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Autore: Girasolefelicissimo    01/10/2013    2 recensioni
Se Satana mettesse al mondo una figlia femmina? Cosa mai potrebbe succedere? Di sicuro la sottovaluterebbe dato che è una ragazzina e penserebbe che non potrebbe far del male ad una mosca.
Ma fa male, non bisogna mai e poi mai sottovalutare una ragazza, sopratutto se ha ricevuto le sue fiamme..
E se questa ragazza, costretta a frequentare l'accademia Vera Croce ed a essere sorvegliata da uno dei suoi figli gli creasse un mucchio di problemi? Non solo al Padre ma anche al Preside di quella 'povera' scuola?
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Picchiettava il piede sul pavimento in marmo bianco a ritmo di musica classica, mentre sedeva su una poltrona blu notte e osservava i polsini della sua camicia bianca.
La benda bianca, ricopriva il suo occhio sinistro. Nonostante fosse quasi guarito, gli era rimasta la  cicatrice e non sopportava l'idea di avere un viso sfigurato, quindi preferì coprirla.
Smise di picchiettare il piede e chiuse l'occhio, rimanendo nel buio più totale e volendo riaffiorare vecchi ricordi.
Fù strano il loro incontro, lui pestava Azazel e Beelzebub li osservava senza intervenire.
Una volta finito di prendere a pugni in faccia il re dell'aria, arrivò una ragazza con una lunga treccia bianca che si avvicinò al povero re pestato, per vedere se stava bene, ma lui la respinse bruscamente e questo fece infuriare il blu, che si era pulito una piccola striscia di sangue sul mento.
-Lascialo stare, si sente debole in questo momento.- Disse sorridente mentre fissava il demone a terra, che restituì lo sguardo sbuffando. La ragazzina invece, lo fissava stranita e pensierosa.
-Sei un'amica di Beelzebub?- Le chiese, fissando come il biondo aiutava a rialzare il suo amico. Tornò con lo sguardo sulla ragazzina ma qualcosa oscurò la sua vista.
Era un libro. Un libro venne sbattuto con violenza sulla sua faccia. -Ahia!- Gridò lui con abbastanza femminilità, mentre la bianca, aveva sul volto un' espressione truce.
-Devi smetterla di picchiare sempre Azazel!- Gridò lei. Il blu rimase sorpreso, con una mano poggiata sulla guancia.
Gli scappò un sorriso, vedendo come quel volto così grazioso si era irritato, ma quel sorriso gli costò l'altra guancia e venne schiaffeggiato di nuovo, dopodichè, la ragazza se ne andò.
Nei giorni seguenti, le volte in cui andava nel regno di Belzebù, c'era sempre lei casualmente e finivano per litigare, o meglio, lei gli tirava addosso della roba, poichè credeva che Egyn fosse un mascalzone che picchiava a caso il suo amico Azazel..


Una mosca, dagli occhi rossi e dal corpo verde, ronzava intorno a delle ragazze, infastidendole con il disgustoso suono che emetteva per poi sfuggire alle loro minacciose mani e dirigersi verso i lunghi corridoi per girare indisturbata. Stranamente, in quella strana giornata, molte mosche ronzavano nella scuola.
-Si dice che le mosche arrivino, quando c'è brutto tempo.- Disse una ragazza bionda e dagli occhi color miele.
-Io penso sia per colpa di Jeremy, stamattina non si è lavato.- Il grupetto di ragazzi scoppiò a ridere, mentre una mosca gironzolava sopra le loro teste.
Quelle mosche però, non erano dovute al cattivo tempo.


-E se io realizassi qualsiasi tuo desiderio?- Le chiese, con un sorriso per niente demoniaco, nonostante la sua natura.
-..Qualsiasi..?-
-Esatto, e tu in cambio, non dovrai darmi la tua anima, ma dovrai portarmi una ragazza.-
-Una.. Ragazza..?-
-Esattamente. Una ragazza. Alexia Seeker. -



