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Autore: bibrilove98    02/10/2013    2 recensioni
Chiara ama leggere. Legge perché le piace stare con la testa tra le nuvole e per lei tutto ciò che legge può diventare realtà. Ma questa volta non credeva che quel libro potesse avvicinarsi così tanto alla vita reale, o meglio, che lei potesse avvicinarsi così tanto a quel mondo, un mondo vissuto e rivissuto attraverso la storia, ma mai in quel modo, un mondo in pericolo. Presto si ritroverà a combattere al fianco di nuovi amici per difendere quel posto di cui inizialmente non si sente parte, ma poi diventa come una seconda casa. Molti nemici cercheranno di ostacolarla, tra antichi saggi poco permissivi, chimere, principi troppo viziati e la nostalgia di ritornare a casa. Ma niente di tutto questo riuscirà a fermarla, fino a quando quel libro non finirà.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno dopo ricominciammo a camminare. Facemmo ritardo sulla tabella di marcia perché Jake continuava a ripetere a Mark e ad Alex che dovevano ritornare a casa e che era troppo pericoloso per loro. Jake era pure arrivato a prendere Mark di peso per metterlo sul suo cavallo, ma il bambino si era attaccato ad un albero e non aveva intenzione di mollarlo. Oppure Alex aveva minacciato Jake di dire a tutti quanti le cose “vergognose” che faceva da bambino dato che lei era la sorella maggiore e aveva una buona memoria.
-Yuppi! –urlò Mark dal suo cavallo dopo aver finalmente convinto il fratello.
-Ma chi me l’ha fatta fare. –si lamentò Jake. Avrei tanto voluto rispondergli “io” ma ritenni opportuno non infierire.
-Allora qual è il piano? –chiese Mark.
-Per te quello di rimanere zitto per tutto il viaggio e di non cacciarti nei guai. –lo rimproverò Jake. Mark non fiatò, ma sulla sua faccia spuntò un broncio.
-Jake. –disse Stefany. –Cosa dovremmo fare?
-Non vi siete organizzati? –chiesi io un poco sorpresa.
-Non ne abbiamo avuto il tempo. –disse Jake un poco infastidito.
-Penso che ora un poco di tempo c’è l’abbiamo. –aggiunsi. –Possiamo elaborarlo un piano.
L’espressione di Jake si fece pensierosa. Probabilmente non sapeva nemmeno lui come agire.
-Il libro di Brook si trova nel castello del sovrano. –disse Greg che su queste cose era molto informato. –Potremmo travestirci da guardie ed entrare.
-Due ragazzi, un bambino e tre ragazze non sono delle guardie molto indicate. –osservò Stefany. Effettivamente le guardie dovevano avere almeno una ventina d’anni e nonostante Jake sembrasse più grande, nessuno avrebbe preso per ventenni me o Mark. Alex aveva effettivamente vent’anni, ma le donne non potevano far parte delle guardie reali. Un secondo dopo il cavallo di Jake si fermò di colpo.
-Che succede? –chiesi mentre cercavo di far calmare Margot che continuava ad opporsi a tutto quello che le dicevo.
-So dove dobbiamo andare. –disse Jake e spronò il cavallo per farlo correre. Lo seguimmo e arrivammo ad un bivio. Jake girò a sinistra e Greg se ne accorse.
-Jake, Brook è dalla parte opposta. Dove stai andando?
-Dobbiamo fare una minuscola deviazione.
 
Sfortunatamente quella “minuscola” deviazione ci costò un bel po’ di tempo. Alla sera arrivammo in un villaggio. Era molto simile a quello in cui vivevano gli altri, ma questo sembrava molto più caotico. Le strade sembravano deserte. L’avrei preso per un villaggio fantasma se un forte chiasso non fosse venuto da una taverna. Scendemmo e legammo i cavalli ad una staccionata.
-Chiara, tu vieni con me. Voi altri rimanete qua e non vi muovete. –disse Jake. Stranamente nessuno fece storie.
-Tieni le armi a portata di mano. –mi avvisò Jake. Istintivamente portai la mano alla cintura e sfiorai la lama del mio pugnale. Un mese prima non avrei mai preso in mano un arma, ma dopo ciò che avevo passato in quegli ultimi giorni, sarei riuscita a stendere un uomo adulto in un secondo. Ci avvicinammo verso la taverna dove si levavano delle forti grida e delle urla. Mentre salivamo sul portico in legno, una sedia volò fuori dalla struttura rompendo un vetro.
