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Autore: Dragana    09/12/2012    7 recensioni
Di paranoie, drammi e tragedie.
Tutto per colpa della Sindrome.
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Vannagio, che diventa un anno più vecchia
ma non deve preoccuparsi,
perchè più passa il tempo e più SPAKKA!




PSICOLOGIA DI COPPIA

(Manuale pratico del dr. Loverboy)




-Allora, è vero che se ti trasformavi in Hulk quando c’era Betty, a lei non facevi nulla?
Bruce sospirò leggermente e si sistemò gli occhiali sul naso.
-Jade, non mi piace parlarne, né dell’Altro né di Betty…
-Ah, non ti piace? Beh, senti, neanche a me piace parlare del mio ultimo ex fidanzato…
-Quale ultimo ex fidanzato?
Jade fece un sorriso che era a metà tra un ghigno e un’espressione di trionfo. –Quello che mi ha lasciato, anzi no, non si è nemmeno disturbato a lasciarmi, l’ho scoperto che mi faceva le corna con una mia amica, quindi l’ho lasciato io e loro due si sono fidanzati, felici e contenti. E sai com’era lei? Era una fottuta bionda svenevole bisognosa di protezione a cui andava sempre bene tutto, preparava torte fatte in casa, e assomigliava a Putin!
Bruce cercò di trattenersi, ma durò due secondi. Scoppiò a ridere.
-A Putin?
-Giuro. Dovevi vederla di profilo. Comunque, come vedi, ti ho appena parlato del mio ultimo ex fidanzato, anche se non mi piace farlo. Quindi, dicevamo, com’è che Hulk non spaccava Betty?
Bruce si portò le mani alle tempie. –Vorrei tanto sapere chi te l’ha detto, Jade.
-Siamo in una base segreta di portinaie. Cosa importa chi me l’ha detto?
-Così, solo per sapere a chi dovrà correre dietro Hulk la prossima volta…
-Allora non ti disturbare: me l’ha detto Bree a cui l’ha detto Barton che l’ha saputo dalla Romanoff, e so che Hulk le è già corso dietro, quindi siete pari.
Bruce sgranò gli occhi. –Bree a cui l’ha detto Barton…
-Che l’ha saputo dalla Romanoff, che sa anche quante volte vai al cesso, suppongo. Allora?
-Allora, niente. Non capisco le cose che fa l’Altro. Non lo so perché si fermava. Perché l’amavamo entrambi, suppongo.
-Che romantico. E a me, mi amate entrambi?
-Io di sicuro. L’Altro credo che ti tema, invece!
-Ha ha ha, che divertente. Lo vorrei tanto sapere, se Hulk mi attaccherebbe o no.
Lui si fece serio. –Non dirlo neppure, Jade.
Lei annuì, ma fu quello il momento in cui decise, in modo irrevocabile e definitivo, che nei giorni successivi lo scopo della sua vita sarebbe stato uno solo: scoprire se Hulk l’avrebbe attaccata.


-Jade, cosa stai facendo?
Bruce era uscito dalla doccia, avvolto solo da un asciugamano rosa (in origine era bianco, ma lui l’aveva tenuto per ricordo da quella volta che Jade aveva tinto per sbaglio un carico di asciugamani con una maglietta rossa). Lei lo guardò con un sorriso innocente e la sua migliore faccia da culo.
-Oh, niente. Ti stavo controllando il cellulare, ma non ci capisco nulla!
Lui rimase perplesso per un attimo, poi le si avvicinò.
-Per forza, non è un modello in commercio… me l’ha fatto Tony, diceva che il mio era già obsoleto ai tempi di Capitan America… guarda, basta toccare qui e qui…
-Oh, bene. Così?
Jade premette sullo schermo come se volesse trapassarlo.
-Ehm… magari con un po’ più di delicatezza…
-Ok. E dove sono i messaggi e le chiamate?
-Qui, guarda…
Le toccò una mano, e Jade si sentì una merda. Lui le prese il dito e le mostrò dove toccare lo schermo. Quando si era illuminato, Jade aveva visto una foto di lei mentre dormiva.
-Se vai più giù ci sono anche i giochi… io vado matto per il Tetris, Tony non lo voleva mettere, ma ho insistito!
-A proposito di Tony: hai ancora i numeri di tutte quelle modelle?
-Ah… non saprei proprio, Jade, forse qualcuno che ho dimenticato di cancellare…
Qualche goccia d’acqua sgocciolò dai capelli di Bruce sulle sue spalle. Lui gliele asciugò con le mani.
Dal momento che sembrava tutto fuorché arrabbiato e che le sue dita sul collo erano così invitanti, Jade lasciò perdere quello stupido telefono e si inarcò contro di lui.