La campanella che annunciava la fine delle lezioni suonò e finalmente, tutti gli alunni poterono tornare a casa o chi non poteva, nei loro dormitori.
-Oh, ma guarda, un corvo si è addormentato sulla panchina.- Disse l'argentea, mentre si apprestava a muovere con un piede la gamba del blu.
Il demone si svegliò, con un po' di saliva all'angolo della bocca e si stropicciò gli occhi.
-Se arriverai in ritardo, il professore ti assegnerà compiti extra sugli effetti collaterali che possono causare i demoni.- Volle ricordargli e improvvisamente il blu si alzò velocemente.
-Wah! Corriamo allora!- Si sistemò la borsa e corse verso l'aula speciale.
Passato un mese, finalmente Rin si era ripreso ed era ritornato il solito scansafatiche, anche se alle volte, bisognava ancora fasciargli il collo, dato che all'improvviso alcuni pezzettini di
pelle cadevano come se fossero di vetro e quando ricrescevano, alle volte sembrava che la sua nuca era piena di buchi, quando in realtà, la carne c'era, solo che era trasparente.
Entrarono in classe e per fortuna, il professore non era  ancora arrivato e quindi non ci furono problemi con il ritardo.
Finite anche quelle, Alexia era a pezzi, stanca soprattutto per l'ultima ora di esorcismo, in cui il professore parlava della classe sociale di ogni, singolo, demone.
Non vedeva l'ora di tornarsene nel dormitorio e oziare fino all'ora di cena, ma appena intravide il dormitorio, davanti al portone, in piedi,  c'era una figura femminile dai capelli biondi.
Pensando che potesse essere Shiemi, già stava ideando una tecnica per entrare e non farsi vedere, ma si rese subito conto, che quella ragazza non era Shiemi.
Era molto più alta, snella e dai capelli biondi che ricadevano sulle spalle.
Avanzò verso la figura e la ragazza dagli occhi color miele si  girò, sorridendole e sventolando dei fogli.
Il suo nome è Jane, o almeno così ricordava, dato che le aveva dato a parlare poche volte, nonostante fossero insieme a molti corsi.
-Oh, Alexia!- Esclamò felice.
L'argentea non rispose al suo saluto e rimase impassibile a fissarla. Com'è possibile che sappia dove lei alloggiava? Non lo aveva mai detto a nessuno nè accennato.
Jane le porse due fogli, su cui c'erano degli appunti. -Li hai dimenticati in classe e sai, non volevo che domani venissi impreparata all'interrogazione.- Le disse, con un evidente falso sorriso. -A proposito, io non riesco a capire il passaggio otto..- Si mise affianco a lei e le mostrò la seconda pagina. -Mi potresti aiutare?- Le chiese gentilmente.
Indecisa se fingere di essere amichevole o dirle di no, alla fine scelse di essere amichevole e iniziò a spiegarle con noia l'ottavo passaggio, stava per prendere i fogli e andarsene, una volta che aveva finito di fare da maestrina, ma la ragazza la bloccò nuovamente e questa volta la bionda era rossa in viso.
-Ecco.. Io volevo chiederti se.. Insomma..- Titubante, le afferrò il braccio e questo gesto provocò noia ad Alexia.
-Hoy, che succede qui?- Disse Rin, spuntando dietro alle ragazze all'improvviso. La bionda fece uno scatto e indietreggiò, ancora rossissima in viso.
-V-Vabbè! Grazie lo stesso!- La ringraziò, per poi correre via.
Entrambi i demoni si guardarono, per poi fare spallucce ed entrarono dentro. -Cos'è quel foglio?- Chiese curioso Rin, osservando il foglio.
-Roba che il tuo cervello sottosviluppato non capirà mai.- Rispose sghignazzando.
-Hey..!- La fissò col broncio, mentre ella gli scompigliava i capelli.
-Comunque, che voleva quella ragazza?- Le chiese, mentre scuoteva la testa per riaggiustarsi i capelli.
-Mi ha dato delle fotocopie per filosofia che avevo dimenticato in classe, il che è strano, dato che le avevo messe nella borsa.-
-E perchè è scappata?-
-Non saprei..-


-Io, ecco, mi dispiace, non sono riuscita a ..- Una mano si avvicinò al suo viso e le accarezzò una guancia, mentre ella strizzò gli occhi spaventata.
-Shh.. Non fa nulla..-
-Ma professore..-
-Ti ho detto che non fa nulla.. Hai tutto il tempo del mondo per poterla catturare..- La tranquillizzò. -Il tuo desiderio verrà comunque esaudito.. Lui ti amerà lo stesso..-



