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Autore: Klaineinlove    01/10/2013    4 recensioni
Dopo una terribile tragedia che gli porta via i genitori, Blaine Anderson smette di parlare. Chiuso in se stesso e con costanti problemi a scuola a causa del suo rifiuto di parlare, Blaine si sente più solo che mai.
Purtroppo non bastano l'amore di sua zia o gli incoraggiamenti di suo fratello Cooper.
La vita di Blaine cambia nel momento in cui Kurt Hummel cercherà di aiutarlo non arrendendosi alle prime difficoltà che faranno parte del loro cammino, insieme.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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L'anniversario della morte degli Anderson passò nella tranquillità più assoluta. La famiglia cenò ricordando di tanto in tanto piccoli aneddoti per far ridere Cooper e Blaine, peccato però che quest'ultimo aveva la testa altrove. Aveva fissato il vuoto per tutto il giorno, fece solo piccoli gesti per muoversi da un posto all'altro, per portare in cucina il suo piatto e per annuire a qualche domanda che gli veniva fatta.

Kurt quel giorno non si presentò a casa sua, per dare la possibilità alla famiglia di stare unita. Mandò numerosi messaggi a Blaine rassicurandolo con dolci parole.

Katie si recò al McKinley per parlare delle future assenze che avrebbe fatto Blaine. C'era la possibilità che il ragazzo avrebbe perso l'anno scolastico a causa dei voti e dell'allontanamento dalla scuola, ma non importava era arrivato il momento di voltare pagina.

Cooper non andò a lavoro quel lunedì per portare Blaine alla clinica suggerita dai nonni.

Blaine era teso, anche se non voleva darlo a vedere. Un medico portò il ragazzo insieme al fratello e la zia a fare una perlustrazione della clinica.

“...e infine questa è la tua camera. Le camere sono condivise solo con un'altra persona, ma come ti ho fatto vedere poco fa sono molto grandi. Se hai voglia di addobbarla o attaccare dei poster nella tua zona, sei libero di farlo.”

Il dottore bussò la porta e poi aprì “eccoci Blaine, ti lascio con il tuo nuovo compagno, dopo passerò per dirti quando l'altro dottore potrà incontrarti. Rilassati e fai quello che vuoi”

Blaine annuì, il borsone tra le mani. Aveva già salutato la sua famiglia pochi minuti prima e adesso si trovava in una stanza con uno sconosciuto.

“controlla che la porta sia chiusa bene” borbottò il ragazzo disteso sul letto.

Blaine si girò con impaccio e controllò la porta. Poi si avvicinò al letto vuoto e poggiò sopra la sua borsa.

Il ragazzo si voltò per fissarlo, fece un sorriso compiaciuto. Allungò una mano sotto al letto e tirò fuori un pacchetto di sigarette, poi aprì una finestra che dava sul giardino e si sedette sul marmo.

“non vogliono che io fumi qui dentro, ma uscire fuori dopo un po' diventa noioso” spiegò il ragazzo unendo le mani intorno alla fiamma dell'accendino. Fece un tiro lungo di sigaretta e sospirò.

Blaine continuava a fissarlo.

“Mi hanno detto di te, del fatto che non parli. Non c'è problema, amo il silenzio.”

Il ragazzo guardò fuori la finestra osservando due donne camminare per il giardino.

Finì la sigaretta mentre Blaine era ancora immobile con la borsa sul letto.

Il ragazzo saltò giù dal marmo della finestra e si avvicinò a lui.

“posa le tue cose in quel cassetto, l'ho liberato per te. Io mi chiamo Sebastian Smythe”

 

 

 

 

 

**

 

Alle 18.00 il medico chiamò Blaine e Sebastian. I due non avevano comunicato più in nessun modo dopo che Sebastian si fu presentato.

“Lo accompagno io, Jack” rassicurò Sebastian chiamando il medico con un tono confidenziale.

Per tutto il tempo Blaine aveva sistemato i suoi vestiti nel cassetto e i prodotti nel bagno.

“vieni con me, adesso andiamo nella saletta centrale. Ti spiego cosa facciamo”

Blaine lasciò cadere sul letto il suo libro e seguì il suo compagno di stanza.

“adesso vedrai un gruppo di ragazzi seduti a cerchio su delle sedie. Ognuno di loro racconterà quello che si sente di dire. Io ad esempio, non mi esprimo mai.”

