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Autore: dragon_queen    01/10/2013    1 recensioni
Dal cap.II:
"Eileen, come se niente fosse successo, si chinò a raccogliere il pacchetto, estraendo il suo dalla tasca e lasciandolo sul divano. Dopodichè fissò intensamente Melany, il cui sguardo pareva adesso dispiaciuto e colpevole, mentre delle involontarie parole le salivano in gola:
-Vorrei che gli gnomi ti portassero via, all'istante-"
Dal cap.III:
" -Sai ragazzina, non pensavo fossi realmente così patetica- disse una voce che la fece sussultare.
Era maschile, ma non apparteneva a Tom, tantomeno a Mel. Era carezzevole, ma allo stesso tempo pungente, rassicurante, ma anche derisoria"
Dal cap.VIII:
"-Maledetto me e il giorno in cui ti vidi. Dannata la mia anima nel momento in cui ti scelsi. Tu mi porterai alla rovina- e detto questo le voltò le spalle e fece per andarsene.
-E' un destino che ti sei scelto da solo, principe- rispose di rimando Eileen, per poi allontanarsi dalla parte opposta"
Dal cap.IX:
"-Io ti vedo, ti sento, sempre ti troverò. Il mio marchio sempre mi dirà dove sei. Nessuno potrà fuggire, perchè io sono il Labirinto-"
***
Bene, una next generation.
Una ragazza più testarda di Sara si scontra con il figlio del Re di Goblin.
Curiosi?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VII

 

-Eileen, tutto bene?-

La voce di Loli la risvegliò da quel torpore. Si voltò a fissare la pixie, un sorriso forzato sul viso. A poco a poco si stava rendendo conto di star perdendo realmente ogni volontà di raggiungere il castello, liberare Melany e tornare a casa. Avrebbe voluto solo rannicchiarsi da qualche parte in un angolo di quel dannato dedalo e rimanere là, a pensare, ad attendere che qualcuno decidesse cosa farne di lei.

-Lady Eileen, ha una faccia stanca. Dovrebbe riposare- interviene allora Ser Cusan, il quale pare afflitto quasi quanto lei.

Probabilmente non si aspettava che il principe di Goblin non lo degnasse neanche di un'occhiata. Da come aveva parlato del suo maestro, pareva un personaggio di rilievo in quel mondo, eppure una sua creatura non era stata minimamente considerata.

-Non preoccupatevi, sto bene. Loli, forse è meglio cercare il secondo indovinello-

La pixie, anche se poco convinta, si avvicinò all'altare di pietra. Girandovi intorno un paio di volte, finalmente riuscì a trovare il simbolo.

-“Secondo”...- sussurrò e piano lo premette.

La stessa scossa della volta precedente li colse e quasi ebbero difficoltà a reggersi in equilibrio sulle gambe. Sulla circonferenza della piazza sopraelevata apparvero le quattro statue: il goblin, lo gnomo, il drago e la fata.

Cusan si guardava attorno senza capire.

-Ti spiegheremo dopo- gli rispose Loli, per poi abbassarsi per individuare l'indovinello.

-Eileen, ascoltami bene:

“Nella notte si muovono come ombre

infimi e furbi si celan tra le fronde.

Facciata di buio in un mondo di luce

Creatura che infanti nelle tane conduce.

Mostrano agli altri aspetto di fiera

scompaiono al tramonto della notte nera”-

-E questo cosa dovrebbe significare?- chiese la marionetta, sempre più confusa.

-Ci occorrono cinque chiavi per accedere al castello al centro del labirinto, le quali le possiamo ottenere solo risolvendo cinque indovinelli-

-E come facciamo a sapere quale è la risposta giusta?-

-A questo pensa lei- rispose Loli con il sorriso, indicando l'amica, in piedi di fronte all'altare e lo sguardo fisso sulle statue.

-Cosa può fare? È un'umana- rispose Cusan.

-Tappati la bocca e osserva-

La ragazza, dal canto suo, si era quasi immediatamente estraniata dalla conversazione dei due, come se una strana forza la costringesse ad alienarsi e concentrarsi unicamente sugli indovinelli.

Così, lentamente, chiuse gli occhi e si trovò immediatamente catapultata nell'ormai familiare universo nero.

All'inizio non accadde niente, cosa che per un attimo la fece preoccupare. Poi però, prima come un alone e poi assumendo contorni più definiti, iniziarono ad apparire le quattro statue. Una leggera melodia che aveva già sentito si avvertì nell'aria, la quale ebbe quasi il potere di rilassarla.

Come era accaduto la volta precedente, gli aloni di luce che ricoprivano le quattro effigi in un attimo si spensero, rimanendo rischiarato solo quella che raffigurava il goblin.

Di colpo Eileen aprì gli occhi e lentamente prese a passeggiare verso la statua designata. La mano alzata dinnanzi a sé stava quasi per sfiorare la pietra, quando delle parole risuonarono vivide nella sua testa:

-Ne sei certa?-

Lei si bloccò, come se fosse divenuta ella stessa di pietra. Avvertiva una presenza dietro di sé, una strana forza che la tratteneva dal muovere un altro passo. Uno spiro di vento, molto più somigliante ad un respiro, le penetrò tra i capelli biondi, facendola rabbrividire. Un tocco leggero le sfiorò la pelle del collo, all'altezza della gola, come se avesse minacciato da un momento all'altro di toglierle il respiro.