Il giorno dopo, nell'ora di filosofia si presentò un supplente, il professor Julius Versell, un uomo molto alto, dai lunghi capelli biondi raccolti in un alto codino e con due occhi di un verde
splendente. Il professor Versell, annunciò la malattia del suo collega e che quindi l'avrebbe sostituito per metà semestre. Dopo le presentazioni, consegnò a tutti i test che dovevano svolgere. Finito il tempo, il professore ritirò i test e suonò la campanella di fine giornata.
Le lezioni d'esorcismo finirono e Alexia quel giorno, doveva andar a lavorare.
Entrò nel negozio dalle pareti color cioccolato e il pavimento in crema lucido, dove  c'erano degli alti vasi di porcellana con all'interno diversi fiori, tra cui tutti i tipi di rose, gigli, tulipani, girasoli, fiori di ibiscus, di loto, di dalia, di wisteria e molti altri, dai più grandi, che erano esposti lungo le pareti e i più piccoli, che erano esposti al centro della sala sul bordo di una fontana bianca di due metri con sopra raffigurato un piccolo angioletto dai lunghi capelli che raccoglieva un tulipano giallo.
Si diresse verso il bancone e nascose la sua borsa li dietro, per poi mettersi un grembiulino marrone e si legò i capelli in uno chignon.
Il profumo dei diversi fiori e la musica di un pianoforte, creava un ambiente rilassato e la proprietaria del negozio, si assicurava che nessuna ape potesse entrare e spaventare i clienti.
Subito entrò un gruppetto di ragazze e tra queste c'era anche Jane. La bionda sembrò guardarsi in giro per un paio di secondi e si diresse verso la statua. La osservò per un paio
di secondi, poi si diresse verso il bancone. -Ciao Alex!- La salutò vivace.
L'argentea finse un sorriso amichevole, degno di qualsiasi commessa che lavora da secoli ad una cassa.
-Salve, posso aiutarla?-  Le chiese, ignorando il suo saluto confidenziale.
-Oh Alex, non darmi del lei! Siamo amiche, diamoci del tu!- Il sorriso sul volto di entrambe, la diceva lunga. Quello di Alexia, era evidente che rappresentava un fastidio per tanta confidenza da una ragazza che non le aveva mai parlato. Che avesse qualcosa in mente? Quello di Jane invece, anche il suo era di irritazione e si vedeva lontano un miglio che si sforzava.
-Allora,- Cercò di accontentarla. -Come posso accontentarti?- Provò a formulare la domanda nel modo più gentile, disponibile  e amichevole possibile.
-Volevamo che ti unissi a noi per un gruppo di studio!- Alexia nella sua mente esclamò un "Ah-Ah!" continuando a tenere quella maschera sorridente.
-Gruppo di che cosa?- Si poggiò con i gomiti sul bancone in legno scuro e congiunse le mani, incrociando le dita tra di loro.
-Di filosofia e chimica.- Rispose la bionda, poggiando sul bancone le mani davanti alle sue.
-Quello in cui fai schifo tu e quelle altre, vero?- Pensò, inclinando leggermente la testa. -Mi dispiace, ma ho ben altro da fare.- Disse, rimettendosi dritta.
-Ah! Se devi studiare anche altro, possiamo studiare anche le altre materie!- Volle convincerla, a tutti i costi.
-Mi dispiace, ma non m'interessa.- L'argentea si diresse verso un'anziana e iniziò a parlarle, chiendendole in cosa potesse aiutarla.
La bionda, strinse i pugni e incupendosi, se ne andò, portandosi dietro anche le sue amiche.
Un sorriso sincero e alquanto malefico scappò alla demoniessa e ritornò a consigliare quali fiori prendere all'anziana.



