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Autore: Dragana    02/10/2013    8 recensioni
Di paranoie, drammi e tragedie.
Tutto per colpa della Sindrome.
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Fila,
che convincerò a tatuarsi,
prima che i compleanni siano troppi!
Auguri!

IL NUOVO TATUAGGIO

-Sono in ritardo, sono in ritardo, la regina mi taglierà la testa! Anzi, me la taglierà Fury in persona… cazzo, cazzo, DOV’È IL REGGISENO?
Bruce cercò a tentoni gli occhiali sul comodino. Sempre così. Jade puntava la sveglia in orario perfetto per potersi preparare con tutta la calma del mondo, poi quando suonava la posticipava fino a ridursi a dover fare tutto sul filo dei secondi. Ovviamente ogni minimo imprevisto la mandava nel panico.
-Ce n’è uno rosso qui per terra…
-Oh, quello bordeaux. Non volevo quello, ma andrà bene lo stesso… tu ci vai oggi da Stark, giusto?
-Sì, dopodomani però sono qui. Davvero.
-Bene, così vedi il tatuaggio nuovo.
-Certo, Jade… che cosa? Che tatuaggio?
Lei si infilò le scarpe e acchiappò un foulard da mettere al collo.
-Ho l’appuntamento oggi pomeriggio dal tatuatore, devo avertelo detto, o forse mi ero dimenticata… Comunque non vedo il problema, ti piacciono i miei tatuaggi, no?
-Ehm… sì, certo, è che non so nemmeno cosa ti stai per tatuare e mi sembra strano, tutto qui.
-Bruce, ero davvero convinta di avertelo detto, scusa! È che sono in ritardo a partire da ora, ne parliamo quando torni! Salutami Stark!
Bruce rimase lì a fissare la porta chiusa e a chiedersi quale delle mille cose che a Jade sarebbe piaciuto tatuarsi avesse avuto la precedenza. Sperò ardentemente che il teschio di coyote con le pistole incrociate fosse stato scartato senza esitazione.