Bruce alzò gli occhi per la terza volta dalla frase che stava leggendo. Jade gli si era seduta in braccio e aveva cominciato a leggere a voce alta il suo articolo (“Curva di accrescimento dei raggi gamma in densità neutronica”), sbagliando la metà delle pronunce dei nomi scientifici. –Sei davvero intelligente, Bruce, te l’ho mai detto? Io non capisco una parola, qui!
-Per forza, Jade, questa è roba da…
-Oh, certo, è roba da cervelloni, non certo da lavandaie laureate in Social Studies!
-Ma che discorsi… sono certo che non so nemmeno un quarto delle cose che sai tu, abbiamo solo, ehm, specializzazioni diverse…
-Sì. Con la differenza che la tua ti porta a essere uno scienziato e un supereroe, la mia a essere una lavandaia cessa!
Bruce sospirò. –Uno scienziato e un supereroe? Guarda, se l’avessi saputo avrei preso Social Studies anche io e avrei fatto il lavandaio cesso… e comunque non sei cessa. Per niente.
Jade borbottò un “certo, come no”. Poi si assicurò che lui fosse ben concentrato sui suoi appunti e si diresse verso la lavagnetta.
Bruce ci mise un bel po’ a rendersi conto di quello che lei stava facendo; e quando se ne accorse, invece delle formule chimiche e degli schemi molecolari, sulla suddetta lavagna figurava un bellissimo paesaggio con una casetta, il sole, gli alberi e molti gattini.
-Ma cosa… Jade! Ma si può sapere perché l’hai fatto?
Lei lo guardò con espressione serafica.
-Non so… guardavo la lavagnetta e all’improvviso bam!, tra tutte quelle H e quelle I e quelle altre formule strane ho visto un’immagine. Suppongo la si possa chiamare ispirazione artistica!
Bruce sospirò e si tolse gli occhiali.
-Suppongo la si possa chiamare “Bruce mi trascura”… basta, per oggi pomeriggio ho fatto anche troppo. In quella adorabile casetta c’è anche una stanza da letto, per caso?
Il sorriso malizioso di Bruce rendeva chiarissimo che no, decisamente Jade non era riuscita a farlo arrabbiare.


-Comunque se c’è una cosa che mi offende profondamente, come gay ma anche come essere umano, sono le persone che non fanno i pompini. Li riconosco dalla faccia, proprio!
Jade scaricò una lavatrice.
-Perché, che faccia hanno?
-È lo sguardo, da bellissima delle favole che aspetta il principe azzurro. E tutti quelli così nel letto son più pudici di un frate, maschi e femmine. Dai retta alla zia Bree, il principe azzurro lo si cerca, lo si scopa, e lo si conquista!
Jade ridacchiò. Poi sembrò pensare a qualcosa di serio; fissò Bree e gli chiese –ma pompini a parte, cos’è che ti farebbe incazzare da morire, se fossi in coppia?
-Beh…- Bree ci pensò un attimo. –Per esempio che il mio lui mi facesse le corna con un bel fustacchione e non mi chiamasse a partecipare. Sarebbe inaudito, maleducato e orribile.
-E a parte questo? Cose più normali?
-Normale… cosa vuol dire al giorno d’oggi “normale”? Definiscimi il concetto di normalità.
-Tra un po’ti definisco un calcio nei denti, va bene lo stesso?
-Sei peggio di una lesbica. Dunque, cose che mi fanno arrabbiare… oh, sai quelli tutti “decidi tu, facciamo quello che vuoi tu”, e allora tu proponi, e a loro non va mai bene niente? Quello. Oh, e poi quelli che si fanno tutte quelle smancerie in pubblico, a meno che ovviamente non siano a un gay pride, che allora fanno bene. E odio, detesto, aborro, quelli che mescolano due fantasie diverse con la scusa che sono stravaganti e radical chic!
Jade sollevò un sopracciglio. –E perché mai questo dovrebbe farti arrabbiare?
-Perché offende il mio lato estetico ed è una provocazione. E come dice il dr. Loverboy, tentare di provocare l'altro è un gioco perverso da interrompere.
-Chi?
-Il dr.Loverboy, detto anche Splendore, noto terapista di coppia e soprattutto mio mai troppo rimpianto ex. Lui sì che faceva dei pom…
-Grazie, Bree. Adesso vai fuori dalle palle, che io qui sto cercando di lavorare.