Il freddo, incominciava a farsi sentire, ormai la divisa scolastica estiva non si poteva più utilizzare e ora il suo posto veniva preso da quella invernale, che consisteva in una camicia bianca,
un gilet giallo chiaro con i lembi a righe rosse, il solito stemma sul petto e la solita gonnellina rosa, che Alexia iniziava ad odiare, soprattutto per il freddo.
Si stava dirigendo con tutta calma e tranquillità verso l'aula di cucina, pronta per preparare qualche pasticcio informe con il blu, ma qualcuno le afferrò il braccio.
Presa dallo spavento stava per girarsi e illuminarsi come una lampadina, pensando che fosse un demone, poi notò che era Jane e questa volta, davvero si sarebbe illuminata.
-Hey! Alexia!- Esclamò  lei, facendo pietrificare l'argentea. -Puoi aiutarmi un attimo?-
La squadrò per un secondo.
-Perchè? Cosa c'è?-
-Non riesco a raggiungere uno scatolone, potresti aiutarmi?- L'argentea acconsentì titubante e seguii la sua compagna.
Raggiunto il ripostiglio, stranamente vuoto, la bionda le indicò lo scaffale e la scatola enorme che c'era in cima a tutto. Ella prese una sedia e ci salì sopra, allungandosi e prendendo lo scatolone in cima a tutto e per farlo, si era anche dovuta arrampicare su un altro ripiano oltre la sedia.
Stava per scendere, quando sentii che la sedia venne strappata via da sotto i suoi piedi e il tonfo che fece fù enorme.
Lo scatolone le cadde addosso e con esso i numerosi fogli, cartelle e volantini al suo interno. Vide la bionda fuggire via, sghignazzando e chiudendo la porta.
Rimase così per un paio di  secondi, per poi prendere un volantino e leggerlo mentre era schiacciata sotto lo scatolone e le cartelle.
-Stupida puttana.- Sibilo. -La prossima volta che qualcuno mi chiede aiuto, gli do fuoco.- Cercò di far forza sulle proprie braccia per alzarsi un po' e liberare il ventre schiacciato dalla
scatola. Pian piano ci stava riuscendo quando sentii la porta aprirsi. -Oh Seeker, ma cosa ti è successo?- Chiese una voce adulta e maschile, mentre le toglieva da sopra il corpo l'enorme scatola. -Ehm.. Sono caduta.- Disse, senza neanche guardare in  faccia l'estraneo tanto gentile che l'aiutò anche ad alzarsi e lì, si accorse che era il professor Versell.
-Ho visto.. Ma come sei caduta?- Le chiese. -Vuoi che ti porti in infermeria? Potresti esserti rotta qualcosa.-
-No, sto bene professore.- Si pulì la gonna e il gilet, che adesso avevano delle macchie marroncine.
-Sicura?- Le chiese ancora, rimettendo a posto ogni cartella.
-Certo.- Rispose con sicurezza.
-Bene, ma ora vai in classe o farai tardi.-
-Va bene professore.- Girò il pomello verso sinistra e una volta spalancata la porta, non si accorse di un dettaglio in particolare.
Ovvero, che quella porta non conduceva al corridoio della sua scuola.
La porta del ripostiglio si chiuse e non voleva più riaprirsi. Ci sbattee contro il pugno e urlò al professore di aprire la porta, ma inutilmente, sembrava che quella stanza ormai, fosse vuota.
Si girò verso il corridoio e dei brividi percorsero la sua spina dorsale.
Le pareti erano nere con degli schizzi di sangue su di esse e il pavimento, era allagato di acqua nera. La luce era soffusa e nell'aria si sentiva una terribile puzza di carne marcia.
Il ronzio delle mosche, sembravano creare delle voci e questo la inquietava parecchio. Fece un sospiro e a passo lento, cercò di non inciampare in niente di ciò che forse poteva nascondere l'acqua, dato che le arrivava alle caviglie.
Mentre camminava lenta, su entrambe le pareti, vennero raffigurate due scene animate, una in cui una donna piangeva, mentre un uomo le urlava contro.
Mentre nell'altra scena, si vedeva la stessa donna di prima, che piange, sporca di un liquido rosso. Le due scene, vennero cancellate da una discesa di sangue nero e marcio.
L'argentea, impaurita e nauseata da quelle persone così familiari, continuò il suo cammino che venne interrotto, da altre due scene.
Un uomo colorato di nero e una donna colorata di rosso, entrambi abbastanza vicini da far aderiri i loro corpi che venivano bruciati, con sotto, una scritta grattata nel  muro: "Peccato".
Nell'altra, la signora e il signore di prima, anche loro erano abbastanza vicini da toccarsi, ma con la differenza, che entrambi erano colorati di rosso.
Le due scene vennero bruciate da un fuoco rosso che li fece sciogliere.
-Non sono loro.- Sibilo, deglutendo a fatica e sentendo la gola pizzicarle. Strinse i pugni e continuò ad andare avanti.
Un'altra scena, dipinta di rosso, in cui la donna di prima diede alla luce un pargolo.
Il fiato le mancò, sentendo il proprio cuore rallentare e lo stomaco stringersi. Si voltò verso l'altra parete e vide una bambina, dai capelli argentati che giocava con queste due figure.
Ora una fitta alla pancia la colpì e le due scene vennero cancellate  dal sangue. Si mosse lentamente e continuò il suo percorso a testa bassa, vedendo come le figure che raffiguravano la sua infanzia, venivano ricoperte di sangue. Scena dopo scena, discese di sangue dopo discese, si fermò, davanti a una scena del presente, in cui suo padre abbracciava una figura dai capelli neri e mossi. La  bocca tremò, i pugni si sciolsero e le lacrime, iniziarono a scorrere.
La scena non spariva, non veniva ricoperta, rimaneva così com'era. Pura, intatta.
Si girò per vedere quale fosse l'altra scena e sentii la propria mente abbandonarla.
I due, e la bambina, erano tutti e tre insieme. Giocavano, ridevano.
Respirava. Respirava solamente. Non provava più niente nè sentiva le lacrime che scendevano nè il proprio cuore che batteva ad un ritmo irregolato.
Sentii un brivido alle tempie e chiuse gli occhi per un secondo, facendo un respiro profondo. Quando li riaprì, quella scena c'era ancora. Era ancora linda.
Socchiudendo gli occhi, pieni di lacrime, continuò il suo cammino.
Passo dopo passo, lacrima dopo lacrima, arrivò all'ultima scena, che non esisteva e al suo posto, c'era uno specchio.
Lo specchio, la raffigurava infuocata, con delle piccola  corna bianche, i capelli erano corti, il suo corpo era nudo e aveva una lunga coda bianca che avvolgeva la sua gamba sinistra.
Accenò un sorriso privo di emozioni e si toccò i capelli ancora lunghi. -Mi dispiace, io non sono ancora questa.-
Superò la figura che doveva rappresentarla e si diresse verso un enorme portone nero. Poggiò le mani sulle due porte e le spinse, facendo così spalancare il portone e il corridoio,
venne illuminato per una manciata di secondi, poi tornò alla sua oscurità, quando Alexia entrò nella sala completamente bianca, dove al  centro, in piedi, c'era Lord Satan.
-Sei, arrivata, finalmente.- Allargò le braccia, l'uomo dai capelli dorati.