-È bello il verde, sai, non me lo chiedono in tanti, sono contento di usarlo.
JD, il tatuatore, tamponò l’eccesso di inchiostro sulla pelle e guardò con occhio critico come stava venendo il lavoro. Aveva un’espressione soddisfatta.
-È uno dei miei colori preferiti. E poi ci stava con il soggetto, no?
-Eccome. Poteva essere solo verde-, approvò JD.
JD era un artista. Era un artista di quelli non troppo noti, che lavorava in una zona di New York piuttosto brutta, chiedeva un prezzo onesto e in cambio eseguiva tatuaggi che lasciavano senza fiato. Amava il suo lavoro, amava chi arrivava da lui con delle buone idee, e aveva una vera e propria idiosincrasia per i tatuaggi scemi che doveva fare perché solo con l’arte non si arriva a fine mese.
In particolare, stava dicendo, quello era il periodo degli ideogrammi cinesi o giapponesi (-Tanto è la stessa cosa, mi dicono. Capito? Per loro Cina e Giappone è la stessa cosa!-) e soprattutto, cosa che sembrava mandarlo ai matti, le iniziali dei nomi in ideogrammi.
-Ma non ha senso-, aveva ribattuto Jade, forte delle sue conoscenze miste apprese a forza di studiare materie inutili per una laurea inutile. –Un ideogramma mica è una lettera, è una sillaba.
Lui aveva smesso un attimo di lavorare e l’aveva fissata. –Vedo che cogli il punto-. Avevano riso.
Jade aveva sempre avuto una fissazione per i tatuatori. Li trovava sexy, e poi le piacevano le persone che facevano lavori delicati con le mani; Bruce non lo sapeva, ma lei rimaneva incantata quando lo trovava in laboratorio, a maneggiare sostanze a gocce con precisa perfezione. Jade aveva anche fatto più di un pensierino su JD; all’inizio si era trattenuta perché era un conoscente del tizio con cui stava, poi si era accontentata di farsi tatuare e basta, perché uno come JD non avrebbe mai guardato una cessa come lei, era evidente. JD non era bello come un modello, affatto. Non era Thor. Era bello come uno che la prima volta lo guardi per le braccia piene di tatuaggi, con quei bicipiti lunghi, nervosi, e poi per come si muove, mai a scatti, sembra lento e tranquillo anche quando è veloce, e poi gli guardi gli occhi, che sono intensi e si vede che sono quelli di un artista, che ti guarda e ti vede tatuata, e dopo un po’non puoi più smettere di guardarlo e devi convenirne, JD è bellissimo.
Non ci aveva nemmeno mai provato, se l’era messa via, nel mezzo c’erano state un paio di teste di cazzo, e ora Bruce. Che anche lui era bellissimo non subito, dopo un po’, ma definitivamente.
-Ma senti, JD, non conosci nessuno che sappia il giapponese?
Lui non aveva nemmeno alzato gli occhi. –Sì che ne conosco, perché?
-Potresti farti scrivere frasi tipo “rosticceria Shogun aperto tutto l’anno” o “mi inculo le pecore” e dire che significano “forza e coraggio” o cose così.
JD incurvò le labbra in un sorriso (“Madonna che figo. Non ci pensare, Jade, sei impegnata”). –Chi ti dice che non l’abbia già fatto?
Jade scoppiò a ridere. –Che merda! Sei una merda! A chi?
-Non ho mica detto che l’ho fatto sul serio. Potrei, come no. E non ridere, cerca di stare ferma, sto tatuando!
-Scusa.
-Sei un buon soggetto, Jade, sai? Non hai idee banali, e non mi rompi le palle perché senti male. Una cliente perfetta.
-Dovrei dirlo a mia mamma: non sono una disgrazia, sono la cliente perfetta di un tatuatore. Poi, il dolore fa parte del ciclo della vita: niente viene al mondo senza dolore, no?
-Ecco, questo me lo faccio scrivere in ideogrammi cinesi, e lo attribuisco a Confucio.
-Ha ha. Comunque non fa molto male.
-Ci sono ragazze che quando le tatuo lì piangono, credimi.
-Stupide fighette.
-E il tuo nuovo ragazzo? È tatuato?
Tipico di JD. Non “chi è”, “cosa fa”, “sei contenta con lui”. No. Vuole sapere se la gente è tatuata.
-Si chiama Bruce, fa il ricercatore e non ho ancora capito cos’abbia trovato in me. Non è il tipo da tatuaggi, ma ha apprezzato il tuo lavoro in più di un occasione, soprattutto quello sopra il sedere, non so se mi spiego.
-Erzulie sa fare bene il suo mestiere, quindi. Sono stato molto attento quando ho eseguito il suo vevé, non si sa mai che possa offendersi.
-Lo ha fatto fin troppo bene, credimi!
Le venne da sorridere. Mandarle un uomo perfetto e normale non è da divinità voodoo, troppo noioso per gente che si fa venerare ballando. Le venne in mente che Hulk era un po’come un loa: se Bruce lascia aperti i canali, se non sta attento a mantenere il controllo, lui lo possiede e fa quello che gli pare. Chissà come si dice “Hulk spacca” in creolo.
-Questo gli piacerà?
-JD, non può non piacergli. Va bene, è un’altra cosa rispetto agli altri due, magari all’inizio resterà un attimino spiazzato, ma gli piacerà moltissimo. In caso contrario dovrò rendergli noto che non capisce un cazzo!
Lui sorrise. Fece, le disse, gli ultimi ritocchi. Si vedeva che era soddisfatto.
-E a te piace?
Jade si fissò allo specchio, pensando a cosa avrebbero detto sua madre, Peggy, Greg e Wilma e soprattutto Bruce. Qualsiasi cosa dicessero, ne valeva solo una: -È proprio il mio, JD.
Quasi dispiaciuta di doverlo coprire, Jade pagò (Darla, quella che prendeva i soldi, come al solito la fissò a malapena. Stupida troia.) e uscì. Uscendo incrociò tre ragazzi enormi e bellissimi, uno con gli occhi azzurri, uno con i capelli rossi e uno pieno di piercing e con un tatuaggio sotto l’occhio che gridava “se non ti serve un lavoro normale per sopravvivere sono una figata atomica”.
Jade adorava gli studi di tatuaggi.

