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Autore: emanuela89    02/10/2013    1 recensioni
Il vampiro che credeva di non meritare l'amore.
La ragazza che si era rassegnata a stare da sola.
Il destino li ha fatti scontrare.
L'amore li ha legati insieme per sempre.
La storia è ambientata dopo che Elena ha scelto Stefan e Damon ha deciso di andarsene. Dopo 20 anni il suo mondo viene travolto e forse anche lui avrà un lieto fine.
Ho iniziato a scrivere questa storia poiché spronata da una ragazza meravigliosa, di Facebook, qui si chiama sweet fairy (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=169352) eccola =D
Spero vi piaccia..
Un Bacio
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Damon and Alex'
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CAPITOLO 10

 

PENSIERI POST BACIO

 

Alex rientrò a lavoro giusto in tempo per cambiarsi e iniziare a girare per la sala, controllando se tutto stesse andando per il verso giusto. Era un lavoro che occupava il corpo, ma lasciava libera la mente, al punto di farla pensare e di farle complicare maggiormente la vita . E quel giorno non era diverso dagli altri; il bacio di quel porco di Damon era al primo posto nei suoi pensieri. Ancora non si rendeva conto del perché doveva rovinare quella mattinata serena con quel bacio? Proprio non ci riusciva. Come se non riuscisse più a capirsi.

Sapeva cosa voleva Damon, infondo aveva avuto altre relazioni prima, anche sotto le lenzuola, ma finivano sempre per colpa sua. Non erano mai quello che lei cercava, la passione iniziale dopo poco tempo svaniva e, secondo lei, non rimaneva più nulla. Poi dopo la sua ultima relazione, aveva deciso di prendersi una pausa dall'altro sesso, almeno per un po'. E quel po' si portava avanti da un anno, più o meno.

Perché questa decisione, semplice, il suo ultimo 'ragazzo', o per essere sinceri quel bastardo per essere gentili, dopo che lei gli disse che era finita, aveva cercato di violentarla. Perché? “Per avere un ultimo assaggio”… così disse, prima di beccarsi una lampada in testa e finire ricoverato per una commozione cerebrale ed essere denunciato per tentata violenza sessuale. 'Chissà che fine ha fatto? -si chiese distrattamente, e ad alta voce ma sembrava che nessuno se ne fosse accorto, per fortuna-'. Le veniva ancora la pelle d'oca, se non fosse stato per Claudio, che entrando nell'ufficio per riprendere le chiavi dimenticate, ruppe la sua lampada preferita sul capo del ragazzo che tanto odiava, , Alex non sarebbe riuscita a liberarsi facilmente di quel maledetto bastardo. Da allora eliminò gli uomini dalla sua vita ed imparò la boxe e il karate.

Pensava che Damon fosse diverso, ma lui forse voleva quello che volevano gli altri uomini da lei, il suo corpo. Non poteva darle un bacio sfiorando solo le labbra come aveva fatto lei, lo avrebbe accettato e trovato tremendamente romantico. 'Romantico? Mi sto ammattendo?? Bah forse si, colpa di Damon, prima fa il carino e poi mi ficca la lingua in bocca! -pensò Alex continuando a vegliare che il servizio del pranzo finisse senza danni-'. No, lui doveva anche metterci quella lingua, biforcuta che si ritrovava. 'E che lingua -ripensando al bacio, in mezzo alla sala-'. Beh certi pensieri in mezzo ad una sala piena di gente, non era il massimo, infatti disse, ad alta voce “No, non devi pensarci!”.

Si accorse che tutti i clienti si erano girati verso di lei, e si accorse di quello che aveva fatto, lo aveva urlato in mezzo alla sala. 'Fantastico -pensò- ed ora?'. Farfugliò una scusa, che non aveva capito neanche lei, e fino alla fine del servizio del pranzo si rifugiò nel suo ufficio.

E cosa fece nell'ufficio? Ripensò al bacio. Quel bacio non voluto, ma che le era piaciuto, forse più del dovuto.

Rientrò in sala solo per sistemare la disposizione delle prenotazione per la cena, e senza dire una parola in più si rifugiò nuovamente nel suo ufficio fino a sera.

E proprio lì, oltre a compilare scartoffie, si diede mentalmente dell'idiota per non aver dato una possibilità al suo cuore, proprio come le aveva consigliato di fare Claudio in quella lettera di molti mesi prima, e più semplicemente per non aver risposto al bacio.

Passò così la giornata, rimuginando sul fatto di aver perso una possibilità di felicità, e decidendo cosa avrebbe fatto in futuro, con Damon, 'Accetterò tutto, se potrò rivederlo e se lui volesse ancora…beh ci proveremo -pensò Alex-' e dopo si rese conto che era ora di uscire.