La cosa che però spaventò la ragazza fu il fatto che in quella presenza non riusciva a riconoscere Ràl. Era qualcosa di diverso, di antico, di nascosto.

-Chi sei?- chiese, in un sussurro.

-Chiunque tu vuoi che io sia- rispose la voce al suo orecchio.

-Vattene-

-Come desideri...- e detto ciò la presenza sfumò, lasciandola completamente inerte e sconvolta.

Sentiva alle sue spalle Loli e Ser Cusan che le si avvicinavano, chiamandola preoccupati, ma lei non li ascoltava, era come immersa in una bolla.

Di colpo le energie vennero meno, le ginocchia cedettero e lei cadde a terra, stesa, gli occhi verso quel cielo dall'insolito colore rosso, il respiro divenuto flebile e il cuore che batteva come un tamburo. Stranamente, la sua mente confusa richiamò il nome del principe.

 

Il suono di metallo che toccava la pietra risuonò all'interno del palazzo silenzioso. Ràl, chinato su se stesso, una mano sul petto e uno a sostenersi al bracciolo del trono, aveva sul viso un'espressione di assoluta sofferenza.

Con uno scatto fece apparire l'ormai familiare specchio nel quale poteva vederla. Rimase sconvolto di trovarla a terra, inerme, gli occhi semichiusi e il petto che si alzava e abbassava in maniera quasi irreali. I lunghi capelli biondi sparsi attorno alla testa come un'aureola, mentre la sua pelle pareva ancora più pallida. A quella visione, la fitta al petto si fece più lacerante.

-Ma che diamine succede?- chiese, più a se stesso che ad altri.

Al contrario di quanto aveva pensato, però, qualcuno gli rispose:

-Hai fatto un grave errore, figlio mio-

Ràl si voltò sofferente verso un angolo della sala dove, prima neanche notato, stava il re di Goblin, poggiato al muro con le braccia incrociate sul petto, mentre lo fissava con il solito rimprovero.

-Che vuoi dire?-

-Sia tu che l'umana state portando un grande peso sulle spalle. Avete sfidato il labirinto, entrambi, e lui vi sta rendendo le cose molto difficili-

-Vuoi dire che sei tu che me la stai facendo pagare?- rispose tra i denti il giovane.

-Ti sbagli. Da secoli ormai il re e il labirinto stipulano un patto. Il dedalo ha un'anima distinta da quella del suo regnante, è un'entità a sé stante. Tu, con la tua alterigia e la tua noncuranza, non hai reso fede a quel patto e lui si sta semplicemente vendicando, su di te e sulla povera creatura che tu hai condotto qui con l'inganno-

-Io ho giocato secondo le regole, non ho sbagliato niente-

-E invece erri per l'ennesima volta, figliolo e ben presto scoprirai ciò che le profondità del labirinto possono nascondere. Più lei andrà avanti, più tu soffrirai per ogni vittoria, anche se la giovane lo farà con te. Avete svegliato qualcosa che avrebbe dovuto rimanere sopito in eterno-

-Quindi cosa sei venuto a fare? A farmi la predica o ad aiutarmi a risolvere questa situazione?-

-Mi spiace, ma non sono qui per darti la soluzione. Ogni sovrano ha dovuto affrontare la sua prova per essere riconosciuto degno, questa è semplicemente la tua-

-Allora devo impedirle di trovare le altre chiavi, devo costringerla a rimettere a posto anche la prima-

-Non è questa la soluzione. Non sempre la via più facile è anche quella più giusta. Il percorso è iniziato e si concluderà solo quando lei sarà giunta qui- e detto questo il re di Goblin spiccò il volo sottoforma di barbagianni, lasciando il figlio solo e con la mente colma di dubbi.

 

Di colpo Eileen riaprì gli occhi, sentendosi come rinata. Il cuore aveva ricominciato a battere come di normale, mentre il respiro era tornato calmo. Lentamente si alzò a sedere, guardandosi intorno, incontrando gli sguardi sollevati dei suoi due compagni.

Per un attimo le era parso di sentire qualcuno assieme a lei in quella sofferenza, come se non fosse la sola ad aver subito quegli effetti. Forse era stata solo un'allucinazione, come quella della voce che aveva sentito poco prima.

Con fatica si alzò allora in piedi, in silenzio, sorda alle domande preoccupate che Loli le stava rivolgendo. Con passo cadenzato si trovò dinnanzi alla statua e per un attimo ebbe paura di sentire nuovamente quella voce. Poi però si fece coraggio e, allungando la mano, toccò finalmente la pietra, la quale si sgretolò sino a divenire polvere. Con un rumore meccanico il basamento dell'altare si aprì rivelando la seconda chiave, la quale fu subito recuperata dalla pixie. Nello stesso momento sorse dalla valle una lunga scalinata, la quale permise ai tre di continuare nuovamente il loro cammino verso il centro del dedalo.

 

  
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