nato e ti ho incontrata,

e ti ho amata fino alla morte...

 

Il giovane rimase pietrificato quando la voce dall'altra parte del cellulare rispose, non aveva un tono gioioso, né depresso, ma era terribilmente preoccupato e, dettaglio più importante, non era la voce di Sophie. << Chi sei?! Dov'è la mia ragazza?! >> chiese Kaname << Sono Ashley, una sua amica... senti, è successo un casino: Sophie ha litigato con sua zia ed è scappata di casa, io l'ho incontrata ma abbiamo litigato anche noi ed è scappata di nuovo, solo che le è caduto in terra il telefono... >> Il ragazzo imprecò << Come facciamo a trovarla adesso?! >> << Io forse ho un'idea di dove possa essere andata, ma dobbiamo fare in fretta! >> << Ok, dov'è?! >> << Non è molto lontano dall'aeroporto, però devi prendere un taxi. >> << Per dove?>> << Il primo ponte sul fiume Hen... >>

 

...Il mio cuore freddo è stato tinto di blu.

Anche se te ne sei andata,

io sono ancora qui!...

 

Ashley finì di parlare con il giapponese, chiuse il telefonino e iniziò a correre verso il fiume. Si sentiva tanto in colpa per aver fatto fuggire nuovamente Sophie e pregava ogni divinità presente nel cielo che i suoi sospetti fossero sbagliati.

 

...L'inverno era passato

e la primavera era arrivata.

Siamo appassiti e i nostri cuori sono feriti dalla nostalgia...

 

Il taxi su cui viaggiava Kaname sfrecciava per le vie della capitale, mentre il ragazzo, agitato come non mai, guardava fuori dal finestrino, nella speranza di scorgere la sua amata. << Siamo quasi arrivati. >> lo avvertì l'autista in un inglese stentato. Il giovane ringraziò abbastanza sollevato. Poi, un chilometro più avanti, la vettura si fermò, intrappolata nel traffico dell'ora di punta. Ma fortunatamente era molto vicino a destinazione, riusciva infatti a vedere chiaramente entrambe le estremità del ponte, ma fu ciò che vide nel centro di questo che gli fece gelare il sangue nelle vene. << Io scendo qui! >> disse aprendo la portiera << Ma è pazzo?! >> urlò l'autista. Kaname tirò fuori dal portafogli un'ingente somma di yen che non era arrivato a cambiare in aeroporto e la porse all'uomo. << Tenga il resto. >> aggiunse prima di iniziare a correre verso la sua ragazza.

 

...Anche stanotte, sotto quel chiaro di luna blu,

probabilmente mi addormenterò da solo...

 

Sophie era in equilibrio precario sulla balaustra al centro della struttura, con gli occhi chiusi e i capelli mossi dal vento; era così immobile e pallida che ad Ashley parve un fantasma.

 

...Anche nei miei sogni ti cerco...

 

Il ragazzo correva come non aveva mai fatto prima e tentava disperatamente di arrivare da lei, che sembrava irraggiungibile, come un sogno. Quando fu abbastanza vicino riuscì a scorgere una ragazza bionda, probabilmente Ashley, che correva verso di lui. Kaname accelerò il ritmo della corsa, anche se le gambe iniziavano a cedergli e respirare era diventato difficile, doveva riuscire a fermarla prima che accadesse l'inevitabile. In quel momento la giovane si alzò sulle punte dei piedi << Sophie! >> fece in tempo ad urlare il fidanzato, prima che lei, con la lugubre grazia di un tuffatore, si buttasse di sotto.

 

...E vado in giro, cantando questa canzone...

