Serie TV > Star Trek
Segui la storia  |       
Autore: queenseptienna    02/10/2013    1 recensioni
Crossover Star Trek/Pacific Rim/Fallout
Per difendersi dai Kajiu, la Terra scatena un attacco nucleare alla faglia che interrompe il flusso alieno, ma che porta alla semi distruzione del pianeta.
Dopo 200 anni, i Kajiu si ripresentano dopo aver distrutto Vulcano. Toccherà a Jim Kirk e a Spock guidare il jaeger Enterprise nella disperata lotta contro il tempo per impedire ai kajiu di ritornare, chiudendo definitivamente la faglia.
Ma l’unione mentale ha i suoi problemi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Pike, James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MESI FA

 

Rivet City apparve di fronte a loro come la Terra Promessa, come un Paradiso terrestre fatto a forma di nave.

Il viaggio fino a lì era durato più di due mesi, di cui tre quarti passati tra le rovine di DC. Kirk era esausto, aveva quasi perso una gamba durante uno scontro armato tra i Super Mutanti e Lyons Pride. Per sua fortuna McCoy era davvero un ottimo medico, che con poche cose lo aveva rimesso insieme come nuovo.

«Odio questo posto» aveva sibilato a denti stretti, mentre Leonard accendeva un fuoco e sintonizzava la piccola radio che avevano trovato in un cassonetto della spazzatura. La voce di Tre Cani aveva invaso il loro piccolo nascondiglio, guidandoli come un amico nel loro viaggio della speranza.

Poi, finalmente, l'avevano vista. Usciti fuori da l'interscambio Anacostia, erano rimasti sconvolti dall'immensa nave attraccata nel Potomac. Si stagliava perfetta contro il sole dalla luce malata, chiamandoli a sé come il canto di una sirena. Un'accozzaglia orrenda di lamiere rossastre che sembrava stare insieme con lo sputo, ma bella come niente che avessero mai visto nella loro breve esistenza.

Era stata la prima volta che si erano concessi di piangere.

Una volta asciugate le lacrime, i due risalirono la scaletta arrugginita che li guidò all'Intercom, il sistema di comunicazione interna, nel quale riposero tutte le loro speranze.

«Chi siete?» gracchiò la voce dall'Intercom e McCoy trattenne un urlo di gioia.

«Profughi» rispose in fretta Jim. «Proveniamo dal Vault 101. Siamo James Tiberius Kirk, cacciatore, e Leonard McCoy, medico.»

Kirk non aveva mai cacciato niente nella sua vita che non fosse una bestia nemica, ma quello non era necessario specificarlo.

Ci fu un attimo di silenzio dall'altra parte. Così lungo che Jim credette che li avessero abbandonati senza dir loro nulla. Poi, quando ebbero quasi perso tutte le speranze, l'Intercom sputacchiò una risposta affermativa, quasi del tutto coperta dal fragoroso rumore del ponte che dalla nave si spostava verso di loro per farli entrare.

Erano salvi.

 

 

Nei giorni successivi si era reso evidente che avrebbero dovuto trovarsi un lavoro per mantenersi all'interno della macchina Rivet. Per McCoy fu abbastanza semplice, era stato assunto praticamente all'istante all'interno della clinica locale. Per Kirk era stato più difficoltoso. Dopo alcuni lavoretti di recupero rottami che lo volevano al di fuori della sicurezza delle pareti della nave, alla fine era stato in grado di convincere gli ingegneri del laboratorio che la sua capacità in termini elettronici era superiore a quella di qualunque altro. La paga era bassa, ma sufficiente per permettere a entrambi di ubriacarsi al bar la sera.

Fu proprio al bar di Gabe, alcuni mesi più tardi, che i due fecero strani incontri.

«Hai sentito?» esclamò una donna al prete. «A quanto pare quelli della Confraternita d'Acciaio stanno venendo qui.»

Il prete alzò il proprio bicchiere e le sorrise. «Perché mai dovrebbero farlo? Hanno reso ben chiaro che non vogliono avere legami con noi.»

«Sì, ma la dottoressa Li è ormai loro ospite fissa» disse con sarcasmo il venditore di armi. «A quanto pare la stanno accompagnando qui per proseguire i lavori al Purificatore.»

Jim e Leonard ascoltarono tutte quelle informazioni come un assetato alla fonte miracolosa. Non sapevano molto del Purificatore se non quello che Tre Cani diceva alla radio. A quanto pareva l'Esule aveva permesso che il lavoro di James, suo padre e medico prima di McCoy, continuasse a dispetto delle ingerenze dell'Enclave e che la Confraternita avesse avuto un ruolo decisivo in tal senso. Ma più di quello non era dato loro sapere.

«Mi piacerebbe proprio conoscerla questa dottoressa» ridacchiò Jim, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di un paio di uomini.

«Jim» lo redarguì McCoy, senza successo. Jim continuò con un paio di battute sul fatto che nel laboratorio mancava la materia prima, come la chiamava lui. Chissà se la dottoressa era carina. «Jim, piantala.»

Ma Kirk era ubriaco. E lo erano anche i due uomini che lo avevano guardato male in precedenza. Stavano per avvicinarsi, quando il pesante portellone del bar si spalancò con uno stridio e alcuni soldati della Confraternita d'Acciaio entrarono, gettando nel silenzio totale l'ambiente. Uno strano senso di rispetto accompagnava i Lyons Pride, che tutti poterono riconoscere dal simbolo dipinto sulle loro armature atomiche.