-Ma che amici frequenti tu? –chiesi prima che Jake aprisse la porta, ma non ebbi risposta. Se da fuori il locale sembrava molto caotico, da dentro posso assicurarvi che era molto peggio. C’erano un sacco di uomini sbronzi con degli enormi boccali di birra pieni fino all’orlo. Spesso vicino a qualche uomo c’erano anche delle ragazze e ci rimasi un poco vedendo con che facilità riuscivano a trovarsi un compagno con cui trascorrere la serata. Certo non era il tipo di locale che pensavo che Jake frequentasse, ma sembrava a suo agio, o fingeva di esserlo. Chissà se si era trovato qualcuna in quel locale con la quale aveva trascorso una bella serata. Il pensiero mi fece un poco male e cercai di scacciarlo subito anche se non ebbi l’effetto sperato. Un uomo particolarmente ubriaco mi prese per un braccio e mi tirò verso di lui.
-Vieni qui ragazza! –disse spingendomi verso di lui.
-Chiara stai attenta! –mi avvertii Jake. Fortunatamente avevo imparato a cavarmela e gli presi il polso con cui mi teneva il braccio e glielo storsi costringendolo a girarsi. Sbatté la faccia su un tavolo di legno mentre con le mani e con le gambe continuava a dimenarsi. Estrassi il coltello e glielo puntai alla gola.
-Attento a cosa fai –lo avvertii continuando a storcergli il braccio –non sono una sgualdrina di quelle che trovi da per tutto qui. Muoviti un altro poco e giuro che ti sgozzo.
Ok, probabilmente mi aveva fatto un poco male stare quei giorni con loro, ero diventata molto più violenta, ma da un lato sapersi difendere è un pregio e quella mossa la usavo spesso con mio fratello quando litigavamo e poi, nessuno poteva paragonarmi ad una sgualdrina. Solo all’ora mi accorsi che la musica si era fermata e che tutti mi stavano fissando.
-Chiara, lascialo. –mi ordinò Jake. A malincuore lasciai andare quell’uomo che subito si portò la mano libera al polso ferito per massaggiarsela.
-Non ti reputi una sgualdrina, ma ubbidisci ad un uomo pure tu. –mi disse l’uomo girandosi e guardandomi con malignità.
-Occhio a come parli. O giuro che quel coltello te lo pianto in gola! –lo minacciai facendo un passo avanti e portando il coltello all’altezza del collo. L’uomo si alzò e senza fiatare si allontanò.
-Muoviamoci ad andarcene di qui. Non ce la faccio già più. –supplicai Jake, ma prima che potesse rispondermi un uomo uscì da una porta, probabilmente attirato dal cessare del caos.
-Ma che succede qui? – Aveva dei capelli ricci e corti e un elegante tunica rosso sgargiante con una cinta dorata legata in vita che cercava di stringere un ammasso di pancia troppo grande. Sotto braccio teneva una giovane ragazza che probabilmente aveva bevuto un po’ troppo dato che continuava ad accarezzare quell’uomo orripilante. Poi l’uomo si accorse di Jake e il suo sguardo cambiò.
-Jake! Ma che bella sorpresa! Quale buon vento ti porta qui? –Jake mimò un inchino.
-Avrei bisogno di un favore –disse il mio amico. L’uomo fece un’espressione sorpresa, poi il suo sguardo si poggiò su di me.
-Certo! Ma dimmi prima come si chiama questa ragazza. È un amica?
-E mia cugina. –mentì Jake. –Si chiama Chiara.
-Bene, signorina Chiara. Forse dovrebbe imparare che non si mutilano gli arti hai miei clienti o non si minacciano di morte.
-Bene –dissi. –la prossima volta dica al suo cliente che dovrebbe imparare a non bere tantissimo e a distinguere le persone, e poi non ho mutilato nessuno mi sembra.
L’uomo mi rivolse uno sguardo di sfida che forse avrebbe dovuto intimidirmi ma che non diede l’effetto sperato.
-Va bene, ora calmati. –mi avvisò Jake. –Chiara, lui è Frank McGreeg ed è il titolare di questo locale…
-La cui quiete è stata stroncata da una ragazzina impertinente. –aggiunse Frank.
-Non si preoccupi, non ho stroncato solo la quiete di questo locale nella mia vita.
-Quindi… -si schiarì la voce Jake. –il signore qui è anche un mio amico che mi deve dei piccoli favori e ora è il momento di saldare con un altro favore.