-Allora, Jade, domani è il tuo giorno libero… cosa vuoi fare? Sono aperto a ogni possibilità!
Lei si imbronciò. –Non lo so, Bruce, proponi qualcosa tu, una volta tanto… fai sempre decidere a me!
-Faccio decidere a te perché a me va bene tutto…
-Anche a me va bene tutto. Sul serio, dimmi tu quello che vuoi fare!
Lui rimase pensieroso per un attimo. –Che ne dici di un bel giro al parco, in tranquillità, poi andiamo a mangiare shawarma in quel posto che fa orario continuato?
Lei fece una faccia poco convinta. –Al parco? Ma è freddo… e poi lo shawarma è pesante…
-In effetti… se non ti va, niente. E se invece mangiamo la pizza e poi andiamo al cinema?
-A vedere cosa? Non c’è niente, solo quelle stupide commedie o quei film strappamaroni che poi lo sai che mi addormento…
-Allora… un giro al museo di storia naturale? Ti ricordi di quando mi hai detto che saresti voluta tornarci, perché…
-Ma no, non domani, che palle! Ci saranno tutti i mocciosetti in gita scolastica, poi lo sai che mi innervosisco!
Lui si incupì. Jade si sentì a un passo dalla vittoria. Bruce non parlò per qualche secondo, poi però sorrise con una faccia da “Bingo!”.
-Ci sono! Andiamo a giocare a paintball, e poi a mangiare alla steakhouse texana dove fanno le grigliate! Eh?
Jade ci provò a dire di no, a sbuffare, a fare finta che non le andasse bene. Ma era il paintball. Poteva sparare come se non ci fosse un domani, sfogarsi come non si sfogava da tempo e, se si metteva male, c’era sempre l’attacco suicida a qualsiasi cosa si muovesse urlando frasi tamarre prese da film famosi. E poi la grigliata. Texana. Con la birra. E a quel punto la conclusione della serata sarebbe stata così ovvia e assieme irresistibile che si sentiva già eccitata al pensiero.
Fece un sorriso enorme.
-Affare fatto… non vedo l’ora di far diventare Hulk verde d’invidia!


-Posso farle una domanda, agente Romanoff?
L’espressione tra lo stupito e il perplesso con cui la guardò Natasha Romanoff Ce L’Ho Solo Io E Una In Uganda Che Sta Morendo, stile “perché, parli anche?”, fece venire voglia a Jade di mandarla direttamente a Wakanda per direttissima. Resistette.
-Quella volta, sa, di Loki, quando Bruce si è trasformato in Hulk e le è corso dietro… ecco, lei esattamente cosa aveva fatto per farlo arrabbiare?
Natasha Romanoff la fissò con sguardo penetrante.
-Perché lo vuole sapere?
Ok, Jade era preparatissima. Non aveva nemmeno per un secondo pensato di improvvisare davanti alla super spia russa Mata Hari Mi Fa Una Sega. Sostenne il suo sguardo.
-Perché condivido quasi tutto il mio tempo libero con Bruce Banner. Ci vado a letto, come lei sa benissimo. Quindi sa com’è, sono cose che vorrei sapere… anche per la mia stessa sicurezza.
Funzionò. Tiè, Mata Hari, ti ho raggirato! Natasha annuì, ma si strinse nelle spalle.
-Capisco, ma non posso aiutarla. Quella volta ha inseguito me perché ero con lui, ma a farlo arrabbiare è stato l’attacco portato dagli uomini sotto il controllo di Loki. Fortunatamente per lei, sono circostanze difficilmente ripetibili.
-Eh, sì, un bel culo, eh?
-Oh, non sa quanto, Jade. Mi creda, non è una scena che si ha voglia di vedere una seconda volta.
Jade rimase pensierosa. Per un attimo si chiese se non fosse un pochino troppo rischioso cercare di fare arrabbiare Bruce.
-Mi spiace averla spaventata, ma d’altra parte me l’ha chiesto lei. Sono stata onesta.
Jade le fece un sorriso radioso. –Spaventata? Agente Romanoff, per spaventare me ci vuole ben altro… questa macchia, per esempio. Si può sapere che roba è?
Anche Natasha le fece un sorriso esagerato. –Mi creda, quello non vuole saperlo. Un consiglio: si metta i guanti.