 

Mentre Sophie precipitava non aveva paura, era da tanto che desiderava farlo, le mancavano solo il coraggio o la disperazione per compiere quel gesto estremo, ma finalmente li aveva trovati. All'improvviso il suo pensiero fu rivolto a Kaname, sapeva che questo gli avrebbe fatto molto male, ma lui era un ragazzo forte e in poco tempo sarebbe riuscito a rifarsi una vita; al contrario di lei, che in quelle settimane le era parso di essere già morta o peggiò. La giovane ricordò allora tutte le cose più belle che aveva fatto insieme a lui: come il loro primo appuntamento, o il loro primo bacio, o la prima volta in cui le aveva sussurrato con una dolcezza incredibile << Ti amo. >> oppure come la sera in cui avevano suonato insieme la loro canzone preferita. Erano tutti ricordi stupendi e alla ragazza scappò una lacrima di gioia. << Ti amerò per sempre, Kaname... >> disse commossa, prima di entrare in acqua. E lì immaginò che lui la stesse stringendo e le stesse sussurrando le frasi più dolci del mondo, finché non perse conoscenza.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

usando lacrime blu, blu dolore...

 

L'immagine di Sophie che cadeva lo ferì come se avesse ricevuto una pugnalata al petto. Il ragazzo strinse i pugni e urlò, mentre, senza che lui se ne rendesse conto, aveva iniziato a piangere. Non poteva morire, non adesso! La mente di Kaname lavorava freneticamente per cercare una soluzione, ma quando vide il corpo di lei sparire nella torbida acqua del fiume, la disperazione prese il sopravvento. << Se devo passare il resto della vita senza di lei, tanto vale morire adesso! >> pensò, quindi salì sul parapetto e si tuffò.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

per quell'amore che ho lasciato andare, con le nuvole fluttuanti...

 

L'acqua era fredda e sporca e il ragazzo poco riusciva a vedere, oltre al suo corpo e a... Sophie! Era a poca distanza da lui, adagiata sul fondale e rannicchiata come un micetto, sembrava che stesse dormendo, ma lui sapeva che non era così. Kaname nuotò con tutte le sue forze fino a lei e la prese, mentre l'ossigeno nei suoi polmoni iniziava a scarseggiare. “Devo portarla in salvo, costi quel che costi! ”. Le sue braccia si strinsero saldamente intorno al fisico minuto della ragazza, proprio come faceva quando lei aveva uno dei suoi terribili incubi e si diede una spinta con le gambe ormai doloranti, nel tentativo do tornare più in fretta in superficie. Purtroppo però la corrente era forte e Sophie pesava più di quanto pensasse, così, con un ultimo disperato sforzo, nuotò verso la luce e riuscì a raffiorare proprio quando i suoi polmoni stavano per esplodere per l'eccessiva pressione. Con un misto di sollievo e terrore cercò di tenere a galla la testa di lei, pregando che non fosse troppo tardi.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

usando lacrime blu, blu dolore...

 

<< Il battito cardiaco è molto debole e i livelli di ossigeno nel cervello stanno calando in maniera vertiginosa! >> esclamò un'infermiera preoccupata, spingendo, aiutata da quattro colleghi, la barella lungo un corridoio bianco che a Kaname e Ashley parve interminabile. Non appena il ragazzo aveva portato Sophie a riva era stato immediatamente raggiunto dai soccorsi, che avevano fatto uscire un po' d'acqua dai polmoni della giovane e l'avevano caricata su un'ambulanza che era partita a tutta velocità con le sirene spiegate. Adesso lei giaceva su quel lettino, fragile e impassibile come una bambola, i medici le stavano facendo la respirazione artificiale, ma un apparecchio che le avevano collegato a un dito diceva loro che qualcosa non andava. << Ragazzi, da qui in poi non potete proseguire, mi dispiace. >> disse un medico comparso chissà da dove. << Cosa?! - Sbottò Kaname fermandosi - Quella è la mia ragazza, io devo stare con lei! >> << Lo so, ma in quest'area non è consentito l'accesso ai visitatori, dovete aspettare qui. La salveranno, vedrete. >> il medico si sforzò di fare uno sguardo rassicurante e si avvicinò ai ragazzi, per impedirgli di andare avanti. << Amore mio resisti, ti prego! Fallo per me...andrà tutto bene, te lo prometto... e poi potremo stare insieme, per sempre... >> sussurrò Kaname tra le lacrime, mentre la barella spariva dietro una porta a vetri opachi.

 

...I'm singing my blues ( sto cantando la mia tristezza )

per quell'amore che ho lasciato andare, con le nuvole fluttuanti...

 

FINE (?)

 

   
 
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