02/10/2013
3 recensionititolo: «surgery»
personaggi: midori seto; nishiki ryouma -nominato- + varie comparse.
paring: nishimido.
rating: giallo.
avvertimenti: //
genere: sentimentale; triste; malinconico.
parole: 362, secondo word.
note: otp otp otp. penso non abbia senso il finale, help, ma mi sentivo ispirata, dopo un secolo, e beh, eccomi qui, sono felice di aver pubblicato qualcosa. amo queste cose tristi, aw. ed amo la coppia, midori e nishiki, l'ammmmore. ♥ spero vi piaccia!
desclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono, purtroppo. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
≈☁≈
Il volto ha l’aria sciupata, gli occhi azzurrini sono languidi, i lunghi capelli sono stati raccolti in uno chignon ormai sfatto, gli abiti sembrano abbastanza spiegazzati, magari indossati frettolosamente, il rossetto è stato probabilmente messo alla “tanto per” e Nishiki è in sala operatoria.
Midori siede nella sala d’aspetto, le mani si tormentano fra di loro, i pollici combattano cercando di prendere il sopravvento sull’altro, si sfidano, si tirano indietro, si cercano, cominciano a far male, e Nishiki è in sala operatoria.
Akane è accanto a lei, la macchina fotografica l’ha lasciata a casa, gli occhi scrutano il viso dell’amica contratto nella sua solita espressione “da dura”, ma si capisce che in realtà soffre, si sente bruciare, il dolore la invade, prova sensi di colpa perché Nishiki è in sala operatoria.
Tenma stringe la mano della migliore amica Aoi, il cui viso è solcato dalle lacrime, lacrime amare, che racchiudono paura, tristezza, rabbia, ma anche speranza, speranza per Nishiki che è in sala operatoria.
La donna dietro alla scrivania ha l’aria annoiata, sospira rumorosamente, scribacchia su dei fogli, fa rumore con la penna e scrive al cellulare, e Midori la odia, perché non capisce, la odia perché non porta rispetto per il fatto che stiano male e soffrano per Nishiki, Nishiki che è ancora in sala operatoria.
Le dottoresse entrano, i lunghi camici svolazzano l’aria, hanno la tipica faccia delle persone che hanno sangue freddo, audacia e coraggio, perché sono in pochi a non aver paura di aghi e tutti quegli oggetti che si usano per operare le persone, portano strani aggeggi in mano, serviranno a Nishiki che è in sala operatoria?
Le finestre si affacciano su un parco, dove spensieratamente giocano dei bambini; loro non sanno, non hanno ancora avuto a che fare con la tristezza, non sanno cosa si prova ad avere Nishiki in sala operatoria.
L’aria nella sala d’aspetto è pungente, tutti hanno lo sguardo basso, i telefoni spenti, vogliono notizie su Nishiki, che è in sala operatoria.
Le porte della sala operatoria si spalancano, il dottore entra leggendo rapidamente la cartellina del paziente, di Nishiki, ed annuncia che Nishiki sta bene, non è più in sala operatoria.
Midori siede nella sala d’aspetto, le mani si tormentano fra di loro, i pollici combattano cercando di prendere il sopravvento sull’altro, si sfidano, si tirano indietro, si cercano, cominciano a far male, e Nishiki è in sala operatoria.
Akane è accanto a lei, la macchina fotografica l’ha lasciata a casa, gli occhi scrutano il viso dell’amica contratto nella sua solita espressione “da dura”, ma si capisce che in realtà soffre, si sente bruciare, il dolore la invade, prova sensi di colpa perché Nishiki è in sala operatoria.
Tenma stringe la mano della migliore amica Aoi, il cui viso è solcato dalle lacrime, lacrime amare, che racchiudono paura, tristezza, rabbia, ma anche speranza, speranza per Nishiki che è in sala operatoria.
La donna dietro alla scrivania ha l’aria annoiata, sospira rumorosamente, scribacchia su dei fogli, fa rumore con la penna e scrive al cellulare, e Midori la odia, perché non capisce, la odia perché non porta rispetto per il fatto che stiano male e soffrano per Nishiki, Nishiki che è ancora in sala operatoria.
Le dottoresse entrano, i lunghi camici svolazzano l’aria, hanno la tipica faccia delle persone che hanno sangue freddo, audacia e coraggio, perché sono in pochi a non aver paura di aghi e tutti quegli oggetti che si usano per operare le persone, portano strani aggeggi in mano, serviranno a Nishiki che è in sala operatoria?
Le finestre si affacciano su un parco, dove spensieratamente giocano dei bambini; loro non sanno, non hanno ancora avuto a che fare con la tristezza, non sanno cosa si prova ad avere Nishiki in sala operatoria.
L’aria nella sala d’aspetto è pungente, tutti hanno lo sguardo basso, i telefoni spenti, vogliono notizie su Nishiki, che è in sala operatoria.
Le porte della sala operatoria si spalancano, il dottore entra leggendo rapidamente la cartellina del paziente, di Nishiki, ed annuncia che Nishiki sta bene, non è più in sala operatoria.