Era l'una quando finì di riflettere, di compilare moduli per la contabilità e disegni per la sala di un matrimonio, e uscendo dall'ufficio si accorse di essere sola. 'Ma ho davvero salutato tutti senza rendermene conto? Non posso essere così presa da lui da non essermene accorta? O forse si?'. La risposta? Sì, lui le piaceva e molto, ormai era stata presa da quel pensiero di nome Damon.

Chiuse tutte le porte, salutò la foto appesa nell'ingresso di Claudio con un bacio, come ogni sera, spense le luci, mise l'antifurto e si chiuse alle spalle la porta che dà sul retro, non sapendo che lì fuori, nell'oscurità della notte, lei non era più sola.

 

Damon aveva passato la giornata in un bar a darsi dell'idiota e a bere bourbon. Gli faceva ancora male dove si era preso lo schiaffo. 'E ben ti sta! Lei non è Elena che ogni volta che la baciavo scappava e faceva finta di niente. Lei è Alex...lei ha reagito a quel bacio. Si, ha reagito in modo negativo, mi ha rifilato un bel ceffone e se ne è andata. Beh bell'inizio Damon! Continua così!' e con l'ennesimo pensiero negativo finì il suo ottavo bicchiere di bourbon e la sua giornata/nottata, era mezzanotte e mezzo, al bar. Pagò ed uscì. Non era ubriaco, non aveva bevuto per dimenticare, aveva bevuto per pensare, e oltre pensare che era un'idiota, pensò e decise che l'avrebbe trovata e si sarebbe scusato.

Una volta in strada decise di trovarla subito ed incominciò da dove si erano lasciati quella mattina.

Arrivato davanti alla lavanderia, dove avevano parcheggiato, si diresse nella direzione che lei aveva preso con la moto.

Notò una pattuglia dei carabinieri, aveva bisogno di una mano e chi meglio delle forze dell'ordine. Così soggiogò i due carabinieri e gli diede la targa della moto, il nome e una descrizione fisica di Alex.

In dieci minuti aveva ottenuto l'indirizzo di casa e del posto di lavoro di Alex, chiese le indicazioni per arrivare ai due indirizzi, e cancellò loro la memoria per poi sparire nella notte.

Era l'una e venti quando arrivò davanti all'entrata principale del ristorante “Il Cambio”, l'indirizzo più vicino a dove si trovavano i due carabinieri che aveva soggiogato.

Quando decise di fare il giro dal retro per controllare se ci fosse ancora la moto, sentì dei rumori strani provenire da lì, insieme ad un forte odore di alcolici e ad un profumo che già conosceva: Gelsomino!

Lei era lì e non era da sola.

Corse sul retro e vide quattro uomini che tentavano di aggredire Alex, lei si stava difendendo ma le forze la stavano abbandonando. Non ebbe neanche il tempo di formulare un pensiero che aveva già steso uno degli aggressori. Alex era dietro di lui che stava tentando di ripararsi dai colpi degli altri tre.

'Bastardi -pensò Damon infuriato-'. Appena Alex lo vide, ruppe il naso a quello che le era più vicino, poi lasciando che il suo corpo si accasciasse a terra sussurrò il suo nome, talmente piano che solo lui, grazie ai suoi sensi sviluppati, riuscì a sentirlo.

Damon a quel punto vide tutto rosso, segno che il lato vampiresco che c'è in lui era uscito ed aveva sete. In meno di un minuto li atterrò tutti, ma non bevve da nessuno, perché subito corse da lei con il cuore in gola, una preghiera nella mente 'Non lasciarmi', e sussurrando, a sua volta “Alexandra”.

Le alzò delicatamente la testa dall'asfalto e controllò se respirava ancora, e se il suo cuore avesse retto. Si accorse che il battito era debole ma presente, stava per sollevarla e portarla via quando un ragazzo gli si avvicinò dicendo “Abito in quel palazzo, ho sentito dei rumori, ho chiamato la polizia ed un ambulanza, arriveranno presto”.

Damon stava per mandarlo a quel paese e andarsene comunque ma la pattuglia della polizia arrivò e lui dovette arrendersi e stare li, stava per essere accusato per l'aggressione ma il ragazzo, che aveva chiamato i soccorsi, lo difese dicendo che lui ha solo salvato la ragazza.

Così rispose alle domande della polizia dicendo che stava passando di li e aveva sentito dei rumori e dopo aver riconosciuto Alex, capì che doveva aiutarla, e dopo quell’intenso colloquio con la polizia accompagnò Alex, ancora svenuta, in ospedale sperando che stesse bene e che la dimettessero al più presto.




Sono una scema ho postato il capitolo 11 e non il 10 sono una cretinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

  
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