Entrarono nella sala e effettivamente c'erano i ragazzi in cerchio. Blaine si voltò ma Sebastian era già sparito, così andò a sedersi accanto ad una ragazzina. Lei sorrise facendogli un po' di spazio.

“Bene, dal momento che siamo tutti presenti, approfitto per presentarmi di nuovo per i nuovi arrivati: sono Amy Clistwood e sono una psicologa. Il mio lavoro non si limita a studiarvi e darvi dei medicinali per curarvi. Il mio compito è quello di assicurarmi che voi riusciate a superare i vostri traumi definitivamente.

La perdita di una persona che a noi sta al cuore provoca un grande dolore. Per alcuni è più semplice per altri, come voi, no. Questo non fa però di voi persone deboli, perché se siete qui disposti a farvi aiutare vuol dire che siete davvero molto forti! E io sarò qui ad ascoltarvi e a consigliarvi. Voglio che vi sfoghiate senza avere timori perché qui nessuno è venuto per giudicare. Qualcuno vuole iniziare?”

Amy si sedette insieme ai ragazzi, su una poltrona in grado di poter vedere tutti, ascoltava con vero interesse quello che avevano da dire i ragazzi. Anche Blaine ascoltò.

C'è chi aveva perso il fidanzato, un amico, un fratello. Alcuni avevano assistito ad un crimine e non si erano ripresi, altri erano stati minacciati.

Blaine aveva vissuto un po' di tutto quello che a loro era capitato.

“Lui è Blaine Anderson” Spiegò Amy “Blaine è arrivato oggi, lui ha problemi ad esporsi con le persone. Blaine ti diamo il benvenuto e spero tanto che qui tu possa riuscire a superare i tuoi blocchi. Vuoi provare a salutare?”

Blaine aprì la bocca e ispirò ma non riuscì a dire nulla. Fissò Amy che però lo guardava con uno sguardo rassicurato. “non preoccuparti, ci lavoreremo su” sorrise e continuò a parlare al gruppo.

Blaine si sentì piccolo piccolo, non aveva passato nemmeno una giornata in quel posto e già aveva paura di poter deludere tutti.

Quando tornò in camera, Sebastian era già lì. Blaine avrebbe voluto chiedergli come mai lui non aveva parlato con il gruppo, invece era rimasto lontano con un libro sulle gambe.

Dopo essersi lavato e aver mandato un sms a Kurt e Cooper, Blaine si mise nel letto cercando di dormire.

Ci provò e il momento in cui ci riuscì, venne svegliato da alcuni strattoni al suo braccio.

“Blaine, svegliati!”

Blaine aprì gli occhi spalancandoli come piatti. Fissò Sebastian che sembrava preoccupato.

“urlavi, mi hai svegliato. Hai bisogno di un medico?”

Blaine scosse la testa, si alzò e andò in bagno per lavarsi il volto. Sebastian era già nel suo letto al ritorno così lui si sistemò di nuovo sul cuscino sperando di riprendere sonno.

 

 

 

 

 

“Come sta Blaine?”

“Non lo so, oggi finalmente vado a fargli visita” rispose Kurt liberandosi dal braccio di Mercedes per aprire l'armadietto.

“tutti lo dicevano che era un po' strano”

Kurt si voltò verso di lei, con rabbia. “Non è strano 'Cedes. Lui ha avuto qualche problema che adesso sta cercando di risolvere.” sbottò Kurt agitandosi per poi svoltare dall'altra parte del corridoio. Non gli piaceva quei commenti che ogni tanto facevano e che spesso cercavano di tenersi dentro. Non era così che doveva comportarsi il glee club.

Kurt uscì dall'aula del coro dopo aver provato un assolo, salì in macchina e si diresse verso l'edificio.

 

 

 

Kurt arrivò alla clinica nel momento in cui Blaine era con il resto del gruppo. Erano seduti tutti in cerchio, Blaine di spalle in modo da non accorgersi di Kurt, una ragazza in piedi stava raccontando una sua confessione. Kurt riuscì ad intravedere il viso di Blaine: era teso e prestava la massima attenzione alle parole della ragazza. I suoi occhi erano socchiusi e il busto spinto in avanti come se cercasse di non perdersi nemmeno una parola.

“Mi scusi, lei non può stare qui” un’infermiera toccò gentilmente la spalla di Kurt, sorridendo.

“Ha ragione, mi scusi. Quanto tempo ancora ci vorrà?”