«Un altro di quella roba che mi spacci per gin» sibilò Jim al barista, mentre una scriba dalla pelle scura si avvicinò al bancone. Dietro di loro il normale brusio del locale riprese come se niente fosse. «Ehi bellezza, me lo dici il tuo nome?»

«No» rispose Uhura, ordinando un whisky liscio.

«Eddai, dimmelo» ridacchiò Jim e Leonard roteò gli occhi al soffitto quando la ragazza gli sorrise appena e continuò a ignorarlo.

Un paio di Pride con la faccia annerita dalla sporcizia si avvicinarono alla scriba. «Ti sta dando fastidio, Uhura?»

«Allora ti chiami Uhura? Che nome curioso» esclamò Jim, ignorando i nuovi arrivati e stravaccandosi verso la ragazza. «Te la togli mai quella divisa ingombrante?»

«È il mio cognome» rispose lei, con aria scocciata. «E sì, me la tolgo ogni tanto.»

Jim sorrise. «Fantastico. Che ne dici di farmi vedere quando te la levi?»

«Ehi stronzo, lasciala stare» ringhiò un Pride e Leonard di premurò di trovarsi abbastanza lontano quando il primo pugno venne tirato dritto sul naso di Jim Kirk, scatenando una zuffa tra lui e i Lyons Pride appena arrivati.

«Ho già detto che odio questo posto?» sibilò il medico, andando a passo svelto verso una cassetta del pronto soccorso.

«Cosa sta succedendo qui?»

Tutti si bloccarono all'istante, sollevando i nasi verso le passerelle rialzate. Un uomo più anziano, con una veste da scriba blu, li guardava tutti come se fosse pronto ad ammazzarli.

«Priore Pike...» sussurrò il Pride che aveva tirato il primo pugno. «Questo colono stava infastidendo la scriba Uhura e...»

«SILENZIO! Fuori da qui, tutti quanti. Tornate agli alloggi che vi sono stati assegnati e considerate una nota di demerito» ringhiò Pike, scendendo gli scalini.

Il bar si svuotò nel giro di pochi istanti, mentre il Paladino Sulu spingeva fuori i confratelli con aria irritata.

Leonard si avvicinò a Jim, riverso su un tavolino lercio, lo afferrò per il colletto della camicia e lo tirò a sedere su una sedia. «Bisogna dire che un po' te lo meritavi.»

«'fanculo» biascicò il più giovane, esibendo un sorriso a trentadue denti. «Tanto prima o poi lo scopro come si chiama.»

«Probabilmente sì» lo interruppe Pike, prendendo una sedia e posizionandosi di fronte al giovane ubriaco. «Deduco che tu sia James Kirk. Stessa faccia di tuo padre. Mi auguro tu abbia anche il suo talento.»

Jim tornò al mondo dei sobri nel giro di pochi istanti e anche Leonard trattenne il fiato. «Prego? Mio padre è morto quando sono nato.»

Pike si concesse una risatina divertita. «Già. A quanto pare l'Esule non è l'unico a cui il Vault 101 ha raccontato un sacco di menzogne.»

«Amico, non so chi tu sia, ma il dottor James e suo figlio sono le prime persone a essere uscite dal Vault. Si nasce e si muore lì dentro... beh, ha capito.» Leonard non riusciva a capire. Non conoscevano nei dettagli la storia di quei due, essendo usciti molti mesi più tardi e non avendo mai incontrato qualcuno con informazioni precise, non sapevano bene cosa fosse successo in passato.

Pike inclinò la testa di lato. «Un motto più adatto a quel Vault è “Si vive insieme, si muore soli”. In ogni caso no, anche George, il padre del qui presente James Kirk ha un passato in comune con il buon dottore. Era un membro della Confraternita, un Difensore.»

«Che cazzo mi vuoi dire?» ringhiò Jim, improvvisamente irato. «Ho vissuto tutta la mia esistenza al 101 con mia madre.»

«Indubbio.» Pike gli concesse quella verità, ma poi proseguì. «Anche lei era nell'entourage del dottore. Era una specialista per il Progetto Purezza al Jefferson Memorial. Ha conosciuto lì tuo padre, che era di stanza al Memorial per proteggere il sito dagli attacchi dell'Enclave. Ha trovato la morte, così come la madre dell'Esule. James ha portato il figlio e tua madre, incinta di te al Vault 101 dopo che l'Enclave aveva attaccato.»

Jim rimase in un silenzio stupefatto, sommerso da tutte quelle informazioni improvvise. Si accorse a malapena di Leonard che, silenzioso, gli stringeva una spalla. «Perché mi dici tutto questo?»

«Non avrei dovuto dirtele, infatti. Pensavo fossi morto, con tutto quello che è successo al 101. Credo sia un segno del destino.» Il Priore si alzò in piedi e gli rivolse un sorrisetto. «Dopotutto è impossibile prevedere il futuro. Diciamo che potrei avere un lavoro per te, alla Cittadella. Mi potresti essere utile, se somigli almeno un po' a George. Partiamo domattina all'alba, spero di vederti. Può venire anche il tuo amico.»

Kirk e McCoy rimasero in silenzio mentre l'uomo li salutava e li abbandonava alle loro decisioni.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: queenseptienna