-Jake, amico mio! Sai che quando hai bisogno di vivere delle belle esperienze puoi venire qui. –lo sguardo di Jake si fece duro. –Non ho bisogno di quel genere di favori Frank. Possiamo entrare nel tuo studio?
-Ma certo! –disse l’uomo mostrando l’entrata con una mano. Non appena mi avvicinai, però, Frank si irrigidì.
-Lei non può venire. –disse indicandomi. Jake si girò verso Frank e lo guardo con uno sguardo intenso.
-Lei viene con me.
-Ma… -cercò di contraddirlo.
-Ho detto che lei viene con me. –a quel punto Frank mi permise di entrare.
-Allora solo Mark riesce ad ottenere delle cose da te giusto? –chiesi sottovoce scherzando.
-Si, solo lui. –mi rispose senza, però, accennare ad un sorriso.
Lo studio di Frank era una stanza. In confronto al resto del locale era la parte migliore. C’era una scrivania con una sedia in legno. Delle specie di quadri riempivano le pareti spoglie e un tappeto rosso copriva parte del pavimento. C’era anche una finestra enorme che pensai usasse per scappare in caso di aiuto. Sfortunatamente, pensai che gli architetti avessero calcolato male la misura della finestra perché anche con quella, il suo pancione non sarebbe passato.
-Ben venuto nella mia umile dimora. –disse Frank poggiando la donna che non si era staccata da lui su un divano e andandosi a sedere sulla sedia del suo studio. –Come posso aiutarvi?
-Conosci il Libro di Brook? –chiese Jake. Frank lo guardò molto perplesso come se non avesse capito bene la domanda.
-Certo. –rispose dopo un poco.
-Mi serve. –arrivò al punto Jake. –Ho bisogno di alcuni consigli su come agire.
-Mi dispiace amico mio, ma non posso aiutarti questa volta.
Jake sospirò e guardò il pavimento di legno. –Frank, mi dispiace, ma mi servono quei consigli. –poi successe il finimondo. Con un salto Jake arrivo sulla scrivania e con un gesto rapidissimo estrasse la spada e gliela puntò alla gola provocandogli un taglio non molto profondo. La donna incominciò ad urlare e io mi precipitai per tapparle la bocca.
-Dammi quelle informazioni, ora! –lo minacciò Jake.
-Dovete andare a Brook. Il libro è stato spostato, non si trova nel castello. Dovete travestirvi. Dovete stare attenti a…
Dei rumori incominciarono a provenire da dietro la porta. Jake mi guardò e capii cosa dovevo fare. Presi un cuscino e lo ficcai in bocca alla donna, poi iniziai a correre verso la porta e cercai di tenerla chiusa. Intanto Jake continuava a minacciare Frank premendo ancora di più il coltello.
-Dove si trova il libro adesso? Da chi dobbiamo stare attenti?
-Nella Casa del re!
-In che senso? –chiese Jake. Nel frattempo gli uomini dietro la porta, nonostante fossero ubriachi, incominciarono a spingere molto forte e come se non bastasse la donna si era liberata dal cuscino e aveva incominciato ad urlare e a spostarmi per far entrare le altre persone.
-Jake, non ce la faccio più! –lo supplicai. Con un ghigno di rabbia prese un coltello e lo conficcò nel tavolo. Poi prese un bicchiere di birra che stava poggiato sulla scrivanie e versò il contenuto in faccia a Frank.
-Mi dispiace. –disse piano. –ma ne va della mia famiglia. –poi mi guardò e capii immediatamente cosa volesse dire quello sguardo. Lasciai andare la porta e la donna e, insieme, ci facemmo strada dalla finestra.



RIECOMI!
Dei miei perdonatemi!!! Lo so, sono in ritardo come semprre sulla publicazione del nuovo capitolo, ma, tra un libro da leggere e 36 pagine di storia da studiare, sono in crisi!
Sono uscita prima da scuola e quindi sono riuscita a pubblicare questo capitolo :) spero vivamente che vi sia piaciuto!
Perdonate l'ambientazione, ma in quel periodo, e ancora oggi, esistevano quei locali e poi avete scoperto un pochino il carattere di Chiara. Lei che non ha mai toccato un arma, lei che non ha mai fatto del male ad una mosca, adesso ha puntato, più di una volta, il coltello alla gola di due persone xD
scusate, sto esaggeerando xD
Cercherò di aggiornare il pèrima possibile, scuola permettendo!
A prestissimo!!
-Bibrilove98
  
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