Bruce era leggermente inquietato. “È solo un tatuaggio”, continuava a ripetersi. “E lei è Jade. Se anche si fosse fatta il teschio di coyote, è comunque Jade”.
Il fatto era che due sere prima, quando l’aveva contattata in webcam, lei si era rifiutata categoricamente di fargli vedere alcunché. –Un nuovo tatuaggio si guarda dal vivo, Bruce, mica via webcam. Diciamo che, se ti lascio la curiosità, magari torni davvero dopodomani invece di fermarti per fare le robe slash con Tony Stark.
Non aveva indagato su cosa fossero “le robe slash”; intuiva solo che c’entrassero poco con il chitarrista dei Guns N’Roses.
Quando Jade gli aprì la porta, aveva addosso la maglietta di Harley e un paio di calzoncini blu: braccia vuote, gambe vuote. Ok. Restava tutto il busto.
-E quindi questo nuovo tatuaggio? Adesso posso saperlo, cos’è?
-Troppo facile. Devi indovinarlo, usa il tuo cervello ipertrofico: cosa potrei essermi tatuata?
-Ehm…
Non era mica facile. Jade aveva sempre mille idee per i tatuaggi, che andavano da frasi di poesie che le piacevano a calavera messicane, pavoni e sirene, velieri e rose e geishe art déco e un sacco di altre cose.
-Ti do un indizio: è verde.
-È verde.
-Sì. Molto verde.
-Non ti sarai mica tatuata… ehm…
-Esatto! Mi sono tatuata Hulk, che è simbolo di possenza, e la scritta “bentornato!”
Bruce era costernato. Genuinamente. La fissava a bocca aperta. –Bentornato? Possenza? In che senso bentornato?
Jade aveva uno sguardo malizioso e un sorriso che le andava da un orecchio all’altro.
-In che senso lo scoprirai appena vedrai dove me lo sono tatuato…
Infilò i pollici nell’elastico dei calzoncini. Li tirò giù lentamente, fissandolo negli occhi.
Sempre più giù. Quando arrivò alle mutandine e cominciò a tirare giù anche quelle, Bruce si sentì in dovere di dire qualcosa.
-Jade, ti sei tatuata Hulk e la scritta “bentornato” sulla…
-Sulla patata, certo. Non è un’idea bellissima? Ti piace? Pensa come ti sentirai potente quando faremo roba!
-Io… io non so cosa…
Jade non ce la fece più. Scoppiò in una risata improvvisa, di quelle incontrollate, da farsi venire i lacrimoni.
-Ma ci stai credendo? Sul serio? Ma ti pare che faccia una cosa del genere? Che faccia hai fatto! Dovevo filmarti, perché non ti ho filmato!
Bruce si sentì travolto da un’ondata di sollievo. Scoppiò a ridere anche lui, una risata enorme, liberatoria.
-Jade, sei una… una… Se era un modo arguto per farmi apprezzare il teschio di coyote con le pistole, sappi che adesso lo apprezzerò tantissimo!
Lei lasciò che finisse di ridere. Poi lasciò scivolare lentamente la maglietta di Harley sulla spalla, e si girò.
Era un drago, sulla scapola destra. Un drago cinese, leggerissimo ed elegante, dalle spire sinuose. Anche alla luce artificiale della camera i colori del tatuaggio erano splendidi, vivi, quasi traslucidi. Chi l’aveva eseguito era un vero artista.
-Anche la giada è verde, sai, mica solo Hulk.
Glielo disse piano, quasi trattenendo il respiro.
Jade aveva un drago di giada sulla scapola. Un drago di giada viva, pensò Bruce quando vide il tatuaggio seguire con armonia il movimento dei muscoli di Jade che si era stretta nelle spalle, parlando.
Si sentiva quasi ipnotizzato. Gli sembrò che anche l’Altro si fosse incantato a guardare quel drago. Magari ci vuole una bestia per domare una bestia, pensò, e Jade adesso aveva un drago e, vista la maglietta di Harley scivolare alle sue caviglie, non aveva paura di usarlo.
Jade aveva un drago. Un drago verde.








Note: Storia scritta per il compleanno di Fila, che spero apprezzi tutta questa gente tatuata che le ho confezionato! Auguri cara, e ricordati che la “V” mi sembra sempre un’opzione molto valida! JD è un personaggio che compare spesso nel verse allargato creato con le mie amykette. Potete conoscerlo qui, e innamorarvi di lui anche voi.
Ebbene, JD l’ha già fatta sul serio, quella cosa dei tatuaggi giapponesi. L’ha già fatta qui.
Erzulie è una divinità voodoo (i loa sono le divinità voodoo), per la precisione la divinità dell’amore, della passione e della vanità. I simboli delle divinità voodoo si chiamano vevé. Perché Jade abbia il vevé di Erzulie tatuato sopra al culo… beh insomma, non è bellissimo? Lo so io il perché, ecco! XD
Chi riconosce i tre tizi che incrocia Jade uscendo dallo studio avrà in regalo un quore ENORME e SPROPOSITATO.
Jade ha scoperto qui l’esistenza delle fanfiction slash tra Bruce e Tony.
Come sempre ringrazio le mie sexy beta, una tatuata e l’altra no, OttoNoveTre e Vannagio.
E ringrazio tantissimo chi di voi è qui, ha letto, e magari ha sbavato un pochino sui bicipiti di JD; grazie per ogni vostra goccia di bava, e grazie anche ha chi si è limitato ad apprezzare senza perdere la dignità!

   
 
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