A Bruce dava fastidio ammetterlo persino con se stesso, ma si stava vergognando come un ladro.
Jade di solito non faceva così, anzi, era lui che doveva insistere perché stessero un po’da soli; invece, appena avevano messo piede nel diner Apollo lei, al posto di sedersi a tavola con gli altri, gli si era avvinghiata al braccio e aveva miagolato -no, dai, stiamo da soli noi due.
Dopodiché, invece di sedersi di fronte a lui, gli si era seduta accanto e aveva continuato a tenerlo abbracciato e a dargli dei bacetti, prestando a malapena attenzione a Jo che, con sguardo perplesso, era venuta a prendere le ordinazioni.
Ma il colmo era stato raggiunto quando erano arrivate la bistecche; Bruce si stava giusto chiedendo come avrebbe fatto a mangiarla dato che Jade continuava a tenerlo per mano, invece lei lo aveva guardato e gli aveva detto (testuale): -Amore, ti taglio la ciccina?
Per fortuna però ( e a Bruce spiaceva pensare quel “per fortuna”, ma allo stesso tempo non riusciva a impedirsi di farlo), lei era dovuta andare al lavoro e quindi l’aveva salutato con molti bacini e lagne su fatto che sarebbero stati tanto tanto lontani, per poi chiedergli cinque-sei volte “ma mi penserai? Ma mi vuoi bene? E quanto bene?”. Appena Bruce si sentì sicuro che Jade fosse ragionevolmente lontana, era andato a sedersi con gli altri e aveva chiesto a Jo un caffè.
-Oggi quella ragazza era strana-, aveva detto Clint. E lo aveva detto in un modo che sottintendeva qualcosa tipo “sicuri che non sia posseduta da Loki”?
-Sarà solo stanca. O nervosa-, minimizzò Bruce. Loki aveva tanti difetti, ma di certo non le avrebbe fatto dire “ti taglio la ciccina”.
-Magari ha paura di te? Ieri mi ha chiesto cosa avessi fatto per farti arrabbiare.
Bruce guardò Natasha un po’ perplesso. –Ma tu non hai mai fatto nulla per farmi arrabbiare!
-È quello che le ho detto.
Jo versò il caffè. –Più che avere paura, mi sembra che sia lei che sta cercando di farlo arrabbiare! Insomma, si innervosirebbe anche Steve… almeno credo. Tu Clint ti innervosiresti, no?
Clint annuì. –Penso che partirebbero frecce in mezzo agli occhi-, aggiunse Natasha come per sottolineare il concetto.
-Sì, non ha molto senso che stia cercando di farlo arrabbiare, però. Insomma, sarebbe una pazza.
Bruce strinse la sua tazza di caffè. –No, direi che proprio non ce l’ha, un senso. E sarebbe pazza, decisamente.- Assunse un’espressione concentrata. Poi si alzò di colpo, senza bere il caffè.
-Devo andare… grazie Jo, ragazzi, alla prossima!
I tre lo guardarono, perplessi.


-Ehm… ciao, Jade. Ti disturbo?
Lei sorrise. Ogni giorno Bruce passava a trovarla in lavanderia, ogni giorno le portava il suo hot dog con la mostarda, e ogni giorno le chiedeva se la disturbava.
-Mi disturbi tantissimo. Passi a portarmi del cibo e un po’di compagnia, che qui ormai parlo solo con le lavatrici, e mi chiedi se mi disturbi… a proposito, dici che tu e Tony potreste mettere un'intelligenza artificiale a una lavatrice? Che ti prende?
Bruce aveva un’espressione seria. Le allungò il panino scrutandola intensamente attraverso le lenti degli occhiali.
-Devo farti una domanda: stai cercando intenzionalmente di farmi arrabbiare?
Ora, Jade era sempre stata della scuola “negare sempre, negare comunque e negare soprattutto l’evidenza”. Era un metodo che aveva assicurato ottimi risultati, in passato. Quindi si preparò alla sua espressione più innocente e a dire qualcosa tipo “chi, io? Ma scherziamo?”, solo che si scontrò con gli occhi di Bruce e non riuscì in nessun modo a mentirgli, ma nemmeno a dire la verità. Rimase lì, a bocca aperta, con il suo panino in mano, come una cretina.
-Tu… Io non ci volevo credere, tu stavi seriamente tentando di… ma perché, Jade?
Lei provò a rispondere, ma non ci riuscì. Dal nervoso strinse troppo il panino, la mostarda cadde a terra.
-È per via di Betty. Di quello che mi hai chiesto su Betty? Dimmi che non è per quello, Jade. Mentimi.
Jade ci provò seriamente, ma le sue corde vocali si annodarono in gola. C’era una sola frase che le risuonava in testa, e questa frase era “sei una tragedia, Jade”, con la voce di sua madre.
-Ti rendi conto di quello che hai rischiato? Sei pazza? No, ma a te non frega un cazzo, vero, non ci pensi… ti sei fermata un secondo a chiederti come mi sarei sentito io, se ti avessi fatto del male? Non capisco dove finisca la tua insicurezza e dove cominci l’egoismo e… Mi volevi fare arrabbiare? Ci stai riuscendo adesso!
-Bruce…
-Senti, Jade, stammi lontana per un po’. Ti cerco io. Buon lavoro.
E detto questo, si girò e se ne andò di corsa, sbattendo la porta. Jade si trovò a singhiozzare su una divisa sporca, senza aver neppure mangiato il suo panino.