“Pochi minuti, può andare nell’altra saletta ad aspettare.”

Kurt annuì ringraziando la donna e lasciando un ultimo sguardo a Blaine.

Attese circa venti minuti, sorseggiando un caffè dalle macchinette, quando Blaine uscì seguito dal medico che gli stava facendo delle raccomandazioni. Blaine alzò lo sguardo e finalmente vide Kurt sorridente che lo guardava dall’altro lato della stanza. Il medico salutò Blaine e si allontanò mentre il moro corse letteralmente nelle braccia aperte di Kurt. Si strinsero forte così tanto da farsi mancare il fiato e i loro sorrisi sul volto non accennavano a diminuire.

Kurt accarezzò il volto stanco ma più sereno, del suo ragazzo mentre Blaine non smetteva di dargli piccoli baci su ogni punto della guancia.

I due si avviarono insieme nella stanza di Blaine, Sebastian non era presente.

“Molto carina, farei qualche piccola modifica con i colori delle pareti e delle tende, ma direi che tutto sommato stai in un bel posto”

Blaine rise di gioia alle parole del suo ragazzo e lo trascinò sul letto continuando a baciarlo

“Ma come siamo impavidi” borbottò Kurt tra le risate cercando di essere serio, ma Blaine sembrava così pieno di vita e forse felice? Mentre teneva Kurt tra le sue braccia.

“mi rovinerai i capelli” si lamentò Kurt per poi lasciarsi andare in un bacio profondo stringendosi al collo di Blaine e sfiorando con le dita notò i leggeri graffi che Blaine continuava a farsi a causa degli incubi.

“oh..qui abbiamo un vietato ai minori?”

Kurt e Blaine si separarono e si voltarono verso la porta.

Sebastian era in piedi con un pacchetto di sigarette tra le mani

“Sebastian Smythe, compagno di stanza del moretto muto. E tu non sei un infermiere perché li ho praticamente memorizzati tutti, quindi presumo che Blaine nonostante non abbia la voce sappia usare bene la bocca per cose più interessanti.”

Kurt alzo un sopracciglio, poi si lisciò la camicia.

“Sono Kurt. Il suo ragazzo”

“non l’avevo capito” ironizzò Smythe saltando sul suo letto e pescando un libro da sotto al suo cuscino.

“voi potete pure continuare, non sono un guardone. Ma se chiedete di unirmi a voi sappiate che io sto sopra”

Kurt e Blaine lo guardarono spiazzati poi però Kurt prese il suo ragazzo per mano “mostrami il giardino, sembra spazioso”

“ci sono anche bei posticini dove nascondersi per un pompino” suggerì Sebastian, ma i due erano già usciti fuori, entrambi con le guance arrossate, perché nessuno dei due aveva sfiorato l’altro oltre i baci e la frase di Sebastian li aveva messi in imbarazzo.

Kurt deglutì non sapendo bene cosa dire, ma poi ci pensò Blaine a rassicurarlo prendendogli la mano e accarezzando il dorso.

“Hai ancora gli incubi?”

Blaine annuì

“e sei riuscito a parlare da quando sei qui?”

Blaine non si mosse, gli dispiaceva dare una delusione a Kurt e alla sua famiglia, ma tutto sembrava così difficile.

“Hey” Kurt aveva notato il suo umore cambiare “non preoccuparti, sei qui da pochissimo, dobbiamo avere tutti un po’ di pazienza”

A quelle parole Blaine scivolò tra le braccia di Kurt affondando la testa nel suo collo profumato di bagnoschiuma e dopobarba e pianse. Un pianto di sfogo che Kurt comprese pienamente. Lo accarezzò finché i singhiozzi non si attutirono e poi Kurt prese il suo volto bagnato di lacrime e lo baciò.

“andrà tutto bene”

Dopo aver assunto i medicinali, Blaine si stese sotto le coperte, Kurt rimase con lui fino a quando gli occhi del moro non si chiusero.

“spero mi faccia dormire stanotte” brontolò Sebastian mentre Kurt era impegnato a recuperare le sue cose

“Blaine ha un problema serio”

“e pensi che io non ce l’abbia?” quasi urlò Sebastian “non sono qui perché mi va.”

Kurt cercò di mettere fine alla discussione sistemandosi la borsa sulla spalla e baciando la fronte di Blaine e poi uscì dalla stanza.

Inutile dire che quella notte, Sebastian rimase sveglio a causa di Blaine.