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Angolo dell'autrice:

..... Mancano solo due capitoli, sapete?  Sapete? SAPETE?
*E nel  frattempo, tutti i personaggi da lei creati, più quelli dell'autrice Kazue Kato, ballano la macarena*
....Di là son tutti molto allegri. Che bello. Aaah, che tristezza, sapere che concluderò a breve una storia di 23 capitoli. Sigh. Ma state tranquilli, qui, un personaggio molto kawaii vi sta attendendo ^^
Heeeeey! Violeeeettaaaa! (È il suo soprannome)
Sconosciuta: TACI O GIURO CHE TI UCCIDO.
......
Alice: .... Non potevi creare di meglio.
.... Ma hai sempre da ridire tu?
Alice: Faccio parte del tuo cervello. Sono la parte critica di te stessa.
.... Un giorno di questi cancellerò la tua esistenza. E poi, lei è così Kawaiiiiiiii <3
Alice: Io con lei non ci lavoro.
...Devi.
Alice: Non puoi farl-
Hahahahahahahahahahhahahahahahahaha. *Prende carta e penna e inizia a scrivere*
Sconosciuta: ...... *Affila la sua falce*


Che dire? Vi ringrazio ancora, per seguire questa storia.. Adesso son 35 che seguono questo strazio senza senso ç^ç
Vi adoro <3

Aloha!



 
   
 
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