-Signor Stark-, ringhiò Jade, -Non mi spiego come mai un genio miliardario eccetera non riesca a mettersi in testa che il maledetto giorno del bucato è il…
-Mercoledì, certo, lo so benissimo. Tuttavia, oggi sono qui per elargire un po’della mia saggezza e solo secondariamente per lasciare le mie magliette sporche.
-Non credo di essere dell’umore…
-Jade, lei non è mai dell’umore, quindi non vedo cosa cambi. Dicevo… sa, a volte mi succede, quando sono in giro con Pepper, che ci siano donne bellissime che vengono a importunarmi. Immagino che non accettino il fatto che una donna sola possa bearsi della mia compagnia… riesce, con uno sforzo, a immaginare la situazione?
-Appoggi pure la cesta, signor Stark. E se ne vada, sto lavorando.
-Bene, ora: è forse colpa mia, se sono irresistibile? Sono stato forse io a chiedere di essere nato così? Con uno spiccato senso dell’umorismo, un fascino irresistibile e un’intelligenza brillante? Certamente no. E Pepper lo sa benissimo, quindi non mi fa certo una colpa se ammalio le donne.
-Io so che lei vuole arrivare da qualche parte, ma che mi prenda un colpo se ho capito dove vuole andare a parare…
-Ma, e mi ascolti bene, se fossi io ad andare da tutte queste donne, allora Pepper avrebbe ragione ad arrabbiarsi con me, non trova?
-Io mi arrabbierei per molto meno. Trovo che Pepper abbia diritto alla santità. E continuo a non capire.
-Quello che le sto dicendo, Jade, è che l’adorabile Betty Ross non faceva mai arrabbiare Bruce. Il dottore diventava Hulk per altri motivi, mai per lei. Perché, mia cara, se l’avesse fatto trasformare lei, trovo che Hulk sarebbe stato giustificato nel schiccherarle via la testa… capito, adesso, sì?
-Signor Tony Stark, grazie mille per il preziosissimo consiglio. Adesso potrebbe gentilmente levarsi dai coglioni, sì?
-Secondo me, avete bisogno di rilassarvi entrambi. Siete una coppia troppo nervosa, mia cara Jade!
Tony chiuse la porta della lavanderia appena un attimo prima che delle mutande sporche arrotolate lo colpissero in pieno.


