Ecco qui pronto un nuovo
capitolo…spero vi piaccia…mi raccomando recensite e fatemi sapere
che ne pensate….buona lettura!
♥ LOVE & HATE ♥
3°CAPITOLO: Il temporale
“Ahi..ahi..mamma ti prego mi stai
torturando…” Usagi non ne poteva più. “Non vedi? Sono tutti pieni di nodi, sarà meglio che te li metta in
ordine!” Ikuko stava
sistemando i capelli disastrati della ragazza. “Oh…adesso si
che sei a posto!! Guarda!” Ikuko porse lo specchio alla figlia.
“Che bello! I miei codini sono ritornati” un’enorme
sorriso si stampò sul volto della ragazza, quella sua pettinatura
la faceva stare a suo agio, ed infondo quei lunghi codini erano un po’
come lei: buffi, simpatici, irresistibili. “Tesoro allora io vado…mi
raccomando mangia la frutta che ti ho lasciato, prendi tutte le medicine e non
far arrabbiare le infermiere.” Ikuko
fece tutte le raccomandazioni che una madre premurosa potesse fare. “Ma mamma…mi tratti come una bambina!” disse
Usagi imbronciata. “Lo sei mia cara..”
Ikuko diede un bacio sulla
fronte della ragazza. “ A domani...”
*
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Adesso
era sola nella sua camera, si annoiava a morte. Volendo
poteva mettersi a studiare, ma scartò subito questa idea. “Ah,
come vorrei prendere una boccata d’aria” pensava la ragazza
“invece sono qui inchiodata in questo letto” divenne immediatamente
triste “perché a me, cosa ho fatto di male per meritarmi
questo…” alcune lacrime scesero sul suo volto. Usagi era estremamente sensibile, stare in compagnia era un modo per
non pensare al suo stato, ma in ospedale spesso stava da sola e quando
ciò accadeva pensava a quello che le era successo e naturalmente
diventava triste e malinconica. “Neanche oggi è venuto” pensava
a Mamoru. Lui andava a farle visita tutti i giorni durante la sua pausa pranzo,
si sedeva accanto a lei e consumava il suo pasto, che
naturalmente Ioko gli preparava, la prendeva in giro, le chiedeva se stava
bene, se avesse bisogno di qualcosa e poi se ne andava. Ogni giorno era
così, e anche se lo considerava il suo peggior nemico
le faceva molto piacere il fatto che lui andasse trovarla, che si preoccupasse
per lei; e adesso erano tre giorni che il ragazzo non si faceva vedere.
“Chissà cosa sta combinando…forse è troppo impegnato
col lavoro…oppure starà con la sua dolce Ioko…oppure….ma insomma…che me ne importa a me di quello…non
ho bisogno mica di lui…e poi mi sta pure
antipatico!” Usagi stava facendo una lunga lista dei difetti del ragazzo
per convincere se stessa che non gli interessava, ciò nonostante spesso
e volentieri lui era nei suoi pensieri.
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“Chissà
cosa pensa ora di me Usagi” pensava Mamoru.
“È da quella sera che non vado a trovarla...ok.. adesso vado da lei…si…non c’è
niente di male…le chiedo come sta…l’ho sempre fatto….e
se.. se mi imbambolo di nuovo e non sapessi che dire? Se facessi di nuovo la
figura dello stupido? Che faccio…entro? O no? Possibile
che debba sempre complicarmi le cose…basta!! Ora busso” Dopo non pochi flash mentali Mamoru stava per bussare alla porta della camera della ragazza ma
qualcosa lo bloccò. “Mamoruccio
mio!!” Ioko era spuntata all’improvviso. “Stai andando a trovare la tua amica? Beh…dovrai
rimandare…ho bisogno di te...sai
c’è quel paziente della 5 che non vuole la flebo…” “Capito
tutto…ci penso io…” Mamoru si offrì di aiutare la
bella infermiera, e mentre si avviava verso la camera numero 5 si voltò
indietro a fissare la porta di Usagi. Quanto desiderava vedere il suo sorriso, si
sentiva amareggiato per quella occasione persa.
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“Caspita
come piove…non ho neppure l’ombrello” Mamoru aveva terminato
il suo turno di lavoro e finalmente poteva tornare a casa. – DRIN DRIN- Mamoru prese il suo
telefonino e guardò sul display, era Motoki che lo chiamava. “Pronto…Motoki
sei tu?” “Ciao Mamoru sei ancora in ospedale?” ”Si, ma sto
per tornare a casa…dimmi.” “Beh…si…devo passarti
una persona.” Il biondo passò il cellulare a Minako. “Ciao Mamoru sono Minako! Devi
farmi un favore, lo so che hai finito di lavorare, sei stanco ed hai voglia di tornare a casa, ma vedi…devi
andare un attimo da Usagi. Sai lei ha una gran paura dei temporali e voglio solo
che ti assicuri che stia bene.”
