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Autore: Inathia Len    02/10/2013    2 recensioni
Pensieri sparsi su Regulus Black, personaggio che ho imparato ad amare con il tempo.
Pensieri sulla sua vita.
Sulla sua voglia di essere quello che tutti si aspettavano.
Sulla sua infatuazione per le Arti Oscure.
Sul suo essere umano. Un ragazzo, nonostante tutto.
Sul suo essere un eroe sconosciuto.
Dal testo: "E anche se nessuno lo saprà mai, Regulus muore sorridendo.
Perché Regulus Artcurus Black è un eroe.
Anche se essere buono non gli era mai piaciuto."
DEDICATA AD AnnaPotter99, PERSONA FANTASTICA, FAN SFEGATATA DEL "SUO" REG.
Ovviamente, siete tutti/e caldamente invitati/e per leggere e lasciare un parere :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
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Aveva un cognome ingombrante e rispettato,

di certo in quell'ambiente da lui poco onorato...


 

Chiamarsi Black non era mai stato semplice, mai.

Soprattutto quando era rimasto solo, quando Sirius aveva fatto il grand'uomo e se ne era andato.

Era diventato quello che ci si aspettava che diventasse, Regulus, un Mangiamorte.

Ora tutti lo temevano e lo riverivano, non era più “quel Black mingherlino”, bensì un uomo.

Un uomo che tutti credevano crudele, spietato e con la Morte come migliore amica.

Era vero, ma non era come pensavano.

La Morte era la sua migliore amica, certo, la sua più fedele compagna.

Ma lui non si divertiva a uccidere, non era pazzo come sua cugina Bellatrix, né un animale come Fenrir.

Regulus era diventato quello che tutti si aspettavano, ma dentro di sé soffriva.

Soffriva per le vittime che doveva torturare.

Soffriva per se stesso.

Soffriva perché si faceva schifo.

 

Si sa dove si nasce ma non come si muore

e non se un'ideale ti porterà dolore...

 

Quando era bambino non aveva mai avuto dubbi, lui era un nobile, non un qualche pivello qualsiasi. La sua famiglia era importante, incuteva timore e terrore.

Eppure, c'era chi stava al di sopra.

Chi erano?

Chi erano quegli uomini mascherati che riuscivano mettere in soggezione persino suo padre, il grande e temuto Orion?

Cosa facevano?

Perché tutti, persino i suoi genitori, chinavano la testa al loro passaggio?

E chi era quell'uomo che li comandava e li ispirava con le sue parole?

Voleva saperlo, Regulus, voleva assolutamente capire.

Perché le Arti Oscure erano questo per lui, un indovinello da svelare.

Una vocazione.

Per distinguersi.

Per far capire a Sirius di che pasta era fatto.

 

Diceva da vicino li avrebbe controllati,

ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato...


Ora, quelle persone che un tempo aveva venerato, gli facevano paura.

Essere un Mangiamorte non era come si era aspettato.

Nessuna azione eroica, solo assassinii nella notte e sangue da lavare via alla mattina.

Ma Regulus non era un assassino. Era appena maggiorenne, non poteva uccidere...

Doveva andarsene, in un luogo lontano, magari da Sirius.

Sirius.

Sì, lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare. Lui aveva sempre saputo tutto.

Eppure non ce la faceva, non poteva pensare ad andarsene sul serio, non dopo quello che quell'essere aveva fatto a Kreacher.

Non dopo quello che aveva scoperto sugli Horcruxes.

Forse era l'unico a poter fermare quella follia, a poter tenere sotto controllo quanto succedeva.

Andandosene, sarebbe morto. Come un ratto di fogna, assassinato sotto a un ponte o ucciso dopo infinite torture.

Rimanendo, sarebbe morto. Ma avrebbe fatto qualcosa di concreto, avrebbe cercato di pulire quel nome tanto nero che lo aveva accompagnato per la sua breve vita.

Sarebbe morto, lo sapeva bene, qualsiasi cosa avrebbe fatto.

Ma almeno, come avrebbe detto Sirius, se ne sarebbe andato con stile.

 

Il nome di suo padre nella notte non è servito,

gli amici disperati non l'hanno più trovato...

 

E mentre è lì che affonda, gli Inferi alla gola, Regulus ripensa a tutto quanto.

Ricorda i volti felici dei prigionieri che ha aiutato a fuggire.

Ricorda gli sguardi confusi degli Auror, quando colpisce i suoi.

Ricorda il perché sta morendo.

E anche se nessuno lo saprà mai, Regulus muore sorridendo.

Perché Regulus Artcurus Black è un eroe.

Anche se essere buono non gli era mai piaciuto.

 


 

Inathia's nook

Per chi avesse dei dubbi o non la conoscesse proprio, la canzone inserita nel testo è "Cento Passi", dei Modena City Ramblers.
Non so perchè, ma quest'estate, ogni volta che partiva questa canzone sul mio iPod, pensavo a Regulus. Non so perchè, davvero, ma la sentivo molto Reggica (perdonate il termine, è orrendo. Dopo metterò la testa nel forno...).
Comunque, di solito lascio passare un po' di tempo prima di scrivere, giusto per essere sicura che, almeno per me, la cosa abbia un senso.
Bè, questa era sparita dal mio cervello, avete rischiato di non leggerla (lo so, vi state strappando i capelli al solo pensiero...)
Però oggi, facendo partire una playlist a caso, ecco rispuntare la canzone ed ecco rispuntare Reg.
Potevano le mie manine stare ferme e non correre subito al computer?
Certo che no ed ecco nascere la mia ennesima one-shot.
Bene, prima di concludere questo "nook", vorrei fare un saluto speciale ad AnnaPotter99, super fan del "suo" Reg, che mi ha passato l'amore per questo personaggio. Grazie mille di tutto, sai che ti voglio bene.
Ok, direi di aver detto tutto, voi vi siete addormentati *scorre la lista per controllare di aver detto/fatto tutto quanto*, credo che venuto il momento di separarsi. Ma ehi, che ne dite di una belle recensioncina? Giuro che non mi offendo, nemmeno se mi dite di andare ad annegare insieme agli Inferi della storia...
Baciozzi e grazie anche solo per essere arrivati fin qua, siete davvero coraggiosi ;)
  
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