 

Erano le quattro del mattino e Blaine stava bevendo dell’acqua datagli da Sebastian.

“ti senti meglio?”

Il ragazzo annuì asciugandosi il sudore. Controllò il suo cellulare dove c’era un messaggio di Kurt che gli augurava buonanotte nonostante sapesse che Blaine già dormiva.

“senti” iniziò Sebastian “dobbiamo risolvere il tuo problema. Non possiamo andare avanti così ogni notte a meno che non troviamo qualcosa di più produttivo da fare.” Ammiccò il ragazzo ma Blaine ascoltò la metà delle parole, perché fissando il viso di Sebastian per bene, notò una cicatrice sul sopracciglio destro. Era così evidente, come aveva fatto a non notarla?

Si alzò dal suo letto per sistemarsi su quello del compagno e con un dito gli sfiorò la fronte. A quel gesto, Sebastian sussultò e si ritrasse appena. Ma Blaine non si arrese e lo sfiorò di nuovo e Sebastian lo lasciò fare chiudendo gli occhi.

“Avevo quattordici anni.” Iniziò “mia sorella, Annie, ne aveva diciassette. Era pomeriggio, vivevamo in una villa a Parigi, vicino ad un fiume. Adoravo stare ai bordi di quel fiume nonostante i miei genitori mi dicessero che era pericoloso.

Non ascolto mai nessuno, faccio sempre le cose di testa mia. Così anche quel giorno in cui il fiume era nella piena, decisi comunque di andarci. I miei genitori erano dai miei nonni e mia sorella era venuta a cercarmi. Volevo mostrarle quanto fossi bravo ad arrampicarmi ad un ramo di un albero lì vicino. Lei mi urlò di scendere,continuava a dire che era pericoloso ma io mi sentivo così forte che non badai alle sue parole”

Sebastian sospirò scostandosi da Blaine e poggiando la schiena verso il muro “il ramo si spezzò e caddi in acqua. Mia sorella non ci pensò due volte e si gettò per aiutarmi, ero in panico, le mie mani erano troppo deboli per aggrapparsi a qualcosa. Lei mi afferrò e mi portò ai bordi cercando di farmi salire. Il letto straripò e la vidi allontanarsi urlando dal panico.

Corsi a chiamare i miei genitori che chiamarono i soccorsi, ma trovarono il suo corpo già senza vita dopo che aveva battuto la testa su una roccia. “ Sebastian stava tremando e Blaine se ne accorse così gli strinse forte le mani, smorzando un sorriso.

“Non l’ho mai raccontato agli altri nella saletta. Non voglio sentirmi dire che sono un vigliacco e un prepotente, anche se loro non me lo diranno mai, ma gli occhi giudicano più delle parole.”

Blaine gli lasciò le mani e si poggiò meglio sul letto dell’amico.

“a sedici anni ho tentato il suicidio.”

Blaine sussultò al suono di quelle parole.

“La prima volta ho preso la pistola di mio padre, ero nel suo ufficio. La mia tata mi beccò dopo aver caricato il grilletto. La seconda volta è stata cinque mesi fa. Alcol e medicine, di mia madre, anche lei depressa dopo la morte di mia sorella. Non posso vivere con questo dolore e queste colpe che mi porto da bambino”

Blaine provò ad allungare la mano ma Sebastian si ritirò, poi guardò fisso Blaine negli occhi.

“Abbiamo tutti passato qualcosa di terribile, Blaine. Per questo siamo qui. Cerchiamo tutti di superare le nostre difficoltà, c’è qualcuno messo peggio di te in quel gruppo di decerebrati come noi. Dovremmo sforzarci, almeno per le nostre famiglie…non credi?”

Blaine annuì. Doveva farlo, doveva sforzarsi, poteva riuscirci. Per sua zia, per Cooper….per Kurt.

“Ora lasciami dormire che se non dormo almeno otto ore mi alzo nervoso, dopo me la prenderò con te.”

Con un finto calcio, Sebastian cacciò via Blaine dal suo letto, il ragazzo rise e si sistemò sulle sue coperte, più rilassato.

“B-b-b-uona n-notte, S-Seb-astian”

 

 

 

 

Note: è arrivato il momento di Blaine di dare una svolta??

Volevo dirvi che ho riaperto il mio Ask (sì di solito dimentico di averlo)

quindi se avete domande o curiosità venite pure a scrivermi :)

http://ask.fm/HannaKlaineinlove

   
 
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