“Ma…ma io non posso devo andare a casa a prepararmi, più
tardi ho un appuntamento….e…” Il ragazzo non fece in tempo a
dare le sue spiegazioni che dall’altra parte del ricevitore Minako sfoggiò il tono di voce più dolce e
convincente che potesse fare. “Ti prego Mamoru, ti prego…fallo
per la mia amica che non sta bene….ti
prego!” Come poteva dirle di no, e poi adesso
aveva una scusa per andare a trovare la biondina. “Va bene
ma solo pochi minuti.” “oh…grazie Mamoru…grazie.. e mi raccomando lei non deve sapere che tu sai della sua
paura o se la prenderà con me! Ciaoooo!!!” e riagganciò il telefono.
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Usagi
non aveva paura dei temporali, ne era semplicemente
terrorizzata! Questo poi era veramente spaventoso. Fuori tutto si era fatto
nero, tuoni lampi e fulmini squarciavano il cielo, l’atmosfera era
davvero inquietante. “Mamma mia, l’apocalisse” disse la
ragazza con voce tremante. “Ma che
apocalisse…sono solo due gocce d’acqua…” Mamoru era
entrato nella sua stanza. Usagi rimase per alcuni secondi senza parole a
guardarlo sconcertata, ma poi si riprese. “Ma allora
è proprio un vizio! Quando imparerai a bussare? È semplice…basta
fare un pugno e batterlo sulla porta, se vuoi ti
insegno!” “ha ha
spiritosa…” il ragazzo continuò. “Ma…Odango…sbaglio
o hai paura dei temporali?” “Chi io…paura…ma cosa ti
viene in mente…” Usagi fece finta di offendersi e girò la
testa dall’altra parte. Mamoru per tutta risposta si sedette su una sedia
ai piedi del suo letto e tirò fuori un libro. “Ti
da fastidio se leggo un po’?” “Prego leggi pure se ti
va..” “Certo che Mamoru è proprio strano” pensava
Usagi “non mi vede da tre giorni ed invece di
chiedermi come sto si mette a leggere, chi lo capisce è bravo” fuori pioveva ancora a dirotto, ad ogni tuono Mamoru poteva
sentire la ragazza sobbalzare e la cosa lo divertiva parecchio. Ad un certo punto alzò gli occhi dal libro e ci
ricascò. Si, si era di nuovo incantato a
guardarla. Lei scrutava verso la finestra, era evidente che fosse terrorizzata
ma ciò nonostante sembrava tranquilla; i due lunghi codini biondi le
scendevano sulle spalle, il suo braccio sinistro era ingessato, la mano destra
stava torturando una ciocca di capelli, quel gesto infantile la rendeva
incredibilmente sexy. “Caspita…è proprio bella...sembra un angelo” pensava Mamoru “possibile
che non me ne sia mai accorto…” il ragazzo continuava a guardarla, ad
un certo punto lei si girò e allora lui istintivamente riposò gli
occhi sul libro, adesso lei lo stava fissando. Lui non riusciva a leggere, le
parole gli si confondevano davanti ai suoi occhi, aveva
caldo, molto caldo. Usagi lo guardava attentamente, cercava di cogliere i suoi
pensieri. “Anche se non lo sopporto…devo ammettere che se non ci
fosse lui morirei di paura...non so perché ma
in sua compagnia mi sento a mio agio…mi mancava…” Usagi
continuava a guardare e a fare pensieri verso l’uomo seduto di fronte a
lei. “Ammazza però…devo ammettere
che Mamoru è proprio un gran bel pezzo di ragazzo” a questi
pensieri la ragazza arrossì, come poteva poi non pensarlo. Mamoru era
bello, alto, moro, fisico statuario e se poi si aggiungeva il
fatto che era medico diventava il sogno proibito di ogni donna.
“Peccato per il cervello…” dopo questo pensiero la biondina
si mise a ridere attirando l’attenzione del ragazzo.
“Mi mancavano le sue risate…il suo sorriso” pensava Mamoru, stava
per dire una delle sue cattiverie quando la porta della camera si aprì
improvvisamente.
Continua…
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Eh
eh…cosa accadrà mai?...non preoccupatevi aggiornerò il più
presto possibile…ci vediamo al 4° capitolo…grazie...un bacione!