Bruce si sentiva meglio. Anche se la rabbia era scemata, per sicurezza si era fatto una bella sessione di yoga e poi era andato con Steve a prendere a pugni un sacco da boxe, e adesso le nocche gli facevano malissimo perché insomma, non c’era abituato. Pensava anche di averci lasciato un polmone, sul pavimento della palestra. Di sicuro era troppo stanco per arrabbiarsi e Jade gli mancava, però ritenne che per la sua sicurezza fosse meglio non rischiare e dormirci su un’altra notte. Domani ne avrebbero parlato con calma. Le avrebbe fatto capire, con il ragionamento e la pazienza, quanto fosse stupido quello che aveva fatto. Domani…
Bruce aprì la porta della sua stanza e ammutolì.
Jade era dietro la sua scrivania, aveva addosso la maglietta di Harley e smise di rosicchiarsi le unghie appena lo vide entrare. Aveva messo un cd di musica finto-indiana rilassante e aveva apparecchiato il suo piano di lavoro con incensi, stoffa colorata e tazze. Sul suo fornelletto, al posto del becher, c’era una teiera.
Bruce scoppiò a ridere fino a farsi lacrimare gli occhi.
-Se questo è l’ennesimo tentativo di farmi arrabbiare, Jade, ti avviso che…
-Veramente doveva essere una cosa carina, ma tu no, tu ridi. Ha ha ha. Ridi adesso, perché è la prima e ultima volta che lo faccio.
-Che fai cosa? Trasformarmi la stanza in una casa dell’oppio di Nan-Tun?
Jade si incupì. –Non è oppio. È sandalo… o patchouli, non lo so, una cosa così. La commessa del negozio di esoterica mi ha detto che sono rilassanti. E poi ho comprato della camomilla, e della melissa, e… insomma, siamo una coppia che ha molto bisogno di rilassarsi. Io più di te.
Come se avesse detto anche troppo, si girò verso il bollitore e versò l’acqua nelle tazze. Nonostante la maglia con Harley Quinn e i movimenti non troppo aggraziati, a Bruce sembrò una geisha. Si sedette alla scrivania.
-Sono contento che tu abbia capito, Jade. Perché tu hai capito, vero?
Lei si strinse nelle spalle. Intinse due o tre volte la bustina di camomilla nella tazza.
-Ho capito che sbagliavo metodo, non ha senso farti arrabbiare. Betty mica ti faceva arrabbiare, eri già arrabbiato per conto tuo.
-Jade…
-E poi lo psicoterapeuta di coppia dr.Loverboy dice che tentare di provocare l'altro è un gioco perverso da interrompere.
-Chi?
-Il dr. Loverboy. È un ex di Bree. Insomma, vuoi la camomilla, la melissa o il finocchio? Però il finocchio non è rilassante, l’ho preso per me, per la cellulite…
-Jade, ho bisogno di sapere che non lo farai più. Promettimelo.
-Che non ti farò più arrabbiare? Posso prometterlo, ma lo sai, io ho un caratteraccio…
-Che non lo farai più intenzionalmente.
-Prometto. Sono una scema, e poi non sai quanto mi sono vergognata quella volta nel diner. Mi sarei picchiata da sola.
-Ehm… lì più che arrabbiato ero shockato, a dire il vero…
-E poi mi sei mancato. Lo so che sembro scema, perché non è che siano passati sei mesi, insomma, però…
-Anche tu mi sei mancata.
Lei fissò la sua tazza. –Questa cazzo di tisana scotta.
Lui si alzò e la raggiunse dietro la scrivania, posandole una mano sulla nuca. -È vero, scotta. Inganniamo il tempo intanto che si raffredda?
Jade sorrise, e intrecciò le sue dita a quelle di lui.
-Inganniamolo, quel maledetto.










Note: Come fare a, non dico sconfiggere, ma almeno tramortire temporaneamente il famigerato Blocco? Facile: basta che una delle vostre amykette più amykettose compia gli anni!
Non so cosa sia uscito, ma è stato divertente avere la storia fatta e lamentarmi in chat che non riuscivo proprio a scrivere… Giò, non ci riesco davvero, mi sono sforzata tantissimo solo per te! <3
Detto questo: Jade ha molto in comune con me ma appartiene a vannagio, anche se si fa rubare volentieri. Le sue avventure sono qui.
Che Hulk non attaccasse Betty, la (nel nostro canon ex!) fidanzata del dottor Banner, è canon. Se qualcuno si fosse chiesto “ma quindi, alla fine, Hulk attaccherebbe Jade o no?”, la risposta è in questa storia. Enjoy.
Wakanda pare sia, nel canon della Marvel, la Mistica Montagna in cui è andato Capitan America a farsi riallineare le molecole di vibranio di cui è composto il suo scudo. State ridendo tantissimo anche voi, vero?
Il diner Apollo e Jo compaiono in questa serie.
Alcune frasi di questa fanfiction sono state realmente pronunciate da gente viva. Ringrazio tale gente viva per essere così splendidamente riciclabile. E giusto per inorridirvi abbastanza, “ti taglio la ciccina?” è una di queste.
Detto ciò, grazie mille alla mia beta OttoNoveTre, che sopportarmi durante la stesura di questa cosa non dev’essere stato semplice. E grazie a chiunque passerà, leggerà, riderà da qui.
Jade spakka!
   
 
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